Premio Strega 2018: trionfa Helena Janeczek con ‘La Ragazza con la Leica’, romanzo disorganico che ha solo il merito di portare alla luce un personaggio sconosciuto

Il Ninfeo di Villa Giulia, ieri, 5 luglio, è stato lo sfondo della 72° edizione del Premio Strega 2018. Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017 con Le otto montagne e il gruppo storico Bellonci, fondatore e promotore dell’evento, hanno annunciato il vincitore del prestigioso premio letterario. La Giuria dopo sei scrutini, ha annunciato la classifica della cinquina finalista: Quinto posto  con 55 voti per Lia Levi con Questa sera è già domani (Edizione e/o); quarto posto  con un punteggio di  57 Carlo de Amicis, Il Gioco (Mondadori); terzo  posto  con 101 preferenze Sandra Petrignani  La corsara – Ritratto di Natalia Ginzburg  (Neri Pozza); secondo posto con 144 voti per Marco Balzano con Resto qui (Enaudi); primo posto per Helena Janeczek con La ragazza con la Leica (Guada).

Dopo 15 anni il Premio Strega 2018 ritorna nelle mani di una scrittrice donna e si tinge di rosa per ben due volte:  Lia Levi vince il Premio Strega Giovani 2018.

La ragazza con la Leica trionfa al Premio Strega 2018

La scrittrice italo-tedesca Helena Janeczek con La Ragazza con la Leica ci riporta indietro nel tempo, nel pieno della guerra civile spagnola. In quel periodo, precisamente il 26 luglio del 1937, trova la morte all’età di 27 anni la giovane reporter di guerra Gerda Taro. Era proprio intenta a fare il suo lavoro quando fu schiacciata da un carro armato sotto gli occhi del compagno Robert Capa, anch’egli reporter. La storia è narrata seguendo un punto di vista multi prospettico: si conoscerà la reporter attraverso la testimonianza di tre persone molto vicine a lei.

Il libro è innanzitutto un romanzo storico perché ripercorre gli eventi bellici degli anni ’30 ma è anche  sentimentale e soprattutto una biografia: si descrivono momenti della vita vissuta con il suo compagno, una Gerda giocosa, autoironica, piena di gioia di vivere  ma anche la Gerda coraggiosa, militante antifascista, che si opponeva a Hitler, in nome della libertà.

Il romanzo ha l’intento di riportare in vita Gerda Taro e fissare la sua fotografia nelle pagine della nostra quotidianità affinché non sia semplicemente celebrata per il suo lavoro ma sia d’esempio per tutti per il coraggio e la sua forza in un tempo dove sempre più spesso vengono meno modelli da seguire.

Ancora una volta sembra contare la bontà del tema storico sull’abilità stilistica e linguistica dell’autore: la storia finisce infatti in secondo piano, irrimediabilmente, per l’ambizione della scrittrice di trattare la materia con mezzi che sono appannaggio della letteratura, più che al saggio biografico. Il risultato è una scrittura costruita su flussi di coscienza, ma confusa, nebulosa, e il lettore ne resta frastornato, dovendo compiere salti temporali che non sono funzionali alla storia. Merito alla Janeczek di aver riportato alla luce un personaggio sconosciuto, ma lo ha polverizzato, mettendogli in bocca frasi disorganiche. Quale pensiero è alla base della costruzione dei periodi del romanzo? Probabilmente tale confusione nasce dal fatto che Janeczek, di madrelingua tedesca, scrive in italiano, e lo fa mantenendo un sistema di pensiero che forse troverebbe un’espressione più efficace in tedesco.

https://www.ibs.it/ragazza-con-leica-libro-helena-janeczek/e/9788823518353

 

 

Pubblicato da

Melania Menditto

Mi chiamo Melania Menditto. Sono una giornalista pubblicista iscritta all'ordine dei giornalisti della Campania. Amo la Letteratura, il Teatro, la Poesia, la Scienza forense, la Musica. Da sempre ammaliata dal Mondo di carta, sogno di farlo esplorare ai tanti, grandi o piccoli che siano.

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