Lo scorso 24 agosto a Roma, in Piazza Indipendenza, la polizia ha eseguito la sentenza di sgombero di uno stabile di proprietà privata, che era stato occupato da anni da centinaia di immigrati, quasi tutti regolari. Come al solito il Paese, sia i suoi rappresentanti ai diversi livelli istituzionali e non, sia l’opinione pubblica, si sono divisi, divisione accentuata dalla modalità di tale sgombero. E’ il caso non solo di partire dai fatti, ma anche di finirci, e solo allora maturare un giudizio.
Read More »‘La fattoria degli animali’ di George Orwell: quando manca il cielo
Il primo capitolo de La fattoria degli animali cita Jones ubriaco che rincasa, gli animali che si riuniscono, si cita quell’immensa voragine aperta dalla parola notte, ma nulla si dice delle stelle, le uniche che possono forare il buio, ferirlo. E’ una notte senza stelle, neppure una cometa annuncia che il vecchio maggiore, il maiale che incita alla rivoluzione, sia il Salvatore. L’oriente non bussa alla porta di questa stalla, perché è la porta del pensiero che muore, dell’azione costretta, della parola che si spegnerà. Si urla alla rivoluzione, alla libertà. Il romanzo di Orwell si apre sulla terra, una terra di padroni e schiavi, di forti e deboli, e così come ci si apre, questa storia ci si chiude. Tutto avviene sulla terra, il primo grande assente, la prima vittima di ogni dittatura e di quella russa nello specifico, è il cielo, il divino, ma anche in generale, la capacità, la libertà di ognuno di proiettare i propri sogni, di innalzarsi nella propria interiorità fino a concepire se stesso non più oggetto di ordini, disordini, soprusi, ma come indipendenza. Come ogni futura dittatura, si parte da catene spezzate, da speranze che irrompono, che rivendicano, che gioiscono, che si illudono.
Read More »Galline che copiano, ovvero Augias e Galimberti alle prese con le uova al Fipronil
Augias: Secondo te i nostri libri cosa sono? Galimberti: Sono uova. Augias: Come? Galimberti: Prendi due uova, una sana, una con il Fipronil. Mischiale senza guardare. Augias: Fatto. Galimberti: Dimmi, quale ha il Fipronil? Augias: Non lo so. Galimberti: Esatto! Augias: Non si vede la differenza.
Read More »Sherlock Holmes, John Watson e i disastri di Roma
Tassista: Entri dottò, welcome dotto’, salga. Sherlock: What the meaning of dotto’? Tassista: Dottò, mister, come dite voi, ve possino! Sherlock: Non voglio entrare, voglio sapere come arrivare a Roma da Ciampino con i mezzi pubblici. In un istante si fece silenzio per tutto il piazzale dell’aeroporto e poi un’immessa, uniformemente diffusa risata…
Read More »Pennac e Maupassant discutono della crisi idrica a Roma con Virginia Raggi
Bar del campidoglio. Pennac: Vede dottor Maupassant,... ma intanto ordini, cosa prende? Maupassant: Un bicchiere d’acqua grazie Il cameriere ne porta uno più un altro riempito quasi a metà. Maupassant: Ne avevo chiesto uno solo! Infatti, l’altro lo devo sprecare, guardi lo rovescio subito Maupassant: Ma che fa?!
Read More »Maigret, la serie tv: l’idea di una giustizia compassionevole
Mr. Bean torna sotto forma del commissario Maigret. Torna perché c’è la stessa malinconia di fondo di Rowan Atkinson. Questo nuovo Maigret interpretato da Atkinson pone lo spettatore, assettato di velocità seriale, plasmato da episodi prodotti con il fordismo industriale, in una nuova dimensione della giustizia: quella della compassione.
Read More »Enzo Biagi intervista Fantozzi, che ormai lo ha raggiunto, sul libro ‘Avanti’ di Renzi
Biagi: Fantozzi si segghi la prego. Fantozzi: Chi? Ioooo? Biagi: Sì lei Fantocci, venghi, non temi nulla, avanti. Fantozzi: Allora mi sedio, segghio, siedo. Biagi: Bene, allora, io sono Enzo Biagi. Fantozzi: Megacapo direttore di qualcosa? Biagi: Di nulla, volevo commentare con lei questo nuovo scrittore, Renzi, pubblicherà Avanti. Fantozzi si alza. Biagi: Ma che fa, Fantocci? Si segghi, la prego.
Read More »Italo Svevo ‘analizza’ il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli dopo che è stata colpita in Parlamento
Svevo: Allora, come si sente? Fedeli: Mi sembra di vedere cose non vere? Svevo: Tipo la laurea? Fedeli: Come scusi? Svevo: Sa, è tipico, lei ha preso un pugno in faccia. Fedeli: No, ma la laurea me la sono inventata prima del pungo, non c’entra nulla. Svevo: Ah ok, quindi era consapevole di inventarsela? Fedeli: Sì, sì, certo!
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