Ribeiro artist covid

Quando l’arte fa riflettere su noi e il Covid: un video originale per celebrare l’artista internazionale Santiago Ribeiro

L’Arte può essere divulgata in modo originale e divertente soprattutto in questo periodo così complicato. La tecnologia è fondamentale e in tal senso, tre italiani hanno deciso di promuovere l’arte surrealista di Santiago Ribeiro attraverso un video che spinge a guardare in modo diverso quello che sta accadendo riflettendo su tematiche fondamentali quali il significato dell’inconscio e il ruolo delle pulsioni quando ci trova private della propria libertà e delle proprie abitudini.

Cos'è l'inconscio? Cosa ci suggerisce l'arte in questo particolare momento storico?

 

Un video tra arte, poesia e recitazione

L’arte ancora una volta può suggerire qualcosa di estremamente concreto su noi stessi e sul momento storico che stiamo vivendo.

Essa infatti può e deve sconfinare nella psicologia e nelle neuroscienze, parlando direttamente alla mente umana alla coscienza, all’istinto, all’inconscio che a volte non si riesce a tenere a bada mentre ci si confronta con il nemico invisibile dei nostri giorni quale è il Coronavirus? Nello specifico si parla di un video molto originale in cui arte figurativa, poesia, recitazione e musica si fondono per far vita ad una visione di noi stessi: L’attore romano Maurizio Bianucci, premio Crocitti 2019 e interprete di numerosi personaggi in teatro, al cinema (come “Suburra”, “Fuorigioco”, “L’amore a domicilio” e fiction targate RAI, conferisce inquietudine, solennità, tormento e profondità ai versi del poeta siciliano Vincenzo Cali’, vincitore dei prestigiosi Premio Garcia Lorca e del Premio A.S.A.S., che accompagnano le opere dell’artista portoghese Santiago Ribeiro, il surrealista più famoso al mondo che ha fondato il movimento internazionale “New Surrealism Now”.

L’arte è sempre più social

Il titolo della poesia è “Profluvi”, contenuta nel video d’arte, più che azzeccato per esprimere i deliri dell’ego umano che ai tempi del Coronavirus e racconta l’oscurità delle nostre personalità rese ancora più angoscianti dalla voce di Maurizio Bianucci, ben calibrata sia sulla musica che sulle parole della breve ed enigmatica poesia che lascia parlare proprio l’inconscio.

L’attore romano riesce a far uscire dallo schermo le figure di Santiago Ribeiro, le quali, cieche e nude, in quanto libere da qualsiasi autocontrollo e raziocinio, seguono le loro pulsioni, i loro istinti, magari la loro frustrazione per il lockdowne tutte le misure restrittive che devono giustamente rispettare. Alcuni infatti, insofferenti alle regole, trasgrediscono, altri diventano protagonisti di giornate quotidiane grigie dove la parola d’ordine è resistere e districarsi tra zone gialle, bianche, rosse, arancioni.

Il poeta siciliano Vincenzo Calì

 

L’arte social che fa riflettere grazie un video dedicato a Ribeiro

Il punto cruciale della questione che ci vuole mostrare il video è il libero arbitrio, ovvero il fatto che ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni, sebbene ad una prima impressione, ad uno primo sguardo al video, può apparire l’esatto contrario, ossia che il surrealismo di Ribeiro neghi la libertà di scelta, in quanto gli esseri umani non sono altro che “macchine biologiche” che rispondono ad un determinismo ontologico, il quale però, da solo, non riesce a spiegare l’intero funzionamento della realtà fisica. In tal senso l’opera di Santiago Ribeiro non deve considerarsi un manifesto del riduzionismo materialista, semmai un invito ad interrogarci sul complesso rapporto mente-cervello che sono in un reciproco rapporto causale che ci porta alla fatidica domanda: può il nostro cervello essere considerato alla stregua di un hardware?

L’attore romano Maurizio Bianucci
Il video, che attua la cosiddetta eterogenesi dei fini, ovvero, attraverso “la visione di quello che potrebbe essere se”, ci induce ad aspirare ad altro e a renderci sempre più consapevole della contraddizione tra la necessità e il bene e, ritrovando il fondamento vero della dignità e del valore di noi esseri umani, per non essere né ciechi, né nudi e vagare nella perenne incertezza, contiene questo interrogativo, perché anche l‘arte deve incrociarsi con la scienza e parlare dell’essere umano e di come e perché vive determinate situazioni e perché è tanto difficile sopportarle, cercando di guardare ad essere da un’altra ottica.

Pubblicato da

Annalina Grasso

Giornalista e blogger campana, 29 anni. Laurea in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con una galleria d'arte contemporanea.

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