Non è per nulla facile oggi aprire, gestire e far profitto con una libreria. I colossi virtuali e le grandi catene hanno un potere immenso; spesso i libri sistemati in scaffali con gadget, caramelle e pop corn finiscono per essere scambiati per ninnoli più o meno attraenti, a seconda del colore della copertina, e diventano merce commestibile nel senso meno nobile del termine. Così come in Italia anche in America le piccole librerie indipendenti hanno dovuto chiudere i battenti vittime delle grandi catene. Al loro posto grattacieli, parcheggi e ipermercati.
Eppure la resistenza, a volte, riesce a creare uno strappo nelle maglie intricate e insensibili del sistema: è accaduto proprio questo a “Vanni”, la prima libreria italiana in America, fondata nel 1884 dal siciliano Sante Fortunato Vanni originario di Caltagirone. Nel cuore del Greenwich Village, a New York riapre infatti la sua piccola, fortunata, sincera libreria.
I locali di Vanni riapriranno come libreria e centro culturale sotto gli auspici del Centro Primo Levi. Il tutto è coadiuvato da Alessandro Cassin direttore editoriale del Centro Primo Levi e figlio dell’editore Eugenio Cassin che nel 1959 pubblicò la prima edizione in inglese di Se questo è un uomo. L’obiettivo è far luce sulla storia dell’ebraismo italiano in America.
Il signor Vanni è arrivato a New York nel 1884 e ha iniziato la sua attività di libreria e stamperia al 548 West Broadway. La libreria ha venduto classici italiani, manuali d’inglese e dizionari insieme a cartoline, riviste, manuali, calendari, biglietti da visita, santini e materiale religioso. Vanni ha svolto anche l’attività di scrivano, occupandosi di corrispondenze private e scritture commerciali per i tanti emigranti analfabeti. Nel 1931 è entrato in campo Andrea Ragusa, consulente editoriale appena arrivato dall’Italia. La libreria passa a Bleeker Street, poi nella sede attuale sulla 12/a. Ragusa, direttore generale della Fratelli Treves, arriva in America con l’idea di vendere la Treccani.
Le strade del Village all’inizio degli anni trenta erano il centro delle stamperie. Ragusa comincia a pubblicare libri in inglese ad argomento italiano e trasforma la libreria in un centro culturale di riferimento. Stampa 138 titoli tra critica letteraria italiana e libri per le scuole diventando il principale fornitore di libri italiani per le biblioteche pubbliche e universitarie in Nord America. Poi La libreria passa nelle mani delle figlie e nel 2004 sembra essere finito tutto.
La palazzina sulla 12/a sembra essere sott’assedio: da un lato i ricchi che aspirano ad abitare e sottomettere un pezzo di uno dei quartieri più romantici e in voga di Manhattan, dall’altro la New York University che sta acquisendo tutte le proprietà disponibili nella zona. L’iniziativa del Centro Primo Levi si inserisce in una vera e propria giungla a difesa non solo di un luogo fisico, ma di un luogo della memoria dove ad essere conservati non sono solo libri, dizionari e manuali ma un pezzo di storia d’Italia che si è legato alla storia newyorkese. Un vecchio film americano ha come titolo Miracolo nella 34/a strada, la libreria Vanni che ci rende orgogliosi di essere italiani, è nella 12esima. Si spera che il miracolo avvenga questa volta qualche isolato prima!