‘Trappola morale’, il romanzo giallo di Roberta Bobbi

“Trappola morale” è l’ultima creatura letteraria nata dalla penna della scrittrice umbra Roberta Bobbi, classe 1964 e già autrice di diverse pièces teatrali oltre che di fiction letteraria. Pubblicato da La Torre dei Venti nel gennaio di quest’anno, il romanzo è un giallo psicologico.

Il titolo, direttamente attraente secondo i dettami del mistero fittizio, suggerisce da subito un’immersione in quella che è una trama colma, forse al limite, di violenze subite e sorbite, schivate ed accolte, mai esplicitamente dette, ma che pure hanno un impatto decisivo su ogni pagina di cui si compone lo scritto.

In breve la trama: al centro della misteriosa e momentanea scomparsa di una giovane donna avvenuta in seguito al suo incidente d’auto in piena notte, altre due donne si ritrovano coinvolte nel caso. Innocenti a un tempo per l’occasione fortuita, eppure colpevoli per l’infelice egoismo che le protegge e reclude dal mondo.

Sono elementi questi, oltre agli effettivi indizi tra cui la rintracciabilità di un cellulare ed un numero a quel cellulare connesso, che gioverebbero al commissario De Sanctis per affermare il suo potere di poliziotto e risolvere quello che, alla fine della storia, è un caso di rapimento nella sua sola confusa mente frustrata.

Quella che rappresenta me mostra una donna dal sorriso bonario tinta di bruno. Chissà chi è e se lo sa che mi presta la faccia perché io mi vergogno di metterci la mia.

In Trappola morale, Roberta Bobbi sembra adottare il genere giallo per scherzo, per giocare con la sua storia, come per innescare una valida scusa per la messa in scena di ogni pura formalità creando una matassa che durante la lettura si sciorina in ventinove capitoli, ciascuno a sua volta depositario della vita e della storia di ognuno dei quattro personaggi ed insieme, delle ore di convivenza delle sorti – dentro la pagina – di queste quattro anime in pena.

Tutti i personaggi si ritrovano legati a forza da una storia che non ha spina di per sé, che non riguarda nessuno di loro e che pure ha che fare col buon senso, con i principi dell’agire umano, qui più o meno tragicamente stroncati all’infanzia e decostruiti quando presenti a brandelli.

Fitto di dialoghi, riflessioni, salti temporali ed interessanti espedienti spaziali – si veda ad esempio il museo dei climi in cui De Sanctis resiste ad una crisi esistenziale – Trappola morale, in virtù della sinossi stessa, ha una costruzione insolita, non convenzionale e forse troppo ambiziosa.

Una delle donne parla in prima persona e sembra proprio che parli o che scriva su un diario di tutto quello che le accade o le è accaduto – , a tal proposito, ci si domanda se lo faccia davvero –  mentre per gli altri, Roberta Bobbi si serve di una terza persona che chiaramente solo conosce i confini dello sguardo a cui presta voce. Una trovata che forse ha le radici nella scrittura per il teatro, quella di raccontare in terza persona il solo universo di ciascun io a lei affidato.

Questo perché ciascuno dei personaggi, pur nelle descrizioni, non sa andare oltre se stesso e dunque deforma costantemente il reale – sebbene non senza differenti sforzi – affidando ogni volta la colpa all’altro da sé in un tentativo di giustificare le proprie azioni per decisa mancanza di responsabilità.

Di qui il senso di soffocamento, di frustrazione e insofferenza che è onnipresente nel romanzo, poco importa la declinazione dei verbi ed il loro tempo. Probabilmente con una costruzione più omogenea, la lettura risulterebbe meno snervante. Nonostante questa lieve disomogeneità, si ha l’impressione che sia la composizione stessa, spezzettata e a volte monca, a rendere i personaggi coinvolti, delle persone “malate”; chi di noia e di paura del giudizio, chi di potere, chi di sensi di colpa. Tutti di mancanza d’affetto. Tutti hanno a che fare col peso delle loro scelte, dei loro fallimenti, col peso della forza che agisce su ciascuna delle loro debolezze.

Tuttavia, una sorta di evoluzione – o involuzione – avviene, un movimento che, sebbene non sposti l’asse centrale di nessun personaggio – i cambiamenti sono superficiali, del tutto marginali – pure svela il mistero mastice per quello che è ovvero una grossa perdita di tempo e di energie, una possibilità di mettere in discussione, per ciascuno, la propria prospettiva.

Una possibilità mancata, per cui, alla fine, tutto è stato un altro niente da dimenticare. Ognuno torna alla propria vita ed il lettore conserva un’ironica amarezza e rassegnazione nella quale tutti noi possiamo rivederci, tra momenti intimistici e azione, i due principali cardini dell’esistenza umana. RobertaBobbi è abile nel creare curiosità intorno al destino dei suoi personaggi, o meglio delle sue tre protagoniste; chi infatti riuscirà ad affrontare le proprie paure e ad uscire dal guscio della solitudine?

L’autrice

Roberta Bobbi nasce a Narni, in Umbria, nel 1964. Si trasferisce poi a Roma dove intraprende studi di recitazione e di drammaturgia. Scrive dapprima alcuni testi teatrali tra cui Ustascia, prodotto e messo in scena dalla Compagnia Beat 72 e La farina del diavolo, allestito dal Teatro Argentina. Nel 2016 pubblica, insieme ad un’altra autrice, il romanzo Da principio venne il diavolo, firmato Agatha Beta e pubblicato da Walkabout Agency. Nel 2018 pubblica il romanzo Velia, amorevole estetista delle salme con La Caravella Editrice. Nel 2022 collabora con un suo racconto all’Antologia Scritti per gioco edito da Ronchetti Editore. Sempre nel 2022, con un altro racconto partecipa all’Antologia Estate in cento parole edito da Giulio Perrone.

‘L’inizio della notte’, la scienza del futuro secondo Damiano Leone

L’inizio della notte è il nuovo romanzo distopico di Damiano Leone edito Leucotea Edizioni. Il libro introduce il lettore in un’atmosfera fantascientifica e, a tratti, utopica; la narrazione si svolge, infatti, in un contesto che descrive uno scenario di un prossimo futuro apocalittico in cui predomina la distopia. Damiano Leone, però, non tralascia di veicolare importanti messaggi al lettore che, nel corso del romanzo, presenta con maestria attraverso una narrazione attenta e minuziosa.

La storia ha luogo a New York, nella prima parte del terzo millennio; a causa dei cambiamenti climatici anche la popolazione è ormai mutata, sia nella propria visione del mondo che nel percezione delle cose. La protagonista assoluta dell’intera narrazione è la casa farmaceutica Genetic Project fondata dal misterioso miliardario greco Alexandros Cristhopoulos. Il team della Genetic Project è formato da  quattro scienziati, Filippo Grassi, Takeda Nakai, Birgitt Horward e Sara Randi, che lavorano a un progetto rivoluzionario: la creazione di un elisir che possa manipolare la genetica umana. Fra le peculiarità della sostanza creata dagli scienziati c’è quella di rallentare l’invecchiamento fornendo quindi la possibilità di godere di una vita più lunga, ma soprattutto la capacità di far nascere degli esseri umani con delle potenzialità maggiori, sia dal punto di vista fisico che intellettuale e morale.

Fra le diverse tematiche affrontante nel romanzo, l’autore non dimentica di delineare una precisa psicologia dei personaggi che popolano le pagine de L’inizio della notte. Non solo, quindi, argomentazioni che virano sulla fantascienza ma anche la descrizione dei tratti personali e delle loro storie, tutte di grande spessore e impatto, che ben fanno comprendere la personalità dei vari soggetti, rendendoli unici e distinguibili. È il caso di Sara Randi, ex giornalista, che ha perso suo figlio a causa di una bomba. L’amore per il giornalismo e per la verità saranno le due peculiarità che contraddistingueranno una delle creatrici dell’elisir.

Alla tematica del cambiamento climatico, l’autore accosta quella delle mutazioni genetiche: nella realtà distopica del romanzo si inserisce un nuovo tipo di umanità che possiede un DNA modificato e migliorato. La nuova generazione è nominata i ‘’Nuovi’’: una razza diversa ed evoluta sotto ogni punto di vista, soprattutto quello morale, di cui la stirpe umana non appartenente alla nuova progenie risulta spesso manchevole. I Nuovi rispetto agli altri esseri viventi possiedono un profondo rispetto per l’ambiente e per i simili, non hanno alcun tipo di impulso truculento verso l’altro né ideologie che mirano alla supremazia o all’aggressività. Mentre gli essere umani sono immersi in uno scenario apocalittico in cui primeggiano le guerre, le carestie e disastri ambientali, l’Homo homini lupus di Plauto, citato e teorizzato da Thomas Hobbes, diventa una realtà: la lotta per la sopravvivenza è una costante, così come la sopraffazione che induce l’umanità a una involuzione. In questo contesto la generazione de i ‘’ Nuovi’’ è un barlume di speranza. Ma proprio perché pura e concretamente superiore per moralità e intenti,  gli altri esseri viventi, consci di questa evidenza, considerano la nuova razza temibile e in ogni modo tentano di sopraffarla. Alla nuova generazione de i Nuovi appartiene Eleni: Damiano Leone, nell’introdurre questo nuovo personaggio, ha sempre la delicatezza di non far apparire il soggetto superiore rispetto alla ‘’vecchia generazione’’.

Eleni, successivamente, instaura un rapporto determinante con un altro personaggio appartenente al romanzo: Alessandro. L’autore presenta il nuovo personaggio letterario, Alessandro, come un soggetto semplice, seppur caratterizzato da peculiarità che lo contraddistinguono: una forte personalità e una velocità prominente a livello di riflesso e pensiero. Nonostante le prime avversità dovute da alcuni timori da parte di Alessandro, che riconosce in Eleni una concreta diversità rispetto a sé stesso, i due giovani nel corso della lettura si avvicineranno sempre di più anche grazie, e soprattutto, al pieno sviluppo delle capacità emotive della stessa Eleni che faranno da collante alla genesi di questa relazione. Da questo punto di vista, all’interno de L’inizio della notte, in uno scenario in cui distopia e fantascienza che ricorda Orwell, si intersecano c’è spazio anche per l’amore: ecco quindi che l’autore dona al lettore dialoghi densi di emozione e sentimento, un amore che diverrà dirompente e reale il cui culmine sarà una vera e propria relazione fra i due giovani innamorati.

‘Se devo essere una mela’: il romanzo di successo di Emma Saponaro che trae spunto dal mito delle due metà di Platone

Se devo essere una mela è il secondo romanzo di Emma Saponaro. Il libro, presentato in occasione della manifestazione Più libri più liberi, ha riscosso un notevole successo, anche in termini di copie vendute.

Emma Saponaro, romana, è laureata in pedagogia ed esperta nelle tematiche dell’adozione, su questo tema ha tenuto cicli di lezioni. È stata coordinatrice del Comitato di redazione della rivista semestrale Famiglia e Minori, per la quale ha pubblicato articoli a carattere psico-giuridico sulle tematiche legate all’adozione, all’abbandono e sulle violenze sulle donne. È stata co-ideatrice e co-curatrice di Parole di Pane conclusosi con la pubblicazione di due antologie omonime (Farnesi Editore, 2013; Giulio Perrone Editore, 2014), i cui proventi sono stati interamente devoluti in beneficenza. Suoi racconti sono stati pubblicati in riviste online e in diverse antologie raccogliendo un buon successo di critica e di pubblico. Prima di Se devo essere una mela ha pubblicato Come il profumo (Castelvecchi, 2017).

Pubblicato da Les Flaneurs Edizioni prefazione di Marina Pierri, copertina realizzata da Alessandro Arrigo, il romanzo racconta in chiave ironica e divertente il percorso di liberazione di una giovane donna da un matrimonio rivelatosi solo una macchina capace di stritolare ogni possibilità di crescita personale.

Marina Pierri è co-fondatrice e direttrice artistica di FeST – Il Festival delle Serie Tv. Si occupa di critica televisiva con particolare attenzione alla rappresentazione di genere. Studiosa di narratologia, il suo primo libro Eroine (Edizioni Tlon) esplora gli archetipi narrativi nel Viaggio dell’Eroina. Il suo podcast intitolato Le dodici dee delle storie è prodotto da Storytel. Fa parte del coordinamento scientifico della scuola digitale di solidarietà fondata da Francesco Trento e insegna Storia dell’innovazione televisiva nel Master in Series Development di Netflix della Civica Scuola di Cinema di Milano. Ha scritto o scrive per Rolling Stone, Vanity Fair, Grazia, Wired, Il Corriere della Sera.

Alessandro Arrigo è grafico e illustratore. Sue illustrazioni sono divenute complementi d’arredo. I suoi progetti di fotografia e illustrazione “Ritratto Camaleontico” e “ri·flès·si /à·ni·ma“ sono stati inseriti nel 3° volume de “Il corpo Solitario”, di Giorgio Bonomi, edizioni Rubbettino. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Ricordiamo quelle al Salón internacional de Arte a Melilla, con Goyart, alla Biennale del libro d’artista a Castel dell’Ovo, a Napoli, al MACRO, museo d’arte contemporanea di Roma, al Festival di fotografia Les Rencontres di Arles, con la Tevere Art Gallery. Sue illustrazioni sono state esposte al Museo Orto Botanico di Roma. Nel 2020 è stato selezionato al Miami New Media Festival per il Doral Contemporary Art Museum, ha inoltre partecipato, con Incinque Open Art Monti, al Lucca Art Fair. Suoi disegni sono apparsi su 7 – Sette, settimanale del Corriere della Sera, Buduar, almanacco dell’arte leggera, Hashyapu Harivillu – Humor Toons, We Wealth Magazine. Ha pubblicato con Andrea Pugliese il libro POP TEN, Lozzi Editori, realizzando il concept e le illustrazioni legate ai racconti.

Se devo essere una mela: sinossi

C’era una volta un bellissimo principe azzurro che, come in
tutte le favole che si rispettino, arrivò in sella a un superbo cavallo bianco dopo aver attraversato al galoppo impervi
sentieri di una boscaglia. Fu per puro miracolo se riuscì a superare illeso i tanti ostacoli. Tuttavia, il nobile proposito che
lo animava era quello di raggiungere e salvare la principessa dalla cupa inquietudine che la affliggeva ormai da tempo.
Perché perché perché, ma è ovvio: perché era single, e a volte
accade che una single sia anche attempatella.
E così avvenne ciò che sappiamo debba verificarsi perché
si rompa l’incantesimo di una principessa addormentata.
D’altra parte, per lei era difficile ignorare cotanta passione
racchiusa in un solo bacio. Immagino come possa far l’amore, avrà pensato. Così, non rimanendone indifferente, ebbe
la sensazione di respirare un vento torrido del deserto sahariano il cui soffio possiede il potere di sciogliere tutto, anche
l’asfalto, e pure il sonno di una principessa, dicevamo. E fu
così che si destò da quel torpore che per troppo tempo l’aveva inchiodata su credenze ritenute così convincenti da non
poterle mai contestare. Sì, si destò.

Nel suo viaggio Rebecca, questo il nome della protagonista, incontrerà le grandi possibilità offerte dal web, diventando affermata e ricercata blogger di ricette che lei stessa inventa, soprattutto si avvarrà dei consigli e degli spunti di riflessione offerti da una divertente galleria di personaggi che altri non sono se non la reincarnazione dei principali filosofi della storia.

Se devo essere una mela deve il titolo alla celebre metafora di Platone, secondo la quale gli esseri umani sono delle mezze mele che vivono irrisolte alla ricerca della metà mancante. Secondo Rebecca, invece, ogni essere umano è una mela intera e può incontrare l’amore solo quando trova partner capaci di rispettare la sua interezza.

Se devo essere una mela fa seguito a Come il profumo (Castelvecchi Editore), un noir psicologico sul tema del doppio ispirato dal grande amore di Emma Saponaro per il mondo dei profumi e delle fragranze.

“Devo molto a Marina Pierri, perché proprio mentre scrivevo questo romanzo ho incontrato lei e le sue riflessioni su ‘Il Viaggio dell’Eroina’”, dice Emma Saponaro. “Sono riflessioni che mi hanno aiutato a focalizzare al meglio i temi che stavo trattando. L’idea dei filosofi reincarnati che sono idraulici, fruttivendoli, informatici non saprei proprio dire come mi è venuta. Però mi sono molto divertita scrivendo di questi buffi personaggi, e spero che allo stesso modo si divertano i miei lettori–  e prosegue dicendo- Invece per il blog mi sono riferita a mie esperienze personali, non nel senso che ho avuto un blog di cucina, però ho gestito e gestisco diversi blog, quindi conosco l’argomento. Invece le ricette le ho tutte inventate cercando di assecondare lo spirito della protagonista. Non credo che siano utilizzabili, a meno che non abbiate un partner come quello di Rebecca”.

“Al di là della chiave comica — conclude l’autrice – il romanzo parla di temi molto seri, perché troppe persone si fanno ancora schiacciare in rapporti di coppia che opprimono invece di aiutare a crescere. Ecco, il messaggio vorrei che fosse: mele di tutto il mondo, svegliatevi e guardatevi bene, non siete a metà, siete intere”.

 

https://www.lesflaneursedizioni.it/product/se-devo-essere-una-mela/

 

 

 

 

 

 

 

‘Nero Ferrarese’, il romanzo tra noir e pulp di Lorenzo Mazzoni

Una Ferrara ancora scossa per l’omicidio di Federico Aldrovandi piomba nella paura di attentati politici: in prossimità delle Mura è stato rinvenuto il cadavere di un ragazzo appartenente a un’organizzazione di estrema destra, crivellato da colpi d’arma da fuoco. Chi sono gli esecutori del delitto? Pietro Malatesta, protagonista del nuovo romanzo di Lorenzo Mazzoni, Nero Ferrarese (Mille Battute Edizioni), ispettore atipico della Squadra Mobile, con un passato da teppista, che gira solo in bicicletta e che divide la casa con la madre tossica, l’ex moglie, un figlio nullafacente e il Boy, il palestrato zero-cerebro che sta con la sua ex, dovrà afferrare il bandolo della matassa. Tra feste di studenti universitari, bar popolati da veterani del tifo da stadio, set pornografici e concerti di musica punk, lo “sbirro anarchico” cercherà il senso delle rivendicazioni firmate “Spontaneisti Armati Combattenti”, misterioso gruppo eversivo che alza sempre più il livello della violenza in città, mostrando l’anima oscura di Ferrara.

“Preferisco pensare a me come a un giusto che lavora per un’organizzazione ingiusta”. Pietro Malatesta

Tre colpi d’arma da fuoco: mano sinistra, petto e spalla. Così si presenta il corpo del ragazzo di estrema destra trovato morto nell’auto. Una Ferrara ancora sotto shock per l’omicidio Aldrovandi piomba nella paura di attentati politici. Pietro Malatesta, ispettore di polizia e anarchico di natura, si troverà̀ a indagare su un omicidio dalle dubbie motivazioni. Brigate rosse? NAR? Ferrara cerca la sua verità̀. Un giallo che rimane in perfetto equilibrio tra le indagini e la movimentata vita privata dell’ispettore, fatta di scarse amicizie poco raccomandabili, e di una passione per la Spal. Con affianco Gavino Appuntato, l’unico poliziotto che riesce a lavorare con Malatesta, l’ispettore tenterà̀ il tutto per tutto per risolvere il caso.

Lorenzo Mazzoni è nato a Ferrara nel 1974 e ha abitato a Londra, Istanbul, Parigi, Sana’a e Hurghada. Scrittore, saggista e reporter, ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui Apologia di uomini inutili (Edizioni La Gru, 2013), Quando le chitarre facevano l’amore (Spartaco, 2015; con cui ha vinto il Liberi di Scrivere Award), Un tango per Victor (Edicola, 2016), Il muggito di Sarajevo (Spartaco, 2017) e In un cielo di stelle rotte (Miraggi, 2019). I suoi reportage e i suoi racconti sono stati pubblicati su Il Manifesto, Il Reportage, East Journal, Scoprire Istanbul, Reporter, Torno Giovedì e in diverse antologie. È docente di scrittura creativa di Corsi Corsari e consulente per diverse case editrici. Collabora con Il Fatto Quotidiano.

‘L’inizio della notte’: il nuovo avvincente romanzo di Damiano Leone che si interroga sulla sopravvivenza dell’umanità in un futuro apocalittico

Damiano Leone pubblica “L’inizio della notte”, romanzo distopico e “utopico” che narra di scenari apocalittici futuri, che vedono l’umanità ridotta a una minoranza, decimata dai cambiamenti climatici, dalle calamità naturali, dalle scarsità di risorse e dalle ondate di pandemie. Ambientato nella prima parte del terzo millennio, nel testo si racconta del progetto della Genetic Project, una multinazionale farmaceutica con sede a New York, che si prefigge di immettere sul mercato un elisir di lunga vita, in grado di triplicare la durata della vita umana. Questo proposito troverà però l’opposizione del potere “invisibile” della finanza e delle più grandi potenze mondiali – i cosiddetti 10 – tra i quali spiccano la Cina, la Russia e gli USA, che vorrebbero questo preparato solo per pochi eletti, in primis loro stessi, con la scusa di non mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa del pianeta.

Un iniziale braccio di ferro coinvolgerà i vertici dell’azienda genetica con i leader mondiali, almeno sino a quando gli interessi di entrambi non collimeranno, a seguito delle mutate condizioni di sopravvivenza sulla Terra.  La società fondata dal filantropo Alexandros Cristhopoulous e diretta poi dai suoi quattro amici più cari – Filippo Grassi, Sara Randi, Takeda Nakai e Birgitt Howard – aveva, intanto, sviluppato, una nuova stirpe di “superumani” – i cosiddetti “Nuovi”, maggiormente dotati, sia dal punti di vista fisico, intellettuale che morale. Riuscirà l’umanità a sopravvivere al collasso delle risorse, a salvarsi e ad accettare una convivenza pacifica, con un essere umano superiore e all’avanguardia?

 

Informazioni biografiche

Damiano Leone nasce a Trieste nel 1949. Nella prima parte della vita si è interessato alle discipline scientifiche con particolare riguardo per l’astronomia. Di professione chimico, in seguito ad alcune vicende che lo inducono ad abbandonare il lavoro, inizia a riprodurre artigianalmente armi e armature antiche. Da oltre trent’anni si dedica alla storia, all’arte e alla letteratura classiche. Al termine dell’attività lavorativa si trasferisce in un paesino montano del Friuli dove trova il tempo e la tranquillità per dedicarsi attivamente alla narrativa. Con le edizioni Leucotea pubblica nel 2012 il romanzo storico “Enkidu”, poi nel 2015 “Lo spettatore”. Seguono nel 2018 “Il simbolo” altro romanzo storico e infine nel 2020 “Il guaritore” pubblicati entrambi da Gabriele Capelli Editore. E infine, a ottobre del 2022 pubblica “L’inizio della notte”.

 

Casa editrice

 Edizioni Leucotea” nasce nel 2011. Sin da principio, il romanzo ha caratterizzato la loro linea editoriale: copertine dai colori accesi e la banda in alto Pantone 300C divengono il loro marchio di riconoscibilità. La grande attenzione all’innovazione e agli esordienti porta, nel 2014 alla creazione del marchio Project. La narrativa non è l’unico genere trattato da, sin dagli inizi il marchio Biblioteca delle Soluzioni ha trattato di  economia, e divulgazione. Le letture per l’infanzia sono affidate a BdS-Junior, mentre EBK è il marchio dedicato alla saggistica storico-filosofica è contraddistinto da poche pubblicazioni all’anno, selezionate per ricercatezza.

 

 

“La vita resta negli occhi”: Francesca Crippa esce in libreria con una raccolta di racconti

Francesca Crippa ama le parole che raccontano emozioni. Parole da annusare, sfiorare, sentire. Parole da vivere. È da qui che nasce il suo libro La vita resta negli occhi, edito con Chance Edizioni per la collana Scrittura Spontanea.

Nel 2017 Francesca Crippa ha creato il blog Io ti scrivo alle 18, dedicato a storie brevi, componimenti poetici, reportage e interviste. Da quindici anni opera nel mondo della Comunicazione, in qualità di Communication Manager per aziende nazionali e internazionali e come Copywriter per agenzie pubblicitarie, di pubbliche relazioni e comunicazione digitale. Tiene corsi di scrittura professionale e creativa in collaborazione con associazioni culturali e amministrazioni comunali. È Docente di Comunicazione e Marketing presso enti, fondazioni e istituti di formazione professionale.

La vita resta negli occhi: sinossi

La vita resta negli occhi- Copertina del libro

La sirena.

Mi hai trascinato qui, chissà il perché. Come se lo sentissi, che dentro questi granelli ho lasciato frammenti aguzzi di me. Hai preso a correre inseguendo il volo errante di un gabbiano e ti sei bloccato con la coda dritta, le pupille vispe dentro la linea dell’orizzonte, come quando avverti la merla cantare nell’alba dei nostri boschi. Questo mare è così calmo, oggi. Le onde sono tocchi di polpastrelli timidi. Mi ricordano le sue mani,bianche, magrissime. Venivamo qui nelle sere di metà giugno, a guardare i bagnini che disponevano le file perfette delle sdraio, mentre la spiaggia si preparava alla folla dell’alta stagione e la riviera si ridestava tra echi altoparlanti e odori di pesciolini fritti. Lei bimba di mare. Io ragazzino di campagna in vacanza coi nonni. Ogni anno a ritrovarci sulla battigia. A Passare l’estate delle nostre minuscole vite. L’ho sfiorata lì, la mia felicità, ma l’ho capito tanto tempo dopo. L’ho saputo con certezza quando lei, sulla battigia, non è venuta più. “Bianca, intendi?” mi disse una volta la signora dei ghiaccioli.

Si tratta di una raccolta di 82 racconti brevi. Come attimi. Come morsi. Assaggi di esistenze che scorrono e lasciano segni indelebili tra la pelle e il cuore.

Ogni storia è un piccolo mondo, che parla a noi e di noi. Ogni storia dipinge i personaggi e le loro vicende, relazionali ed emotive, che costituiscono un caleidoscopio di sensazioni nelle quali perdersi e ritrovarsi, sentirsi pungere e subito dopo abbracciare.

“Prima del libro è nato un blog – racconta l’autrice. L’ho creato nel 2017, con il titolo Io ti scrivo alle 18, perché tutto è iniziato come un appuntamento quotidiano di scrittura creativa: ogni giorno pubblicavo, alle ore 18, una breve storia ispirata a una mia fotografia. Desideravo condividere con le persone un insieme di suggestioni, attimi di vita: volevo che ogni giorno i miei lettori avessero a disposizione uno spunto narrativo e di riflessione, che arrivasse puntuale, magari al termine di un’intensa giornata lavorativa. In una società che corre a un ritmo elevato, a tratti frenetico, mi piaceva l’idea di regalare una parentesi di tranquillità, di consapevolezza. Molti mi dicevano e mi dicono che “non hanno tempo di leggere”, per questo ho pensato alla formula del racconto brevissimo, rapido e immediato nella fruizione, ma profondo e permanente a livello di emozioni trasmesse. Negli anni il blog si è evoluto ed è diventato un contenitore più ampio, comprensivo di reportage, interviste, approfondimenti. Sono nate diverse collaborazioni con aziende e associazioni, soprattutto grazie alla mia presenza continuativa su Instagram, social media che ho scelto come cassa di risonanza per i contenuti del blog. Proprio su Instagram è avvenuto il prezioso incontro con Rossana e Andrea, fondatori della casa editrice romana Chance Edizioni. Il feeling è stato immediato, anche perché siamo animati dal medesimo intento: portare le parole al cuore delle persone. Così queste parole sono uscite dal web. Si sono fatte carne e carta. E adesso le guardo, emozionata e felice, in questa raccolta di racconti che contiene un sogno”.

“La vita resta negli occhi è una pubblicazione che rappresenta perfettamente la nostra linea editoriale – replica Rossana Caterina. Inserita nella collana ScritturaSpontanea, ci ricorda la sinergia e l’armonia nella sua composizione, dalla parte dell’editing alla grafica.

Francesca è una persona che merita una Chance, l’opportunità di vedere valorizzato il proprio talento, senza che venga mai banalizzato o sacrificato da un marketing asettico. Con lei risulta spontaneo condividere un percorso, confrontarsi per crescere insieme accettando nuove sfide, mettendosi in gioco senza remore e provando a creare quegli spazi sostenibili e futuribili per un’editoria diversa. Lei riesce a mettere le persone al centro della sua scrittura: gli aneddoti, i comportamenti, i legami e perfino i silenzi si muovono sotto ai riflettori della sua penna riversandosi poi nelle pagine. La vita resta negli occhi, se sai prestare lo sguardo e l’ascolto per percepire ciò che accade”.

Ogni racconto sgretola una certezza e una paura, fino ad aprirci verso l’unico modo nel quale vale la pena vivere: pienamente.

 

https://shop-lachanceria.myshopify.com/products/la-vita-resta-negli-occhi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

‘Accusa premeditata’: il romanzo d’esordio in prosa di Gerry Di Lorenzo

Accusa premeditata, pubblicato con PAV Edizioni, è il primo romanzo in prosa di Gerry Di Lorenzo.

Gerry Di Lorenzo è nato il 27 giugno 1975 in provincia di Napoli, dove trascorre la sua infanzia. Fin da piccolo coltiva l’amore per la poesia e la musica che lo porterà a formarsi tra Zocca (Mo) e Roma. Tornato a Napoli, si laurea e intraprende l’attività di libero professionista, senza mai abbandonare le sue vere passioni. Nel 2019 pubblica la sua prima silloge poetica: Pensieri di un poeta mediocre. Nel 2021 pubblica la sua seconda silloge poetica: In viaggio. Il 2022 è l’anno del suo primo romanzo: Accusa premeditata.

Accusa premeditata: sinossi

Dopo due sillogi poetiche, Di Lorenzo torna in libreria con un giallo.

Non vi è ragione di credere che nel peccato si nasca ed è
privo di senso logico colui che crede il contrario, sposando la
convinzione che ogni cosa accade perché già decisa, già scritta,
lasciando l’uomo spettatore dei suoi stessi passi.
Certo, l’incipit non è per tutti uguale ed è affascinante il
mistero per cui sia così soggettivo.
C’è chi lo trova in ricchezza, chi in povertà, chi in amore, chi
nella solitudine o nell’abbandono, chi nella disperazione, chi
nella gioia, chi nel male, chi nel bene.
Forse tutto è dipeso dal fato; resta comunque che l’incipit non
è la corsa, non è l’arrivo ma è solo il punto di partenza.
L’incipit non è il peccato ma la possibilità.
Il peccato, figlio della tentazione, è un’incisione incancellabile nata con l’origine della specie, in grado di condizionare
pensieri e azioni, di prendere il completo comando dell’individuo governando comportamenti, decisioni, pensieri.
Il peccato però è una valida ragione per tenere a bada le
repressioni, le insoddisfazioni, le scure sofferenze che maledicono ogni istante della vita.
S’impossessa della mente e diventa un’ossessione dalla quale
non ci si può liberare, in quanto la tentazione, bisogna ammetterlo, fa star bene, fa sentire vivi e pieni di adrenalina.
Il peccato è un pericolosissimo gioco a tradimento, ammaliante, che prima seduce e poi distrugge perché porta sempre un
conto troppo pesante da pagare.

Rosario Accollato, un venditore ambulante, viene accusato dell’omicidio del senatore Bonamano. Sposato con Marianna, abbandonata dalla mamma e vittima di violenze sessuali subite da un potente uomo, si ritrova a fare i conti con Iure: giudice corrotto sposato con una donna bella e arrivista.
La storia si aggrava con la deposizione del dottor Cattaneo, psichiatra che in passato teneva in cura l’imputato. Suo malgrado, informa Iure che Rosario soffre del disturbo dissociativo dell’identità: avrebbe quindi potuto assassinare il senatore senza però ricordarlo?

“Questo romanzo giallo – ha spiegato lo scrittore – nasce da un momento in cui le domande che mi ponevo erano superiori alle risposte che riuscivo a darmi. Da lì ho iniziato a pensare a quanto sia fragile la mente umana e quanto le esperienze condizionino ciò che siamo e che diventiamo. Queste pagine trattano di disperazione, delle coscienze, della corruzione, di come ogni individuo abbia più personalità e quella che viene fuori è il frutto delle esperienze vissute”.

 

https://pavedizioni.it/prodotto/accusa-premeditata

 

“Il segreto inconfessabile” di Rubina E. Rossi, il terzo capitolo della tetralogia dedicata alle indagini di Tony Della Rocca

Torna in libreria con Il segreto inconfessabile (Chance Edizioni) l’investigatore privato Tony Della Rocca nato dalla penna di Rubina E. Rossi.

Rubina E. Rossi è uno pseudonimo dietro cui si nascondono Barbara Capotondi e Giorgia De Luca. Il nome è un omaggio a Luigi E. Rossi, il grande grecista grazie a un lavoro con il quale, peraltro, si sono conosciute. Entrambe nate e cresciute a Roma, laureate in Lettere Classiche, amanti dei gatti, dei viaggi, del teatro e dell’arte in generale, hanno intrapreso da qualche anno un percorso che le ha portate a pubblicare tre romanzi gialli, immaginati come parte di una tetralogia incentrata sulle indagini di Tony Della Rocca. Le loro date di nascita, rispettivamente 20/11/1979 e 17/12/1983, sono state fuse per creare quelle di Rubina e di Tony (20/11/1983 e 17/12/1979).

L’idea di Rubina e di Tony nasce durante un weekend a Ferrara, dove è ambientato il primo dei romanzi della saga, La prigione degli amanti, uscito nel novembre del 2018 e risultato vincitore della prima edizione del concorso Un giallo x 1000 indetto dalla casa editrice Zerounoundici Edizioni, da cui è stato pubblicato. Altra città centrale nell’ispirazione e nell’opera di Rubina è Trieste, dove è ambientato il secondo romanzo, L’eco della vendetta (Chance Edizioni) che è stato in parte scritto proprio sui luoghi di cui racconta.

Nel terzo romanzo, Il segreto inconfessabile, Tony viaggia per l’Italia alla ricerca dell’assassino e questo ha permesso a Rubina di inserire un cameo sulla città più significativa nel suo vissuto: Roma. Attualmente, oltre a continuare a scrivere, sia per ultimare la saga di Tony Della Rocca sia per partecipare ad altri progetti, tra cui, di prossima pubblicazione, un’antologia di racconti ambientati in uno dei quartieri di Roma, Barbara e Giorgia gestiscono, oltre a quello di Rubina E. Rossi Scrittrice, un account Facebook e Instagram dedicato al mondo antico, Le Bimbe della Res Publica, nel quale raccontano l’antichità in chiave ironica. L’amore per l’antico e per i suoi miti filtra anche dalle pagine di Rubina ed è di ispirazione per la sua scrittura, insieme a fatti e persone reali che fanno o hanno fatto parte della vita di entrambe.

Il segreto inconfessabile: Sinossi

Il rombo della mia moto si spense in una lunga eco, mi tolsi il casco e
mi guardai intorno: il cielo era azzurro e terso eppure l’aria frizzantina
mi solleticava le narici. Ero nel piazzale davanti alla Cattedrale di San
Giusto o, almeno, in quello che noi triestini chiamiamo piazzale ma
che in realtà è piuttosto una via. Il cantiere e le transenne della polizia
si frapponevano tra me e la scena del crimine e gli agenti si muovevano
intorno mentre una folla di curiosi si assiepava cercando di riprendere
la scena con i cellulari. Nello spazio lasciato dalle loro gambe intravidi
quello che sembrava un corpo coperto da un telo di plastica nero. Poco
distante, sul sagrato della chiesa, una giornalista parlava a una
telecamera. Mi avvicinai per cercare di vedere meglio, sperando di
incontrare don Stanislao.

Un giallo tinto di mistero, un omicidio apparentemente inspiegabile e un’indagine piena di colpi di scena.

In questa nuova avventura sarà chiamato a scoprire chi è l’assassino di una suora e per scoprirlo si troverà a viaggiare per l’Italia; lungo questo cammino avrà a che fare con personaggi fuori dal comune, vecchie e nuove conoscenze che avranno ruoli inaspettati e porteranno a risvolti analoghi.

Il segreto inconfessabile è un romanzo giallo, terzo capitolo della tetralogia dedicata alle indagini di Tony Della Rocca – ha dichiarato Rubina E. Rossi. Ciascun romanzo è leggibile singolarmente e slegato rispetto agli altri, ma ciò che li lega è l’evoluzione interiore del protagonista, che da personaggio statico e stereotipato diventa sempre più consapevole di sé, delle sue fragilità, e riesce a illuminare, grazie anche alle indagini che si trova ad affrontare, dei coni d’ombra che oscurano tratti della sua personalità. In particolare, in questo terzo romanzo Tony si dovrà confrontare – e scontrare – con le sue convinzioni religiose e con l’idea stessa della religione, ma dovrà anche affrontare, per iniziare a risolverlo, il rapporto con i suoi genitori. Il romanzo è pubblicato – come già il secondo della serie, L’eco della vendetta – con Chance Edizioni, che si occupa soprattutto di editoria emotiva”.

“Pubblicare Rubina E. Rossi per noi è una sfida particolarmente interessante, perché ci permette di mantenerci saldi sulla nostra linea di narrativa introspettiva, ma di farlo con un genere per noi nuovo prima che le nostre strade e quelle di Giorgia e Barbara si incrociassero – ha commentato l’editore Andrea Stella. Rubina E. Rossi, infatti, è lo pseudonimo con cui firmano i loro libri Giorgia De Luca e Barbara Capotondi. Tutte storie a sé stanti e una non propedeutica all’altra, attraverso le quali le autrici sono riuscite a realizzare un libro di grande spessore qualitativo e in generale una saga perfettamente riuscita. La loro bravura nello scrivere, derivante anche da abbondanti competenze professionali, l’attenzione per i dettagli, la cura nella ricerca, l’amore per la lettura, sono state riversate nella stesura di questo libro, ricco di suspance, mistero, ironia, introspezione, ambientazioni che cambiano mantenendo sempre un impatto vivido nell’immaginazione del lettore e personaggi improbabili, divertenti, oscuri, affascinanti. Con una tale varietà di contesti, situazioni e figure che si alternano tra le pagine del libro, utilizzando uno dei generi più floridi e sempreverdi della letteratura, il libro di Rubina si propone per essere una lettura per tutti, e non solo per chi ama il filone giallo. Per noi questo è un libro che si impone con forza come una delle proposte più importanti nel nostro catalogo di novità 2022”.

Il nostro detective sarà, quindi, ancora una volta chiamato a mettere in discussione alcune sue granitiche certezze. Tutto ciò lo costringerà a confrontarsi di nuovo con i fantasmi del suo passato e con quella parte di sé che insiste a non voler accettare: riuscirà infine a venire a patti con essa? E, soprattutto, riuscirà a far luce su un omicidio tanto enigmatico?

 

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