Al via la quarta edizione del Premio Alda Merini

Qualche giorno fa è stata inaugurata la quarta edizione del Premio internazionale Alda Merini 2014.
Il premio è promosso dall’Accademia dei Bronzi col sodalizio culturale delle Edizioni Ursini e con il partenariato della Camera di Commercio di Catanzaro. Quest’anno il premio è decollato nonostante le difficoltà e complicazioni; in un’intervista rilasciata dal presidente dell’Accademia dei Bronzi, Vincenzo Ursini si leggono queste parole: «Malgrado oggi non ci siano le condizioni per affrontare serenamente le ingenti spese che comporta il Premio di poesia ‘Alda Merini’, riteniamo doveroso dar seguito a tale entusiasmante appuntamento culturale per rendere omaggio alla più grande poetessa italiana degli ultimi decenni, ma anche ai tanti autori, noti e meno noti, che ci seguono da anni. A costoro diciamo grazie, nella convinzione che continueranno a seguirci anche quest’anno con l’impegno che ci hanno sin qui dimostrato. Alle istituzioni, invece, lanciamo l’ultimo appello: il premio “Alda Merini” ha bisogno di un vero supporto economico; se questo non dovesse accadere, andremo sicuramente altrove anche se a malincuore».
Nonostante tutte queste difficoltà, con le sole tre edizioni precedenti, il Premio dedicato alla poetessa dei Navigli è diventato un punto di riferimento per i poeti italiani e stranieri. L’obiettivo non solo culturale ma anche sociale dell’associazione e del Premio è stato riconosciuto anche dalle più alte cariche dello Stato, Presidente della Repubblica, Presidente del Senato e Presidente della Camera dei Deputati, che hanno inviato all’Accademia una medaglia ufficiale di riconoscimento. La precedente edizione del Premio Alda Merini è stata vinta da Dante Maffia.
Gli altri poeti finalisti classificatisi ex-aequo sono stati: Maria Pina Abate, Mariella Bernio, Alfonsina Campisano Cancemi e Paola Pancaldi Pugolotti.

I premi istituzionali dedicati al presidente Giorgio Napolitano, al Presidente del Senato Pietro Grasso e alla Presidente della Camera Laura Boldrini, sono stati invece assegnati al prof. Giovambattista De Sarro, direttore del Dipartimento Scienze della Salute dell’Università Magna Graecia, e al Maresciallo Michele Affidato e al Generale di Brigata Ausiliaria della Guardia di Finanza Angelo Raffaele. Il premio speciale “Alda Merini”, destinato a personalità locali, è stato assegnato a don Mimmo Battaglia, al prof. Aldo Garozzo, a mons. Domenico Graziani, a Giulia Zampina e Giovanni Marziano.
Nonostante le numerose difficoltà il Premio  Alda Merini negli anni passati ha avuto un buon successo e ci fa sperare in un futuro dove le iniziative culturali siano sempre più presenti, di alto livello e soprattutto incentivate. Al premio si partecipa gratuitamente, inviando da una a tre poesie, a tema libero, ciascuna delle quali non deve superare i 30 versi.

Nobel per la letteratura a Patrick Modiano

“Per l’arte di ricordare con cui ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato l’universo dell’Occupazione”.

Questa la motivazione che ha accompagnato ieri l’annuncio dell’ assegnazione del premio Nobel per la letteratura allo scrittore francese Patrick Modiano, considerato dalla critica un Marcel Proust del nostro tempo, e sconosciuto in Italia. Scelto tra 210 scrittori, 36 dei quali candidati per la prima volta, il vincitore Patrick Modiano, preferito al giapponese Murakami,  è un ebreo francese di origini italiane nato nel 1945 a Boulogne-Billancourt. Modiano è cresciuto principalmente dalla madre per la relazione complicata dei genitori.

Colui che ha iniziato Modiano alla letteratura è stato lo scrittore e matematico francese Raymond Queneau amico della madre. Modiano pubblica il suo primo romanzo La Place de l’Étoile nel 1968, il cui manoscritto era stato rivisto dallo stesso Queneau. Vi si racconta la storia di Raphaël Schlemilovitch, un ebreo francese nato subito dopo la guerra e ossessionato dal periodo bellico e con manie di persecuzione. La storia stessa è raccontata dal protagonista, che mescola finzione e realtà in molte parti della narrazione. Il libro non ebbe molto successo e ancora oggi sono rare le sue traduzioni in altre lingue.
Nel maggio del 1968 Modiano partecipa al movimento di rivolta come inviato di Vogue. Negli anni Settanta collabora alla scrittura della sceneggiatura del film Lacombe Lucien, candidato al premio Oscar come migliore film straniero nel 1974. Ha scritto le sceneggiature di diversi altri film, alcuni tratti dai suoi romanzi, come Il profumo di Yvonne (1993) tratto da Villa triste scritto nel 1975 e numerosi testi per i film di Louis Malle e Patrice Leconte, ed è stato anche paroliere per Françoise Hardy.

Molti dei suoi romanzi sono ambientati nella Francia occupata dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1978 il romanzo Rue des boutiques obscures ha ottenuto il Premio Gouncourt, e nel 1996 la sua intera opera ha ottenuto il Grand Prix national des lettres, i riconoscimenti letterari più importanti della Francia. Si tratta inoltre di uno dei pochi autori viventi i cui romanzi sono stati pubblicati insieme nella prestigiosa edizione Gallimard, Quarto. I protagonisti dei suoi racconti sono spesso ispirati alla figura, mitizzata, del padre che fu arrestato nel 1943 dai nazisti e che riuscì a sfuggire alla deportazione nazista, probabilmente grazie ad alcune conoscenze tra i collaborazionisti. I personaggi di Modiano vivono spesso tra grandi ambiguità e contraddizioni.

La memoria insieme alla figura dello straniero e dell’esule, sono i temi predominanti nelle sue opere, nelle quali spesso echeggia il sapore amaro dell’occupazione della Francia e dei casi di collaborazionismo con il regime di Vichy. Senza dubbio si tratta di tematiche inflazionate e magari qualcuno penserà che si tratti di un altro premio alla lobby ebraica, senza tenere presente che non è il “cosa” che rende un romanzo degno di essere annoverato nella letteratura mondiale, ma il “come”. L’autore francese adotta una scrittura nitida e musicale per descrivere i suoi fragili e misteriosi personaggi, partendo dai loro ricordi ma Modiano non si è mai distaccato molto da queste questioni nel corso della sua carriera.

In Italia sono usciti per Einaudi i titoli L’orizzonte (2012), Nel caffè della gioventù perduta (2010), Un pedigree (2006) e Bijou (2005), mentre a dicembre uscirà il suo penultimo romanzo, L’erba delle notti . La sua opera più recente, Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier (2014), uscirà nel 2015.

 

 

50 anni di Bianca: Einaudi festeggia la sua Collezione di poesie

Settembre 1964, il trentenne Carlo Villa con la sua opera Siamo esseri antichi è uno dei primi autori a dare il via alla collana “Collezione di Poesia”, con la casa editrice Einaudi.

Come lui, nello stesso anno, pubblicano altri autori per la stessa collana, tra i quali ricordiamo Beppe Fenoglio con la traduzione dell’opera di S.T. Coleridge La ballata del vecchio marinaio; Camillo Sbarbaro con la traduzione di Il Ciclope di Euripide e diversi altri autori e poeti.

Oggi, cinquanta anni e quattrocentoventitre Collezioni dopo, questa fortunata collana vive ancora e gode di ottima salute, ha infatti pubblicato in media otto nuovi volumi ogni anno, per mezzo secolo.

Il suo grande successo è sicuramente dovuto non solo alla qualità delle opere pubblicate, ma anche al legame affettivo creatosi nel tempo tra i volumi stessi ed i suoi lettori, che sono soliti chiamare la collezione con il nome La bianca, per lo stile essenziale, nonché  per il colore e la caratteristica immagine di copertina ideata da Bruno Munari, peculiarità rimaste inalterate dal primo volume pubblicato fino ad oggi. E con buon esito, si aggiunga.

Per festeggiare con i lettori questo grande successo delle Collezioni, Einaudi ha pubblicato un piccolo volumetto di poesie inedite, che verrà regalato a chi acquisterà due volumi a scelta della “Collezione di Poesia” dal 18 settembre al 18 ottobre.

”Per celebrare il compleanno della Bianca, abbiamo pensato di chiedere una poesia inedita a tutti i poeti italiani che vi abbiano firmato almeno un volume. Aggiungendo anche due autori in procinto di pubblicare”, questa è stata l’idea della casa editrice. Il fatto che i poeti coinvolti siamo proprio cinquanta ha così dato vita a un felice connubio, cinquanta poeti per cinquant’anni.

Il numero di copie non venali stampate ammonta a 19500, una cifra impegnativa, ma che verrà sicuramente esaurita.

Si sa, il fortunato struzzo Einaudi, simbolo inconfondibile della casa editrice,  non delude mai e ha deciso di offrire qualcosa di grande, ancora una volta.

50 anni di bianca non è una semplice raccolta di poesie, è un monumento al successo della Collezione.

Non a caso l’ordine di apparizione dei poeti nel libro segue l’ordine cronologico non di datazione delle poesie stesse, bensì di pubblicazione presso Einaudi, si parte infatti dal già citato pioniere  Carlo Villa con la sua sublime composizione La pratica del vuoto, per finire con Dall’interno della specie di Andrea De Alberti, che il prossimo anno prenderà il suo posto nella Collezione, pubblicando il suo volume di poesie.

Questa scelta nell’ordine fa si che il lettore possa ripercorrere la storia intera della Collezione di poesie, assaporando i cambiamenti storici, i diversi stili, le riflessioni e le amare sofferenze umane.

I temi trattati non hanno limiti e variano liberamente, riflettendo le personalità dei diversi autori.

Immancabile, come si può immaginare, il ricorrente tema dell’amore, essenza stessa della poesia, così come la ricerca del senso della vita e delle pene della vita del genere umano.

Una raccolta degna di una Collezione che festeggia i suoi cinquant’anni non chiedendo, bensì donando emozioni nuove e forti, che lasceranno ancora una volta uno specchio di emozioni nell’animo di chi ama la poesia.

 

 

Campiello 2014: vince Giorgio Fontana con ‘Memorie di un uomo felice’

Ieri, sabato 13 settembre, si è conclusa presso il Teatro La Fenice di Venezia la cinquataduesima edizione del Premio Campiello 2014. Con grande sorpresa il vincitore è stato Giorgio Fontana, trentatré anni e  il più giovane vincitore nella storia del Campiello. Dalla Giuria dei Trecento Lettori Anonimi sono arrivati per lui 107 su 291. Questo ragazzo ha battuto tutti con il suo “Memorie di un uomo felice” edito da Sellerio che racconta la storia del magistrato Giacomo Colnaghi  in lotta contro il terrorismo politico nella Milano anni ’80.

Il secondo posto è toccato a Michele Mari con il suo romanzo picaresco “Roderick Duddle”edito da Einaudi con 74 voti. Il terzo posto è di Mauro Corona. Al quarto si è posizionato Giorgio Falco con “La gemella H” edito ancora una volta da Einaudi e già vincitore del Premio Alassio e ultima si è classificata Fausta Garavini con “Le vite di Monsù Desiderio” uscito per Bompiani.

Originario della Lombardia, Fontana spiega che ciò che gli sta più a cuore del suo libro: «é il rapporto tra padre e figlio a cui sono legati temi come la riflessione sulla giustizia e il rapporto fra generazioni. Ho fatto un lavoro di ricerca molto grosso e ho usufruito del distacco che mi può dare non aver vissuto quegli anni».

Le “memorie di un uomo felice”, libro che tutti dovrebbero leggere, cominciano nell’estate del 1981 a Milano; è la fase più feroce della stagione terroristica in Italia. Giacomo Colnaghi è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell’assassinio di un politico democristiano. Egli è intensamente cattolico, ma di una religiosità intima e tragica. È sposato, ha dei figli ma i rapporti con la famiglia sono distanti e sofferti. Ha due amici carissimi con i quali discute e polemizza, ama le ore incerte, le periferie, il calcio, gli incontri nelle osterie. Eppure è sempre inquieto e dubbioso. Dall’inquietudine è avvolto anche il ricordo del padre Ernesto, partigiano morto durante un’azione guerresca.  Quel padre che la famiglia cattolica conformista non potè mai perdonare per la sua ribellione all’ordine, la cui storia eroica Colnaghi però ha sempre inseguito, per sapere e per trattenere quell’unica persona che ha forse amato davvero, pur senza conoscerla. L’inchiesta che svolge è complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali, tra interrogatori e appostamenti;  la sua coscienza aggiunge alla caccia all’uomo una corsa per capire le ragioni profonde e l’origine delle ferite che stanno attraversando il Paese.

Nel corso della serata è stato consegnato il Premio Fondazione Il Campiello assegnato quest’anno a Claudio Magris. Inoltre è stato premiato come vincitore del Premio Campiello Opera Prima, Stefano Valenti con il romanzo “La fabbrica del panico” edito da Feltrinelli. Maria Chiara Boldrini pisana di diciassette anni, vince la sezione giovani con il racconto “Odore di sogni” selezionato fra gli oltre 500 arrivati da tutta Italia. Il premio giovani per il miglior racconto estero è invece andato alla diciannovenne svizzera Ambra Giacometti, per il suo racconto“Anemia – Storia di una mancanza”.

 

 

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A Polla nasce “Il Libro sospeso”

Dopo l’apertura della libreria ad azionariato popolare “Io ci sto”, un’altra interessante iniziativa letteraria è stata lanciata in Campania, e precisamente a Polla, in provincia di Salerno, per promuovere e favorire la lettura da parte dei ragazzi dai 10 ai 18 anni, “Il Libro sospeso”.

“Il Libro sospeso”, che nasce nella Libreria Ex Libris Cafè, prende spunto dall’antica pratica del “caffè sospeso napoletano” per i poveri, quando al bar si lasciava un caffè già pagato, a vantaggio di chi entrava nel bar e non poteva pagarlo, oppure quando una persona era particolarmente felice perché aveva qualcosa da festeggiare, perché aveva cominciato bene la giornata, beveva un caffè e ne pagava due, per chi sarebbe venuto dopo e non poteva pagarselo.

Un caffè offerto all’umanità insomma, un’abitudine filantropica e solidale, ormai in declino, che rende onore alla cultura partenopea. Di tanto in tanto qualcuno si affacciava alla porta e chiedeva se c’era “un caffè sospeso”, e spesso riceveva in cambio anche un semplice sorriso.

Nel 2008, lo scrittore Luciano De Crescenzo ha raccolto una serie di articoli di giornali, considerazioni e aneddoti su questa abitudine che ha avuto successo in molti Paesi del mondo, intitolandoli Il caffè sospeso. Saggezza quotidiana in piccoli sorsi. Il 10 dicembre 2011 la “Rete del Caffè Sospeso” ha istituito la “Giornata del Caffè Sospeso” con l’ausilio di diverse associazioni culturali e dal 2012 l’organizzazione onlus 1 Caffè cerca di riproporre questa tradizione a scopo benefico e su base volontaria.

L’usanza tradizionale ha dato spunto, come si è accennato all’inizio, ad iniziative simili in altri settori del consumo, primo tra tutti in quello della piccola distribuzione libraria, dove ha cominciato a prendere piede un’iniziativa che promuove un’analoga abitudine, quella del “libro sospeso” appunto, in cui il frequentatore della libreria lascia dietro di sé un libro pagato, in base a un titolo da lui scelto. E Polla ne è un esempio lampante e ci auguriamo che molte altre librerie d’Italia prendano parte alla medesima iniziativa; ecco come funziona: basta acquistare due libri, uno per te, l’altro per un ragazzo “sconosciuto” dai 10 ai 18 anni e il libro acquistato sarà preso in consegna dal libraio e consegnato a un ragazzo che si recherà in libreria nei successivi sette giorni. Per sapere a chi è andato il “libro sospeso” da te acquistato potrai chiedere in libreria oppure il nome sarà inviato alla tua casella di posta. Semplice!

In pochi giorni ci sono state diverse  richieste di adesioni da parte di altre librerie in rete in diversi luoghi d’Italia, non si esagera se si afferma che questa intelligente moda letteraria stia dilagando. L’iniziativa come è evidente si rivolge soprattutto a chi è desideroso di favorire la lettura tra i ragazzi e ai ragazzi stessi al fine di invertire la tendenza dei cittadini italiani ad allontanarsi dalla lettura.

A questo gioco solidale ha aderito anche Librerie Feltrinelli, agganciandosi allo hashtag #librosospeso.

 Nell’epoca del pensiero unico,  e in queso periodo di crisi, che soprattutto culturale, la libera repubblica dei lettori continua a mostrarsi irriducibilmente anarchica e ancora una volta la Campania dimostra di tenere molto alla letteratura.

Se  quindi avete dai 3 ai 18 anni, andate nella libreria Ex Libris Café, a Polla, fondata da Michele Gentile, che ha avuto questa geniale intuizione che è stata poi rielaborata da altre librerie, come quelle di Palermo, la Modus Vivendi, di Milano, Il mio Libro e la Kindustria di Matelica, nelle Marche, creando anche l’hashtag #librosospeso che sta sbancando su Twitter. I clienti che acquistano un libro sospeso lasciano una dedica, talvolta esprimendo anche una preferenza riguardo al destinatario. L’acquirente può anche venire a sapere in che mani è finito, appagando il desiderio che quel libro donato finisca in buone mani.

Un fenomeno fortunatamente virale.

Premio Alassio: vince Giorgio Falco

Giorgio Falco

Il premio della città di Alassio “Un Autore per l’Europa” è stato vinto quest’anno da Giorgio Falco con il suo romanzo La gemella H edito da Einaudi. La giuria del premio è formata da docenti di letteratura italiana di prestigiose Università europee ed è presieduta dal professor Giovanni Bogliolo, rettore dell’Università di Urbino.

Il romanzo di Giorgio Falco è stato stimato come il libro con la migliore rispondenza dell’opera ai valori di internazionalità che caratterizzano il Premio. Falco si aggiunge così a numerose firme illustri della letteratura contemporanea legate al premio letterario, che vanta nomi come da Rosetta Loy premiata nel 1996 con Cioccolata da Hanselmann, Margaret Mazzantini con Venuto al mondo nel 2009, Marcello Fois nel 2007 con la Memoria de vuoto e Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi nel 2008. I finalisti dell’edizione 2014 erano Silvia Ballestra con Amiche mie, Alessandro Mari con Gli alberi hanno il tuo nomeMelania Mazzucco con Sei come sei, Antonio Scurati con Il padre infedele ed Alessio Torino con Urbino, Nebraska.

La gemella H si confonde con un romanzo storico sul nazismo, dignitoso, ma a tratti pedante; l’ambientazione iniziale è in una cittadina bavarese inventata; dopo qualche pagina però ci si sposta sempre più vicino a noi, da Merano a Milano, fino a Milano Marittima. Una storia di segreti, di identità nascoste, di verità celate. Una storia di trasformazioni certosine e terribili; una storia nostra, vera, che ricorda cosa ha prodotto la guerra e il totalitarismo: una sotterranea ed invisibile sottrazione di responsabilità. La quotidianità banale e indefinita nasconde gli orrori più grandi. La storia di una famiglia che cerca di sopravvivere dopo la guerra. Rimozioni e ambizioni apparentemente sepolte eppure sempre presenti. Un libro crudo, che sembra voler ricordare ciò che si è voluto dimenticare.

La premiazione ufficiale e la consegna del premio avrà luogo il 30 Agosto in piazza Partigiani. L’appuntamento coincide con la ventesima edizione del premio letterario. Il Premio letterario “Un Autore per l’Europa” è il punto d’arrivo di una serie di iniziative di promozione culturale a cui la Città di Alassio, tramite il suo Servizio Bibliotecario, ha cominciato a dare vita nel 1974 con gli “Incontri con l’Autore”. Nasce così l’idea di un premio di narrativa italiana sottoposta al vaglio di una giuria di Italianisti stranieri che si occupano di informazione culturale e di insegnamento nelle Università europee. Alassio dunque diventa un luogo di incontro e di cultura. La presenza di personalità di spicco del panorama culturale non solo nazionale contribuisce al successo del Premio, assicurando all’ iniziativa un respiro europeo davvero unico nel suo genere.

Roberto Saviano si espresso a proposito del romanzo in questi termini: “Leggo questo romanzo e finalmente la parola si accende in testa, in contrasto forte con quel grigio sommesso. La parola è semplice, assoluta. Arriva precisa, a dare un nome a ciò che di più mi avvince in questa lettura. E insieme prende forma, pagina dopo pagina, una ignota creatura barbarica selvaggia e paurosa, anch’essa a un passo dai peggiori incubi del poeta Yeats, se non del narratore Lovecraft. Emerge da subito come isola d’inchiostro da queste frasi l’unica cosa che realmente riusciamo a conoscere in questa vita, che ci segna il corpo e l’anima, che ci trasforma da due gemelle in una sola creatura, la cosa capace di tutte le meraviglie e i tremori, e i tremori, quell’unica cosa che, scriverebbe Falco, mai ci ha tradito: la merce.”

Tuttavia La gemella H sembra non offrire nulla di nuovo, le prima pagine sembrano promettere bene ma la storia, ma man mano che si va avanti, si perde; e francamente il paragone che si legge sul retro pagina tra Falco e Mann (in particolare l’accostamento al capolavoro I Buddenbrook) è improponibile.

Di Michela Iovino

“Io ci sto”, la libreria di tutti a Napoli

Le librerie che chiudono sono purtroppo uno delle tante tristi immagini che la crisi ha portato con sé e la città di Napoli non si sottrae a questo fenomeno che sa di sconfitta per la nostra immensa e preziosa cultura. Sembra proprio che dei libri non importa più di tanto ormai, eppure un libro può anche cambiare la vita, facendoci crescere culturalmente, spiritualmente, umanamente. E con buona pace degli e-book, il fascino di un libro cartaceo è immortale con quella gioiosa sensazione nell’annusare il profumo delle sue pagine.

Al Vomero, storico quartiere collinare di Napoli, molte librerie sono fallite, ma quasi sempre da un grande fallimento può nascere qualcosa di buono e di originale e quasi sempre la rinascita coincide con la ribellione, quella pacifica e civile dei vomeresi verso chi, in virtù di un’epoca ipertecnologica, dominata dai videogiochi, da facebook, da twitter, e da altri social network, ha ritenuto opportuno eliminare una delle sorgenti più belle che abbia una natura diversa da quella virtuale. Nasce così, nel cuore di Napoli, per volere dei cittadini che rifiutano l’idea di dover vivere nel loro quartiere senza librerie, la libreria di tutti, la libreria “Io ci sto”, a dimostrazione che se il popolo alza la voce, può ottenere ciò che vuole, soprattutto quando è un suo diritto.

I napoletani non sono solo un popolo ubriaco di calcio, come si potrebbe pensare, complice un’approssimativa immagine della città che spesso ci forniscono i media, quante volte sentiamo dire <<A Napoli si vive solo di calcio>>, <<A Napoli il calcio è tutto>>, sottintendendo come i napoletani affidino le loro speranze ed il loro riscatto ad una squadra di calcio. Ma Napoli è ben altro, la città che lo scrittore AngeloForgione ha acutamente definito baciata da Dio e stuprata dagli uomini (titolo di un suo libro), è la culla della civiltà europea, come ha indicato l‘UNESCO, fonte di una cultura trimillenaria immesa, che conserva tutta la sua identità, basti pensare che la secondo lingua parlata in Italia, dopo l’italiano naturalmente, è il dialetto napoletano. Qui sono nati Totò, Mastriani, Viviani, Filangieri, Basile, Bruno, Pergolesi, Mercadante, Cimarosa, Jannelli, Scarlatti, il teatro dei De Filippo, conosciuto, esportato ed amato in tutto il mondo; qui è ospitato il teatro più antico d’Europa, il San Carlo; il patrimonio artistico- archeologico e monumentale-ambientale, ne spiega l’attrattiva turistica, ancora molto viva.

I cittadini partenopei stanno onorando la loro storia con questo progetto, al quale, per il momento, hanno partecipato circa trecento persone, ideato da Ciro Sabatino, che a molti potrà sembrare folle, ma dà una spinta a credere nei sogni e na preservare l’amore per i libri. Per aderire basta poco: una quota associativa annua, e la voglia di continuare ad  aggirarsi tra gli scaffali per trovare il libro adatto ai propri gusti ed esigenze.

La libreria ad azionariato popolare è stata inaugurata lo scorso 21 luglio, in via Cimarosa 20, a pochi passi da Piazza Fuga, e l’evento, a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche  il presidente della municipalità Mario Coppeto, alcuni commercianti dell’Associazione Vomero Commercio & Cultura ed ex dipendenti di Fnac, librai ed editori, ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico.

Che il modello “Io ci sto” faccia tendenza anche in altre città? Lo si spera.

 

Premio Bancarella 2014: vince Michela Marzano

Si è conclusa ieri la sessantaduesima edizione del Premio Bancarella. La vincitrice di quest’anno è la filosofa e politica italiana Michela Marzano che vince con il libro “L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore ” pubblicato da UTET. Il secondo posto va a Roland Balson con “Volevo solo averti accanto” uscito per Garzanti seguito da “Braccialetti rossi” di Albert Espinosa per le edizioni Salani. Fuori dal podio troviamo: Chiara Gamberale, con il suo “Per dieci minuti” edito da Feltrinelli, Veit Heinchen, con “Il suo peggior nemico” pubblicato da Edizioni E/O e Alberto Custerlina, con “All’ombra dell’Impero” edito da Baldini & Castoldi.

Michela Marzano è direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali (SHS – Sorbona) e professore ordinario all’Université Paris Descartes, e deputata del Parlamento italiano. Il suo libro è un viaggio nell’universo dell’amore quotidiano, quello di cui si parla è l’amore desiderato, sognato, familiare, romantico, fisico, perduto, tradito. L’occhio indagatore dell’autrice riesce a valicare i ristretti confini personali e arriva a coinvolgerci, ad emozionarci, e a conquistarci. Il titolo tratto da una poesia di Emily Dickinson parte dal presente dell’autrice per raccontare dell’amore.

La scrittrice sostiene che l’amore con le teorie c’entra ed è per questo motivo che il libro, lontano dall’essere un manuale noioso, può essere considerato una sorta di pamphlet.
È un libro di speranza mista alla tristezza, ma soprattutto un libro che racconta una storia comune, che appartiene a tutti noi e che ci spinge a porci delle domande e a riflettere.

Questo l’incipit della sua storia:
«Da bambina, l’amore lo sognavo. Passavo ore e ore a perdermi nelle pagine fitte di storie perfette, oppure a giocare con le bambole che vestivo da regine e principesse. Sognavo giorni senza crepe, come se l’armonia fosse possibile. Come se l’amore potesse riparare tutto. La vita non poteva accontentarsi di litigi e di fratture. Doveva luccicare. Come l’acqua del mare in primavera.
[…] Ero certa che un giorno avrei incontrato un uomo capace di riparare tutto. E mi ostinavo. Non mi fermava nemmeno l’urto con il reale, quando ero costretta a tapparmi le orecchie per coprire le urla della casa.
Mi sentivo diversa. Diversa da mamma che aveva smesso di crederci. Diversa da papà che non ci aveva mai creduto. Diversa anche da mio fratello, che era come me, ma aveva deciso di chiudere porte e finestre buttando via tutto l’amore. Ero convinta che a me non sarebbe successo. Che bastava impegnarsi. Che con la forza di volontà si poteva vincere qualunque ostacolo».

Probabilmente la sua ricerca filosofica non si discosta così tanto dal libro che ha deciso di scrivere; le sue ricerche sono volte alla comprensione del posto che occupa al giorno d’oggi l’uomo in quanto essere carnale. Un corpo difficile da vivere travolto da esperienze ricche, tormentose e ostinate; ed ecco che l’analisi della fragilità della condizione umana rappresenta il punto di partenza e d’arrivo delle sue riflessioni. Dalla storia personale si arriva alla storia di tutti, per tutti. L’amore è il nostro segreto più grande.

I vincitori del Bancarella Sport invece, giunto quest’anno alla sua cinquantunesima edizione, è il libro “Corro perché mia mamma mi picchia ” scritto da Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) e Franz Rossi edito da Mondadori.
Anche quest’anno la “Bancarella” ha raggiunto il suo scopo, andare in giro a portare i libri.

 

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