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Humpie Trumpie o la campagna elettorale a stelle e strisce

Trump perde terreno

Quartier Generale del Comitato Repubblicano.
Trump Palace, New York City
10 ottobre 2016, ore 9.23 antimeridiane

 

Trumpie: «Ok ok, ragazzi, allora? Com’è andata la trasmissione?»
«Ammerda, Mister D.»
«A…? Che vuoi dire?»
«Che quella vecchia cagna arruffata ci ha stesi un’altra volta. Intendiamoci, non è stata una completa débâcle. Lo zoccolo duro del nostro elettorato come sempre ci è rimasto fedele, ma per il resto… Signore, faceva prima a rinchiudersi nella stanza d’albergo tutta notte con una delle sue donnine a ore. Almeno da quelle parti… qualcosa si sarebbe mosso, eh eh eh».
«Cazzo, io non ti pago fior fior di verdoni per farmi propinare in faccia questo tuo umorismo da liceale foruncoloso…»
«Ehm, chiedo venia, Mister D… Quello che le volevo dire è che… sì, insomma, non abbiamo recuperato neanche uno zero virgola, mi capisce?»
«Mmm, ti capisco fin troppo bene, diamine… Ma quella maledetta storia di quel grasso satiro del marito che molesta qualsiasi donnesca forma di vita che ancora respiri non doveva avere un suo appeal sul pubblico?»
«Nah, Mister D, già lo avevo previsto: è roba antica, roba debole. Non è neanche mai finito a processo per quella roba lì… Avrà smanacciato qualche culo, ci avrà provato pesantemente con qualcuna dello staff, ebbene? Non è neanche mai stato provato. Parole al vento, signore. Certo nulla a che fare con lo sbobinamento di quei suoi vecchi discorsi sessisti circa la facilità con cui tira su le sue compagne di letto grazie ai soldi e al prestigio, Mister D. Quella sì che è difficile da far mandare giù ai milioni di femministe con diritto di voto…»
«Bah, quelle stupide e starnazzanti oche pelose… E che avrò mai detto di strano, del resto? Che l’acqua è bagnata? Gesù, lo sanno tutti che gira così a questo lurido mondo. E di che si meravigliano allora? In che razza di congrega di sciocche educande si è trasformata questa nazione? Ah, la vedranno questi mentecatti, appena arrivo io nella stanza dei bottoni: qua cambia tutto! Ehm, perché ce la farò a entrare nella stanza dei bottoni, giusto?… Ora vuoi spiegarmi come mai fai quella faccia?»
«Ehm, signore, con tutta franchezza, beh, se va avanti così… sì, insomma… la vedo dura…»
«Ah, fanculo… con la barca di soldi che ci ho speso, maledizione! Ma… di assi nella manica che ci è rimasto?»
«Pochino…»
«Il lesbismo segreto di Missis Perfettini e il fatto che lei e il porco abbiano messo su una famiglia di facciata per poi continuare ognuno con le proprie passioncine nascoste?»
«Primo, è come scoprire l’acqua calda. Secondo, qui non è come quando hanno minacciato Giuliani quattro anni fa di ritirarsi dalla gara elettorale altrimenti lo avrebbero sputtanato con un intero dossier sulla sua omosessualità clandestina, che avrebbe finito per incrinare pesantemente la sua nomea di repubblicano macho e tradizionalista: rivelare apertamente la natura saffica della sua concorrente non farebbe altro che servirle su un piatto d’aergento l’intera comunità lesbo-frocia d’America, con tutte le lobby annesse. Sarebbe a dir poco controproducente…»
«E quel dannato vaso di Pandora delle sue mail segrete che rivelavano con quali mezzucci abbia affossato il suo rivale liberal?»
«Non ha fatto abbastanza presa. La gente se n’è fregata, l’ha vista come una bega tra coinquilini, niente di più. Non le hanno dato la statura morale che ci auguravamo…»
«Ma… i comunisti? Già hanno più alcun aiuto da fornirci?»
«Ehm, i russi non sono più comunisti, almeno non ufficialmente…»
«Uhm, peccato davvero, ci ho sempre lavorato bene coi rossi, specialmente con quei cazzo di cubani dalle lunghe barbe sudice…»
«Ehm, sì… e comunque i russi hanno un sistema di intelligence abbastanza goffo… Rischiano di farci fare delle grosse figuracce piuttosto che tornarci utili…»
«Insomma, siamo col culo a terra…»
«La descrizione, per quanto icastica, credo sia… attinente.»
«Cazzoazzoazzoazzo! Ma non c’è davvero nulla che possiamo fare… Doppio mandato a un negro, subito dopo una donna… Alle prossime che ci aspetta? Un cazzo di presidente licantropo con tre teste?»
«Beh, quello il nostro elettorato lo capirebbe…»
«Smettila di fare lo spiritoso, ché qua il tempo stringe. Su, non possiamo lasciare il paese in mano a quella vacca senza scrupoli… Dai, che ci rimane per le mani? Qua dobbiamo giocare sporco o non se ne esce…»
«Mmm, non so fino a che punto ci convenga… Credo che si sia ormai raschiato il barile…»
«Non ancora, bello! Per esempio, se spifferassimo quella vicenda della ragazzina che la voleva ricattare e che lei ha fatto… sparire grazie alla Cia, quand’era segretario di stato?»
«Vede, signore, non è il caso di mettere le mani in questo genere di letamaio… Si chiama “patto di non belligeranza”: i due candidati si possono colpire anche duramente, ma senza mai andare a pescare i segreti più torbidi. Non si fa. È così fin dagli onorati tempi di George Washington…»
«A-ah! E perché? Se noi invece lo facessimo?»
«Beh, in quel caso la signora le potrebbe replicare pubblicamente di quella volta della stanza d’albergo con quelle tre massaggiatrici cinesi che dopo quella luuuunga notte trascorsa insieme a lei, capo, beh, nessuno ha mai più visto in giro…»
«Ah, quella vecchia stupida storia… Bah… Idea! E se invece tirassimo fuori quell’episodio con quel lobbista che, dopo aver finanziato la campagna elettorale del marito, non si vide ripagato a sufficienza e incominciò a tirar su un polverone coi media locali, ricordi? Tempo un mese ed era stato liquidato da un misterioso incidente automobilistico. Ecco! Secondo le carte che ho qui in realtà ci sono le prove che quella morte non fosse stata affatto accidentale. Ci fu la chiara intercessione della madama in questione che per salvare le chiappe al marito pensò bene di far scendere in campo i…»
«Ah, Mister D, lasci perdere, questa strada non ci porterebbe a nulla di buono. Come lei sa, anche loro si sono documentati approfonditamente. Per dirne una, sanno di quella volta che lei sbaragliò la concorrenza per quell’appalto in North Dakota grazie alla provvidenziale avaria del velivolo con cui si spostava il suo diretto concorrente, il signor… beh, insomma, lei sa chi… O… o il particolare piuttosto imbarazzante circa quel Caravaggio rubato che la vostra famiglia detiene da decenni, nascosto nel caveau della sua villa ad Aspen. Per non parlare poi di quel… quell’ufo che lei fece vivisezionare e poi seppellire sotto sei metri di terra nella sua tenuta nell’Oregon… O ancora…»
«Caaaapisco, ragazzo, sì sì, caaaaapisco. Non c’è bisogno di proseguire… Mmm, mmm, mmm… Ok ok, che ne dici se proseguissimo con la monotona sfilza di donne molestate da Bill?»
«Dico che forse è meglio, Mister D…

About Pee Gee Daniel

Pee Gee Daniel è nato a Torino nel 1976, vive in Alessandria. Ha pubblicato i romanzi Gigi il bastardo (& le sue 5 morti), Montag, Phenomenorama, Inbooki, Il politico, Golena, Lo scommettitore, Leucotea, Ingrid e Riccione, La Gru, Sulle tracce della Ci**gna Voltaica, Twins, Il lungo sentiero dai mattoni dorati, e-piGraphe e il saggio Il riso e il comico, Montag. È librettista del musical Cogli l'attimo, con le musiche di Fabio Zuffanti. Insieme all'attore Omid Maleknia ha curato Spettacolo d'evasione, che vede alcuni detenuti del carcere Don Soria di Alessandria nella veste di cabarettisti.

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Mi chiamano Pirata. Come a Pantani. La differenza è che io non pedalo, io nun coro, io sto fermo, inammovibbile, e se il mondo mi cambia attorno io sto sempre qua, presente! E mi adatto ai cambiamenti, utile per ogni occasione, 'n omo per tutte 'e staggioni, perché di quelli come me, cor pelo su lo stommeco, zarvognuno, il bisogno prima o poi s'arisente.