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Andrea Bajani

Domani niente scuola, di Andrea Bajani

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Domani niente scuola (2008) dello scrittore e giornalista romano, classe 1975, Andrea Bajani rappresenta un tentativo di decostruzione attraverso la testimonianza dello scrittore, l’immagine che sociologi e psicologi costruiscono degli adolescenti di oggi, un’immagine intrisa di violenza, di bullismo e di vandalismo, denunciata con toni allarmistici.

Liceo. Liceo è una di quelle parole con la peculiare capacità di saper evocare le più disparate emozioni, diverse da persona a persona. Ci sono persone che lo ricordano con la gioia dei primi amori, con la leggerezza dei pomeriggi passati con gli amici, chi con la spavalderia adolescenziale. Ci sono persone che lo ricordano con la sempre più forte sensazione di dover decidere come progettare la propria vita, chi con la pressione di dimostrare qualcosa a genitori, amici, al mondo. E poi, ci sono persone che, un po’ come Peter Pan, una volta cresciute, semplicemente dimenticano.

Andrea Bajani (Ogni promessa, Cordiali saluti, Mi spezzo ma non m’impiego) è una di quelle persone che non vuole dimenticare. Non vuole guardare i ragazzi dall’alto in basso con sguardi ricchi di rimproveri, senza riuscire a spiegarsi i loro comportamenti e i loro fluttuanti umori.  Andrea Bajani vuole tornare a capire come vivono, sentono, urlano gli adolescenti, per poter spiegare al mondo adulto il terreno ricco che ha riscoperto.

Per questo motivo lo scrittore e giornalista romano ha deciso di tentare un’avventura forse bizzarra, forse geniale: rivivere una delle esperienze più attese dagli studenti, la gita scolastica. Per ben tre volte, con classi di tre diverse scuole di tre diverse città, Bajani si è messo letteralmente lo zaino in spalla per condividere con ragazzi e professori qualche giornata di musei e passeggiate all’estero.

“In un mese ho fatto quello che ogni adolescente di questa terra pagherebbe per fare, e che ogni adulto non farebbe nemmeno con una pistola puntata alla tempia. Per tre volte mi sono trovato prigioniero volontario di tre scolaresche in gita, tre plotoni di ragazzi che da un anno aspettavano solo quel momento.”

Queste le parole con cui lo scrittore descrive la sua esperienza ma, attraverso le pagine, al lettore arriva forte la sensazione che non siano solo i ragazzi ad essersi divertiti e non solo lo scrittore ad aver imparato qualcosa.

Domani niente scuola è il risultato dell’ avventura di Bajani, una sorta di diario, un taccuino usato per raccogliere momenti, sensazioni e reazioni. La porta per accedere non alla vita di un gruppo di adolescenti con il mito della vita facile, delle marche, degli stereotipati “velina e calciatore”, bensì un percorso fatto con persone che hanno deciso di abbassare i muri della diffidenza ed accogliere tra loro un ex studente, rendendolo in modo complice uno di loro.

A Bajani va riconosciuto sicuramente il coraggio di presentarsi davanti a centinaia di giovani volti sconosciuti e diffidenti per dire: “Ragazzi, verrò in gita con voi”, ricevendo chissà quante occhiate incredule e musi lunghi, ma ancor più la voglia di affrontare le risate stupite del mondo adulto da cui proviene, insomma: una doppia chiusura che il giornalista è riuscito ad affrontare e annullare, dando vita ad un libro interessante e leggero, scorrevole e capace di passare dai toni più scherzosi a quelli maggiormente riflessivi e profondi, seguendo la vita degli studenti.

È una fissazione degli adulti, esattamente come è una fissazione degli adulti quella di smettere di cantare a voce alta, o di smettere di correre. O come quella di smettere di fidarsi”.

 

 

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