Andrea Arcarisi: “Lo spazio è come una grande avventura, simile al Far West di un tempo”

La robotica è un universo di pensieri e visioni intrecciati tra loro, una scienza le cui basi della conoscenza furono gettate dallo scrittore fantastico Isaac Asimov, il padre delle tre leggi della robotica e dei robot positronici.

Il giovane ingegnere robotico siciliano Andrea Arcarisi sembra un protagonista dei racconti di Asimov, che nell’arena industriale attuale, si distingue per essere stato selezionato tra i pochi studenti europei e undicesimo italiano per il programma di astronauta analogico presso l’Analog Astronaut Training Centre (AATC) in Polonia, in collaborazione con lo Space Technology Centre di Cracovia (EUSPA-ESA), dopo aver superato una selezione rigorosissima.

La missione ha riguardato nello specifico diverse simulazioni di vita nell’ambiente della Stazione Spaziale Internazionale e diversi esperimenti scientifici personali.

Tra le esperienze della missione l’ingegnere Arcarisi ha affrontato una simulazione di Habitat Lunare direttamente in Polonia, ricreando le condizioni di sopravvivenza di un astronauta. I test di sopravvivenza hanno incluso sfide come il test di forza G e simulazioni di attività extraveicolari (EVA) in immersione.

Spinto a studiare Ingegneria Meccatronica nella sua Sicilia e Robotica a Pisa dopo la visione del film Interstellar” di Nolan, Andrea Arcarisi, in futuro vorrebbe far parte dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea.

Di questo giovane ingegnere colpiscono la cordialità, la passione per il proprio lavoro, la determinazione e la consapevolezza di aver scelto un obiettivo elitario unitamente ad un percorso faticoso, partecipando a simulazioni avanzate per testare sistemi robotici in ambienti simili a quello dello spazio. Un’eccellenza italiana, un ragazzo ambizioso disponibile a parlare sull’origine del mondo senza pregiudizi nei confronti della religione, che ci ricorda che l’uomo è fatto per cose grandi, e che ogni impresa umana cammina sotto l’egida dell’hybris, anche quella dell’uomo più umile.

 

1 Cosa significa far parte del programma di astronauta analogico presso l’Analog Astronaut Training Centre?

L’esperienza come astronauta analogico rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio per chi aspira a diventare astronauta. Durante questo programma, ci si prepara non solo dal punto di vista scientifico, ma anche psicologico e fisico, vivendo in prima persona situazioni che simulano i viaggi spaziali, la vita a bordo delle stazioni spaziali e persino future colonizzazioni di altri pianeti. È un percorso che forma individui capaci di affrontare sfide complesse e situazioni ad alto rischio, mantenendo lucidità e competenza, qualità fondamentali per la comunità scientifica. Inoltre, questa esperienza permette di testare sé stessi in vista delle selezioni per astronauti, che, come nel caso dell’ESA, si tengono solo una volta ogni dieci anni.

2 Qual è l’esperienza di missione più importante cui hai preso parte?

L’esperienza più significativa è stata la “One Man Mission” di ottobre 2023, durante la quale ho trascorso due settimane in completo isolamento all’interno di una stazione spaziale simulata a terra. In questo contesto, ho affrontato numerosi compiti scientifici, resistendo all’isolamento tipico delle missioni spaziali e superando prove di emergenza. È stata una sfida tanto mentale quanto emotiva, ma grazie alla determinazione sono riuscito a completare ogni incarico, inclusa la realizzazione di due prototipi scientifici. Uno di questi, oggi, è diventato il nuovo prototipo sviluppato dallo Space Systems Laboratory dell’Università di Pisa, sotto la direzione del professor Salvo Marcuccio, e rappresenta il futuro sistema di controllo d’assetto per dispositivi nella stratosfera tramite palloni HAB (High Altitude Balloons).

3 Cos’è per te lo spazio? Qual è la tua visione?

Lo spazio, per me, è come una grande avventura, simile al Far West di un tempo: è un luogo sconfinato e misterioso, pieno di possibilità ma anche di sfide che non possiamo ancora immaginare. È qui che l’umanità può sognare in grande, creare nuove tecnologie e forse, un giorno, trovare una seconda casa su pianeti come Marte. Allo stesso tempo, lo spazio ci spinge a collaborare come mai prima d’ora. Già oggi, con progetti come la Stazione Spaziale Internazionale, vediamo cosa possiamo ottenere unendo le forze. Ma è anche un luogo di competizione: aziende private e nazioni si stanno sfidando per essere le prime a sfruttarne le risorse e a portare avanti nuove scoperte.

4 Cosa pensi dei progetti di Elon Musk?

Elon Musk è un innovatore che ha cambiato molti settori, come i pagamenti online con PayPal e le auto elettriche con Tesla. Con SpaceX, sta rendendo i viaggi spaziali più accessibili, puntando a farci arrivare su Marte. Anche se a volte dice cose provocatorie o discutibili, la sua visione del futuro è chiara e ambiziosa: vuole spingere l’umanità oltre i confini della Terra. Quello che lo rende speciale è il suo modo di pensare in grande. Non si accontenta di piccoli cambiamenti, ma vuole trasformare completamente il mondo. Se qualcuno riuscirà a portarci su Marte, Musk potrebbe essere uno dei protagonisti di questa impresa.

5 Un utilizzo illuminato e saggio dell’intelligenza artificiale applicata allo spazio, può senza dubbio aiutare gli stakeholder nei processi decisionali volti a conquistare una solida postura in un dominio sempre più strategico. In che ambiti l’AI può fare la differenza, come trasforma le attività spaziali?

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando le attività spaziali in molti modi. Immagina una missione spaziale in cui ogni decisione, dalla traiettoria al consumo energetico, è ottimizzata in tempo reale, riducendo costi e rischi. L’AI permette di analizzare enormi quantità di dati raccolti da satelliti e sensori, fornendo agli scienziati informazioni essenziali in tempi record. Inoltre, veicoli spaziali e rover possono operare autonomamente, affrontando imprevisti senza dover attendere istruzioni dalla Terra. Questo non solo rende le missioni più sicure, ma apre nuove possibilità per esplorare ambienti estremi o lontani

6 Come sono messe le università italiane in materia di robotica?

Dal punto di vista strettamente accademico le università italiane presentano delle lacune nonostante la presenza di diversi corsi in ingegneria robotica, cybernetica e meccatronica: pochi laboratori, poche strutture, in compenso però abbiamo centri di eccellenza: tre importanti centri di eccellenza in robotica sono a Genova, Pisa e Napoli. Siamo molto competitivi da questo punto di vista.

7 Secondo i cosmologi Barrow e Tipler lo spazio e il tempo sono entrati nell’esistenza, letteralmente nulla esisteva prima della singolarità, quindi, se l’universo ha origine in tale singolarità, avremo veramente una creazione ex nihilo, cosa ne pensi, qual è la tua visione dell’origine del mondo?

Speculare sull’origine dell’universo senza prove concrete è affascinante proprio perché ci permette di immaginare e ipotizzare liberamente. Un po’ come con la teoria dei frattali, ci ritroviamo a contemplare la perfezione dell’universo, che sembra seguire un ordine che non può essere casuale. Da esseri umani, è naturale voler trovare un senso e vedere un disegno in tutto questo. Personalmente, credo che nulla nasca davvero dal nulla; tutto ha una fonte, anche se è qualcosa di così complesso e indefinibile che la nostra mente, limitata, fatica a comprenderlo. Pensiamo di capire tanto, eppure non riusciamo nemmeno a immaginare la quarta dimensione. Tutto questo non può essere solo una coincidenza, ma qualcosa di molto più profondo.
O almeno spero diciamo, mi fa sorridere l’idea che un entità al di sopra di ogni cosa giochi con noi attraverso le leggi della fisica.

Pubblicato da

Annalina Grasso

Giornalista e blogger campana, 29 anni. Laurea in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con una galleria d'arte contemporanea.

Exit mobile version