Breaking News
Home / Opere del '900 / Un cuore arido: il “provincialismo” di Cassola
Un cuore arido

Un cuore arido: il “provincialismo” di Cassola

Carlo Cassola
Carlo Cassola

Non è facile dare una precisa identità alla protagonista dal “cuore arido” del romanzo Un cuore arido, per l’appunto, di Carlo Cassola del 1961; Anna una giovane e bella ragazza della provincia livornese che ora sembra romantica, ora cinica, ora ingenua, ora fredda, perché non sa ancora come affrontare e gestire i sentimenti e le passioni in un contesto dove la maldicenza e l’ossessione per la propria reputazione sono all’ordine del giorno, dove per onestà si intende la purezza delle ragazze da conservare e difendere sempre se si vuole trovare un marito ed essere rispettate dalla comunità. Ma Anna si ribella a  tutto questo, e forse inconsapevolmente, si ritrova innamorata del suo primo ragazzo, con il quale inizia una relazione clandestina, perché Mario, un soldato anch’egli innamorato della ragazza, è promesso sposo di sua sorella Bice.

La protagonista diciottenne di Un cuore arido vive con la sorella maggiore e la zia; la vita di paese si movimenta solo durante la bella stagione, essendo una località di mare. Anna  tiene  a bada un ragazzo appiccicoso, Enrico, che le fa la corte da tempo, che lei non desidera. La ragazza guarda con distacco e cinismo quella realtà provinciale con la quale, suo malgrado, si trova a dover fare i conti ogni giorno, tra amori vissuti clandestinamente dai suoi coetanei, e le le malelingue.

Incapace di vivere alla luce del sole la relazione con Mario e di confessare il segreto alla sorella, Anna non si preoccupa se Enrico si rifarà una vita in America, vuole che sia suo per una volta, prima che lui parta. La giovane donna vuole vivere i propri sentimenti fuori dall’ordinario, e sembra anche insensibile verso Bice. Dopo Mario la ragazza avrà una breve relazione con un ragazzotto di buona famiglia di Livorno, il donnaiolo Marcello, che non ama perché Anna, ormai “bollata” dagli abitanti del borgo, ha deciso di rinunciare all’amore; dopo averlo vissuto una sola volta ritiene che sia un evento irripetibile e preferisce vivere nel ricordo e nella solitudine invece che far parte di un mondo ipocrita. Senza paura, contemplando i luoghi. Dirà infatti alla fine del romanzo: <<Io sono come i gatti, mi affeziono più ai luoghi che alle persone>>.

Carlo Cassola, premio Strega nel 1960 per “La ragazza di Bube”, scrive in maniera semplice e scorrevole anche se a volte la narrazione risulta un po’ appesantita dalle descrizioni del luogo, frutto probabilmente di una scelta mirata per dare importanza ai luoghi ai quali la protagonista tiene molto, preferendoli alle regole e alle convenzioni alle quali invece si aggrappa sua sorella Bice, sposando, dopo la delusione con Mario, proprio Enrico, un uomo che non ama. A differenza dei suoi precedenti racconti, in un Cuore arido, lo scrittore romano vuole restituire il sentimento dell’esistenza in maniera realistica ma non naturalistica.

“Un cuore arido” è un romanzo essenziale, attuale, genuino, dove gli uomini sono imbrigliati, forse più delle donne, nelle convenzioni sociali (naturalmente soprattutto quando si tratta di giudicare una donna) sebbene a tratti certe situazioni e pensieri sembrano forzati e superficiali, indispensabili a Cassola per mostrare come, ancora oggi, in un piccolo paese, basti un niente per perdere la reputazione. Ma Anna non ha paura del futuro né di avere rimpianti.

 

 

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

Check Also

Bernhard

‘Il soccombente’. La tragedia dell’essere geni secondo Thomas Bernhard

Il soccombente è un romanzo, pubblicato nel 1983, dello scrittore austriaco Thomas Bernhard, totalmente narrato in prima persona, e racconta dell’amicizia tra l’io narrante e due giovani artisti: Glenn Gould, il genio, e Wertheimer, il soccombente. I tre si conoscono nel conservatorio del maestro Horowitz, dove studiano pianoforte. Wertheimer e l’io narrante (che si pensa sia l’autore stesso, Bernhard), durante una lezione al conservatorio sentono Glenn Gould suonare per la prima volta il pianoforte e da quel momento capiscono che nessun altro al mondo, come lui, poteva suonarlo. Glenn inizia ad essere un’ossessione e un paragone che resterà per il resto della loro vita. Dopo aver “accettato” la consapevolezza del genio di Gould, i due artisti affrontano la vita in modo del tutto differente: l’io narrante cede il suo pianoforte ad una persona totalmente inadeguata, mentre Wertheimer, mette all’asta il suo pianoforte, gettandosi nelle cosiddette “scienze dello spirito” (filosofia), segnando così l’inizio della sua fine.