È questo uno dei temi più diffusi dell’intera storia dell’arte e ciò si spiega non soltanto per il fatto che rappresenti uno degli aspetti ineludibili dell’esistenza ma perché, inesorabilmente, esso si intreccia con tutti gli ambiti e i valori fondamentali della civiltà. Sin dalla notte dei tempi la morte ha avuto un ruolo centrale nell’immaginario collettivo, configurandosi come pensiero estremo e tappa inevitabile per qualsiasi riflessione incentrata sulla vita e sui suoi significati. Il tema viene qui analizzato attraverso l’arte, prendendo in esame due secoli importanti e densi di cambiamenti nei quali essa è stata grande protagonista: ovvero il Seicento e il Settecento.
Un tema trattato dal punto di vista storico ma che si intreccia per forza di cose con la contemporaneità: come affermato dalla stessa autrice l’idea di questo libro è nata proprio nel periodo covid, durante il lockdown che “di colpo ci ha fatto ricordare in maniera così pressante la caducità della nostra esistenza, facendo emergere chiaramente quanto l’uomo contemporaneo sia impreparato ad accogliere la morte e quanto, anzi, la paura lo conduca al punto di negarla”.
Con un linguaggio chiaro e adatto ad ogni tipo di fruitore, Francesca Callipari procede all’analisi delle singole opere, cercando di scavare nell’interiorità degli artisti e del lettore, facendo sì che sia l’arte stessa con la sua magia a mitigare le nostre paure, invitandoci alla riflessione.
L’autrice
Laureata in Storia dell’arte moderna presso l’Università di Firenze con una tesi in Storia della miniatura medievale, è oggi critico d’arte e curatore mostre e si occupa prevalentemente di artisti emergenti. Ha curato mostre in Italia e all’estero. È membro del Comitato di Selezione Artisti per l’Atlante dell’Arte contemporanea e membro del Comitato Internazionale curatori della Biennale di Firenze.