‘Come la neve nessun rumore’, il thriller ad alta quota di Marco Lugli

Trecentosessantacinque pagine intrise di sentimenti con un’unica costante, la vita. E’: ‘Come la neve nessun rumore’, un’indagine ad alta quota per il commissario Gelsomino, il nuovo libro di Marco Lugli.

Reduce dai precedenti successi, tornano le indagini del commissario Gelsomino, alla sua sesta avventura. Il romanzo, scritto da Marco Lugli, è preceduto infatti da diversi episodi: Nel Tuo Sangue, Ego Me Absolvo, La Madre (romanzo finalista Amazon Storyteller), Le Sepolture, È solo il mio nome.

Il romanzo, ambientato in Val di Fassa, presenta fin dalle prime pagine le prodezze naturalistiche delle Dolomiti. Il commissario Gelsomino, trovatosi in vacanza, si trova coinvolto in un’indagine surreale, dove il malcapitato protagonista è il giovanissimo Ivan, figlio di Tiziano Detomas. Il testo di Lugli fotografa con precisione la realtà cui chi vive in montagna si trova a districare: da un lato vi è la voglia di non deteriorare le bellezze naturali, dall’altra vi è l’esigenza di far soldi e poter sopravvivere con la stessa. Una contraddizione che ben viene raccontata nel romanzo di Lugli, la stessa che vede contrapposti in due visioni differenti Ivan e suo padre. Il testo racconta storie veraci e personaggi ben costruiti. Nuovi e vecchi volti si mescolano insieme, creando con Gelsomino un dream team capace di andare a capo della verità assoluta. Sullo sfondo una storia avvenuta vent’anni prima, che vede protagonisti Livio Pederiva e Piero Bernard, la cui amicizia si interruppe “per il taglio di una corda”. Stesso taglio che Lugli utilizza per raccontare la storia di Ivan, le cui vicende regalano al lettore un thriller avvincente e sensazionale. Marco Lugli è uno scrittore indipendente che vive e lavora tra l’Emilia e il Salento. Ai noti romanzi gialli dedicati alle indagini del commissario Luigi Gelsomino affianca titoli di narrativa contemporanea. Il suo ultimo romanzo è adatto agli amanti del thriller e ancora una volta, attraverso il personaggio di Gelsomino, regala al suo pubblico un’indagine senza pari. Una tragedia in alta quota.

Lugli riflette sui pericoli dell’alpinismo, unendo le sue osservazioni a riferimenti cinematografici che arricchiscono ulteriormente il contesto.
“Come la neve nessun rumore” è un romanzo imperdibile per gli appassionati di thriller, che riesce al contempo a celebrare la sublime bellezza della natura. Con uno stile narrativo chiaro e avvincente, l’autore costruisce un’intensa storia di comunità divisa tra la conservazione del suo patrimonio naturale e le pressioni economiche.

Festival degli Angeli. Al via le fasi finali del premio internazionale Rilke

La poesia è uno specchio che riflette l’evoluzione dell’umanità e dei suoi significati. Essa viaggia nel tempo, e noi, osservatori nel presente guardando in quello specchio possiamo cogliere molto di più della nostra immagine. Con questa consapevolezza, il Festival degli Angeli si presenta come un archetipo di promozione del multiculturalismo inteso come confronto di ambienti culturali, di lingue e tradizioni, di lingue e trasformazioni.
L’evento è dedicato a Rainer Maria Rilke e risponde all’invocazione delle Elegie Duinesi “chi mai udirebbe pur gridando dalle schiere degli angeli”. Gli angeli, testimoni dell’indagine rilkiana dell’uomo e del progresso scientifico, allora diretto ai limiti dell’umano, oggi in rotta verso l’intelligenza artificiale, invischiato in speculazioni, confini e guerre. Quale luce può accendere una poesia che sconfina in questa Europa di mezzo e il suo vissuto? E’ il Festival degli Angeli a rispondere con un programma che ruota intorno all’opera di Rilke, che ha già visto serate di poesia e conferenze, mostre e che nelle prossime tappe prevederà giornate di studi, convegni e conferenze, spettacoli e concerti, letture e premi internazionali. Una vera festa letteraria con uno sguardo verso l’est e la mitteleuropa, attenta a tutto ciò che è esperienza viva della letteratura, cogliendo la crescita di un settore che suscita nuovo interesse anche grazie alla nascita di premi nazionali di alto profilo.
“Un grande lavoro sinergico che ha portato ad una grandissima partecipazione di Poeti di tutta Europa, a conferma della qualità della iniziativa proposta. Ringrazio il nostro direttore artistico Christian Sinicco e tutto lo staff che lo ha accompagnato in questa speciale avventura, che ci porterà nelle prossime settimane in giro per la Regione Fvg e nei vicini Stati di Slovenia e Croazia a conferma dell’Internazionalità dell’evento promosso – ha voluto ribadire Massimo Romita Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis. 
Il Festival degli Angeli è ideato e coordinato dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, con il sostegno della Regione Fvg, vede il partenariato del Comune di Gorizia, del Comune di Ronchi dei Legionari, del Comune di Comeno Obcina Komen, l’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici, Kärntner SchriftstellerInnenverband – Associazione Scrittori Carinziani, e la collaborazione di istituzioni come il Comune di Duino Aurisina Obcina Devin Nabrezina, Trieste Airport, Fondazione Villa Russiz, Visit Stanjel, il Comune di Grado, il Castello di Duino e numerose entità associative ed editori.
Nel contesto del Festival degli Angeli spicca il Premio Internazionale Rainer Maria Rilke realizzato in collaborazione con l’Associazione Poiein, da quattro anni in un crescendo di adesioni nazionali ed internazionali di poeti e poetesse.
Dal 16 di novembre al via le fasi finali (in Italia, in Slovenia e in Croazia) del Premio Rilke e l’avvio delle mostre dedicate al Rilke:
Sabato 16 novembre 2024 alle ore 10.00 Presso la Fondazione Villa Russiz a Capriva del Friuli – Intervento “Ungaretti e il confine” con Christian Sinicco e a seguire presentazione Premio Rilke con il finalista Daniele Orso, i giurati Giuseppe Nava e Furio Pillan.
Venerdì 22 novembre 2024 ore 18.00 Sala dei Castelli a Momiano (Istria Croazia)  Incontro di poesia internazionale con Adrian Grima, Loredana Bogliun, Elisabeth Faller alla presenza di autorità e poeti in collaborazione con la Città di Buie / Grad Buje (Croazia/ Republika Hrvatska).
Sabato 23 novembre 2024 ore 10.00 Sala Grotta del Castello di Duino (TS) Cerimonia di premiazione della IV edizione del Premio Rainer Maria Rilke in collaborazione con il Comune di Duino Aurisina Občina Devin Nabrežina, Associazione Poiein, Castello di Duino, l’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici,  Kärntner Schriftsteller Innenverband – Associazione Scrittori Carinziani, con la partecipazione dei giurati Professoressa Sergia Adamo, Professoressa Elisa Donzelli, Elisabeth Faller, Christian Sinicco, SenatriceTatjana Rojc e Mary Barbara Tolusso per le sezioni A e B, Giovanna Frene, Giuseppe Nava, Gabriella Musetti, Furio Pillan, Silvia Rosa e Alexandra Zambà per la sezione C: Premio alla Carriera a Milo De Angelis. Sezione C Premio a Cinzia Colazzo con la raccolta Luce al neon in pubblicazione con Vita Activa Nuova..  Menzione speciale della giuria – Sezione C a Domenico Ingenito con la raccolta La donazione. Con la partecipazione dei finalisti: Roberto Ariagno e Pietro Masia.  Sezione B Premio a Maria Pia Quintavalla con la poesia Come potere trattenerti. Con la partecipazione dei finalisti Davide Castiglione, Letizia Di Cagno e Marilina Giaquinta Cristina Micelli.. Menzione speciale della Giuria – Sezione A a Alberto Toni con Tempo d’Opera (Il ramo e la foglia edizioni 2022). Riceve il premio Patrizia La Via. Annuncio del vincitore del Premio a partire dalla terna finalista della Sezione A: Adrian Grima, Che farai al termine della notte (Mesogea 2024) con la traduttrice Virginia Monteforte; Luca Mozzachiodi, Tempo Stellare (Bertoni Editore 2024); Daniele Orso, Sommereise (Industria e Letteratura 2024).
Sabato 23 novembre 2024 Castello di Stanjel (Slovenia) – Ore 16.00 – Sala Vitevska – Incontro di poesia con i vincitori e finalisti del Premio Rilke, alla presenza delle autorità – presenta Giuseppe Nava – in collaborazione con il Comune di Comeno/Občina Komen e Visit Stanjel.
Da domenica 24 novembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025 Ex Cinema Cristallo di Grado (GO) _Viale Dante Alighieri – La mostra “Rainer Maria Rilke, gli Angeli e le Elegie Duinesi” in collaborazione con il Comune di Grado (GO) Domenica 24 novembre – ore 11.00 inaugurazione alla presenza delle autorità e poeti con letture di poesie – Grado incontra il Premio Rilke. Presenta Giuseppe Nava.
Da domenica 01 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025  Trieste Airport Ronchi dei Legionari (GO)  La mostra “Rainer Maria Rilke, gli Angeli e le Elegie Duinesi” in collaborazione con il Comune di Ronchi dei Legionari e Trieste Airport – Domenica 1 dicembre – ore 10.00 – inaugurazione alla presenza delle autorità e poeti  orari apertura Aereoporto.

Fiera ‘AMBIENT IN DOM PLUS 2024’ a Lubiana

Mercoledì 13 novembre alle ore 17.00 presso il Padiglione/ STEKLENI DVORANI / C stand 22 alla Fiera AMBIENT IN DOM PLUS 2024 a Lubiana si è tenuta una nuova tappa in una location per una mostra tutta da scoprire che parla di una pietra unica, di territorio, di storia e lavoro.

La mostra “Da Lubiana a Trieste – La pietra di Aurisina, del Carso e dell’Istria, in Italia e nel mondo” arriva a Lubiana nell’ambito della
33esima edizione di Ambient and Home Plus Fair, fiera dell’interior design e della ristrutturazione della casa, che si terrà dal 13 al 17
novembre presso il Centro Espositivo Economico.

La mostra, organizzata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, da un’idea di Massimo Romita nell’ambito del progetto Duinobook Terra, è un viaggio affascinante nel cuore di un territorio ricco di storia, arte e artigianato.

Questa esposizione, che promette di stupire chiunque la visiti è stata possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Trieste, il
Comune di Duino Aurisina  e la Città di Lubiana, all’Associazione Sloveno- Svedese in persone di Milanka e Stojan Jakopič, quest’ultimo
autore del libro sulla vita del principale costruttore di palazzi in tutto il mondo Gustav Toennis, oltre al supporto della Regione Friuli
Venezia Giulia, ed apre un vero e proprio panorama culturale che unisce tradizioni e modernità.

Le pietre, in questo contesto, non sono solo materiali da costruzione; diventano racconti viventi. Ognuna di esse ha una storia da narrare,
dai palazzi storici di Trieste all’artigianato che si estende fino a Budapest, Francia, Austria e Stati Uniti. I pannelli espositivi, adornati con fotografie evocative, ci riportano indietro nel tempo, facendo riaffiorare immagini di antiche aziende e affreschi che raccontano la vita quotidiana di un’epoca passata.

Seguendo il percorso dalla Slovenia ai monumenti di Trieste, scopriamo come questi materiali hanno plasmato edifici iconici, tra cui il maestoso Mausoleo di Teodorico. Non solo in Italia, ma anche in città lontane come Vienna e Sydney, la
Pietra di Aurisina e del Carso trova la sua voce, portando con sé l’eleganza di una lavorazione artigianale che resiste nel tempo.

Un tocco personale viene dall’esposizione di modellini realizzati dall’artista Umberto Radivo, che ha saputo catturare l’essenza di questi palazzi utilizzando solo le sue mani e qualche fotografia.

In aggiunta, troviamo uno spazio dedicato alle aziende locali di marmo e agli scalpellini, veri protagonisti di questa avventura artistica
che da Carso si espande nel mondo con orgoglio.

Le tre gigantografie delle Cave dall’alto, che separano le varie sezioni, offrono una vista spettacolare delle cave di Aurisina, Repen
e Lipiza, creando un collegamento visivo tra il passato e il presente. Insomma, un invito a esplorare, scoprire e apprezzare
un patrimonio che parla il linguaggio universale della bellezza e dell’artigianato.

All’interno della mostra uno spazio dedicato alle iniziative che valorizzano la pietra di Aurisina come fonte di ispirazione per
progetti artistici che spaziano su vari fronti. Grazie all’associazione Casa Cave con Kamen e Carso Creattivo e Ures che hanno voluto supportare l’iniziativa.

‘Moti d’inerzia’, di Mariagrazia Spadaro Norella. L’architettura dei personaggi

“Moti d’inerzia”, è il nuovo libro di Mariagrazia Spadaro Norella, costruito sulle infinite combinazioni dell’architettura e pubblicato da Edizioni Libreria Croce di Fabio Croce, in distribuzione da giugno 2024.

La forza di “Moti d’inerzia” risiede senza dubbio nella costruzione di personaggi autentici. Ognuno di essi, sviluppato con cura e profondità, risuona in armonia con gli altri, intrecciando storie di vita che si richiamano a vicenda. I personaggi sono infatti sapientemente miscelati, creando un racconto strategico ed emozionante.

Numerosi sono i temi che l’autrice, attraverso una narrazione coinvolgente e moderna, porta alla luce: dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini e incapacità di amare, allucinazioni e follia, fino ad arrivare all’abuso sessuale e all’ossessione per le proprie ambizioni. I sogni raccontati da Spadaro Norella svelano il lato oscuro e inedito della loro natura. I protagonisti di “Moti d’inerzia” sognano in grande, e proprio i loro sogni li conducono verso un baratro fatto di privazioni, slanci eccessivi e mortificazioni del corpo. Sono storie emozionanti, dove il sogno si dissolve, lasciando spazio alla disillusione.

L’opera offre profonde riflessioni sulla realizzazione personale e sulla difficile ricerca di un’identità artistica significativa. È un viaggio all’interno dei personaggi, capace di cogliere le loro più intime peculiarità, i loro sogni e i loro peccati. Un testo che, pagina dopo pagina, guida il lettore nelle vite di persone comuni, descritte con un linguaggio fluido e colloquiale.

Il titolo, “Moti d’inerzia”, è perfetto per rappresentare un mondo in cui l’inerzia e il movimento si mescolano, dove l’alternanza tra andare e tornare diventa l’unica via per vivere appieno. Mina, Paola, Simona, Bartolomeo, Pietro, Mattia, e molti altri personaggi apriranno le porte delle loro esistenze ai lettori più attenti, offrendo un’opera moderna che affronta con profondità numerosi temi di grande rilevanza.

I protagonisti di “Moti d’inerzia” – attori, pittori, cantanti, circensi – sono prigionieri dei loro stessi sogni artistici. Ognuno, intrappolato nella propria vita, è incapace di trovare il proprio posto nel mondo. Queste storie, tutte pervase da un’amara ironia e ambientate nelle periferie romane, raccontano di dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini, incapacità di amare, allucinazioni e follia.

Info biografiche

Mariagrazia Spadaro Norella è nata a Roma nel 1966. Architetto appassionato, si è dedicata principalmente al recupero di aree degradate nelle città come Roma, Milano e Torino, restituendo questi spazi ai cittadini. Ha partecipato a concorsi internazionali di architettura, focalizzati sullo sviluppo di piazze e periferie, oltre che sulla realizzazione di musei e laboratori artistici in scuole ed edifici industriali dismessi. Attualmente si occupa della ristrutturazione di grandi uffici. Parallelamente alla sua professione, ha iniziato a scrivere: dapprima testi tecnici e di settore, poi racconti, culminati nella raccolta “Moti d’inerzia” negli ultimi quattro anni. Nel 2023, ha seguito il percorso di specializzazione “Narrativa/Romanzo Over 30” presso la Scuola Holden di Alessandro Baricco. Attualmente frequenta un corso di sceneggiatura presso la Scuola Tracce a Roma. Il suo sogno è trasformare uno dei racconti della raccolta in un film.

 

‘Non è il paese di Dracula’. Paolo Ciampi esplora la Romania oltre gli stereotipi in un nuovo reportage di viaggio

Da oggi in libreria Non è il paese di Dracula (Bottega Errante Edizioni), il nuovo libro di Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, che ci accompagna alla scoperta della Romania, una terra ricca di fascino e contraddizioni. Cos’è la Romania? Questa domanda, punto di partenza del viaggio, si trasforma in un’opportunità per scardinare luoghi comuni e scoprire un paese ricco di storia, cultura e bellezza paesaggistica. Un viaggio che dalla capitale si snoda attraverso le selve e i castelli della Transilvania, fino a raggiungere le coste più remote bagnate dal Mar Nero.
Un reportage leggero ma documentato che mescola storia, incontri, gastronomia, immaginari. Non sarà dunque facile dare una risposta, in questa terra che continua a fare i conti con un’ingombrante eredità socialista e le insegne al neon della globalizzazione.

Prima di un libro è stato un viaggio in cui le sorprese sono andate di pari passo col dissolversi di tanti luoghi comuni. E alla fine il lontano e il vicino si sono mescolati ed è arrivata la sorpresa più grande di tutti: la Romania, ho scoperto, poteva essere lo specchio di ciò che è l’Italia, di ciò che siamo stati e siamo noi italiani. Con le nostre storie intrecciate, ma anche con le tante amnesie e i tanti pregiudizi che dicono più di noi che dei romeni.
È successo in uno dei momenti più straordinari che ho potuto vivere in Romania, mentre cenavo col pesce del Danubio in un villaggio del Delta, a pochi chilometri dal Mar Nero. Mi sembrava di abitare una sorta di nicchia spazio-temporale. La sensazione di essermi lasciato tutto questo grande paese alle spalle ma anche di potermi portare qualcosa di importante al ritorno in Italia.
Allora è da qui che vengono, mi sono detto. E ho pensato alla dentista che ha curato i miei denti e ai muratori che mi hanno rimesso a posto la casa; al ragazzo che ogni mattina mi porge i giornali e ai tanti studenti che ho incontrato nelle scuole: tutti romeni, i nostri nuovi concittadini.

È da qui che vengono, mi sono ripetuto, da questo paese dove sono stato accolto con calore e gentilezza.
E non so spiegarmi bene, ma è pensando questo che ho sollevato un bicchierino di grappa di prugna. Ho brindato a me e alla Romania, a me e all’Italia, a me e all’Europa. E davvero non so spiegarmi bene, ma mi sono sentito migliore.

La Romania e i luoghi comuni. Nella migliore delle ipotesi: si va perché è la terra di Dracula. Ecco, l’ho detto, così mi tolgo subito il pensiero. Non è per questo che sto partendo? Allo stesso modo di quando me ne andai in Galles e Cornovaglia alla ricerca di Re Artù. Allora è per questo che può valere la Romania, per il Principe della Notte? Non ne sono tanto convinto.

L’autore

Giornalista e scrittore fiorentino, Paolo Ciampi ama intrecciare letture e cammini in città o in montagna, che ha raccontato in libri quali La strada delle legioni, Tre uomini a piedi, Per le Foreste Sacre L’aria ride. Ha all’attivo una trentina di titoli per editori quali Arkadia, Mursia, Vallecchi, Giuntina, Ediciclo, Edizioni dei Cammini, Clichy, Spartaco. È stato selezionato per il Premio Strega nel 2020 con L’ambasciatore delle foreste e nel 2022 con Il maragià di Firenze. Recentemente ha pubblicato anche La terapia del bar e Anatomia del ritorno, mentre per Bottega Errante è già uscito nel 2019 con Gli occhi di Firenze, nel 2022 con Un popolo in cammino, nel 2023 La zingara di Montepulciano. Attivo nella promozione degli aspetti sociali della lettura, partecipa a numerose iniziative nelle scuole. Organizza piccoli festival e rassegne in bar, circoli di periferia e borghi dell’Appennino.

A Stresa il 26 ottobre le premiazioni della IV Edizione del Concorso Letterario “Racconti intorno al Vino

Sono stati scelti i 5 racconti vincitori della IV Edizione del Concorso Letterario “Racconti intorno al Vino” ideato dall’Associazione Nazionale Città del Vino e curato dai suoi Ambasciatori per onorare la memoria dell’amico Nino D’Antonio, anch’egli ambasciatore, docente universitario di letteratura, scrittore, saggista e giornalista che ci ha lasciati nel 2021. Per l’edizione 2024 il tema scelto è VINI e CONFINI dove il confine può essere legato ai rapporti umani, ai confini terrestri e marittimi, ma anche a confini che non ci sono più.

I 5 vincitori del Concorso Letterario sono
(in ordine alfabetico):

Gabriella Bigatti con “Vino e miseria”
Maria Colangelo con “Una cantina, i suoi profumi: storia di una famiglia”
Jean Gasperi con “Vino e Spiriti”
Stefania Panza “La vigna terrificante (ovvero una strana storia)”
Nicolina Ros “Il vigneto oltre il nuovo confine”
I racconti che sono stati presentati al concorso erano tutti molto avvincenti e appassionanti, il tema del vino unito al tema del confine non inteso solamente con confine marittimo e terrestre e trattato su più livelli, ha creato diverse difficoltà ai giudici per arrivare ad un risultato finale. Sul vino è stato detto e scritto di tutto ma questi racconti che abbiamo ricevuto dimostrano che il tema non è ancora esaurito e che ci sono ancora tante altre belle storie di persone, di tradizioni e di ricordi da buttar giù e da raccontare.
I vincitori riceveranno un premio in denaro di €400 messi a disposizione dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis nell’ambito del partenariato del Progetto DuinoBook, Terra! giunto all undicesima edizione, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia (la rassegna letteraria “contenitore” di iniziative culturali che anima Duino Aurisina, nel cuore del Carso, città del vino triestina di confine).

La casa editrice Jolly Roger invece ha curato la stampa e la distribuzione nazionale del libro che è  nato dalla pubblicazione dei racconti selezionati che sarà acquistabile sia online che nelle migliori librerie italiane.
Sono molto soddisfatto di questa IV edizione del concorso letterario “Racconti intorno al vino” e voglio ringraziare tutti gli autori che hanno inviato le opere per il loro impegno e per l’ottima qualità dei loro racconti. Faccio le mie congratulazioni agli autori selezionati e li aspetto per complimentarmi personalmente sabato 26 ottobre in Piemonte per ritirare il premio in occasione della serata di gala che si terrà nell’ambito della Convention d’Autunno delle Città del Vino insieme al Presidente degli Ambasciatori delle Città del Vino, Carlo Rossi e al Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis, Massimo Romita – il commento del presidente di Città del Vino, Angelo Radica.
 

Anche per la quarta straordinaria edizione del concorso letterario “RACCONTI INTORNO AL VINO” in memoria di Nino D’Antonio, dedicato alle storie di vini della nostra Italia, il Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina  ha voluto convintamente offrire il proprio sostegno inserito in un progetto più ampio quale l’XI edizione di Duino Book, dedicato al tema della Terra! La IV Edizione del Concorso Letterario “Racconti intorno al Vino” ha arricchito ulteriormente il nostro festival di eventi diffuso su tutto il territorio nazionale per la promozione della lettura che si sviluppa attraverso il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.  

Siamo particolarmente onorati e nel contempo orgogliosi di unire le nostre genti anche attraverso la cultura del vino ed iniziative di questo spessore, toccando un tema, il confine, che spesso può essere solo mentale. Un ringraziamento speciale a tutti i partecipanti per aver onorato una terra meravigliosa. – Ha dichiarato Massimo Romita Presidente Gruppo Ermada Flavio Vidonis che sarà presente con la delegazione del FVG.

 

“Confini”

Il passaggio dell’uomo da nomade a sedentario comporta un nuovo rapporto con il territorio. Non si tratta più di spostarsi continuamente alla ricerca di risorse e di frutti spontanei, bensì di sfruttare direttamente un’area, coltivarla oppure sfruttarla per l’allevamento, lasciarci il segno della propria presenza. Si rende quindi necessario delimitare la propria zona di appartenenza, utilizzare degli elementi naturali (un fiume, un rilievo, un lago, ecc.) ovvero tracciare una delimitazione grazie alla quale individuare un perimetro al cui interno una comunità risiede stabilmente, esercita le proprie attività e consolida la sua presenza attraverso la costruzione di case e di supporti per le proprie attività (stalle, recinti, granai, magazzini, ecc.).  Il mito di Romolo e Remo rappresenta da un lato la maniera sacrale con la quale veniva individuato il sito sul quale tracciare il perimetro del nucleo originario di un nuovo insediamento umano, dall’altro l’inviolabilità che assumeva il confine così tracciato, che andava difeso anche in maniera cruenta. Non potevamo che non suggerire all’Associazione Nazionale Città del Vino, che abbraccia tutte le Regioni della nostra nazione, il tema dedicato ai Confini, in ossequio a Gorizia che ha ospitato quest’anno un meraviglioso Concorso Enologico Internazionale, dove i giurati hanno potuto vivere di persona, il confine che non c’è più. 

 

https://gruppoermadavf. blogspot.com/2024/02/il-nuovo- concorso-letterario-racconti. html?m=1

Città del Vino – Alto Piemonte Gran Monferrato gran finale per la Città Europea del Vino 2024. Territorio protagonista al vertice del mondo vitivinicolo

Inaugura a Roma lo studio Gallery MaureenArt dello scultore Paonessa

Nell’animato ed elegante quartiere Sallustiano, fra Porta Pia e Via Veneto, in via Flavia 89, lo scultore Fernando Mario Paonessa apre Studio Gallery MaureenArt, pensato non soltanto come punto di riferimento per conoscere le opere del maestro, ma anche come un luogo d’incontro culturale che ospiterà, a cadenza mensile, presentazioni di libri, conversazioni sull’arte, piccoli concerti, secondo un cartellone curato dal critico d’arte Niccolò Lucarelli, in collaborazione con Sveva Manfredi Zavaglia.

Lo Studio ospiterà una mostra permanente di sculture e dipinti del maestro, una piccola parte della sua vasta produzione, sviluppata nel corso di una carriera che ha ormai raggiunto i cinquanta anni. Il maestro Paonessa alterna la sua attività di scultore fra Edimburgo e Roma, dove mantiene lo studio. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private nazionali ed estere con particolare diffusione di mercato in Gran Bretagna, Germania, Svizzera e Giappone. Diplomato in chimica industriale, giovanissimo si trasferisce a Roma per frequentare la Scuola delle Arti Ornamentali e Plastiche “N. Zabaglia”, dove consegue il diploma in scultura, e la facoltà di Storia dell’Arte dell’Università La Sapienza. È stato anche direttore artistico dell’Istituto Europeo Diffusione Arte di Roma e titolare del corso di scultura. Espone in Italia e all’estero, dagli Stati Uniti al Giappone e gli Emirati Arabi, passando per la Germania e la Gran Bretagna. Ha anche svolto un’intensa attività nel campo dell’editoria d’arte, fondando e dirigendo le riviste Controcampo Culturale e InformArti, sulle quali ha pubblicato saggi critici sull’opera di Alberto Giacometti, Auguste Rodin, Francesco Mochi e molti altri artisti del Novecento.

L’apertura dello Studio segna il primo passo di un nuovo, grande progetto artistico di respiro nazionale e internazionale curato da Niccolò Lucarelli, che nel prossimo biennio vedrà le opere di Paonessa esposte a Palazzo Farnese di Caprarola, Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago, Treviso, Montecarlo, Londra, e ovviamente Roma; il Giubileo sarà infatti l’occasione per una mostra, considerando le tante collaborazioni del maestro con il Vaticano e importanti edifici religiosi romani, in particolare la Basilica dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso. È in corso di definizione un progetto per esporre tre grandi sculture monumentali in bronzo all’interno della prestigiosa Galleria Colonna, fra settembre 2025 e gennaio 2026. Inoltre, il Maestro Paonessa consegnerà a Papa Francesco, nel giorno del suo compleanno, un ritratto in forma di scultura.

L’inaugurazione dello Studio Gallery MaureenArt è fissata per mercoledì 23 ottobre alle ore 17. Dopo di che, Studio Gallery MaureenArt sarà aperto dal lunedì al venerdì in orario 10-12 e 15-18.

Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo dal 3 ottobre al 2 marzo 2025

Domani apre la grande mostra “Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo”, che il pubblico potrà scoprire, inclusa nel biglietto d’ingresso al Castello, dal 3 ottobre 2024 fino al 2 marzo 2025, nella suggestiva cornice delle Sale dell’Armeria Superiore. Un’esposizione ricca di materiali, documenti e testimonianze, molti dei quali provenienti dal territorio marchigiano, opere del tutto inedite o poco note, che testimonia la connessione di Roma – città Eterna dei Papi dove passato e presente appaiono indissolubilmente legati – e del suo patrimonio storico, artistico e culturale con le Marche.

 La mostra è promossa dalla Regione Marche, dall’ATIM Agenzia per il Turismo e per l’Internazionalizzazione delle Marche, con la collaborazione della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e dell’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, con il patrocinio di Giubileo 2025 e Conferenza Episcopale Marchigiana. Prodotta e organizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare di Alessandro Nicosia con la curatela di Marco Pizzo e di Maria Cristina Bettini.

 Le Marche, tra storia e cultura, hanno tessuto nel corso dei secoli un legame profondo con la Chiesa cattolica. Il loro passato, intimamente connesso con lo Stato Pontificio, dominio temporale dei papi, ha contribuito a plasmare l’identità e il tessuto sociale della regione. L’autorità e l’influenza della Chiesa hanno permeato molteplici aspetti della società marchigiana, guidando le istituzioni, ispirando opere d’arte sacra e delineando le pratiche culturali e spirituali della popolazione. Le Marche rappresentano un crocevia di storia e fede, dove il patrimonio religioso si fonde armoniosamente con il tessuto della vita quotidiana, caratterizzando le radici culturali della regione e rafforzandone il ruolo centrale nella storia ecclesiastica dell’Italia.

 L’obiettivo è quello di far affiorare l’intreccio tra arte, cultura e spiritualità, il profondo e persistente legame con il territorio marchigiano, coinvolgendo e catturando la curiosità di turisti, amatori e devoti verso la scoperta di questi luoghi.

Le figure dei santi marchigiani sono riuscite a caratterizzare perfettamente le istanze del loro tempo divenendo punti di riferimento religioso e artistico come, ad esempio, San Nicola da Tolentino.

 “La mostra ‘Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo’ – dichiara Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche – offre un viaggio straordinario attraverso la storia, l’arte e la spiritualità che unisce il territorio marchigiano alla Città Eterna. L’esposizione, che si snoda tra documenti preziosi e opere inedite, celebra il legame profondo tra le Marche e la Chiesa cattolica, rivelando l’influenza che i papi e i santi nati in questa regione hanno avuto nel plasmare la cultura ecclesiastica e artistica italiana. Un’occasione imperdibile per immergersi in una storia di fede e arte in un museo prestigioso come Castel Sant’Angelo, ma anche un’importante vetrina per la promozione del territorio marchigiano. Attraverso il dialogo tra arte sacra e storia ecclesiastica, questa esposizione invita infatti i visitatori ad esplorare la nostra regione per scoprirne le radici culturali e spirituali. Abbiamo dunque un’opportunità unica per valorizzare il patrimonio delle Marche, attirando l’attenzione di turisti, studiosi e appassionati d’arte verso un territorio ricco di tradizioni, paesaggi e cultura, favorendo così la crescita del turismo e la conoscenza delle sue eccellenze”.

 Prosegue S.E.R. Mons. Rino FisichellaPro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da Papa Francesco all’organizzazione del Giubileo 2025: “Mentre mi congratulo per la lodevole iniziativa, auspico che i visitatori possano trasformarsi ‘Pellegrini di Speranza’ e che nel loro cammino verso la Porta Santa possano essere edificati dalle eminenti personalità che questa mostra desidera raccontare”.

 “Questa mostra nasce dalla storia e dalla straordinaria fecondità spirituale e culturale della terra marchigiana – spiega S.E.R. Mons. Nazzareno Marconipresidente della Conferenza Episcopale Marchigiana – Le Marche sono cristiane grazie a Roma ma, essendo una terra feconda e grata, hanno ben presto preso a restituire a Roma una grande ricchezza di fede, di cultura, di vita cristiana. È così che fin dal IV secolo dalle Marche cristiane sono sorti i primi santi la cui fama ha raggiunto Roma, come San Marcellino di Ancona citato da San Gregorio Magno. Ancora di più nel Medioevo, le Marche hanno restituito a Roma il dono della fede attraverso nuove vie di pellegrinaggio dove già dalla fine del 1200, sono giunti nell’Urbe, i primi grandi papi marchigiani. Poi ‘dal cielo’ il 10 dicembre 1294 avveniva la ‘Venuta’ della Santa Casa a Loreto. Giunta dal cielo la Santa Casa darà origine ad una terza strada di legame tra Roma e le Marche, una via più celeste che terrestre, segnata dai passi dei pellegrini e sulla quale i papi ed i santi marchigiani prenderanno ad andare e venire da Roma: La via Lauretana”.

Dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, nella prefazione al catalogo della Mostra: “Nella precipua ottica di lettura e interpretazione delle realtà territoriali, la mostra guarda al panorama di abbazie, monasteri e luoghi di pellegrinaggio della regione e entra al suo interno, per rivelarne le storie, in un intrigante intreccio di voci, volti, tradizioni e memorie antiche che riescono ad attualizzarne la potente portata e a diffonderne il messaggio, dialogando sapientemente con la contemporaneità. E così le figure dei nove papi, alle quali le Marche hanno conferito i natali, vengono analizzate attraverso i tratti più caratteristici e significativi del rapporto tra territorio e fede, tratteggiando un quadro inedito e affascinante”.

 La mostra sarà divisa in 3 sezioni: nella prima vedremo il racconto dei papi (età medievale, età moderna, Risorgimento) attraverso biografie ed elementi che li contraddistinguono come ritratti, medaglie, oggetti legati alla loro committenza. Come nel caso del tabernacolo di El Greco legato alla figura del Papa Sisto V. Nella seconda i santi e i beati (San Marcellino, San Nicola da Tolentino, il Beato Sante, San Giacomo della Marca, Santa Camilla Battista da Varano, San Giuseppe da Copertino, Santa Veronica Giuliani, Santa Maria Goretti) attraverso incisioni, quadri, oggetti di culto e di valore spirituale come le preziose pagine dell’Evangelario di San Marcellino risalente al VI secolo. Nella terza gli itinerari sacri delle Marche: eremi, oratori, santuari, abbazie, rinomate chiese e cattedrali, splendide testimonianze dell’arte romanica e rinascimentale. Questa sezione sarà illustrata anche attraverso mappe, piante e disegni antichi, spesso poco conosciuti o totalmente inediti. Quella che per noi appare la meta di un viaggio era un tempo la tappa di un più complesso itinerario dell’anima, ricerca di luoghi sacri, ma anche di luoghi di riflessione e connessione interiore.

 Il percorso sarà narrato attraverso documenti provenienti da una vasta gamma di fonti, che spaziano dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni religiose, dai prestatori privati ai collezionisti. Ogni sezione del percorso sarà arricchita dall’esposizione di opere d’arte autentiche, manufatti originali, reperti archeologici, documenti storici, fotografie e filmati, offrendo ai visitatori un’esperienza ricca di conoscenze ed emozioni. Allo stesso modo le figure dei santi saranno documentate oltre che da profili biografici anche da suggestioni spirituali tratte dai loro scritti o da processi di santificazione che ne hanno fatto affiorare la ‘modernità’. Si pensi ad esempio alla figura di Santa Maria Goretti, divenuta espressione nel XX secolo della spiritualità dei padri passionisti di San Leonardo della Croce, che sarà presente in mostra con la rara reliquia della sua veste.

La visita dei loro ‘luoghi’ e il pellegrinaggio sulle loro tombe diventa quindi un cammino verso la conoscenza di una cultura antica ancora in grado di parlare ai contemporanei.

 

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