Mercoledì 13 novembre alle ore 17.00 presso il Padiglione/ STEKLENI DVORANI / C stand 22 alla Fiera AMBIENT IN DOM PLUS 2024 a Lubiana si è tenuta una nuova tappa in una location per una mostra tutta da scoprire che parla di una pietra unica, di territorio, di storia e lavoro.
La mostra “Da Lubiana a Trieste – La pietra di Aurisina, del Carso e dell’Istria, in Italia e nel mondo” arriva a Lubiana nell’ambito della
33esima edizione di Ambient and Home Plus Fair, fiera dell’interior design e della ristrutturazione della casa, che si terrà dal 13 al 17
novembre presso il Centro Espositivo Economico.
La mostra, organizzata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, da un’idea di Massimo Romita nell’ambito del progetto Duinobook Terra, è un viaggio affascinante nel cuore di un territorio ricco di storia, arte e artigianato.
Questa esposizione, che promette di stupire chiunque la visiti è stata possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Trieste, il Comune di Duino Aurisina e la Città di Lubiana, all’Associazione Sloveno- Svedese in persone di Milanka e Stojan Jakopič, quest’ultimo
autore del libro sulla vita del principale costruttore di palazzi in tutto il mondo Gustav Toennis, oltre al supporto della Regione Friuli
Venezia Giulia, ed apre un vero e proprio panorama culturale che unisce tradizioni e modernità.
Le pietre, in questo contesto, non sono solo materiali da costruzione; diventano racconti viventi. Ognuna di esse ha una storia da narrare,
dai palazzi storici di Trieste all’artigianato che si estende fino a Budapest, Francia, Austria e Stati Uniti. I pannelli espositivi, adornati con fotografie evocative, ci riportano indietro nel tempo, facendo riaffiorare immagini di antiche aziende e affreschi che raccontano la vita quotidiana di un’epoca passata.
Seguendo il percorso dalla Slovenia ai monumenti di Trieste, scopriamo come questi materiali hanno plasmato edifici iconici, tra cui il maestoso Mausoleo di Teodorico. Non solo in Italia, ma anche in città lontane come Vienna e Sydney, la
Pietra di Aurisina e del Carso trova la sua voce, portando con sé l’eleganza di una lavorazione artigianale che resiste nel tempo.
Un tocco personale viene dall’esposizione di modellini realizzati dall’artista Umberto Radivo, che ha saputo catturare l’essenza di questi palazzi utilizzando solo le sue mani e qualche fotografia.
In aggiunta, troviamo uno spazio dedicato alle aziende locali di marmo e agli scalpellini, veri protagonisti di questa avventura artistica
che da Carso si espande nel mondo con orgoglio.
Le tre gigantografie delle Cave dall’alto, che separano le varie sezioni, offrono una vista spettacolare delle cave di Aurisina, Repen
e Lipiza, creando un collegamento visivo tra il passato e il presente. Insomma, un invito a esplorare, scoprire e apprezzare
un patrimonio che parla il linguaggio universale della bellezza e dell’artigianato.
All’interno della mostra uno spazio dedicato alle iniziative che valorizzano la pietra di Aurisina come fonte di ispirazione per
progetti artistici che spaziano su vari fronti. Grazie all’associazione Casa Cave con Kamen e Carso Creattivo e Ures che hanno voluto supportare l’iniziativa.
Domani apre la grande mostra “Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo”, che il pubblico potrà scoprire, inclusa nel biglietto d’ingresso al Castello, dal 3 ottobre 2024 fino al 2 marzo 2025, nella suggestiva cornice delle Sale dell’Armeria Superiore. Un’esposizione ricca di materiali, documenti e testimonianze, molti dei quali provenienti dal territorio marchigiano, opere del tutto inedite o poco note, che testimonia la connessione di Roma – città Eterna dei Papi dove passato e presente appaiono indissolubilmente legati – e del suo patrimonio storico, artistico e culturale con le Marche.
La mostra è promossa dalla Regione Marche, dall’ATIM Agenzia per il Turismo e per l’Internazionalizzazione delle Marche, con la collaborazione della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e dell’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, con il patrocinio di Giubileo 2025 e Conferenza Episcopale Marchigiana. Prodotta e organizzata daC.O.R. Creare Organizzare Realizzare di Alessandro Nicosia con la curatela di Marco Pizzo e di Maria Cristina Bettini.
Le Marche, tra storia e cultura, hanno tessuto nel corso dei secoli un legame profondo con la Chiesa cattolica. Il loro passato, intimamente connesso con lo Stato Pontificio, dominio temporale dei papi, ha contribuito a plasmare l’identità e il tessuto sociale della regione. L’autorità e l’influenza della Chiesa hanno permeato molteplici aspetti della società marchigiana, guidando le istituzioni, ispirando opere d’arte sacra e delineando le pratiche culturali e spirituali della popolazione. Le Marche rappresentano un crocevia di storia e fede, dove il patrimonio religioso si fonde armoniosamente con il tessuto della vita quotidiana, caratterizzando le radici culturali della regione e rafforzandone il ruolo centrale nella storia ecclesiastica dell’Italia.
L’obiettivo è quello di far affiorare l’intreccio tra arte, cultura e spiritualità, il profondo e persistente legame con il territorio marchigiano, coinvolgendo e catturando la curiosità di turisti, amatori e devoti verso la scoperta di questi luoghi.
Le figure dei santi marchigiani sono riuscite a caratterizzare perfettamente le istanze del loro tempo divenendo punti di riferimento religioso e artistico come, ad esempio, San Nicola da Tolentino.
“La mostra ‘Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo’ – dichiara Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche – offre un viaggio straordinario attraverso la storia, l’arte e la spiritualità che unisce il territorio marchigiano alla Città Eterna. L’esposizione, che si snoda tra documenti preziosi e opere inedite, celebra il legame profondo tra le Marche e la Chiesa cattolica, rivelando l’influenza che i papi e i santi nati in questa regione hanno avuto nel plasmare la cultura ecclesiastica e artistica italiana. Un’occasione imperdibile per immergersi in una storia di fede e arte in un museo prestigioso come Castel Sant’Angelo, ma anche un’importante vetrina per la promozione del territorio marchigiano. Attraverso il dialogo tra arte sacra e storia ecclesiastica, questa esposizione invita infatti i visitatori ad esplorare la nostra regione per scoprirne le radici culturali e spirituali. Abbiamo dunque un’opportunità unica per valorizzare il patrimonio delle Marche, attirando l’attenzione di turisti, studiosi e appassionati d’arte verso un territorio ricco di tradizioni, paesaggi e cultura, favorendo così la crescita del turismo e la conoscenza delle sue eccellenze”.
Prosegue S.E.R. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da Papa Francesco all’organizzazione del Giubileo 2025: “Mentre mi congratulo per la lodevole iniziativa, auspico che i visitatori possano trasformarsi ‘Pellegrini di Speranza’ e che nel loro cammino verso la Porta Santa possano essere edificati dalle eminenti personalità che questa mostra desidera raccontare”.
“Questa mostra nasce dalla storia e dalla straordinaria fecondità spirituale e culturale della terra marchigiana – spiega S.E.R. Mons. Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana – Le Marche sono cristiane grazie a Roma ma, essendo una terra feconda e grata, hanno ben presto preso a restituire a Roma una grande ricchezza di fede, di cultura, di vita cristiana. È così che fin dal IV secolo dalle Marche cristiane sono sorti i primi santi la cui fama ha raggiunto Roma, come San Marcellino di Ancona citato da San Gregorio Magno. Ancora di più nel Medioevo, le Marche hanno restituito a Roma il dono della fede attraverso nuove vie di pellegrinaggio dove già dalla fine del 1200, sono giunti nell’Urbe, i primi grandi papi marchigiani. Poi ‘dal cielo’ il 10 dicembre 1294 avveniva la ‘Venuta’ della Santa Casa a Loreto. Giunta dal cielo la Santa Casa darà origine ad una terza strada di legame tra Roma e le Marche, una via più celeste che terrestre, segnata dai passi dei pellegrini e sulla quale i papi ed i santi marchigiani prenderanno ad andare e venire da Roma: La via Lauretana”.
Dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, nella prefazione al catalogo della Mostra: “Nella precipua ottica di lettura e interpretazione delle realtà territoriali, la mostra guarda al panorama di abbazie, monasteri e luoghi di pellegrinaggio della regione e entra al suo interno, per rivelarne le storie, in un intrigante intreccio di voci, volti, tradizioni e memorie antiche che riescono ad attualizzarne la potente portata e a diffonderne il messaggio, dialogando sapientemente con la contemporaneità. E così le figure dei nove papi, alle quali le Marche hanno conferito i natali, vengono analizzate attraverso i tratti più caratteristici e significativi del rapporto tra territorio e fede, tratteggiando un quadro inedito e affascinante”.
La mostra sarà divisa in 3 sezioni: nella prima vedremo il racconto dei papi (età medievale, età moderna, Risorgimento) attraverso biografie ed elementi che li contraddistinguono come ritratti, medaglie, oggetti legati alla loro committenza. Come nel caso del tabernacolo di El Greco legato alla figura del Papa Sisto V. Nella seconda i santi e i beati (San Marcellino, San Nicola da Tolentino, il Beato Sante, San Giacomo della Marca, Santa Camilla Battista da Varano, San Giuseppe da Copertino, Santa Veronica Giuliani, Santa Maria Goretti) attraverso incisioni, quadri, oggetti di culto e di valore spirituale come le preziose pagine dell’Evangelario di San Marcellino risalente al VI secolo. Nella terza gli itinerari sacri delle Marche: eremi, oratori, santuari, abbazie, rinomate chiese e cattedrali, splendide testimonianze dell’arte romanica e rinascimentale. Questa sezione sarà illustrata anche attraverso mappe, piante e disegni antichi, spesso poco conosciuti o totalmente inediti. Quella che per noi appare la meta di un viaggio era un tempo la tappa di un più complesso itinerario dell’anima, ricerca di luoghi sacri, ma anche di luoghi di riflessione e connessione interiore.
Il percorso sarà narrato attraverso documenti provenienti da una vasta gamma di fonti, che spaziano dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni religiose, dai prestatori privati ai collezionisti. Ogni sezione del percorso sarà arricchita dall’esposizione di opere d’arte autentiche, manufatti originali, reperti archeologici, documenti storici, fotografie e filmati, offrendo ai visitatori un’esperienza ricca di conoscenze ed emozioni. Allo stesso modo le figure dei santi saranno documentate oltre che da profili biografici anche da suggestioni spirituali tratte dai loro scritti o da processi di santificazione che ne hanno fatto affiorare la ‘modernità’. Si pensi ad esempio alla figura di Santa Maria Goretti, divenuta espressione nel XX secolo della spiritualità dei padri passionisti di San Leonardo della Croce, che sarà presente in mostra con la rara reliquia della sua veste.
La visita dei loro ‘luoghi’ e il pellegrinaggio sulle loro tombe diventa quindi un cammino verso la conoscenza di una cultura antica ancora in grado di parlare ai contemporanei.
Sabato 5 Ottobre 2024 dalle ore 18.00 presso il Museo D’arte e Scienza di Milano (MAS), sarà inaugurata la mostra “On Leonardo’s road”, organizzata dalla FC Art Curator Events della storica e critica d’arte Francesca Callipari e dedicata al genio immortale di Leonardo da Vinci.
Omaggiando idealmente il grande genio di tutti i tempi Leonardo Da Vinci– che proprio a Milano, arrivato nel 1482, diede prova della sua straordinaria capacità di eccellere in ogni campo, lasciando una traccia indelebile nella storia della città – si propone una mostra collettiva di arte contemporanea che riunisce le opere di artisti italiani ed internazionali, provenienti da diversi Paesi, quali: ITALIA, AUSTRIA, ROMANIA, GRECIA, RUSSIA, INDIA, TAIWAN, FRANCIA, CROAZIA, POLONIA, SLOVACCHIA, COLOMBIA, INGHILTERRA, GERMANIA.
Nella città di Milano, infatti, il genio italiano trascorse quasi 20 anni, il periodo più lungo della sua vita. Vasari narra che l’eclettico Leonardo si recò a Milano nel 1482, ai servigi di Ludovico il Moro, dove arrivò per partecipare a un concorso per musicisti e sbaragliò tutti i concorrenti suonando una lira d’argento a forma di teschio di cavallo, costruitosi da solo.
La produzione di Leonardo fu ricca e articolata durante la sua lunga permanenza nella città meneghina: qui dipinse due delle opere più enigmatiche della sua produzione, L’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, e la Dama con l’Ermellino. E inoltre creò i due codici tutt’ora conservati nella città: il Codice Atlantico e il Codice Trivulziano. E ancora di grande importanza sono gli studi di urbanistica compiuti durante il periodo della peste a Milano (1484-1485).
Circa 30 le opere in esposizione, unitamente ad altre presentate in video-esposizione, che condurranno l’osservatore in uno straordinario viaggio tra generi e tecniche artistiche diverse, perseguite dagli artisti contemporanei, passando dalla pittura alla scultura; dall’oreficeria alla fotografia; dall’arte digitale a piccole installazioni.
Tra paesaggi, atmosfere surreali ed oniriche o ritratti che simulano la realtà, gli artisti esprimono le loro emozioni, facendo sì che l’esempio del grande Leonardo sia per loro un invito a spingersi sempre oltre ciò che sembra possibile, oltrepassando le barriere al fine di giungere a nuove forme e tecniche artistiche.
La mostra si svolgerà fino al 11 Ottobre nelle bellissime Sale Leonardo del Museo Mas di Milano, mentre nella Sala degli arazzi, durante la serata inaugurale, avrà luogo la presentazione critica dell’evento a cura della dott.ssa Francesca Callipari, con interventi di alcuni ospiti e degli stessi artisti.
L’evento sarà documentato e seguito dalla web tv “I Love Italy TV & Gallery” e dal sito web di informazione culturale “I Love Italy News”.
On Leonardo’s road. In esposizione fisica opere dei seguenti artisti:
AGUS STEFANIA • ALESSANDRINI SERGIO • ARRIGONI PAOLA • AURELI SABRINA • AVELLINO FLORIANA • AVELLINO VIVIANA • CARIANOPOL CLAUDIA • CIAMPI LUISA • DEGANI LAURA • DUPONT JOSINE • DURBACA MIOARA • FARG2 • GENTILCORE GIACOMO • GHIZZARDI MARIO • GHOSH SWATI • GOBBI VALENTINA • KAISERLIS IOANNIS •KOMPEL SVETLANA • LA PIRAGESSICA• LEPORE LAURA • LEVI MARCO • MEVOLI MINA • MITTERHUBER CHRISTINA • MURGIA GIAMPIERO • OGLIARI ORNELLA • PARELLO CARMELINA • RUSSO LILLY • SEVERI ANDREA • TOY BLAISE
TRAMONTIN PAOLA • TRIANTAFILLOU AGGELIKI
con la partecipazione straordinaria dell’artista-orafo internazionale TOMMASO LUCARELLI
L’artista bergamasco Ivano Facchetti è tra gli artisti contemporanei italiani che vende di più, le sue opere (super)pop sono espressione di vitalità a metà tra arte e design, frutto di passione e studio. Celebre il suo Batman rappresentato nella sua ambiguità morale e iconicità.
L’arte di Ivano Facchetti, il rinomato Re del Super Pop italiano, continua a incantare e stupire il mondo con la sua straordinaria originalità e vitalità. È con grande emozione che Galimberti Home Collection, in collaborazione con Artekaos Milano, annuncia l’esposizione di alcune delle opere più iconiche di Facchetti in occasione dell’inaugurazione del nuovo spazio espositivo a San Babila, Milano.
In un’epoca in cui l’arte si fonde con il design e la creatività diventa sinonimo di innovazione, le opere di Ivano Facchetti si ergono come pionieristiche e visionarie. Ogni pezzo è un’esplosione di colori, forme e concetti che catturano l’essenza stessa della cultura contemporanea, trasformando ogni osservatore in un partecipe attivo di una narrazione unica e coinvolgente.
L’apertura di questo nuovo spazio espositivo è ancor più significativa poiché coincide con l’apertura del prestigioso Salone del Mobile 2024 presso gli spazi di Rho Milano Fiera dal 16 al 21 aprile 2024. Questo laboratorio di sperimentazione e contaminazione diventa il palcoscenico perfetto per presentare le opere di Facchetti, unendo arte e design in un connubio di straordinaria bellezza e innovazione. Le opere selezionate di Ivano Facchetti, esposte presso Galimberti Home Collection, offrono uno sguardo privilegiato nell’universo creativo di questo genio dell’arte contemporanea.
1 Perché sei definito il re della super pop, cos’è per te la super pop e cosa ti distingue dagli artisti pop soprattutto italiani?
Sono definito il Re della Super Pop perché la mia arte si distingue per l’energia e la vivacità che trasmette, catturando l’essenza stessa della cultura popolare contemporanea. Per me, la Super Pop è un’espressione di gioia, vitalità e dinamismo, che si manifesta attraverso colori vibranti e forme audaci. Ciò che mi distingue dagli altri artisti pop, soprattutto italiani, è la mia capacità di trasformare la vita quotidiana in qualcosa di straordinario, portando un tocco unico e originale al movimento. Le mie creazioni 3D vantano una storia decennale di ricerca e sviluppo, durante la quale ho dedicato anni allo studio approfondito e all’analisi dettagliata per portare alla luce ciò che prima non esisteva.
2 Vendi bene le tue opere. Chi è il compratore tipo?
Le mie opere hanno un vasto appeal e attraggono una varietà di acquirenti, ma il compratore tipo è spesso un appassionato d’arte che apprezza la freschezza e l’originalità della mia visione artistica.
Coloro che acquistano le mie opere sono attratti dalla loro energia positiva e dalla loro capacità di trasmettere emozioni forti e immediate. Collezionisti d’arte appassionati, amanti della cultura pop, e professionisti del settore artistico sono solo alcune delle persone che acquistano le mie opere. Ciò che li unisce è la ricerca di opere che trasmettano emozioni forti e che abbiano un impatto visivo potente.
3 C’è qualche esponente in particolare della pop art che ti ha ispirato, che ti ha reso sicuro che la strada giusta fosse questa che hai intrapreso?
Certamente, mi sono ispirato a molti grandi artisti della pop art come Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Keith Haring. Il loro coraggio nel rompere le convenzioni artistiche e nel celebrare la cultura popolare mi ha ispirato profondamente e mi ha reso sicuro che la strada che avevo intrapreso fosse quella giusta per me. L’audacia nell’affrontare temi della cultura di massa e la sua abilità nel trasformare oggetti comuni in icone hanno avuto un impatto profondo sulla mia arte e sulla mia visione artistica.
4 Batman come tutti i supereroi è popolare, perché hai scelto proprio lui?
Ho scelto Batman come soggetto delle mie opere perché lo considero un simbolo iconico della cultura popolare contemporanea. Il suo status di supereroe e la sua ambiguità morale lo rendono un soggetto affascinante da esplorare artisticamente. Inoltre, la sua iconica maschera e il suo mantello nero si prestano a rappresentazioni visivamente accattivanti e suggestive.
5 L’arte pop guarda fuori, al mondo, ma davvero secondo te essa è riuscita totalmente nell’intento di desimbolizzare l’oggetto, rendendolo un fatto?
L’arte pop ha certamente contribuito a desimbolizzare gli oggetti, trasformandoli in fatti artistici. Tuttavia, credo che la desimbolizzazione sia un processo in continuo movimento, e che l’arte pop continui a sfidare e ridefinire i nostri concetti di simbolo e significato attraverso la sua esplorazione della cultura di massa e della società contemporanea.
6 Nell’era dell’arte digitale e degli NTF, la pop art continua ad avere successo, perché? E cosa pensi degli incassi record degli NTF?
Nonostante l’era digitale e la crescente popolarità degli NTF, la pop art continua ad avere successo perché parla direttamente alla nostra esperienza quotidiana e alla nostra cultura condivisa. Le opere pop sono accessibili e immediate, e offrono un modo potente per esplorare e commentare la nostra società in continuo cambiamento. Riguardo agli incassi record degli NTF, penso che siano un riflesso della crescente accettazione e adozione della tecnologia blockchain nel mondo dell’arte, offrendo nuove opportunità per gli artisti di raggiungere un pubblico globale e di monetizzare il loro lavoro.
7 Avere una tua opera in casa, ufficio, studio, cosa dovrebbe voler dire per chi ce l’ha?
Avere una mia opera in casa, in ufficio o in uno studio è molto più di possedere un semplice oggetto d’arte. Significa portare con sé un pezzo della mia visione artistica, un frammento di quel mondo vibrante e pieno di vita che cerco di catturare nelle mie opere. Spero che ogni mia opera possa essere vista non solo come un oggetto decorativo, ma come un contributo alla storia dell’arte contemporanea, un riflesso della nostra cultura e della nostra esperienza condivisa.
8 Stai lavorando ad un nuovo progetto? Cosa ti aspetti?
Sì, sto sempre lavorando a nuovi progetti. Attualmente sto esplorando nuove tecniche e materiali per portare la mia arte a nuovi livelli di espressione e originalità. Mi aspetto che i miei progetti futuri continuino a sorprendere e a ispirare il pubblico, portando un tocco di freschezza e innovazione al panorama dell’arte contemporanea. Il mio processo creativo è un viaggio emozionante e spontaneo. Inizio con un’idea o un concetto che mi sta a cuore e poi lascio che la mia immaginazione prenda il sopravvento. Sperimento con diversi materiali e tecniche, lasciandomi guidare dall’energia del momento. Il risultato è un’opera che ha vita propria, che parla direttamente al cuore e all’anima di chi la osserva.
“Socialhenge” è il titolo del nuovo pezzo di video arte dell’artista emergente veneto Enrico Dedin che trasforma virtualmente l’iconico complesso megalitico di Stonehenge in un cerchio di schermi sociali. Dedin ci conduce attraverso un’indagine antropologica che mescola epoche, dalla Preistoria alla Post-Storia, dall’Età del Bronzo all’Età del Silicio.
Il sito archeologico di Stonehenge nel sud dell’Inghilterra attira ogni anno migliaia di persone per celebrare il solstizio d’estate: il giorno più lungo dell’anno. Il mistero della sua origine e il modo in cui il sorgere del sole si adatta alle costruzioni hanno
reso Stonehenge un luogo di pellegrinaggio mondiale. Migliaia di persone di diverse nazionalità affollano il monumento megalitico per
assistere al tramonto del 20 giugno e all’alba del giorno successivo, in un evento unico che mescola festa e spiritualità.
Il dibattito sulla dialettica tra l’opera d’arte fisica e la sua versione digitale coniata come NFT da numeri sempre crescenti di musei negli ultimi mesi, sono perlopiù informate dall’idea del gemello digitale. È molto meno di una versione digitale identica che ha la stessa aura dell’originale con cui condivide un’esistenza. Potrebbe benissimo essere il caso che l’idea di un gemello digitale di per sé possa ispirare un nuovo modo di pensare per le NFT, sebbene questo possa essere informato anche dal phygital.
L’artista italiano Bruno Salvatore Latella (LBS) presenta un trittico intitolato “No Money, No War, No Web”nella città di Los Angeles. Si tratta di un progetto senza precedenti: per la prima volta al mondo una singola e specifica opera di street art è stata presentata contemporaneamente in più città del globo, inaugurando così l’avvento della prima forma di “Globalized Street Art”.
Il progetto rappresenta una potente denuncia contro la crescente distruzione dei confini fisici e ideologici che caratterizzano il mondo moderno.
La performance, coordinata in maniera meticolosa per far fronte al problema dei diversi fusi orari, è iniziata da Est, in Ucraina, per concludersi negli Stati Uniti.
L’obiettivo dell’artista LBS è sia quello di creare una “Performance Anti-propagandistica”, sia quello di unire street artist provenienti da tutto il mondo che, abbracciando la visione d’insieme, hanno permesso la sua realizzazione.
Le città coinvolte in questo progetto sono:
Odessa (Ucraina), Budapest (Ungheria), Roma, Milano (Italia), Barcellona (Spagna), Berlino (Germania), Amsterdam (Paesi Bassi), Cape Town (Sud Africa), Koszalin (Polonia), Londra (UK), Los Angeles (USA).
Il trittico rappresenta tre diverse tipologie di entità contemporanee, non legate esclusivamente alla guerra:
Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, emblema dell’attuale conflitto monetario tra Occidente e Oriente che sta portando con la crisi Evergrande a un probabile futuro crollo economico delle banche mondiali e ad una possibile guerra nei confronti di Taiwan;
Elon Musk, figura criptica contemporanea, grande imprenditore ma allo stesso tempo artefice del destino del Web, il quale, attualmente, detiene il controllo del sistema di comunicazione internet satellitare Starlink in Ucraina e della piattaforma social X;
Vladimir Putin, presidente dell’attuale ex Unione Sovietica, tiranno artefice della distruzione dello Stato ucraino e russo, attraverso una propaganda tesa al concetto di “denazificazione” dell’Ucraina stessa, paradossalmente sta simulando le gesta storiche dei dittatori di inizio ‘900.
La mission che si pone l’artista è quello di permettere, alla sua e alle nuove generazioni, di aprire gli occhi, in quanto la passività liquida che stiamo vivendo sta sottomettendo gli individui e sta portando alla creazione di nuovi falsi Homo-Dei: Il denaro, la guerra ed il Web.
In modo squisitamente metaforico, questa performance ha unito gli artisti di tutto il mondo in una lotta artivista nei confronti di questi finti Dei.
L’artista italiano ha una visione che combina il movimento artivista della “super-società liquida” con la Pop art postmoderna. Tale visione si esprime attraverso un simbolismo basato sull’analisi semiologica, sociologica e filosofica/teologica della società contemporanea, caratterizzata dalla tecnocrazia, dalla cultura passiva e dalla mancanza di sogni e certezze, in particolare nelle nuove generazioni. La sua opera è guidata dalla convinzione che “la conoscenza porta alla distruzione e alla rinascita“. LBS utilizza una varietà di tecniche, tra cui fotografia, disegno digitale, stampe fine art e pittura, prendendo ispirazione da opere rinascimentali, simboliste, Pop art e Street art, al fine di comunicare in modo efficace il suo messaggio concettuale e sociale.
La artistica di Latella ha una componente pedagogica legata alla sua formazione accademica e alle idee che guidano i suoi progetti. L’artista ha raggiunto tappe significative nella sua carriera, tra cui esposizioni personali, pubblicazioni e premi. Tra i progetti futuri, ci sono ulteriori esposizioni e opere di Street art sia in Italia che all’estero, su invito di collezionisti e enti privati e pubblici.
L’artista
LBS è nato a Reggio Calabria nel 1999. Da musicista classico a “maestro” delle arti visive, coniuga in modo unico gli studi umanistici con la sua produzione artistica, trasformando idee e visioni in opere d’arte avvincenti. Situato all’incrocio tra il concettualismo, l’estetismo e l’artivismo,
LBS ha rapidamente conquistato notorietà, collezionando premi prestigiosi. La sua street art potente e socialmente critica ha ottenuto riconoscimenti diffusi e apparizioni sui media nazionali. LBS affronta coraggiosamente le problematiche della società, invitando lo spettatore a confrontarsi apertamente con le sfide del mondo contemporaneo.
La sua visione unica si fonde con l’artivismo nella “super-società liquida”, esplorando simbolicamente la società contemporanea e la mancanza di sogni e certezze. Con una tecnica che combina fotografia, disegno digitale, progettazione di stampe fine art e pittura, LBS trae ispirazione da diverse correnti artistiche, creando un linguaggio visivo incisivo.
Le sue opere comunicano un messaggio concettuale e sociale, con un profilo pedagogico che riflette la sua formazione accademica. LBS è stato protagonista di mostre e pubblicazioni importanti, con una crescita costante nella sua carriera artistica. Preparati a essere rapito da LBS, un artista che usa l’arte come catalizzatore per il cambiamento, richiamando la nostra umanità e offrendo una speranza luminosa per il futuro.
La Casa Russa a Roma apre la nuova stagione culturale con la tanto attesa proiezione del film “Il museo ideale. Il ritorno del Rinascimento” (Russia, 2023) il 28 settembre alle ore 18:30.
Il documentario è incentrato sulla storia dei restauratori provenienti da vari paesi che hanno lavorato sul restauro delle preziose sculture del Rinascimento, che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale furono portati dall’Italia in Germania e poi nell’Unione Sovietica. Le opere furono successivamente restituite alla Germania e oggi costituiscono la base della collezione della Galleria di Dresda e dell’Isola dei musei di Berlino.
“Questo documentario, che intreccia gli eventi di Berlino, Mosca e Firenze, in uno stile affascinante, quasi poliziesco, rievoca la felice storia di un’esemplare cooperazione internazionale che ha permesso di salvare il patrimonio culturale dei maestri del Rinascimento fiorentino”, afferma il direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt.
Le riprese si sono svolte negli archivi e nei laboratori dei musei di Mosca, San Pietroburgo, Berlino e Firenze. I dipendenti del Museo Puškin e dell’Ermitage raccontano nel film episodi sconosciuti del lavoro dei loro colleghi negli anni ’50 per salvare e restituire le collezioni di scultura e pittura.
La prima del film della società di produzione cinematografica Syntez-Integra, con il supporto del Museo Statale di Belle Arti “A.S. Puškin”, delle Gallerie degli Uffizi e della Fondazione “Stella Art Foundation”, si è svolta quest’estate a Firenze nell’ambito del festival “Apriti Cinema”.
La proiezione presso la Casa Russa a Roma si terrà alla presenza del regista del film Ivan Bolotnikov, del compositore Leonardo Benazzi, di produttori e altri partecipanti al progetto. Sarà inoltre inaugurata una mostra fotografica dedicata a questa collezione, conosciuta come “Progetto Donatello”.