Catania – La Sicilia in prima linea con “Faber-il fabbricante di idee”, evento giunto alla sua 7’ edizione, ideato dalla docente Anna Petino e dall’imprenditrice Giulia Velis.
Questa edizione si terrà nei giorni 16 e 17 dicembre, dalle 10.00 alle 22.00 presso lo storico Palazzo Manganelli, ed ospiterà 40 espositori provenienti da tutta la Sicilia, che presenteranno le loro creazioni tra le splendide sale del piano nobile del Palazzo, occasione irripetibile poiché il palazzo non è aperto, normalmente, al pubblico.
Dopo il grande successo legato all’apertura del Museo, dedicato a Lorenzo Chinnici, a Merì (ME) – città natia dell’artista –, quest’anno al Palazzo Manganelli, per gli appassionati di arte, sarà presente il Maestro Lorenzo Chinnici, con i suoi dipinti più celebri che rappresentano l’operosità del lavoro manuale, raccontando la fatica dei mestieri artigianali con grande slancio poetico.
Così l’antico e aristocratico Palazzo Manganelli, che dal XX secolo appartiene agli eredi dei Principi Borghese di Roma, sarà lo scenario per le opere di Chinnici che dialogheranno simbolicamente con le eccellenze artigianali, made in Sicily.
Qui ed ora si racconta la fatica del tempo che scorre e solca lo sforzo di una tensione e di un pensiero creatore. Creare in fondo è ciò che rende una donna e un uomo più vivi e consapevoli delle loro potenzialità e del loro essere-nel-mondo. Si dice che il “cervello è più grande del cielo” poiché la fonte dell’immagine è nella mente da cui parte lo stimolo verso gli arti che plasmano, creano, toccano e danno forma agli oggetti del tempo. I personaggi della pittura di Lorenzo Chinnici sono animati dal lavoro manuale, dall’essere presenti attraverso la loro operosità. Non c’è pigrizia, non c’è staticità fin dalla dimensione spaziale che fa tendere i loro muscoli, allungando la percezione dello spazio pittorico.
Così lo sguardo dell’osservatore è chiamato a riflettere e a poggiarsi sulle ombre e sulla luce di corpi intenti in attività differenti, sullo sfondo di una Sicilia presentata come una entità dell’animo, un simbolico macrocosmo che unisce i desideri e i respiri della gente.
Il senso della fatica è correlato all’esistenza stessa, nell’immaginario di Chinnici, in quel lavoro manuale e artigianale che vuole onorare, raccontare e immortalare. In Chinnici, come ha giustamente notato Elena Gollini, ogni dettaglio mostra la tradizione figurativa nel mezzo di un interessante percorso, che riproduce e valorizza le caratteristiche e gli aspetti più importanti, con un elaborazione attenta e focalizzata. La visione estetica del tutto appare in una compostezza armoniosa utilizzando un sistema cromatico di consistenza tonale. Le raffigurazioni sembrano seguire un ordine chiaro e lineare, che lo rende semplice nella sua forma strutturale, ma allo stesso tempo infonde un’essenza di intensità profonda. È la voce di un dipinto, che unisce passato e presente che recupera dall’esperienza esistenziale e ricordi personali, un vasto corollario di immagini e figure. La tavolozza dei colori accuratamente selezionata, bruciante e spessa, ricorda il calore vibrante e avvolgente della Sicilia, con la sua energia vitale speciale e unica. Ma perché riscuote tanto successo la pittura di Chinnici? Probabilmente per il suo essere policromatica e pulita, geometrica; una pittura che ci fa capire immediatamente che chi la realizza ha padronanza eccellente della materia. I personaggi di Chinnici sono “pieni”, animati, grazie all’uso sapienze che l’artista siciliana fa del colore, mentre i luoghi, gli scenari in cui sono collocati potrebbero essere per certi versi posti idilliaci dove immergersi, rilassarsi e sognare, empatizzando anche noi come Chinnici, con la natura, contemplando i meravigliosi paesaggi campestri e marini.
Fonte: Comunicato Stampa