“E adesso dormi”: il nuovo romanzo di Valeria Ancione

E adesso dormi, pubblicato dalla casa editrice Arkadia,  è il nuovo romanzo di Valeria Ancione, che  torna in libreria dopo il successo de Il resto di Sara.

Siciliana, è nata nel 1966 a Palermo, ma è cresciuta a Messina e dal 1989 vive a Roma. Giornalista professionista, lavora al “Corriere dello Sport” dal 1991. Ama raccontare le donne. Si è occupata di calcio femminile, sostenendo sulle pagine del suo giornale la battaglia contro pregiudizi, stereotipi e discriminazione di genere. Del calcio in generale l’attrae la potenza di aggregazione e condivisione, meno le partite. Non è tifosa, ma simpatizza. È convinta che lo sport possa salvare la vita. Giocava a basket, nonostante l’altezza, è sempre a dieta, non ha mai tinto i capelli, legge sempre e ascolta audiolibri, ama il mare in modo viscerale e la Sicilia in modo possessivo, si commuove sullo Stretto, è orgogliosa di essere cittadina di Roma, ha tre figli nel secondo tempo dell’adolescenza che, se non si allunga un altro po’, forse sta finendo.

Nel 2015 ha esordito in narrativa con La dittatura dell’inverno per Mondadori. Nel 2019 con Mondadori Ragazzi ha pubblicato Volevo essere Maradona (biografia romanzata dell’ex calciatrice Patrizia Panico), aggiudicatasi il terzo posto al Premio Bancarellino e di cui la Lux Vide ha acquistato i diritti per produrre una serie tv. Nel 2022 è uscito per Arkadia Il resto di Sara, del quale esiste anche la versione audiolibro de Il Narratore.

E adesso dormi: Sinossi

Copertina del libro

E adessso dormi esce nel 2023 per la collana Eclypse.

Ci sono giorni in cui Gina è stanca, così stanca che le viene da
piangere, e si fa molta più pena di quando Raffaele la picchiava. Ed

è in questi giorni che Jonathan urla e si dimena di più: «Adesso dor-
mi», lo implora ma lui non capisce.

La mano è appesa al campanello e Gina non si decide a premerlo.

La fronte appiattita sullo spioncino si fa carico di tutto il peso del cor-
po affaticato dai tre piani di scale, dalla giornata, dai cattivi presagi.

D’improvviso la porta si spalanca e la sorprende, sta per rovinare a
terra ma Lola, d’istinto e forza, la afferra salvandola da caduta certa.
«Gina, che combini!», esclama.
«Io che combino? Tu piuttosto, perché apri la porta se non ho
suonato?»

«Benedetta da Gesù Bambino! Dai entra, sbrigati, dobbiamo par-
lare.»

«Di cosa?»
«Della polizia! L’ho vista aggirarsi qua attorno.»

Un romanzo al femminile, intenso e agganciato alla cruda realtà odierna, in cui la protagonista si trova a dover combattere una personale lotta per la sopravvivenza. Geena Castillo è fuggita dagli Stati Uniti per allontanarsi da un padre violento e una madre
succube. Arriva a Roma inseguendo il suo sogno d’amore che si trasformerà in incubo e un’autentica prigione: il marito Raffaele infatti si rivelerà peggiore del padre. Nemmeno la presenza del figlio disabile risolve una situazione in cui la brutalità resta il pane quotidiano. L’unica cosa da fare è separarsi. Anzi di più: ucciderlo. Raffaele scompare e la vita di Geena, che in Italia è diventata Gina Drago, sembra prendere una piega diversa. Invece, tutto precipita quando un giorno la polizia bussa alla porta di casa della donna, per condurla con sé: c’è da identificare un cadavere appena ritrovato, che si sospetta essere quello del marito.

Saranno la vicinanza di altre due donne, la presenza del piccolo Jonathan, la cui grave disabilità è la cosa più normale nella vita di Geena e un incontro casuale con un uomo affascinante a cambiare la prospettiva e riaccendere la speranza di ritagliarsi un pezzo di felicità nel mondo.

“Un romanzo che mi ha aperto il cuore fin dalle prime righe…” ha dichiarato l’editore é “il romanzo nel cassetto” dell’autrice, come ella stessa ha spiegato. “Scritto dopo l’esordio del 2015 (La dittatura dell’inverno, ovvero Nina), di tanto in tanto ci tornavo aggiustando qualcosa, cercando la sua giusta evoluzione.

Nello sfondo dominano l’amicizia e il coraggio delle donne, che sono capaci di scelte estreme quando arrivano al basta, al limite. Temi importanti più che pesanti, che fanno parte della nostra realtà, che non sono però sinonimi di tristezza, è come si raccontano che fa la differenza. E tutto questo tempo trascorso mi è servito per capire se avevo raccontato nel modo giusto e se la storia fosse pronta per tutti e non fosse più solo la ‘mia’ storia”.

Valeria Ancione, del resto, ama raccontare le donne e questo lo avevamo capito già dalle sue opere precedenti, Attraverso le pagine di questo nuovo libro lo fa dando vita a un romanzo sull’amicizia, condito da un piccolo mistero.

 

http://www.arkadiaeditore.it/e-adesso-dormi/

 

‘Al Presente, tutto’: Luca Giuman torna in libreria con il suo terzo libro

Al Presente, tutto, edito dalla casa editrice Il Ciliegio, è il terzo libro di Luca Giuman.

Nato a Veneria, classe 1982, Giuman, ha studiato a Padova, Madrid e Parigi. Ha lavorato come esperto di sviluppo internazionale e diritti umani con le Nazioni Unite in Palestina, Nepal, Haiti e in vari paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Ha vissuto a lungo in Honduras e in Colombia, dove risiede attualmente con la moglie e i due figli. Come consulente ha contribuito a programmi per i diritti delle donne in Messico, Guatemala ed Equador, e ha collaborato come reporter per la Revista Semana in Bolivia e Venezuela. Ha all’attivo due romanzi: Ho imparato a uccidere a vent’anni (Città del sole, 2011) e Giù dal cielo la mia anima (La Vita Felice, 2015).

Al Presente, tutto: Sinossi

Copertina del Libro

Al Presente, tutto esce per la collana Narrativa lo scorso 17 novembre.

Esperto di sviluppo internazionale e diritti umani con le Nazioni Unite in Palestina, Haiti e in vari paesi dell’America Latina e dei Caraibi, Giuman ci porta in Honduras, nel giugno del 2009, quando il Presidente viene arrestato e detenuto dai militari per essere poi deportato in Costa Rica.

Alzò gli occhi verso i monti; il vento aveva spinto a nord le nuvole che all’alba gli avevano fatto temere la pioggia. Il bosco non aveva ancora perduto la vividezza del primo mattino e così i fiori della jacaranda e dell’ibisco, saturi di colore, parevano di velluto. La rugiada bagnava gli stivali e i pantaloni da lavoro, le foglie vibravano argentee e le chiome frusciavano sfiorandosi. Vide come due colibrì di verde cromato, d’un tratto, sospendevano il loro volo veloce per infilare la lingua nei fiori delle campanelle, e c’erano passeri nel cuajiniquil e una coppia di tacchini silvestri volava da un pino all’altro emettendo richiami gutturali, in un gran frullar d’ali. Verso valle galleggiavano chiazze di foschia, mentre a oriente, il sole, liberatosi dalla caligine, irradiava la collina con una lucentezza che annunciava una giornata torrida. Eraun’ora ancora fresca e gentile, e il lavoro nella pineta permetteva a Davide di acquietare le sue preoccupazioni.

Davide, un italiano funzionario delle Nazioni Unite lì presente durante il colpo di Stato, è diviso tra l’amore per Gabriela, e l’infatuazione per Esther, una giornalista che da mesi sta raccogliendo materiale riguardante la crisi politica. Davide si ritrova così in mezzo alla rivolta e sarà costretto ad affrontare la ricerca disperata di Jesus, fratello di Esther e capo del movimento studentesco, arrestato e desaparecido insieme ad altri manifestanti.

Quando scrivo un romanzo è per dare una riposta a una domanda che diventa ossessiva, a una domanda che voglio investigare, e per la quale cerco risposte molteplici – ha dichiarato l’autore. È questo che permette un romanzo: avere a disposizione una pluralità di personaggi che propongono risposte diverse a una questione che mi interroga.

Nel primo romanzo, la domanda sorta dai miei anni di lavoro in Colombia era: cosa origina la violenza e perché viene ereditata da una generazione all’altra?

In Al Presente, Tutto, il romanzo risponde a una domanda politica: quando è giusto ribellarsi? Quando è giusto prendere partito? Queste domande sono relazionate con scelte morali, e la necessità di superare i propri timori, per divenire un soggetto politico, un agente. Vivere questo evento tragico nel 2009 è stato un privilegio e un’opportunità che mi ha fatto aprire gli occhi sul modo in cui la storia viene definita e narrata”.

Giuman non narra la grande storia, ma presenta dei brevi ritratti di persone comuni, la cui vita viene sconvolta dal golpe in Honduras. Attraverso queste pagine lo scrittore vuole fare un tributo al coraggio di chi si è opposto al colpo di stato. Vuole raccontare la gioventù che ha superato i propri timori e che ha lottato per il ristabilimento dell’ordine democratico. Vuole descrivere un evento significativo, avvenuto in un piccolo paese, ma che rispecchia bene una dinamica universale: come reagiscono le persone individuali davanti ai grandi eventi politici.

 

https://www.edizioniilciliegio.com/scheda-libro/luca-giuman/al-presente-tutto-9788867719365-727166.html

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https://luca-giuman.blogspot.com/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

‘Nulla d’importante tranne i sogni’: il nuovo libro di Rosalia Messina

Rosalia Messina torna in libreria con il romanzo Nulla d’importante tranne i sogni (Arkadia Editore, Collana “Eclypse”) in uscita il 15 settembre scorso dopo cinque anni di stesura.

Nata a Palermo nel 1955, giudice in pensione, Rosalia Messina, è autrice della raccolta di racconti Prima dell’alba e subito dopo, (PerroneLab 2010), dei romanzi Più avanti di qualche passo (Città del Sole Edizioni, 2013), Marmellata d’arance (Edizioni Arianna, 2013), finalista al concorso “Una storia per il cinema 2022”, Gli anni d’argento (Algra, 2015) e del libro per bambini Favole a colori (Algra, 2015). Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Morivamo di freddo (Durango 2016); la versione teatrale del romanzo Marmellata d’arance, realizzata insieme alla sorella Anna, ha vinto il premio “L’Artigogolo 2017”, sezione “Drammaturghi esordienti” ed è stato pubblicato nella primavera del 2018, in forma monografica, dalla casa editrice Chipiuneart.

Sempre nel 2018, in digitale, ha pubblicato La vera storia del gatto con gli stivali (Oakmond Publishing), rielaborazione della famosa fiaba classica, il testo teatrale Orfeo – Andata e ritorno dal mondo delle ombre (Il Convivio), che ha ricevuto una segnalazione di merito al premio “Antonio Borgese” − sezione teatro – del 2018 e una al Premio “Teatro Aurelio” 2018, oltre che il premio “San Domenichino”, sezione teatro, nel 2019. Nel 2019, inoltre, l’autrice ha pubblicato la silloge poetica Cronache del disamore, (ed. Nulla Die); il breve testo teatrale inedito La madre di Donato (un monologo) ha ricevuto una segnalazione al premio Teatro Aurelio 2020. Ha pubblicato nel 2020 il romanzo La stagione dell’angelo (Chipiuneart), finalista al concorso “Una storia per il cinema 2023”. Collabora con Letteratitudine, Sololibri e 84 Charing Cross.

Lettrice appassionata, ha pubblicato racconti, romanzi, fiabe, testi teatrali e poesie, ottenendo consensi e riconoscimenti tra i lettori e le giurie di premi letterari. Con questo nuovo romanzo l’autrice racconta il difficile rapporto tra due sorelle e la passione totalizzante della protagonista per la scrittura.

Nulla d’importante tranne i sogni: sinossi

Rosamaria Mortillaro, che i familiari e gli amici intimi chiamavano Ro,                                muoveva i suoi passi leggeri da un ambient all’altro della casa vicino ad Acireale in cui sperava di potersi trasferire prima che il caldo estivo iniziasse a mordere. Ignazio Larocca, l’architetto che seguiva i lavori di ristrutturazione, suo amico di vecchia data, la rassicurava, ogni volta che si sentivano al telefono: mancava oramai poco; era solo questione di rifiniture o comunque di piccoli interventi; che stesse tranquilla e vivesse con gioia questa fase, così interessante, in cui la casa le stava nascendo sotto gli occhi

 

Rosamaria Mortillaro, detta Ro, nota scrittrice siciliana, ha infatti un rapporto altalenante e complicato con la sorella Annapaola, detta Nana, dalla quale cerca di farsi perdonare tutto ciò che ha avuto in più dalla sorte. Nana ogni tanto crea le condizioni per un allontanamento e rende difficili le riconciliazioni. Il filo usurato e più volte riannodato finisce per spezzarsi in modo irreparabile a causa di un banale contrasto innescato da Nana, a seguito del quale Ro decide, con dolorosa lucidità, di volersi sottrarre al gioco delle tregue e dei conflitti. Sarà un evento scatenante a dare il via a un percorso singolare e grottesco alla fine del quale emergerà l’autentica natura di Rosamaria.

“La personalità della protagonista, Ro, è complessa, ricca di sfaccettature difficili da cogliere se non la si guarda con occhi affettuosi, cioè come l’ho guardata io, man mano che il suo personaggio prendeva corpo e sostanza nelle pagine che andavo scrivendo, e come la guardano gli amici di vecchia data, il nipote Fosco e, soprattutto, la cara amica Anita – ha spiegato la scrittrice. Ro vorrebbe essere all’altezza di un ideale di donna giusta e generosa, vorrebbe essere perdonata ‒ e soprattutto perdonarsi ‒ per essere così tanto più dotata della sorella, Nana, che a sua volta prova per Ro un’invidia che ogni tanto la porta a inscenare un conflitto e ad allontanarsi, lasciando poi a Ro il compito di ricucire lo strappo. È un gioco delle parti che dura, come tutti i meccanismi di questo tipo, fino a quando uno dei partecipanti perde la pazienza e si sottrae al ruolo assegnato (o peggio, autoassegnato), facendo saltare gli equilibri. Un aspetto che ho curato moltoha aggiunto l’autriceè l’ambientazione siciliana. La sicilitudine, come mi piace chiamarla, con i profumi, i colori, i sapori, la parlata, il paesaggio, ha un largo spazio in tutte le pagine del romanzo”.

Rosalia Messina ha iniziato a scrivere Nulla d’importante tranne i sogni, al quale tiene molto, nel 2018. Rispetto alla primissima stesura ci sono stati numerosi cambiamenti: parti ampliate, parti soppresse, capitoli aggiunti, diversi editing e pubblicazione di altre opere, ma senza per questo mai dimenticare nel frattempo Ro, Nana e gli altri personaggi.

 

http://www.arkadiaeditore.it/nulla-dimportante-tranne-i-sogni-2/

‘L’ora del Mondo’: poesia ed economia protagoniste nel nuovo libro di Marco Amore

L’Ora del Mondo, edito da Samuele Editore, è il nuovo libro di Marco Amore. Classe 1991, beneventano, Amore, è uno scrittore attivo nel mondo dell’arte contemporanea, sia in Italia che all’estero. Dal 2013 svolge il ruolo di curatore indipendente per istituzioni pubbliche e private, spaziando dalle arti visive al design, dall’architettura alla graphic novel. Seguono pubblicazioni di testi critici in cataloghi di mostre e monografie d’artista, in cui il suo contributo affianca quello di personalità come il director of Exhibitions dei Fine Art Museums di San Francisco, Krista Brugnara.

Nel 2019 esce Farràgine (Samuele Editore, Collana Scilla, prefazione di Giovanna Frene), finalista alla XXXI edizione del Premio Camaiore Proposta – opera Prima. Il libro è stato tradotto in spagnolo ed è in corso di traduzione per una prossima pubblicazione in lingua inglese. Lo stesso anno si affaccia al settore della finanza agevolata, sfida che lo vede tuttora impegnato come progettista presso una società di consulenza integrata per le imprese.

L’ora del Mondo: sinossi

L’ora del Mondo- Copertina libro

L’ora del Mondo, esce per la collana Scilla lo scorso 11 settembre

Quando diciamo poesia, economia non è la prima parola
che ci viene in mente. Non accostiamo i poeti a profitto,
dichiarazione dei redditi, minibond, ISEE. Forse per un
istinto naturale di protezione, li vogliamo tenere lontani
dalla ‘scienza triste’, per non intristirli. Poi leggiamo
questo libro e ci accorgiamo che ci siamo sbagliati, che
abbiamo fatto male a considerare la vita economica come
aliena alla poesia. Abbiamo sbagliato perché non avevamo
capito che l’economia non era altro che la vita, e quindi
degna di poesia come lo è tutta la vita.
l’economia si è allontanata dal territorio dell’umano
buono. l’oikos per diventare nomos ha perso il kalos. lo
abbiamo perso anche perché i poeti non hanno visto
l’economia, non ce l’hanno raccontata. l’hanno guardata
come faccenda aliena alla poesia. E senza i poeti si è
abbruttita, è entrata in zone per soli addetti ai lavori, è
uscita dal campo visivo degli artisti e lì ha perso contatto
con le dimensioni fondamentali dell’esistenza. Perché
finché un poeta vede, guarda, canta qualcosa – l’amore, il
dolore, una figlia – la sta riscattando dal suo destino
mortale. la eterizza con i suoi occhi maieutici, e dice a
quel brano di realtà: “lazzaro: vieni fuori”. Il primo
nemico di tanatos è il logos, in particolare il logos poetico,
che ha la capacità di risorgere la vita.

È proprio questo che, invece, in evidente controtendenza, Marco Amore desidera fare con coraggio e approfondita ricerca attraverso le pagine di L’Ora del Mondo.

“Il messaggio di fondo riguarda le persone: il perché delle loro scelte in contrapposizione al grigio formalismo delle teorie economico-finanziarie. Desideravo mostrare le emozioni, la tristezza e il senso di alienazione quotidiano.” – ha dichiarato il poeta beneventano.

Marco Amore aveva già fatto ampiamente parlare di sé con l’uscita di Farràgine avvenuta nel 2019 (Samuele Editore, Collana Scilla, prefazione di Giovanna Frene), finalista alla XXXI edizione del Premio Camaiore Proposta – opera Prima, tradotta in spagnolo e attualmente in corso di traduzione per una prossima pubblicazione in lingua inglese. Proprio a quel periodo risale il suo avvicinamento al settore della finanza agevolata, sfida che lo vede tuttora impegnato come progettista presso una società di consulenza integrata per le imprese e, come scrittore, nell’intento di restituire una ‘nuova umanità’ all’economia che, progressivamente, è diventata sola techné.

Le poesie di Marco Amore sono anche un canto per quel brano di vita che si chiama economia. Ed è un canto d’amore (‘nomen omen’) anche quando ne denuncia la tristezza e la monotonia, perché l’amore del poeta sta nei suoi occhi: ama le persone e le cose nel guardarle, nel vederle: ‘e guardatolo, lo amò’. Manzoni non ama la monaca di Monza perché dona un lieto fine alla sua triste storia, la ama perché, semplicemente, la vede, così la risorge. Hugo non ama Fantine perché le crea una storia di redenzione: no, la ama perché la vede dentro la sua sventura senza redenzione – la sua redenzione è lo sguardo del poeta- scrive Luigino Bruni nella prefazione del libro.

L’ora del mondo- Marco Amore

 

‘Nelle loro mani’, Il libro giallo di Hilda Lawrence tradotto dalla casa editrice Le Assassine 

La casa editrice Le Assassine torna in libreria con un avvincente romanzo. Il loro ultimo gioiello, per la collana Vintage, è Nelle loro mani di Hilda Lawrence. Hilda Lawrence è una scrittrice americana nata nel 1906 e morta nel 1976. Con il tempo, scopre un forte interesse per la lettura per ciechi, e la segue: così, dopo gli studi, approfondisce questa passione, per poi entrare nella redazione di Macmillan Publishers e, in seguito, di altre case editrici. Molto interessante è il fatto che scrive anche sceneggiature per la radio. Non è un’autrice prolifica e, oltre a Composition for Four Hands, che pubblichiamo con il titolo Nelle loro mani, scrive altri tre romanzi, avvicinandosi, sempre con un pizzico di humor, al noir di Dashiell Hammett e al Whodunit, tipico di Agatha Christie.

Dalla sua nascita la casa editrice pubblica gialli di scrittrici straniere, contemporanee e non. Questa volta il libro riscoperto è stato proprio Who has done it, in Italia tradotto con il titolo Nelle loro mani.

Lo strabiliante giallo, in distribuzione da settembre 2023, tradotto da Maria Grassini, racconta la storia di Nora Manson. Completamente paralizzata e incapace di parlare per lo shock dovuto all’apparente suicidio del figlio, Manson gode delle migliori cure possibili grazie alla sua ricchezza. È circondata da infermiere che l’accudiscono a tempo pieno, da medici, marito, parenti e amici premurosi. Ma lei vive in uno stato di paura mortale, perché sospetta che il figlio, un aspirante scrittore, non si sia tolto la vita, e percepisce di essere sulla lista del killer, solo che non sa quando questi colpirà, e che se desse il minimo segno di vitalità non farebbe che avvicinare la sua fine. E allora come fare per comunicare con qualcuno che le dia fiducia e uscire dalla trappola mortale che la tiene prigioniera?

L’intricata narrazione si apre con la presentazione del personaggio di Nora, un anziana signora facoltosa. Nora è prigioniera del suo corpo, non mangia, né beve, né si può muovere in totale autonomia, e soprattutto non può parlare. A prendersi cura di lei la sua infermiera Milly, il marito Ralph, il suo medico personale, Babcock, la governante Emma, la cuoca Hattie, il massaggiatore Breitman e alcuni amici di famiglia. E’ proprio dalle riflessioni che Nora fa tra sé e sé, che pagina dopo pagina, il lettore non solo conosce il personaggio di Robbie ma riesce a ricostruire l’accaduto e a scoprire il triste destino a cui è andato incontro. Da quel maledetto giorno, in cui era stato rinvenuto il cadavere dell’amatissimo figlio Robbie, tutti avevano preferito che Nora vivesse in un misericordioso torpore, per preservarla da un ulteriore trauma. Nora trascorre le sue giornate immobile nel letto, isolata. L’unico contatto con il mondo esterno gli è offerto dalla finestra della camera che da sul giardinetto della casa.

Alla immobilità fisica e all’assordante silenzio in cui è costretta a vivere la protagonista, si contrappone un turbinio di pensieri rumorosi che non smettono di affollare la sua mente dall’inizio alla fine del libro.

Nora custodisce un grande segreto e costante è la paura di essere la prossima vittima. Ma purtroppo la donna non è in grado di comunicarlo a voce. Quando pensa che la sua fine sia ormai vicina capisce di avere una valida alleata in Milly, l’unica che sembra riuscire a capirla.

Quello che emerge già dalle prime pagine è che si ha a che fare con un intrigante giallo. Hilda Lawrence, attraverso la sua proverbiale penna delicata e profonda, confeziona una storia enigmatica e piena di suspence, che inesorabilmente attrae chi legge. Il lettore, sulla scia della costante domanda del “Chi è stato?”, divora famelicamente ogni pagina, per arrivare a scoprire l’assassino.

Ogni personaggio ha un ruolo specifico, ogni parola e descrizione sono pensate, ogni minimo particolare curato minuziosamente, con lo specifico intento di restituire al pubblico un romanzo appassionante e anticonvenzionale. Non ci sono all’interno del libro scene truculente, eppure in più passaggi il lettore rabbrividisce per la paura e l’atmosfera sinistra che l’autrice è riuscita a ricreare. Ne sa qualcosa il maestro del brivido, Alfred Hitchcock, che si è lasciato ispirare da questo libro per il suo The Long Silence.

Nelle loro mani è un romanzo coinvolgente dal finale inaspettato: tanti gli intrighi e le paure che serpeggiano, ma alla fine il grande mistero che aleggia su casa Manson sarà svelato.

“La casa dei nuovi inizi”: il nuovo libro di Manuela Chiarottino

La casa dei nuovi inizi, edito da More Stories è la nuova uscita editoriale per la scrittrice Manuela Chiarottino,

Manuela Chiarottino è nata e vive in provincia di Torino. Vincitrice del concorso Verbania for Women 2019 e del Premio nazionale di letteratura per l’infanzia Fondazione Marazza 2019, nella scrittura ama il genere rosa, declinato in diverse sfumature.

Tra le sue pubblicazioni si annoverano: La casa dei nuovi inizi (More Stories, 2023), Un patto con il Marchese (Dri Editore, 2022), La libreria delle storie rimaste (More Stories,2022), The Ghostwriter (Dri Editore, 2021), La stessa rabbia negli occhi (Barkov Edizioni, 2021), Matrimonio a scadenza (Dri Editore, 2020), La nostra isola (Triskell Edizioni, 2020), Tesoro dell’Irlanda (More Stories, 2020), Fiori di loto (Buendia Books, 2020), La bambina che annusava i libri (More Stories, 2019), Incompatibili (Le Mezzelane, 2019), La custode della seta (Buendia Books, 2019), Tutti i colori di Byron (Buendia Books, 2018), Il gioco dei desideri (Amarganta, 2018), Maga per caso (Le Mezzelane, 2018), Un amore a cinque stelle (Triskell, 2016), Cuori al galoppo (Rizzoli 2016), Due passi avanti un passo indietro (Amarganta, 2016), Il mio perfetto vestito portafortuna (La Corte, 2016), Ancora prima di incontrarti (Rizzoli, 2015) e molti altri.

La casa dei nuovi inizi: sinossi

 

Alisya diede ancora un’occhiata veloce alla fotografia
impressa sul foglio di giornale ormai del tutto
consumato ai lati. Del viso di quell’uomo sapeva a memoria
ogni più piccolo dettaglio; se fosse stata una pittrice, avrebbe
potuto riprodurlo senza alcuna difficoltà, ma a lei bastava
abbassare le palpebre per rivederlo. Ne conosceva due
espressioni: nella prima un sorriso gli alzava gli angoli della
bocca creando due fossette ai lati e lasciando intravedere
una certa maliziosa spavalderia, nella seconda lo sguardo
era vitreo, fisso, come intrappolato da qualcosa che nessun
altro poteva scorgere e il viso era scavato, stanco. Rispetto
alla prima immagine, avrebbe potuto quasi trattarsi di
un’altra persona.
Depose tutto nella scatola di latta che custodiva dentro
IL CASSETTO DEL COMODINO E PIGRAMENTEINÚLÊI PIEDI NELLE
CIABATTE PER ARRIVARE ÚNO ALLA DOCCIA )NSAPONÊ I CAPELLI

lasciando che le lacrime si mischiassero alla schiuma che
SCIVOLAVALUNGOLEGUANCEEPERCORREVAILSUOCORPOÚNOAL
PAVIMENTO0OCOAPOCOILVAPORESIDEPOSITÊSULLEPARETIDI
vetro della cabina, creando una barriera di nebbia tra lei e
il resto del mondo.

Alisya vive in un piccolo monolocale con una sola finestra da cui si vede il faro. La sua vita trascorre tra il lavoro alla casa di riposo, la serra di Arthur, la lettura di libri con Susan e le chiacchiere con Elizabeth. Tutto in lei è smorzato, contenuto, anche la sua bellezza, perché Alisya pensa di non meritarsi nulla, nonostante tutti sembrino volerle bene. Un giorno passeggiando sulla spiaggia vede una luce nella casa dai muri gialli e l’ombra di un uomo. Da quel momento tutto cambia, perché è lui e solo lui che può rivoluzionare la sua vita. Brandon è un ex giocatore di rugby, dopo un incidente ha dovuto lasciare lo sport tanto amato e questo lo ha portato a bere. Sono spezzati e restii a un sentimento, ma piano piano qualcosa sboccerà tra loro. Solo che entrambi hanno un segreto da conservare e la verità verrà fuori nel modo peggiore.

“Con questo romanzo ho scelto di descrivere due personaggi spezzati, feriti dal destino o solo dalle loro scelte – ha spiegato l’autrice. Non cercano l’amore, forse solo una punizione, forse la redenzione, forse solo una speranza. Ma qualcosa succede tra loro, proprio là, nella casa dai muri gialli che si trova sulla spiaggia, mentre le onde del mare ruggiscono violente. Un amore intenso che sembra non avere futuro, perché c’è un segreto chiuso a doppia mandata che potrebbe dividerli, perché anche l’amore a volte non può guarire ferite così profonde. Intorno a loro come sempre personaggi a volte bizzarri, a volte commoventi, ognuno con la propria storia, tanti piccoli mondi che si sfiorano e che spero lasceranno anch’essi qualcosa nei cuori di chi leggerà”.

Una storia intensa, che vuole scuotere le corde più sensibili dell’anima e che pone delle domande alle quali non potranno fare a meno di cercare le risposte, dentro di loro, i lettori e le lettrici.

 

“Anima e Carbonio”: Arturo Caissut torna il libreria con una raccolta di racconti

Anima e Carbonio, pubblicata dalla casa editrice L’Orto della Cultura è la raccolta di racconti di Arturo Caissut.

Lo scrittore, nato a Monfalcone (GO) il 25 dicembre 1984, è un Ingegnere Biomedico e imprenditore. È titolare di una società di consulenza aziendale.

Ha all’attivo diversi premi letterari per racconti brevi e poesie, tra cui nel 2021 il primo premio al concorso 88.88 dell’associazione culturale, nel 2022 al concorso letterario Scienza Fantastica e al premio letterario Arthè, nel 2023 al premio letterario Beyond Borders.

Ha pubblicato racconti brevi sulla rivista Crack! (Il Grande Freddo), su quella edita dall’Agenzia Letteraria Pastrengo (La ragazza del primo banco) e sulla rivista Blam (25 dicembre 1992), oltre che in diverse antologie derivanti da premi letterari. Ha autopubblicato nel 2021 il racconto lungo Perdere il filo.

Anima e Carbonio: Sinossi

Nel 2023 ritorna in libreria con Anima e Carbonio per la Collana Adulti.

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Alberto aprì gli occhi e la scritta scomparve. Li richiuse.

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Prepare for Reboot

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Di nuovo la dannata scritta: quattro righe incomprensibili, incise a caratteri bianchi sullo sfondo nero dipinto dalle sue palpebre chiuse. Era questo che si provava a essere pazzi? Vedere o sentire cose che non esistono: che cos’era la pazzia se non una patina di irrealtà troppo spessa per essere perforata dalla Ragione? Alberto aveva passato una vita a ridere di gente che credeva di essere Napoleone, a giudicare dall’alto in basso complottisti, paranoici, squilibrati assortiti. Ora che si trovava dall’altra parte della barricata però non aveva voglia di scherzare: ora che il pazzo era lui la cosa gli sembrava serissima. Chi, se non un pazzo, chiudendo gli occhi avrebbe immaginato una scritta del genere? Attorno la vita sembrava procedere noncurante: il gelo invernale non si era fatto vivo quell’anno, si vedeva al massimo qualche chiazza di brina sull’erba al mattino e quasi non pareva di essere in febbraio.

Con dieci storie visionarie e sapientemente costruite, l’autore friulano ci guida nella dimensione più affascinante della fantascienza, quella che oltre a ipotizzare il domani offre l’opportunità della riflessione per l’implicita correlazione con l’oggi.

“Questa raccolta è il risultato di diversi anni passati a inventare storie per passione, senza mai pensare alla pubblicazione ma dedicandomi alla scrittura fine a se stessa – ha spiegato Caissut –. Quella del racconto breve è la forma che mi è più congeniale, e anche se ho un paio di bozze di romanzi nel cassetto è proprio concentrandomi sui racconti che ho cominciato pian piano ad affinare le mie capacità e a ottenere qualche soddisfazione letteraria. Quando è arrivata da L’Orto della Cultura la proposta di pubblicare una monografia ho scelto come filo conduttore quello dell’Umanità e del suo rapporto con la tecnologia, un tema di cui mi occupo da diversi anni anche in ambito lavorativo. Alcuni dei racconti presenti sono stati scritti molti anni fa, per poi essere rivisti, aggiornati, riscritti da zero, fino ad assumere la forma che hanno oggi; altri sono stati invece scritti espressamente per Anima e Carbonio. Non credo nella suddivisione netta in generi letterari, dunque non ho mai deciso consapevolmente di occuparmi di fantascienza: ho semplicemente scritto dei racconti la cui ambientazione più ovvia era quella di un futuro più o meno probabile e più o meno remoto. Diversi miei racconti nascono da un’attività che in quanto Ingegnere è per me naturale: interrogarmi sul ruolo della scienza e della tecnologia e sul loro possibile impatto sul nostro futuro. È però l’Uomo a interessarmi e a essere realmente al centro di queste storie: androidi, stazioni spaziali e cataclismi vari servono soltanto come cartina tornasole, sono una scusa per parlare di quello che ci rende umani e di quanto sia importante tenercelo stretto”.

Protagonista indiscusso è infatti l’Uomo – forma di vita a base carbonio caratterizzata da ciò che alcuni chiamano “anima”, da cui il titolo della raccolta – calato in altrettanti contesti di alienazione futuristica: storie che analizzano il rapporto tra le persone, la Terra e il resto dell’Universo, tra scenari distopici e disumanizzanti, intelligenze artificiali autosufficienti, annunciate apocalissi che costringono i protagonisti e il lettore a porsi interrogativi sull’essenza delle persone e delle cose.

Dieci racconti che prendono corpo nel futuro, ipotizzando l’imponderabile domani e la sottintesa responsabilità di chi lo determina. Prospettive senza approdo di quiete interiore, ma dal comune algoritmo di possibile redenzione: quello non ancora codificato dell’essere umano.

https://www.ortodellacultura.it/negozio/anima-e-carbonio/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

‘Decimo Dan’, la silloge poetica esoterica di Marco Plebani

Decimo Dan, edito da Edizione la Gru è la silloge di Marco Plebani. Classe 1978, Plebani è un insegnante di Lettere presso la scuola media “E. Fermi” di Macerata. Ha vissuto la sua vita tra Montefano (MC), Macerata e Corridonia, dove attualmente vive con la compagna e con il figlio. La raccolta Un giorno qualunque (Ed OTMA, Milano 2011) è la sua opera prima, con la quale si è classificato secondo al premio A.U.P.I. (Albo ufficiale Poeti Italiani). Sono un rockettaro sfegatato, amo ballare fino allo sfinimento e “canto” (ovvero strillo) in un complesso chiamato “Tetrics”.

 

<<Adoro fare fotografie e strimpellare la mia chitarra>> dice di se stesso Plebani, nella sua biografia. Si diletta nella poesia dal 1999. Decimo Dan, raccoglie liriche composte in un arco temporale di oltre due decenni, proprio dal 1999 al 2021. Il libro si apre con la prefazione a cura di Pier Marino Simonetti e si chiude con la postfazione di Ricardo Pérez Márquez.

Il titolo dell’opera è un rimando metaforico al massimo grado delle arti marziali inteso come quel più alto livello di consapevolezza che la poesia fa raggiungere. Plebani scandisce il fluire della narrazione in un’unica giornata, cadenzata in tre momenti, antimeridiano, pomeriggio e sera e infine notte. La sezione più corposa è proprio quella di pomeriggio sera con 71 componimenti, poi a seguire notte con 68 e infine antimeridiano con 52. Lo scrittore apre la prima parte della sua silloge con Prima del Big bang:

Che cosa

è

la

vita

sulla

Terra?

È il tormentato sogno di Dio.

Già dai primi versi si intuisce il senso di malinconia e di afflizione che l’autore vive nel tempo della narrazione. La realtà di un mondo forse troppo distante, troppo diverso da lui, talvolta si percepisce quasi la sua angoscia e il suo straniamento. E’ forse per questo che In istruzioni per l’uso rivolge un invito a chi legge:

Leggimi, lettore, se questo vuoi:

fallo con voce

bassa,

lenta,

modulata,

medianica,

affrettata ove è necessario.

Che tu possa, lettore, aderire

a codesti dettagli inconoscibili;

impara, però, predisposto silenzio

Lo scenario che si apre per chi legge è un mondo fatto di magiche suggestioni ma anche riflessioni profonde e talvolta taglienti. Plebani non parla di cose distanti da lui ma di esperienze vissute, fatti personali che si consacrano di eterno una volta sulla carta. Perché colleziono ricordi per il futuro scrive nel brevissimo componimento Crono.

L’autore trasforma in versi tutto ciò che ha vissuto, e visto, descrivendo anche molto attentamente i sentimenti provati in quelle determinate situazioni: gli incontri con alcuni suoi alunni che ha conosciuto nel suo peregrinare da docente, così come le serate trascorse con qualche suo amico di uscite, determinati luoghi in cui è passato come Recanati oppure  come la poesia Parco Cormor  ispirata, invece, ad un fatto di cronaca successo a Udine nel 2012.

Plebani invita il lettore ad entrare nell’ intimo mondo di chi scrive senza paura di farsi leggere dentro, perché il Poeta è colui che sensibile pelle espone ai rovi. Da musicista l’autore ha imbastito un pentagramma poetico fatto di diverse melodie. In Decimo Dan c’è molto ritmo e musica. I componimenti che si susseguono sono di lunghezza diverse: alcune estremamente brevi altri, invece, decisamente più lunghi.  Le metriche usate sono varie: dal più comune sonetto e verso libero a qualcosa di più ricercato come il madrigale e la còbbola provenzale.

Un efficace supporto in questo senso è l’apparato delle note al testo che in maniera precisa erudisce anche i meno esperti di metrica. I versi sono per lo più endecassillabi e/o in versi sillabicamente dispari. Ogni componimento va minuziosamente decifrato. In Decimo Dan massiccio è il ricorso al mito, da Prometeo ad Orfeo, a Penelope, fino ai luoghi come Itaca.

Figure o rimandi mitologici incastonate sapientemente tra i versi, una chiave di lettura ancor più immediata per i lettori, che attraverso rimandi metaforici riescono a svelare i significati più nascosti. Ogni parola nelle sue poesie non è messa lì a caso ma tutte sono armoniosamente vicine per una costruzione. Non mancano all’interno delle poesie aspre critiche come si nota nella sezione pomeriggio sera e nello specifico nella poesia intitolata In città:

All’ascolto di urbane disarmonie

conosco un prezzo: sensibilità deviate.

Uomini chini,

colpiti ad intermittenza

da miriadi di messaggi

pubblicitari accesi e spenti.

Oppure Panta Rei:

Il naturale tramutar del tutto

porterà via volendo

un’umanità disumanizzata

da pornografia e videopoker.

Intrattenimento dei persuasori

occulti.

Uno scandalo al giorno non sia norma.

Con parole graffianti Plebani si scaglia contro un’umanità disumanizzata fatta di uomini persi con la testa negli smartphone, ormai assuefatti dal suono dei messaggi e intrappolati da pornografia e videopoker. Uomini condannati ad una dimensione inequivocabilmente orizzontale, curvi su loro stessi. Ma forse l’aspetto più sorprendente di questa silloge è proprio la parte finale: l’ultima sezione Notte si chiude con la stessa riflessione iniziale ma con una consapevolezza diversa:

Padre-Nonno che sono in Terra diventato,

lento, lento e lentamente

ancor

mi chiedo:

«Che cos‟è la vita sulla Terra?»

«Che cos‟è la vita sulla Terra?»

«Che cos‟è la vita sulla Terra?»

È il tormentato sogno di Dio

Una penna molto creativa e mistica quella di Plebani che si avvale di uno stile certamente anticonvenzionale, pungente, e ricorda la tradizione delle invettive tra Medioevo e Umanesimo, e che induce il lettore a non avere paura di andare oltre il visibile, a scoprire qualcosa, perché finché ci sono domande, ci saranno sempre risposte da trovare.

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