Luchino Visconti frasi

10 frasi per innamorarsi di Luchino Visconti

Luchino Visconti, grandissimo regista del cinema e del teatro italiano ed internazionale, cultore di Marcel Proust, raffinato, lirico, dannunziano (Senso, L’innocente, La caduta degli dei, Morte a Venezia) e popolare (Ossessione, La terra trema, Bellissima) al contempo, magniloquente, maniacale nel modo filmare, di decorare le scenografie e persino gli interni dei cassetti che nessuno avrebbe visto, ha realizzato capolavori immortali della storia del cinema, sfidando la propria omosessualità e portando sul grande schermo il suo sangue blu e la sua visione aristocratica del mondo unita alla sua educazione marxista che lo faceva propendere ideologicamente verso il proletariato. Ha saputo coniugare melodramma e realismo, sue grandi passioni stilistiche, prediligendo una tematica in particolare: quella relativa alla sfaldamento dei legami familiari.

Di seguito proponiamo 10 frasi tratte dai suoi film:

“Il denaro ha le gambe, e deve camminare. Altrimenti, se resta nelle tasche, prende la muffa”.
(Ossessione, 1943)

“Il genio è un dono di Dio. Anzi no, è una punizione di Dio, un divampare peccaminoso e morboso di doti naturali”. (Morte a Venezia, 1971)

“I siciliani non vorranno mai migliorare, perché si considerano già perfetti. In loro la vanità è più forte della miseria”. (Il Gattopardo, 1963)

L’amore? Già, certo, l’amore… Fuoco e fiamme per un anno, e cenere per trenta”. (Il Gattopardo)

“Sono un disertore perché sono un vigliacco, e non mi dispiace di essere né un disertore né un vigliacco. Cosa m’importa che i miei compatrioti abbiano vinto oggi una battaglia in un posto chiamato Custoza quando so che perderanno la guerra e non solo la guerra… E l’Austria fra pochi anni sarà finita, e un intero mondo sparirà: quello a cui apparteniamo tu ed io. E il nuovo mondo di cui parla tuo cugino non ha nessun interesse per me: è molto meglio non essere coinvolti in queste storie e prendersi il proprio piacere dove lo si trova”. (Senso, 1954)

“Ecco la guerra che gli italiani preferiscono: pioggia di coriandoli con accompagnamento di mandolini”. (Senso)

“Rocco è un santo. Ma nel mondo in cui viviamo, nella società che gli uomini hanno creato, non c’è più posto per i santi come lui: la loro pietà provoca dei disastri”. (Rocco e i suoi fratelli, 1960)

“La fortuna bisogna farsela venire”. (Rocco e i suoi fratelli)

“Vedi, Gunther, tu questa notte hai conquistato qualcosa di veramente straordinario. La brutalità di tuo padre, l’ambizione di Friedrich, la stessa crudeltà di Martin, non sono assolutamente nulla a confronto di quello che tu adesso possiedi: l’odio, Gunther. Tu possiedi l’odio, un odio giovane, puro, assoluto. Ma sta’ attento: questo potenziale d’energia e furore è troppo importante per farne la ragione di una personale vendetta: sarebbe un lusso, uno spreco inutile. […] Tu verrai con me: noi ti insegneremo ad amministrare questa tua immensa ricchezza, ad investirla nel modo giusto”. (La caduta degli dei, 1969)

“C’e uno scrittore, del quale tengo i libri in camera mia e che rileggo continuamente… Racconta di un inquilino che un giorno si insedia nell’appartamento sopra il suo. Lo scrittore lo sente muoversi, camminare, aggirarsi. Poi tutt’a un tratto sparisce, e per lungo tempo c’è solo il silenzio. Ma all’improvviso ritorna. In seguito le sue assenze si fanno più rare, e la sua presenza più costante. È la morte”. (Gruppo di famiglia in un interno, 1974)

 

Pubblicato da

Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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