‘I colori del vetro’ è il nuovo romanzo di Ornella De Luca

I colori del vetro – il tempo riesce a levigare anche il vetro più tagliente- è il nuovo romanzo di Ornella De Luca, scrittrice e collaboratrice della rivista ‘900 Letterario uscito da poco per Rizzoli libri in formato kindle.

Ornella De Luca classe 1991 è nata a Messina. Diplomatasi e laureatasi con il massimo dei voti ha partecipato a numerosi concorsi di scrittura: si è classificata seconda al premio Maria Messina nel 2009 con il racconto Diapositiva di un ricordo; è poi risultata 16esima a livello nazionale al concorso C’era una svolta promosso dalla scrittrice Simonetta Agnello Hornby. Nel 2010 con il romanzo In una prigione di carta si è classificata al 2° posto del premio Nanà e nel 2012 ha partecipato allo stesso concorso nella sezione adulti con il romanzo Raccontami del vento. Nel Dicembre 2011 Ornella ha visto pubblicato il suo primo romanzo Dove la Neva si getta nel mare con la casa editrice digitale EDrops. Nel Settembre 2014 ho partecipato al concorso Parolexdirlo organizzato da Donna Moderna e Scrivo.me classificandosi al primo posto con il racconto Caro giorno che vorrei. Nell’ Aprile 2015 ha pubblicato il romanzo La consistenza del bianco uscito per Onirica Edizioni, un romanzo d’avventura e d’amore a sfondo storico.

I colori del vetro è una storia delicata e appassionante. Un romanzo emozionante che vuole parlare al cuore. La storia è quella di Faith Price bambina rimasta orfana di entrambi i genitori, morti in un brutto incendio. Un trauma questo che, a distanza di anni, Faith non riesce a superare. Con la fine del liceo e la partenza per il college si aprono nuove strade; dovrà costruirsi una nuova vita e trovare il proprio posto nel mondo. La passione per la scultura, la vicinanza di suo cugino Kyle e l’incontro con Aaron, un inaspettato coinquilino, costringeranno Faith a mettersi in discussione e a uscire dal proprio guscio. Ma a spingere Faith a fare una volta per tutte i conti con il passato sarà personaggio misterioso e l’arrivo di un messaggio inaspettato. I ricordi riaffiorano e solo dopo aver fatto i conti col passato sarà possibile per Faith poter guardare con fiducia al futuro e all’amore.

Saprà ancora una volta Ornella De Luca coinvolgere il lettore attraverso un intelligente mix di mistero, suspence e sentimento?

‘La vita tranquilla’ di Merguerite Duras: si può vivere di noia?

La vita tranquilla è il secondo romanzo della scrittrice francese nata in Vietnam Marguerite Duras (Una diga sul Pacifico, L’amante) è stato scritto nel 1944. È ambientato nella sperduta campagna francese nella proprietà agricola dei Veyrenattes. La Duras  attraverso il racconto ci presenta un nucleo familiare chiuso in se stesso, lascia materializzare la noia, l’attesa, l’impasse esistenziale di un mondo rurale che sembra fuori dal tempo. I personaggi sono chiusi ognuno nel proprio microcosmo, fermi nella vita che scorre, impantanati nelle situazioni irrisolte, ognuno tendente ad affetti impossibili, avvolti dalla perfetta e opprimente atmosfera del mondo dimenticato, in un mondo scandito dalle stagioni dove la purezza ha lasciato il passo alla miseria i personaggi nutrono segreti e passioni violente.

Il titolo è una promessa, la promessa di un’attesa ardentemente desiderata. Lasciarsi vivere, non è vivere e a questo che Francou Veyrenattes si ribella. L’equilibrio perfetto e ipocrita è scalfito da un delitto. Dopo la morte, la vita torna, e solo così il soffocante senso di paralisi si potrà spezzare. Francou è la giovane protagonista, la giovane vittima di una vita  indissolubilmente immobile e chiusa nella noia più profonda; solo con l’amore sente di poter sfuggire a tutto questo. Ma anche l’amore, come la noia, nasconde luci ed ombre, da un lato l’amore per Thiène e, dall’altro, quello impossibile per il fratello Nicolas. Ma alla fine tutto cambia e niente è cambiato: la trama silenziosa del mondo riprendere a tessere in silenzio e la noia resta, forse più profonda e fitta di prima, la vita tranquilla continua, forse è proprio così che deve essere? E si può vivere di noia?

La Duras è una tra le voci più significative del nouveau roman. Il suo genio narrativo rende semplice ciò che non lo è; lo stile asciutto e preciso non rende illusioni e lascia entrare il lettore in quella vita tranquilla che continua al di là di tutto fino alle ultime parole del libro le sole in grado di accomiatare il lettore e i protagonisti da una vita tranquilla.

XXVII edizione del Premio Letterario internazionale Trichiana

Dopo più di venticinque anni, l’Amministrazione comunale di Trichiana (BL) bandisce la XXVII Edizione del Premio Letterario Nazionale Trichiana Paese del Libro. Quest’anno il premio si rinnova ed è prevista un’importante novità: la graduatoria di dieci finalisti, sarà stabilita dal presidente Antonio Scurati, scrittore, ricercatore alla Iulm di Milano, membro del Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza, editorialista della “Stampa”.  Un grande nome della letteratura italiana scelto per dare un nuovo impulso al Premio.

Quest’anno si affronterà un tema delicato e complesso, di scottante attualità, anche se spesso sottovalutato dalla politica e dall’attenzione dell’opinione pubblica: la crisi ambientale; il tema, “Ritorno alla terra”, lascia grande spazio agli scrittori e alle storie. Come ha affermato Scurati: “Per secoli la letteratura italiana ha intrattenuto un rapporto indissolubile con la propria terra d’origine: è stata una scrittura di regioni, città, paesi. Pensiamo alla letteratura della Resistenza: è impensabile senza la fusione tra personaggio e paesaggio […]. ln quella scarpata, sopra quella collina, dietro quella cascina avrebbero trovato la salvezza (o la morte)  e in nessun altro luogo. Poi il legame tra noi italiani e la nostra terra si è spezzato. Anche tra gli scrittori italiani e i loro paesaggi. Tutto è diventato globale, ipermediato, disincarnato […] Ma adesso, in piena crisi ecologica planetaria, ripristinare quel legame è diventato necessario, sia per la vita che per la letteratura”.

Un ritorno alle origini dunque, a quella coscienza letteraria e umana che riporti l’uomo a pensare a cosa sia davvero importante.

Il premio è riservato ad un racconto inedito, in lingua italiana, sul tema “Ritorno alla terra”. Non è prevista una quota partecipativa. I premi principali saranno tre, così distribuiti:

1° classificato: premio in denaro di € 500,00 e 40 copie dell’antologia dei racconti finalisti stampata a cura del Comune di Trichiana;

2° classificato: premio in denaro di € 300,00 e 20 copie dell’antologia;

3° classificato: premio in denaro di € 200,00 e 20 copie dell’antologia;

dal 4° al 10° classificato: 15 copie dell’antologia

 

Il bando integrale del premio è consultabile alla pagina: http://www.comune.trichiana.bl.it/web/trichiana

‘Memorie di Adriano’ la continua introspezione di Marguerite Yourcenar

Nel suo Memorie di Adriano (1951) Marguerite Yourcenar racconta la storia dell’imperatore romano Publio Elio Traiano Adriano. Il protagonista è appunto l’imperatore Adriano, anziano e malato, che in una lunga lettera si rivolge al giovane amico Marco Aurelio, raccontando e riflettendo sulla propria vita, narra dei trionfi militari, dell’amore per la poesia, la musica e la filosofia, e della sua passione per il giovanissimo amante Antinoo.

L’idea del libro fu concepita tra il 1924 e il 1929; la Yourcenar stese diverse bozze tra il 1934 e il 1937 ma solo nel 1948 riprende il testo e lo conclude dopo tre anni di duro lavoro. Inizialmente Memorie di Adriano era stato pensato come una serie di dialoghi ma poi la Yourcenar si rese conto che il migliore punto di vista per raccontare delle memorie era proprio quello dell’imperatore morente che ricorda e riconsidera la propria vita. Il libro è organizzato in 6 parti, tra cui un prologo ed un epilogo. La storia è dunque raccontata in prima persona dopo il primo capitolo, vero e proprio inizio della lettera, la storia prosegue come una libera narrazione della vita dell’imperatore, che spesso interrompe il filo del discorso soffermandosi sui ricordi. Altra protagonista di Memorie di Adriano è Roma che, nel pensiero dell’Adriano della Yourcenar, ha permesso la trasformazione dei valori di gloria, grandezza e armonia della civiltà greca in realtà concreta. Adriano è dunque uno spirito nobile alla ricerca dell’eternità: la propria, quella dell’umanità, quella di Roma, quella della cultura e dell’arte.

Le parole del vecchio imperatore sono una pacata affermazione di prontezza all’abbandono della vita ma filtrano una elegante menzogna e un sincero attaccamento all’esistenza; un elogio del desiderio di immortalità, il bisogno di un’anima di affermare l’amore, la felicità e la bellezza come unici strumenti che possono garantire l’eternità.

Oltre a farci innamorare della vita del principe condottiero la Yourcenar non fa che riportarci alla finale e continua introspezione. Il punto di vista di Memorie di Adriano è congiuntamente anche quello della morte. Il libro esce infatti negli anni cinquanta del Novecento, negli anni successivi ad una guerra che sconvolse le coscienze. Il punto di vista della morte non è solo quello della morte di Adriano ma di quella che aveva regnato sovrana in Europa e in tutto il mondo. Possiamo osservare in controluce un riferimento alla storia presente; attraverso la narrazione ha voluto mediare presente e passato conciliando tra una condizione pragmatica ed una spirituale e filosofica. Un libro raffinato e toccante, di sentimento, non di facile ed immediata lettura, che ci propone un uomo in perenne ricerca della conoscenza, dalle idee ancora attuali.

«Quando gli Dèi non c’erano già più, ma Cristo non era ancora apparso…»

‘Lo scrittore non ha fame’, il nuovo romanzo di Maria Letizia Putti

Segnaliamo con molto piacere l’uscita del nuovo romanzo di Maria Letizia Putti, Lo scrittore non ha fame uscito per Graphofeel edizioni e che ha tutta l’aria di essere una storia coinvolgente e soprendente, che ci regala una scrittura sperimentale e piacevole. L’autrice romana, da anni residente nella Tuscia meridionale, ha esordito nella narrativa nel 2014 con Il passato remoto (riedito poi nel 2016 come e-book). Sempre per la Graphofeel editrice ha scritto una biografia romanzata dal titolo La signora dei Baci. Luisa Spagnoli uscita nel 2016.

Laureata in Archeologia e topografia medioevale, Maria Letizia Putti ha insegnato storia dell’arte e collaborato con la Rai come scrittrice di testi radiofonici. Da anni si occupa di conservazione del materiale librario antico e moderno presso una biblioteca scientifica statale. Dopo il successo della biografia romanzata Maria Letizia Putti torna con questo questo nuovo romanzo Lo scrittore non ha fame, dando prova di scrittura con uno stile personale e sperimentale che si dipana in un linguaggio intimo e quotidiano che non abbandona mai la spontaneità; anche la trama si sviluppa piacevolmente incuriosendo pagina dopo pagina il lettore. Con una scrittura molto personale, semplice e fluida veniamo introdotti nella quotidianità del protagonista, Andrea, bibliotecario pendolare con due grandi passioni: la scrittura e il jazz.

Saranno proprio i quotidiani viaggi in treno di Andrea lo spunto creativo per iniziare a scrivere e raccontare storie comuni. Osservando gli atteggiamenti della gente, le espressioni e mille volti incontrati Andrea inizia a dare forma a pensieri scritti; nasce dunque dall’osservazione delle vite degli altri il romanzo che il nostro protagonista scrive più per se stesso che per la gloria della pubblicazione. Accade però l’imprevedibile e il neonato scrittore sarà costretto a confrontarsi con il fascino inafferrabile della fama. Il viaggio non sarà solo quello di Andrea, pendolare-scrittore, ma anche del lettore che vagherà tra le ambizioni, le passioni e le fragilità umane.

Lo scrittore non ha fame è un romanzo nel romanzo che ci propone un protagonista particolare: uno scrittore che scrive per il proprio piacere più che per piacere ai lettori. Esisterà davvero nella vita uno scrittore poco ambizioso cui importa poco del giudizio altrui?

Luca Colombo, autore del grottesco ‘Caccia al morto’

Luca Colombo, classe 1986, di Borgomanero, ha esordito non molto tempo fa con il suo primo romanzo Caccia al morto uscito per Graphofeel Edizioni quest’anno che immerge il lettore nel mondo mondo ironico e tenace dell’autore.
Abbiamo deciso di parlare ancora di Luca Colombo e questa volta abbiamo fatto una chiacchierata sui suoi gusti letterari, sul protagonista del suo libro e sui valori, attesi o disattesi, che dovrebbe avere il raccontare e, ovviamente lo scrivere.

Luca Colombo ama e si ispira a scrittori come Pirandello, Morante, Orwell, Rodari, sebbene sia stato il grande cantautore Fabrizio De André a farlo inamorare della parola.

 

1. Quali sono suoi scrittori preferiti? Quelli che le hanno cambiato la vita e che probabilmente la hanno maggiormente influenzato. 

Il mio autore preferito è senza dubbio Pirandello. Tra i favoriti ci sono poi Morante, Orwell e Rodari. Devo però confessare che è stato De André a farmi innamorare della parola. E ciò la dice lunga su cosa penso del premio Nobel assegnato a un cantautore.

2. Con quali aggettivi descriverebbe il suo libro se ne avesse a disposizione solo sei?

Grottesco, surreale, deforme, vivace, insolito, bislacco.

3. Quanto c’è della sua esperienza di scrittore nella singolare vicenda di Filippo?

Vorrei rispondere nulla, ma sarei bugiardo. Chiaramente non ho mai avuto che fare con un’impresa funebre, ma le difficoltà che incontra Filippo come scrittore rimandano a quelle vissute da me in prima persona e, credo, a quelle vissute dalla maggior parte degli aspiranti scrittori.

4. Questo libro è il suo esordio quanto è stato difficile scriverlo? È riuscito a scriverlo
proprio come lo aveva immaginato?

Caccia al morto è un libro elastico, scritto di getto. Altri scritti (antecedenti) hanno richiesto più tempo. Ma non appartengo alla categoria di scrittori che – beati loro – sanno tratteggiare l’intera architettura di un libro ancor prima di aver cominciato a scriverlo.

5. Raccontare è un po’ come un incantesimo che agisce sullo scorrere del tempo, in un’epoca in cui la rapidità è un valore che importanza ha per lei l’indugiare e  quanta importanza ha avuto nella scrittura del suo libro?

La rapidità è un valore perché dà accesso a piaceri immediati e schietti, per questo non la disprezzo. L’indugiare, invece, veicola piaceri più temperati, robusti, duraturi. Come ho già detto, Caccia al morto è un libro scattante, ma in generale concepisco una scrittura pigra, oziosa, che si alza dalla poltrona solo per appuntare una frase caustica e inesorabile.

6. Spesso le storie vere hanno un vantaggio sulla fiction, possono non finire mai, possono arrivare dove mai si penserebbe, non trova? Pensa che la scrittura di questa storia riesca a riprodurre l’effetto labirintico della realtà?

I reality show sono la più grande finzione che sia mai apparsa alla tv, ma anche il telegiornale che seguiamo per informarci è una totale finzione: tenta di riprodurre in maniera fedele la realtà, ma in quanto riproduzione è solo un’altra forma di neorealismo. Cinema, letteratura e teatro ci raccontano storie di un vissuto che conosciamo ma che da soli, a volte, non siamo in grado di comprendere; e per aiutarci a comprendere allestiscono una finzione appunto, un’allegoria. In Caccia al morto ho inscenato la caricatura di un’impresa funebre, portando all’ eccesso una serie di dinamiche. L’ho fatto perché individuo nel paradosso lo strumento migliore per rappresentare la realtà che ci circonda.

 

Cinema Letteratura e Diritto: appuntamenti alla Suor Orsola Benincasa

Dal 25 Ottobre al 16 dicembre all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa presso la Facoltà di Giurisprudenza si sta svolgendo la manifestazione Cinema Letteratura e Diritto Da Processo alla città ad Anime Nere. Per questa undicesima edizione la sezione cinematografica è dedicata alle rappresentazioni delle diverse forme della criminalità italiana.

Ci saranno anche tre appuntamenti speciali con il fumetto e le parodie letterarie. La rassegna, in collaborazione con l’Archivio di Iconologia politica del CRIE e il Centro di Ricerca sulle Istituzioni Europee dell’Ateneo napoletano, si svolgerà con un appuntamento settimanale pomeridiano fino al 16 Dicembre. L’appuntamento conclusivo, la proiezione del film di Francesco Munzi Anime Nere, vedrà la presenza di un ospite di eccezione, il procuratore generale della repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho.

“Il filo conduttore della sezione cinematografica di questa undicesima edizione – anticipa Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero politico e filosofico, – è un viaggio, nello spazio e nel tempo, nel Male italiano, nel crimine e nelle sue molteplici rappresentazioni” e aggiunge: “Del diritto non parlano soltanto i giuristi, i sacerdoti depositari dei suoi molti misteri. Lo scarto tra il linguaggio giuridico e quello comune non ha mai impedito ai profani di rappresentarsi il diritto, di immaginarselo. Molte figure giuridiche sono da sempre una grande risorsa narrativa”. Questa dunque l’idea dalla quale è nato il progetto della rassegna di Cinema Letteratura e Diritto.

Questa undicesima edizione ha avuto inizio, dopo un’anteprima dedicata al romanzo di Bruno Cavallone La borsa di Miss Flite. Storie e immagini del processo, con la proiezione dell’ultimo film di Claudio Caligari  Non essere cattivo, candidato italiano agli Oscar 2016 come miglior film straniero.
Il 15 Novembre si prosegue con la proiezione di Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Seguirà poi la proiezione di Processo alla città di Luigi Zampa per far riscoprire, soprattutto ai più giovani, un grande classico del cinema italiano. Ogni proiezione sarà ovviamente introdotta da una presentazione affidata a un giurista o a un critico cinematografico. Tra gli altri protagonisti ci saranno i magistrati Alfredo Guardiano, Vincenzo Piscitelli e Federico Cafiero De Raho, lo storico Isaia Sales e l’ex consigliere del CSM Giorgio Spangher.

Anche quest’anno alle visioni cinematografiche si affiancheràla rflessione sul fumetto, come voce suggestiva dei rapporti tra diritto e rappresentazioni artistiche. L’amministrativista Daniele Donati e il sociologo Sergio Brancato prenderanno spunto dalla celebre serie di fumetti Watchmen scritta da Alan Moore e disegnata da Dave Gibbons nel 1986.

Novità di quest’anno saranno l’appuntamento letterario dedicato alla parodia con l’intervento di Costanza Geddes Da Filicaia, docente di Letteratura Italiana all’Università di Macerata e un appuntamento dedicato al rapporto tra diritto e memoria storica con l’intervento di Bendetta Tobagi dedicato alla stagione delle stragi che hanno insanguinato l’Italia. L’iniziativa è assolutamente originale nel panorama accademico italiano; il Preside della Facoltà di Giurisprudenza del Suor Orsola, Aldo Sandulli lavora proprio per integrare la didattica ordinaria e per consentire agli studenti di ampliare il bagaglio culturale di ognuno. Per citare ancora Gennaro Carillo bisogna “insegnare il diritto agli studenti, discutere di diritto con la comunità dei giuristi non solo con il codice alla mano ma anche attraverso le immagini e le suggestioni del cinema e della letteratura”.

 

Al via Milano Bookcity 2016

Anche quest’anno torna Milano Bookcity: la quinta edizione si terrà dal 17 al 20 novembre.
La manifestazione è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Associazione BookCity Milano di cui fanno parte la Fondazione Corriere della Sera, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e la Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri. Un contributo particolare è dato anche dal Centro per il Libro e la Lettura, dall’ Associazione Italiana Editori, dall’ Associazione Italiana Biblioteche, dalla Associazione Librai Italiani e Librerie Indipendenti di Milano.

Ad inaugurare questa edizione ci sarà Eif Shafak, una delle più autorevoli voci della narrativa turca contemporanea; al Teatro dal Verme Shafak riceverà anche il Sigillo della Città.
Bookcity, come ogni anno, coinvolge editori grandi e piccoli, autori, librai, bibliotecari, traduttori, illustratori, lettori, scuole di scrittura, associazioni, scuole pubbliche e private e università. Per questa edizione tantissimi gli eventi, tra incontri, presentazioni di libri, letture ad alta voce, mostre fotografiche, spettacoli, seminari, interviste.

Lo scopo della manifestazione è sempre più quello di partire dal basso, per ascoltare e farsi carico delle istanze e dei bisogni dei lettori e per poter creare una sinergia sempre più costruttiva. Achille Mauri, Presidente di BookCity Milano 2016, sostiene che il segreto è proprio la capacità e la voglia di ascoltare e la voglia di raccontare. La principale novità di questa edizione sarà al Padiglione Visconti dove sarà proposta una maratona di lettura lunga una notte, un progetto a cura di Daniele Abbado intitolato Le voci della città sul tema de Le Città Invisibili di Italo Calvino. Al Teatro Franco Parenti Il Circolo dei lettori di Torino proporrà L’ora del sesso un reading con Francesco Piccolo ed Elena Stancanelli, un modo diretto per raccontare il sesso in sessanta minuti, senza freni e inibizioni. Ancora nella cornice delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala Luis Sepúlveda affronterà il tema della condivisione, nell’ incontro dal titolo Lo stupore del racconto. Questi sono solo alcuni degli eventi e dei protagonisti che parteciperanno a quattro giorni dedicati  ai libri e non solo.

Per questa quinta edizione la manifestazione di Milano Bookcity si espande e, oltre al Castello Sforzesco, si aprono al pubblico quattro “punti cardinali”. In ogni punto si svolgerà programma costruito intorno a un tema centrale dell’attuale dibattito culturale. Ogni tema viene poi discusso in vari incontri con autori ed esperti di livello internazionale.

Il festival di Milano Bookcity si chiuderà domenica 20 novembre al Teatro Franco Parenti, con Clara Sánchez . La scrittrice spagnola e Marcello Fois parleranno del nuovo romanzo Lo stupore di una notte di luce atteso seguito de Il profumo delle foglie di limone a cui seguirà una lettura di brani interpretati dall’attrice Isabella Ragonese.

Anche quest’anno Milano sarà una grande vetrina per i libri, gli autori ed i lettori.

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