Everland-percorsi di ricerca. Parte la prima edizione della rassegna internazionale a Roma

Roma si prepara ad accogliere un nuovo appuntamento con l’arte contemporanea. Dal 26 aprile al 3 maggio, la Galleria d’Arte “IL LEONE”, a pochi passi dal Colosseo, ospiterà la prima edizione della Rassegna d’Arte Internazionale “Everland Art – Percorsi di Ricerca, un evento che promette di trasformare la capitale in un crocevia di creatività e sperimentazione.

Curata dall’associazione Athenae Artis sotto la direzione artistica di Maria Di Stasio, la rassegna vedrà la partecipazione di 43 artisti selezionati, tra nomi affermati e talenti emergenti. Pittura, scultura e fotografia saranno protagoniste di un’esposizione che abbraccia linguaggi e sensibilità diverse, offrendo uno spaccato autentico delle tendenze artistiche contemporanee.

La selezione ha un respiro internazionale: oltre agli artisti italiani, saranno presenti rappresentanti da Stati Uniti, Francia, Grecia, Spagna e Israele, a testimonianza della vocazione globale della manifestazione.

Durante l’evento saranno esposte 58 opere, tra pittura, scultura e fotografia, creando un percorso espositivo eterogeneo e stimolante. L’esposizione avrà una dimensione fisica, ma includerà anche artisti che parteciperanno con video proiezioni, offrendo così una varietà di linguaggi visivi e arricchendo ulteriormente l’esperienza dei visitatori. Un mosaico di tecniche, materiali e linguaggi visivi guiderà i visitatori in un autentico viaggio sensoriale e intellettuale, dove ogni opera diventa occasione di emozione, riflessione e dialogo con il presente. Temi sociali, visioni collettive e interpretazioni personali si intrecciano, offrendo uno spaccato potente e significativo dell’arte contemporanea.

Maria Di Stasio, curatrice dell’evento, racconta così il senso di questa rassegna:

L’arte rappresenta una delle forme di comunicazione più antiche e universali al mondo, ma allo stesso tempo risulta spesso complesso descriverla appieno. È un intreccio di esperienze sensoriali che ti travolgono come un turbine, trascinandoti nel loro nucleo più profondo. È uno specchio attraverso il quale possiamo percepire noi stessi nella nostra essenza più autentica.

L’arte è un rifugio, una salvezza che ci abbraccia con il coraggio: il coraggio di affrontare e accogliere le nostre emozioni, soprattutto quelle più oscure. Richiede però ancor più ardimento trasformare dolore e traumi in qualcosa di bello. Questa trasformazione, quasi alchemica, è ciò che rende l’arte così potente e umana. La bellezza e le emozioni che l’arte riesce a evocare arricchiscono l’esistenza, offrendoci momenti di introspezione e contemplazione. Inoltre, essa ha il dono straordinario di creare un senso di appartenenza e identità culturale, permettendo alle persone di condividere esperienze comuni e di sentirsi più connesse alla propria comunità. È un linguaggio universale che trascende le parole, capace di unire e dare voce a sentimenti collettivi. L’arte è, in definitiva, una forma di espressione umana unica, attraverso la quale pensieri ed emozioni prendono vita nei più svariati stili e linguaggi visivi. Nello stile scelto dall’artista per dare corpo alle sue opere risiede, forse, la vera essenza dell’arte: la capacità di materializzare ciò che si prova, pensa e percepisce in qualcosa di tangibile. Le cinquanta opere visive, ognuna con il proprio linguaggio unico, tracciano percorsi personali attraverso impatti materici e simbolici. 

Gli artisti partecipanti sono:

Giovanni Vano, Inbal Kristin, Marco Eracli, Carmela Tulino, Donato Stabile, Silvia Orlandi, Alessandra Croce, Andrea Scardigli, Adriana Finazzi, Umberto Falvo, Danilo Calò, Teresa Saviano, Anna Matrosova, Katrien Vanderkelen, Maria Sturiale, Khanh Nguyen, Stefania Botta, Roberta Baldassano, Maria Flora Cocchi, Fabrizio Ceci, Christine Selzer, Lorenzo Trombino, Gabriella Zanchi, Enza Cotugno, Benedetta Dell’Uomo, Giuseppina Irene Groccia, Tommaso Garofalo, Riccardo Furlanetto, Paolo Lelli, Fabio Tolu & Rachele Cialdini, Rita Maurizi, Fabrizio Gentilini, Stefania Tagliabue, Sara Asquini, Simona Carbone, Patrizia Nigro, Giovanni Fasano, Lemma Patrizia,  Antonio Iovine, Antonio Panella, Raffaele Di Stasio, Alessandro Rinaldoni & Francesca Ghidini.

Il 26 aprile alle ore 17:30 si terrà il vernissage inaugurale, segnando l’inizio della prima edizione di questo prestigioso evento d’arte.

A guidare la presentazione sarà Maria Di Stasio, affiancata dalla critica e storica dell’arte Mariangela Bognolo, che offrirà un’approfondita lettura critica delle opere esposte.

Nel corso della serata, Bognolo analizzerà il lavoro di ciascun artista, fornendo spunti di riflessione e chiavi di lettura che accompagneranno il pubblico alla scoperta delle diverse espressioni artistiche. Sarà un momento di grande valore, in cui gli artisti avranno l’opportunità di raccontare in prima persona il significato delle proprie creazioni, svelando ispirazioni, percorsi e visioni artistiche.

Il dialogo tra l’analisi critica e le testimonianze dirette darà vita a un confronto stimolante e coinvolgente, arricchendo l’esperienza dei presenti e offrendo una prospettiva più profonda sulle opere in mostra.

A distinguersi tra i riconoscimenti dedicati agli artisti vi sono premi di prestigio, ciascuno pensato per esaltare un aspetto specifico dell’eccellenza creativa, valorizzando talento, ricerca artistica e innovazione espressiva.

Durante il vernissage, avrà luogo la cerimonia di premiazione, con l’assegnazione delle targhe agli artisti vincitori nelle seguenti categorie:

Premio Rete Top 95, a testimonianza dell’impegno nel promuovere il dialogo tra diverse generazioni e stili.

 

Premio della Critica, un tributo alla visione artistica capace di connettere pubblico e critica.

 

Premio EtereArt, che valorizza il rigore concettuale e l’originalità delle opere.

 

Premio ContempoArte, dedicato alle espressioni artistiche più innovative e sperimentali.

 

In qualità di Media Partner, l’associazione L’ArteCheMiPiace di Giuseppina Irene Groccia, avrà l’onore di assegnare il Premio ContempoArte.

Questo prestigioso riconoscimento verrà attribuito all’artista che si sarà distinto per l’approccio più innovativo e sperimentale, accompagnato da una pubblicazione esclusiva sul Magazine ContempoArte.

Oltre alla premiazione, il Blog L’ArteCheMiPiace sosterrà ogni artista partecipante attraverso un supporto mediatico dedicato. Ad ogni artista partecipante sarà dedicata uno spazio di pubblicazione sul Blog con un’ intervista personalizzata in cui raccontare il proprio percorso e presentare le opere esposte alla rassegna.

Un progetto di comunicazione integrata

L’Associazione Athenae Artis affianca alla qualità curatoriale della mostra un impegno senza precedenti nella comunicazione. Attraverso il suo ufficio stampa, e la Media Partnership con L’ArteCheMiPiace si assicura una gestione impeccabile dei rapporti con i media, la diffusione capillare dei comunicati e la documentazione dell’intera rassegna stampa.

La strategia di promozione si estende ai social network, con contenuti curati, dirette video e foto reportage che coinvolgono il pubblico in tempo reale, rendendolo parte attiva dell’evento. Questa sinergia tra comunicazione tradizionale e digitale punta a massimizzare l’impatto di EVERLAND ART, trasformandolo in un’esperienza condivisa e amplificata da una rete globale.

EVERLAND ART crede fermamente che ogni artista debba essere supportato non solo attraverso l’esposizione delle proprie opere, ma anche grazie a un sistema di promozione che valorizzi la sua individualità e il suo messaggio. In questa visione, i premi e la visibilità rappresentano il coronamento di un percorso che mette l’artista al centro, come protagonista di un evento concepito per supportare il talento in tutte le sue forme.

Questo evento rappresenterà un’occasione importante per valorizzare sensibilità artistiche diverse, mettendo in luce poetiche e visioni provenienti da contesti eterogenei. Una vetrina d’eccellenza che non sarà solo un riconoscimento al talento, ma anche un importante spazio di dialogo, confronto e crescita culturale, dove l’arte diventa terreno di scambio e ispirazione.

 

“EVERLAND ART”

Percorsi di Ricerca

Expò Internazionale d’Arte Contemporanea

Dal 26 aprile al 3 maggio 2025

Organizzata e Promossa da: Associazione Culturale “ATHENAE ARTIS”

Con la collaborazione di: GALLERIA D’ARTE “ IL LEONE”

Art Curator: Maria Di Stasio

Critico e Storico dell’Arte: Mariangela Bognolo

Media Partner: L’ArteCheMiPiace

Vernissage sabato 26 Aprile ore 17.00

Info e comunicazioni: athenaeartis@libero.it

Orario mostra: Dal lunedì al sabato : 10.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00

 

Festival degli Angeli. Al via le fasi finali del premio internazionale Rilke

La poesia è uno specchio che riflette l’evoluzione dell’umanità e dei suoi significati. Essa viaggia nel tempo, e noi, osservatori nel presente guardando in quello specchio possiamo cogliere molto di più della nostra immagine. Con questa consapevolezza, il Festival degli Angeli si presenta come un archetipo di promozione del multiculturalismo inteso come confronto di ambienti culturali, di lingue e tradizioni, di lingue e trasformazioni.
L’evento è dedicato a Rainer Maria Rilke e risponde all’invocazione delle Elegie Duinesi “chi mai udirebbe pur gridando dalle schiere degli angeli”. Gli angeli, testimoni dell’indagine rilkiana dell’uomo e del progresso scientifico, allora diretto ai limiti dell’umano, oggi in rotta verso l’intelligenza artificiale, invischiato in speculazioni, confini e guerre. Quale luce può accendere una poesia che sconfina in questa Europa di mezzo e il suo vissuto? E’ il Festival degli Angeli a rispondere con un programma che ruota intorno all’opera di Rilke, che ha già visto serate di poesia e conferenze, mostre e che nelle prossime tappe prevederà giornate di studi, convegni e conferenze, spettacoli e concerti, letture e premi internazionali. Una vera festa letteraria con uno sguardo verso l’est e la mitteleuropa, attenta a tutto ciò che è esperienza viva della letteratura, cogliendo la crescita di un settore che suscita nuovo interesse anche grazie alla nascita di premi nazionali di alto profilo.
“Un grande lavoro sinergico che ha portato ad una grandissima partecipazione di Poeti di tutta Europa, a conferma della qualità della iniziativa proposta. Ringrazio il nostro direttore artistico Christian Sinicco e tutto lo staff che lo ha accompagnato in questa speciale avventura, che ci porterà nelle prossime settimane in giro per la Regione Fvg e nei vicini Stati di Slovenia e Croazia a conferma dell’Internazionalità dell’evento promosso – ha voluto ribadire Massimo Romita Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis. 
Il Festival degli Angeli è ideato e coordinato dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, con il sostegno della Regione Fvg, vede il partenariato del Comune di Gorizia, del Comune di Ronchi dei Legionari, del Comune di Comeno Obcina Komen, l’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici, Kärntner SchriftstellerInnenverband – Associazione Scrittori Carinziani, e la collaborazione di istituzioni come il Comune di Duino Aurisina Obcina Devin Nabrezina, Trieste Airport, Fondazione Villa Russiz, Visit Stanjel, il Comune di Grado, il Castello di Duino e numerose entità associative ed editori.
Nel contesto del Festival degli Angeli spicca il Premio Internazionale Rainer Maria Rilke realizzato in collaborazione con l’Associazione Poiein, da quattro anni in un crescendo di adesioni nazionali ed internazionali di poeti e poetesse.
Dal 16 di novembre al via le fasi finali (in Italia, in Slovenia e in Croazia) del Premio Rilke e l’avvio delle mostre dedicate al Rilke:
Sabato 16 novembre 2024 alle ore 10.00 Presso la Fondazione Villa Russiz a Capriva del Friuli – Intervento “Ungaretti e il confine” con Christian Sinicco e a seguire presentazione Premio Rilke con il finalista Daniele Orso, i giurati Giuseppe Nava e Furio Pillan.
Venerdì 22 novembre 2024 ore 18.00 Sala dei Castelli a Momiano (Istria Croazia)  Incontro di poesia internazionale con Adrian Grima, Loredana Bogliun, Elisabeth Faller alla presenza di autorità e poeti in collaborazione con la Città di Buie / Grad Buje (Croazia/ Republika Hrvatska).
Sabato 23 novembre 2024 ore 10.00 Sala Grotta del Castello di Duino (TS) Cerimonia di premiazione della IV edizione del Premio Rainer Maria Rilke in collaborazione con il Comune di Duino Aurisina Občina Devin Nabrežina, Associazione Poiein, Castello di Duino, l’Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici,  Kärntner Schriftsteller Innenverband – Associazione Scrittori Carinziani, con la partecipazione dei giurati Professoressa Sergia Adamo, Professoressa Elisa Donzelli, Elisabeth Faller, Christian Sinicco, SenatriceTatjana Rojc e Mary Barbara Tolusso per le sezioni A e B, Giovanna Frene, Giuseppe Nava, Gabriella Musetti, Furio Pillan, Silvia Rosa e Alexandra Zambà per la sezione C: Premio alla Carriera a Milo De Angelis. Sezione C Premio a Cinzia Colazzo con la raccolta Luce al neon in pubblicazione con Vita Activa Nuova..  Menzione speciale della giuria – Sezione C a Domenico Ingenito con la raccolta La donazione. Con la partecipazione dei finalisti: Roberto Ariagno e Pietro Masia.  Sezione B Premio a Maria Pia Quintavalla con la poesia Come potere trattenerti. Con la partecipazione dei finalisti Davide Castiglione, Letizia Di Cagno e Marilina Giaquinta Cristina Micelli.. Menzione speciale della Giuria – Sezione A a Alberto Toni con Tempo d’Opera (Il ramo e la foglia edizioni 2022). Riceve il premio Patrizia La Via. Annuncio del vincitore del Premio a partire dalla terna finalista della Sezione A: Adrian Grima, Che farai al termine della notte (Mesogea 2024) con la traduttrice Virginia Monteforte; Luca Mozzachiodi, Tempo Stellare (Bertoni Editore 2024); Daniele Orso, Sommereise (Industria e Letteratura 2024).
Sabato 23 novembre 2024 Castello di Stanjel (Slovenia) – Ore 16.00 – Sala Vitevska – Incontro di poesia con i vincitori e finalisti del Premio Rilke, alla presenza delle autorità – presenta Giuseppe Nava – in collaborazione con il Comune di Comeno/Občina Komen e Visit Stanjel.
Da domenica 24 novembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025 Ex Cinema Cristallo di Grado (GO) _Viale Dante Alighieri – La mostra “Rainer Maria Rilke, gli Angeli e le Elegie Duinesi” in collaborazione con il Comune di Grado (GO) Domenica 24 novembre – ore 11.00 inaugurazione alla presenza delle autorità e poeti con letture di poesie – Grado incontra il Premio Rilke. Presenta Giuseppe Nava.
Da domenica 01 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025  Trieste Airport Ronchi dei Legionari (GO)  La mostra “Rainer Maria Rilke, gli Angeli e le Elegie Duinesi” in collaborazione con il Comune di Ronchi dei Legionari e Trieste Airport – Domenica 1 dicembre – ore 10.00 – inaugurazione alla presenza delle autorità e poeti  orari apertura Aereoporto.

Fiera ‘AMBIENT IN DOM PLUS 2024’ a Lubiana

Mercoledì 13 novembre alle ore 17.00 presso il Padiglione/ STEKLENI DVORANI / C stand 22 alla Fiera AMBIENT IN DOM PLUS 2024 a Lubiana si è tenuta una nuova tappa in una location per una mostra tutta da scoprire che parla di una pietra unica, di territorio, di storia e lavoro.

La mostra “Da Lubiana a Trieste – La pietra di Aurisina, del Carso e dell’Istria, in Italia e nel mondo” arriva a Lubiana nell’ambito della
33esima edizione di Ambient and Home Plus Fair, fiera dell’interior design e della ristrutturazione della casa, che si terrà dal 13 al 17
novembre presso il Centro Espositivo Economico.

La mostra, organizzata dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, da un’idea di Massimo Romita nell’ambito del progetto Duinobook Terra, è un viaggio affascinante nel cuore di un territorio ricco di storia, arte e artigianato.

Questa esposizione, che promette di stupire chiunque la visiti è stata possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Trieste, il
Comune di Duino Aurisina  e la Città di Lubiana, all’Associazione Sloveno- Svedese in persone di Milanka e Stojan Jakopič, quest’ultimo
autore del libro sulla vita del principale costruttore di palazzi in tutto il mondo Gustav Toennis, oltre al supporto della Regione Friuli
Venezia Giulia, ed apre un vero e proprio panorama culturale che unisce tradizioni e modernità.

Le pietre, in questo contesto, non sono solo materiali da costruzione; diventano racconti viventi. Ognuna di esse ha una storia da narrare,
dai palazzi storici di Trieste all’artigianato che si estende fino a Budapest, Francia, Austria e Stati Uniti. I pannelli espositivi, adornati con fotografie evocative, ci riportano indietro nel tempo, facendo riaffiorare immagini di antiche aziende e affreschi che raccontano la vita quotidiana di un’epoca passata.

Seguendo il percorso dalla Slovenia ai monumenti di Trieste, scopriamo come questi materiali hanno plasmato edifici iconici, tra cui il maestoso Mausoleo di Teodorico. Non solo in Italia, ma anche in città lontane come Vienna e Sydney, la
Pietra di Aurisina e del Carso trova la sua voce, portando con sé l’eleganza di una lavorazione artigianale che resiste nel tempo.

Un tocco personale viene dall’esposizione di modellini realizzati dall’artista Umberto Radivo, che ha saputo catturare l’essenza di questi palazzi utilizzando solo le sue mani e qualche fotografia.

In aggiunta, troviamo uno spazio dedicato alle aziende locali di marmo e agli scalpellini, veri protagonisti di questa avventura artistica
che da Carso si espande nel mondo con orgoglio.

Le tre gigantografie delle Cave dall’alto, che separano le varie sezioni, offrono una vista spettacolare delle cave di Aurisina, Repen
e Lipiza, creando un collegamento visivo tra il passato e il presente. Insomma, un invito a esplorare, scoprire e apprezzare
un patrimonio che parla il linguaggio universale della bellezza e dell’artigianato.

All’interno della mostra uno spazio dedicato alle iniziative che valorizzano la pietra di Aurisina come fonte di ispirazione per
progetti artistici che spaziano su vari fronti. Grazie all’associazione Casa Cave con Kamen e Carso Creattivo e Ures che hanno voluto supportare l’iniziativa.

La pittura per raccontare le trasformazioni urbane delle città di mare. Il progetto del Suor Orsola che valorizza lo scrigno rinascimentale della Cappella Pignatelli

Tre città unite da un’unica vocazione portuale ed un forte rapporto col mare per analizzare il nesso tra sviluppo urbanistico, cartografia e pittura di veduta, sia come testimonianza, sia come interpretazione delle trasformazioni urbane e paesaggistiche. Con questo obiettivo sia scientifico e di ricerca che di divulgazione culturale il Dipartimento di Scienze umanistiche e la Scuola di specializzazione in beni storico artistici dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli hanno promosso il ciclo di incontri su “Città di mare e grandi porti del Mediterraneo nella pittura di veduta tra Sei e Settecento: Genova, Napoli, Messina“.

 Approfondimenti ora disponibili on demand sul canale You Tube dell’Ateneo napoletano (www.youtube.com/unisobna), che ha inteso con questa iniziativa continuare nel suo percorso di valorizzazione della Cappella Pignatelli, oggi divenuta, proprio grazie al lavoro di restauro e riapertura del Suor Orsola, “Porta del Centro Antico di Napoli”, in virtù della sua posizione strategica al Largo Corpo di Napoli, allineata lungo il decumano inferiore della città greco-romana, dove si incrociano piazzetta Nilo e San Biagio dei Librai. Una funzione di accoglienza e di narrazione della città che la Cappella di Santa Maria dei Pignatelli, uno degli scrigni più rari della Napoli del Rinascimento, oggi svolge con l’ausilio delle moderne tecnologie avanzate di comunicazione multimediale che al Suor Orsola sono alla base del Corso di laurea magistrale in Digital humanities e delle attività di ricerca del dottorato in Humanities and Technologies.

Napoli – racconta Pierluigi Leone de Castris, direttore della Scuola di specializzazione in beni storico-artistici dell’Università Suor Orsola Benincasa e coordinatore scientifico dell’iniziativa – è un caso davvero esemplare di questo nostro percorso di analisi della pittura di veduta seicentesca e settecentesca nelle città di mare italiane. Perché Napoli, città di mare tra le più raffigurate da incisori e cartografi tra il Cinquecento e l’Ottocento, non annovera grandi vedute dipinte, con l’eccezione straordinaria della cosiddetta “Tavola Strozzi”, prima degli inizi del Seicento”. Nella prima metà del XVII secolo, tuttavia, si assiste a un grande sviluppo e a una grande fortuna dei dipinti raffiguranti l’intera città dal mare, o anche parti di essa e del golfo, da Posillipo ai Campi Flegrei, evidentemente graditi ai collezionisti del tempo e richiesti per decorare i loro palazzi e le loro raccolte. Protagonisti di questa produzione e di questo “genere” furono soprattutto pittori forestieri, fiamminghi o comunque nordici, giunti spesso in città da Roma, qualche volta in transito ma talora qui insediatisi anche per tutta la vita. La conferenza del Prof. Leone de Castris  mette a fuoco in particolare la storia intricata di due di questi artisti, entrambi lorenesi e amici tra loro, François de Nomé e Didier Barra.

 L’iconografia dello Stretto di Messina e le vedute di Genova

La conferenza su “L’immagine di Messina in età moderna” propone una accurata selezione di dipinti e disegni che raffigurano Messina e il suo Stretto spaziando in un lungo arco temporale che va dal Quattrocento al Settecento (da Antonello da Messina a Filippo Juvarra), nel tentativo di rintracciare un filo rosso che lega fra loro le immagini. “Sin dall’inizio la raffigurazione della città di Messina – spiega Gioacchino Barberagià direttore del Museo Regionale di Messina – appare correlata con quella dello Stretto, favorita dalla stupefacente bellezza del sito, caratterizzata dalla inconfondibile forma a falce del suo porto e, nelle vedute da nord-ovest, dalla sagoma maestosa e fumante dell’Etna che spunta in secondo piano. All’immagine di Messina si è quindi via via sovrapposta inevitabilmente l’immagine dello Stretto. E a seconda dei molteplici punti di vista prescelti, lo Stretto finisce per essere, di volta in volta, il fondale scenografico o il proscenio delle numerose vedute della città, mentre la costa calabra, e in particolare Reggio Calabria, viene relegata sempre di più a un ruolo marginale“.

La conferenza di Piero Boccardo, già direttore dei Musei di Strada Nuova di Genova racconta, invece, come le vedute di Genova già dal Medioevo abbiano avuto quale privilegiato punto di vista il mare ed il golfo sul quale si affaccia la città ed abbiano avuto, non solo per questo, nel corso dei secoli alcune analogie con le vedute di Napoli. “Nel Seicento – sottolinea Boccardo – sono principalmente dei precisi fatti storici, a distanza di poco meno di cinquant’anni, prima la costruzione delle Mura nuove (1626-1639) e poi il bombardamento francese (maggio 1684), a dare un notevole impulso alle vedute di Genova, e non solo in forme incise o dipinte, ma perfino nel bronzo. E proprio il secondo episodio sarà l’occasione per la prima veduta invertita, ovvero da terra verso mare, che diverrà poi ben più consueta nel corso del XIX secolo“.

A Stresa il 26 ottobre le premiazioni della IV Edizione del Concorso Letterario “Racconti intorno al Vino

Sono stati scelti i 5 racconti vincitori della IV Edizione del Concorso Letterario “Racconti intorno al Vino” ideato dall’Associazione Nazionale Città del Vino e curato dai suoi Ambasciatori per onorare la memoria dell’amico Nino D’Antonio, anch’egli ambasciatore, docente universitario di letteratura, scrittore, saggista e giornalista che ci ha lasciati nel 2021. Per l’edizione 2024 il tema scelto è VINI e CONFINI dove il confine può essere legato ai rapporti umani, ai confini terrestri e marittimi, ma anche a confini che non ci sono più.

I 5 vincitori del Concorso Letterario sono
(in ordine alfabetico):

Gabriella Bigatti con “Vino e miseria”
Maria Colangelo con “Una cantina, i suoi profumi: storia di una famiglia”
Jean Gasperi con “Vino e Spiriti”
Stefania Panza “La vigna terrificante (ovvero una strana storia)”
Nicolina Ros “Il vigneto oltre il nuovo confine”
I racconti che sono stati presentati al concorso erano tutti molto avvincenti e appassionanti, il tema del vino unito al tema del confine non inteso solamente con confine marittimo e terrestre e trattato su più livelli, ha creato diverse difficoltà ai giudici per arrivare ad un risultato finale. Sul vino è stato detto e scritto di tutto ma questi racconti che abbiamo ricevuto dimostrano che il tema non è ancora esaurito e che ci sono ancora tante altre belle storie di persone, di tradizioni e di ricordi da buttar giù e da raccontare.
I vincitori riceveranno un premio in denaro di €400 messi a disposizione dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis nell’ambito del partenariato del Progetto DuinoBook, Terra! giunto all undicesima edizione, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia (la rassegna letteraria “contenitore” di iniziative culturali che anima Duino Aurisina, nel cuore del Carso, città del vino triestina di confine).

La casa editrice Jolly Roger invece ha curato la stampa e la distribuzione nazionale del libro che è  nato dalla pubblicazione dei racconti selezionati che sarà acquistabile sia online che nelle migliori librerie italiane.
Sono molto soddisfatto di questa IV edizione del concorso letterario “Racconti intorno al vino” e voglio ringraziare tutti gli autori che hanno inviato le opere per il loro impegno e per l’ottima qualità dei loro racconti. Faccio le mie congratulazioni agli autori selezionati e li aspetto per complimentarmi personalmente sabato 26 ottobre in Piemonte per ritirare il premio in occasione della serata di gala che si terrà nell’ambito della Convention d’Autunno delle Città del Vino insieme al Presidente degli Ambasciatori delle Città del Vino, Carlo Rossi e al Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis, Massimo Romita – il commento del presidente di Città del Vino, Angelo Radica.
 

Anche per la quarta straordinaria edizione del concorso letterario “RACCONTI INTORNO AL VINO” in memoria di Nino D’Antonio, dedicato alle storie di vini della nostra Italia, il Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina  ha voluto convintamente offrire il proprio sostegno inserito in un progetto più ampio quale l’XI edizione di Duino Book, dedicato al tema della Terra! La IV Edizione del Concorso Letterario “Racconti intorno al Vino” ha arricchito ulteriormente il nostro festival di eventi diffuso su tutto il territorio nazionale per la promozione della lettura che si sviluppa attraverso il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.  

Siamo particolarmente onorati e nel contempo orgogliosi di unire le nostre genti anche attraverso la cultura del vino ed iniziative di questo spessore, toccando un tema, il confine, che spesso può essere solo mentale. Un ringraziamento speciale a tutti i partecipanti per aver onorato una terra meravigliosa. – Ha dichiarato Massimo Romita Presidente Gruppo Ermada Flavio Vidonis che sarà presente con la delegazione del FVG.

 

“Confini”

Il passaggio dell’uomo da nomade a sedentario comporta un nuovo rapporto con il territorio. Non si tratta più di spostarsi continuamente alla ricerca di risorse e di frutti spontanei, bensì di sfruttare direttamente un’area, coltivarla oppure sfruttarla per l’allevamento, lasciarci il segno della propria presenza. Si rende quindi necessario delimitare la propria zona di appartenenza, utilizzare degli elementi naturali (un fiume, un rilievo, un lago, ecc.) ovvero tracciare una delimitazione grazie alla quale individuare un perimetro al cui interno una comunità risiede stabilmente, esercita le proprie attività e consolida la sua presenza attraverso la costruzione di case e di supporti per le proprie attività (stalle, recinti, granai, magazzini, ecc.).  Il mito di Romolo e Remo rappresenta da un lato la maniera sacrale con la quale veniva individuato il sito sul quale tracciare il perimetro del nucleo originario di un nuovo insediamento umano, dall’altro l’inviolabilità che assumeva il confine così tracciato, che andava difeso anche in maniera cruenta. Non potevamo che non suggerire all’Associazione Nazionale Città del Vino, che abbraccia tutte le Regioni della nostra nazione, il tema dedicato ai Confini, in ossequio a Gorizia che ha ospitato quest’anno un meraviglioso Concorso Enologico Internazionale, dove i giurati hanno potuto vivere di persona, il confine che non c’è più. 

 

https://gruppoermadavf. blogspot.com/2024/02/il-nuovo- concorso-letterario-racconti. html?m=1

Città del Vino – Alto Piemonte Gran Monferrato gran finale per la Città Europea del Vino 2024. Territorio protagonista al vertice del mondo vitivinicolo

Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo dal 3 ottobre al 2 marzo 2025

Domani apre la grande mostra “Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo”, che il pubblico potrà scoprire, inclusa nel biglietto d’ingresso al Castello, dal 3 ottobre 2024 fino al 2 marzo 2025, nella suggestiva cornice delle Sale dell’Armeria Superiore. Un’esposizione ricca di materiali, documenti e testimonianze, molti dei quali provenienti dal territorio marchigiano, opere del tutto inedite o poco note, che testimonia la connessione di Roma – città Eterna dei Papi dove passato e presente appaiono indissolubilmente legati – e del suo patrimonio storico, artistico e culturale con le Marche.

 La mostra è promossa dalla Regione Marche, dall’ATIM Agenzia per il Turismo e per l’Internazionalizzazione delle Marche, con la collaborazione della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e dell’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, con il patrocinio di Giubileo 2025 e Conferenza Episcopale Marchigiana. Prodotta e organizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare di Alessandro Nicosia con la curatela di Marco Pizzo e di Maria Cristina Bettini.

 Le Marche, tra storia e cultura, hanno tessuto nel corso dei secoli un legame profondo con la Chiesa cattolica. Il loro passato, intimamente connesso con lo Stato Pontificio, dominio temporale dei papi, ha contribuito a plasmare l’identità e il tessuto sociale della regione. L’autorità e l’influenza della Chiesa hanno permeato molteplici aspetti della società marchigiana, guidando le istituzioni, ispirando opere d’arte sacra e delineando le pratiche culturali e spirituali della popolazione. Le Marche rappresentano un crocevia di storia e fede, dove il patrimonio religioso si fonde armoniosamente con il tessuto della vita quotidiana, caratterizzando le radici culturali della regione e rafforzandone il ruolo centrale nella storia ecclesiastica dell’Italia.

 L’obiettivo è quello di far affiorare l’intreccio tra arte, cultura e spiritualità, il profondo e persistente legame con il territorio marchigiano, coinvolgendo e catturando la curiosità di turisti, amatori e devoti verso la scoperta di questi luoghi.

Le figure dei santi marchigiani sono riuscite a caratterizzare perfettamente le istanze del loro tempo divenendo punti di riferimento religioso e artistico come, ad esempio, San Nicola da Tolentino.

 “La mostra ‘Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo’ – dichiara Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche – offre un viaggio straordinario attraverso la storia, l’arte e la spiritualità che unisce il territorio marchigiano alla Città Eterna. L’esposizione, che si snoda tra documenti preziosi e opere inedite, celebra il legame profondo tra le Marche e la Chiesa cattolica, rivelando l’influenza che i papi e i santi nati in questa regione hanno avuto nel plasmare la cultura ecclesiastica e artistica italiana. Un’occasione imperdibile per immergersi in una storia di fede e arte in un museo prestigioso come Castel Sant’Angelo, ma anche un’importante vetrina per la promozione del territorio marchigiano. Attraverso il dialogo tra arte sacra e storia ecclesiastica, questa esposizione invita infatti i visitatori ad esplorare la nostra regione per scoprirne le radici culturali e spirituali. Abbiamo dunque un’opportunità unica per valorizzare il patrimonio delle Marche, attirando l’attenzione di turisti, studiosi e appassionati d’arte verso un territorio ricco di tradizioni, paesaggi e cultura, favorendo così la crescita del turismo e la conoscenza delle sue eccellenze”.

 Prosegue S.E.R. Mons. Rino FisichellaPro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da Papa Francesco all’organizzazione del Giubileo 2025: “Mentre mi congratulo per la lodevole iniziativa, auspico che i visitatori possano trasformarsi ‘Pellegrini di Speranza’ e che nel loro cammino verso la Porta Santa possano essere edificati dalle eminenti personalità che questa mostra desidera raccontare”.

 “Questa mostra nasce dalla storia e dalla straordinaria fecondità spirituale e culturale della terra marchigiana – spiega S.E.R. Mons. Nazzareno Marconipresidente della Conferenza Episcopale Marchigiana – Le Marche sono cristiane grazie a Roma ma, essendo una terra feconda e grata, hanno ben presto preso a restituire a Roma una grande ricchezza di fede, di cultura, di vita cristiana. È così che fin dal IV secolo dalle Marche cristiane sono sorti i primi santi la cui fama ha raggiunto Roma, come San Marcellino di Ancona citato da San Gregorio Magno. Ancora di più nel Medioevo, le Marche hanno restituito a Roma il dono della fede attraverso nuove vie di pellegrinaggio dove già dalla fine del 1200, sono giunti nell’Urbe, i primi grandi papi marchigiani. Poi ‘dal cielo’ il 10 dicembre 1294 avveniva la ‘Venuta’ della Santa Casa a Loreto. Giunta dal cielo la Santa Casa darà origine ad una terza strada di legame tra Roma e le Marche, una via più celeste che terrestre, segnata dai passi dei pellegrini e sulla quale i papi ed i santi marchigiani prenderanno ad andare e venire da Roma: La via Lauretana”.

Dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, nella prefazione al catalogo della Mostra: “Nella precipua ottica di lettura e interpretazione delle realtà territoriali, la mostra guarda al panorama di abbazie, monasteri e luoghi di pellegrinaggio della regione e entra al suo interno, per rivelarne le storie, in un intrigante intreccio di voci, volti, tradizioni e memorie antiche che riescono ad attualizzarne la potente portata e a diffonderne il messaggio, dialogando sapientemente con la contemporaneità. E così le figure dei nove papi, alle quali le Marche hanno conferito i natali, vengono analizzate attraverso i tratti più caratteristici e significativi del rapporto tra territorio e fede, tratteggiando un quadro inedito e affascinante”.

 La mostra sarà divisa in 3 sezioni: nella prima vedremo il racconto dei papi (età medievale, età moderna, Risorgimento) attraverso biografie ed elementi che li contraddistinguono come ritratti, medaglie, oggetti legati alla loro committenza. Come nel caso del tabernacolo di El Greco legato alla figura del Papa Sisto V. Nella seconda i santi e i beati (San Marcellino, San Nicola da Tolentino, il Beato Sante, San Giacomo della Marca, Santa Camilla Battista da Varano, San Giuseppe da Copertino, Santa Veronica Giuliani, Santa Maria Goretti) attraverso incisioni, quadri, oggetti di culto e di valore spirituale come le preziose pagine dell’Evangelario di San Marcellino risalente al VI secolo. Nella terza gli itinerari sacri delle Marche: eremi, oratori, santuari, abbazie, rinomate chiese e cattedrali, splendide testimonianze dell’arte romanica e rinascimentale. Questa sezione sarà illustrata anche attraverso mappe, piante e disegni antichi, spesso poco conosciuti o totalmente inediti. Quella che per noi appare la meta di un viaggio era un tempo la tappa di un più complesso itinerario dell’anima, ricerca di luoghi sacri, ma anche di luoghi di riflessione e connessione interiore.

 Il percorso sarà narrato attraverso documenti provenienti da una vasta gamma di fonti, che spaziano dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni religiose, dai prestatori privati ai collezionisti. Ogni sezione del percorso sarà arricchita dall’esposizione di opere d’arte autentiche, manufatti originali, reperti archeologici, documenti storici, fotografie e filmati, offrendo ai visitatori un’esperienza ricca di conoscenze ed emozioni. Allo stesso modo le figure dei santi saranno documentate oltre che da profili biografici anche da suggestioni spirituali tratte dai loro scritti o da processi di santificazione che ne hanno fatto affiorare la ‘modernità’. Si pensi ad esempio alla figura di Santa Maria Goretti, divenuta espressione nel XX secolo della spiritualità dei padri passionisti di San Leonardo della Croce, che sarà presente in mostra con la rara reliquia della sua veste.

La visita dei loro ‘luoghi’ e il pellegrinaggio sulle loro tombe diventa quindi un cammino verso la conoscenza di una cultura antica ancora in grado di parlare ai contemporanei.

 

Presentazione a Tivoli del libro ‘La Fuorilegge’ di Marina Flocco

Il 31 luglio scorso in occasione della cena annuale per augurare a tutti i soci una meritata pausa estiva del Rotary Club Guidonia Montecelio in collaborazione con il Rotary Club Roma Centenario è stato presentato il libro “La Fuorilegge” scritto dall’Avvocato Marina Flocco e già vincitrice del “Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica” e del “Premio Internazionale Letteratura Menotti Art Festival di Spoleto”.

La serata si è svolta con la presentazione all’interno di una sala del noto ed elegante ristorante tiburtino “Sibilla”, per poi proseguire con una deliziosa cena nel giardino esterno ai piedi del tempio di Vesta. Ricordiamo che questa location ha visto festeggiare gli
eventi più importanti di numerose personalità eccellenti, come Federico Guglielmo III re di Prussia, Gabriele D’Annunzio e Pietro Mascagni, solo per citarne alcuni.

L’evento presentato dalla giornalista Eleonora Francescucci, ha visto protagonisti al tavolo centrale oltre all’autrice Marina Flocco, anche l’Avvocato Michele De Stefano, Presidente del Rotary Club di Guidonia Montecelio. Quest’incontro è stata l’occasione per mettere in luce l’attualità degli argomenti trattati, anche se in chiave distopica, stimolando un ampio dibattito con tutti i partecipanti. Alla serata ha partecipato la Dottoressa Serena Persiani Acerbo, Presidente del Rotary Club Roma Centenario, Don Andrea Pasquali, Direttore della Caritas della Diocesi di Tivoli e alcuni Dirigenti del Distretto Rotary 2080.

Fra i vari argomenti trattati l’autrice Marina Flocco ha dichiarato «Durante la presentazione ho sottolineato l’urgenza di trasparenza nell’informazione, soprattutto da parte delle istituzioni nei confronti dei cittadini e il ruolo chiave di avvocati e giornalisti nel rispetto
della legalità a garanzia della libertà di tutti. Non a caso, ho fatto un espresso richiamo alla recentissima sentenza del 17 luglio 2024 della Corte di Giustizia Europea che ha accolto il ricorso di privati cittadini ed europarlamentari sulla mancata trasparenza in merito ai
contratti per l’acquisto dei vaccini contro il COVID stipulati tra Commissione Europea e aziende farmaceutiche, con particolare riferimento alle clausole sulla responsabilità degli effetti collaterali da vaccino. Oggi più che mai il giornalismo d’inchiesta è l’unico che può garantire che questo processo venga attuato come accaduto con l’inchiesta pubblicata.

New York Times il 3 maggio 2024 dal Premio Pulitzer 2021 con il suo team Apoorva Mandavilli giornalista specializzata in temi scientifici e medici, che ha messo in luce il totale abbandono patito dalle vittime di gravi effetti collaterali dei vaccini, perché considerati visionari, con sintomi definiti psicosomatici, o peggio ancora etichettati come “Novax”, nonostante fossero favorevoli ai vaccini. Mi auguro che la lettura de “La fuorilegge” costituisca lo stimolo per porsi sempre domande alla ricerca della verità».

Concetti ribaditi da Eleonora Francescucci, moderatrice dell’evento, la quale ha commentato «Quando sono stata contattata dall’Avvocato Flocco per partecipare come moderatrice alla presentazione del suo libro, ho subito accettato perché ho avuto modo di
leggere questo romanzo appena pubblicato e mi ricordo di esserne rimasta molto entusiasta. A distanza di quasi due anni, mi sono resa conto durante questo incontro di quanto le persone siano ancora “sensibili” all’argomento covid. Mi ha fatto molto piacere
l’interazione degli ospiti e si è creata una bella atmosfera di incontro e dialogo, che non sempre si riesce ad ottenere durante le presentazioni di libri».

La fuorilegge: sinossi

Anno 2024. Il decreto legge “Vita Nova” impone l’impianto di un microchip al momento della nascita. Anno 2028. Un evento straordinario cambia il corso della storia. Anno 2049. Il Governo Centrale ha formato una nuova classe di Giudici. Non ci sono più avvocati e giornalisti. Né ghetti e disuguaglianze.

Quando arriva la notizia della morte di Giulia Montale, una donna che aveva sempre lottato per una giustizia libera da condizionamenti, normativi e politici, il Giudice Erminia Accardi, il più giovane Board Member dell’O.G.G., l’Organizzazione Globale di Giustizia, viene designata supervisore al progetto di rinascita della scuola forense, in cui sarà forgiata una nuova classe di avvocati, ristabilendo un apparente equilibrio nel diritto.

Ma, incredibilmente, proprio Erminia Accardi, il giudice più cinico e riluttante al progetto, sarà costretta dalle incongruenze storiche, tra aiuti inaspettati e fantasmi del passato, a navigare tra le pieghe oscure del sistema e scoprirà l’anello debole della catena che lega magistratura e Governo Centrale. L’accelerazione degli eventi sarà inevitabile quando si accorgeranno che uno dei migliori giudici ha tradito, riuscendo a disvelare verità nascoste e a smantellare in tre settimane un ordinamento costruito su false informazioni e libertà fondamentali violate in quasi 30 anni di storia.

L’autrice

Marina Flocco, nata nel borgo medievale di Atessa, cresciuta a Pescara, vive e lavora nella Città Eterna. Svolge la professione di avvocato da quasi 30 anni, é fortemente impegnata nel sociale e lavora molto pro bono. Coordina l’osservatorio del Centro Studi
Giuridici del Sindacato Nazionale Antiusura, é stata docente e formatore e collabora con numerose associazioni di volontariato. Rotariana del Club Roma Centenario ha partecipato a molti progetti di service ed iniziative in favore dei più deboli. Ha la passione per i cani e, per questo, é diventata operatrice cinofila, partecipando con Harlock al progetto “Prenditi cura di me” organizzato con la Uisp all’interno delle carceri. Attenta osservatrice del mondo, ha sempre amato viaggiare. Collabora abitualmente con
importanti testate di informazione giuridica. E’ riuscita a coniugare egregiamente l’intensa attività professionale col ruolo di moglie e di madre di tre splendidi ragazzi. Ha scritto alcuni racconti e sta lavorando ad un altro romanzo. “La fuorilegge” è il suo romanzo
d’esordio.

CISAT, settore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli ospita l’unica Scuola di Specializzazione e Formazione in Psicoarteterapia

Il CISAT – settore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (www.istitalianodicultura.org) – ospita l’unica Scuola di Specializzazione e Formazione in Psicoarteterapia esistente in Italia e riconosciuta ed è una struttura scientifica in costante, creativa e dinamica crescita: in essa operano giovani e brillanti studiosi accanto ad esperti di riconosciuta fama internazionale, affiancando in un continuo e fecondo interscambio la ricerca scientifica alla psicoterapia sul campo. Il CISAT opera infatti a livello internazionale, in contatto con le più prestigiose istituzioni scientifiche mondiali, nei campi della formazione, della psicoterapia, della ricerca e della didattica, sia ‘in sede’ che ‘a distanza’.

Molti in effetti sono in Italia le scuole ed i corsi di scrittura creativa, i laboratorî di pittura e scultura a fini terapeutici o riabilitativi, ed altre iniziative simili; come pure gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli psichiatri che adoperano l’arte in forma per così dire ‘ancillare’, idest come una tecnica fra le altre nell’ambito di una teoria e di una prassi diverse, che nulla hanno a che vedere con l’Arteterapia.

Il CISAT è invece l’unica istituzione riconosciuta nel nostro Paese che pratichi l’Arteterapia come una teoria ed una prassi psicoterapeutica a tutti gli effetti ed autonoma, sviluppando questa disciplina come una scuola di psicoterapia tout court: la Psicoarteterapia, curata non da scrittori o pittori o scultori o da psicologi di altre scuole, ma da specialisti in questo particolare tipo di psicoterapia.

In tal senso, attraverso il suo caposcuola, Roberto Pasanisi, il CISAT ha fondato dal 1994 l’Arteterapia come psicologia clinica, ovvero come psicoterapia d’avanguardia: la Psicoarteterapia secondo il modello CISAT – Pasanisi.

Il CISAT organizza annualmente un convegno internazionale interdisciplinare di psicologia, psicoterapia, arteterapia e letteratura, patrocinato da varî enti e con l’adesione e il riconoscimento della Presidenza della Repubblica: «In occasione del vostro terzo congresso interdisciplinare il Presidente della Repubblica esprime apprezzamento all’Istituto Italiano di Cultura di Napoli ONLUS per il valore culturale e sociale della manifestazione. L’iniziativa contribuisce a diffondere e far conoscere in Italia l’Arteterapia, una delle nuove frontiere dell’approccio psicoterapeutico a livello internazionale» (telegramma del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del 2006).

Un Comitato scientifico internazionale, composto da personalità di chiara fama in campo scientifico ed accademico, coordina e organizza le attività e i corsi del CISAT e ne è la garanzia qualitativa: prof.ssa Margherita Lizzini (Presidente onorario – psicoterapeuta ad indirizzo analitico – già Presidente dell’A.R.P.A.D.); prof. Roberto Pasanisi (Presidente – psicologo clinico, psicoterapeuta e psicoanalista – Direttore, CISAT –  psicoarteterapeuta didatta – già direttore dei Dipartimenti e docente, Polo Universitario “Principe di Napoli”); prof. Steve Carter (professore di Lingua e letteratura inglese all’Università della California, Bakersfield, U.S.A.); prof. Massimo Cocchi (professore di Alimenti e Nutrizione Umana presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna); prof. Giovanni Dotoli (professore emerito di Lingua e letteratura francese all’Università “Aldo Moro” di Bari e docente all’Università della Sorbona di Parigi); prof. Constantin Frosin (professore di Lingua e Letteratura Francese all’Università “Danubius” di Galati, Romania) in memoriam; prof. Antonio Illiano (professore emerito di Lingua e Letteratura italiana alla University of North Carolina at Chapel Hill, U.S.A.); dott. Massimo Lanzaro (psichiatra – psicoterapeuta, dirigente medico, ASL Napoli 2 Nord; già primario, Royal Free Hospital, Londra); dott. Pasquale Montalto (psicologo – psicoterapeuta ad indirizzo analitico esistenziale); dott. Rossano Onano (psichiatra); dott. Francesco Paolo Palaia (ASL 8, Vibo Valentia); prof. Vittorio Pellegrino (neuropsichiatra – già Primario del Dipartimento di Salute mentale del Distretto 51 – già docente all’Università di Napoli “Federico II”) in memoriam; prof. Robin Philipp (psichiatra – Consultant Occupational and Public Health Physician and Director, Centre for Health in Employment and the Environment Department of Occupational Medicine, Bristol Royal Infirmary, Bristol, Gran Bretagna); dott.ssa Maria Rosaria Riccio (psicologa – psicoterapeuta ad indirizzo gestaltista); prof. Guy Roux (neuropsichiatra – arteterapeuta – Presidente della SIPE [Société Internationale d’Art-Thérapie] – già docente alla Université Paris V, France); prof. Mario Selvaggio (professore di Lingua e letteratura francese all’Università di Cagliari); prof. Jean-Luc Sudres (Maître de Conférences in Psicologia, psicopatologo, Segretario Generale della Société Internationale de Psychopathologie de l’Expression et d’Art-thérapie [SIPE], UFR di Psicologia, Università di Tolosa “le Mirail”, Francia); prof. Mario Susko (già ordinario all’Università di Sarajevo; professore di Letteratura americana alla State University of New York, Nassau, U.S.A.); prof.ssa Magdalena Tyszkiewicz (Psychiatric Center in Gdynia, Polonia); prof. Násos Vaghenás (professore di Teoria e critica letteraria all’Università di Atene, Grecia); prof. Nguyen Van Hoan (professore di Letteratura italiana e di Letteratura vietnamita all’Università di Hanoi, Vietnam) in memoriam; prof.ssa Wanda Żuchowicz (Psychiatric Center in Gdynia, Polonia).

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