l'autrice Valeria Serofilli

Valeria Serofilli: quando la poesia supera la memoria

Ha un valore di svelamento, di rivelazione ontologica, di riscoperta della memoria la poesia di Valeria Serofilli, autrice, tra oltre che di poesie, anche di saggi, racconti brevi e testi in prosa, e Presidente del Premio Nazionale di Poesia “Astrolabio”, nonché organizzatrice degli incontri culturali presso il Caffè storico dell’Ussero e  il Relais dell’Ussero a Villa di Corliano (interessanti e variegati “I quaderni dell’Ussero”) e curatrice della collana “Passi – Poesia, I libri dell’Astrolabio” per la Puntoacapo Editrice e redattrice della rivista di poesia arte e filosofia “La Mosca di Milano”.

Vince il Premio Astrolabio 2000 con la raccolta “Acini d’anima”, sincera, spontanea,intensa, che va dritta all’anima. Già dalla sua opera prima l’autrice dimostra di avere particolare predilezione per gli elementi naturali, che descrive con attenzione , grande sensibilità e soprattutto senza pessimismi. Nel 2002 viene pubblicata la raccolta “Tela di Erato”, ricco di metafore e sinestesie , simboli,  neologismi , accostamenti fonetici,colori intensissimi, che richiamano la classicità.

L’interiorità, l’evocazione e la memoria, sembrano accomunare Valeria Serofilli a Giuseppe Ungaretti e alla sua poesia incentrata sul senso della parola e della sua agnizione e specialmente al periodo della raccolta “L’allegria”dove il poeta si senta attaccato come non mai alla vita, proprio in virtù dell’esperienza della guerra che lo haavvicinato ancora di più all’altro, all’essere umano. Il lirismo asciutto e suggestivo della Serofilli  scaturisce dall’amore per la vita, dalla gioia di scoprirne il senso, lasciandosi estasiare dalla natura.

La produzione poetica prosegue con l’arguto“Fedro rivisitato” del 2004, compiendo un’originale operazione in relazione alla favolistica classica, una rivisitazione ben riuscita caratterizzata dall’unione dell’elemento moralistico, immancabile nelle favole, a quello umoristico, anzi satirico, senza però mai snaturare il contenuto.

Nel senso del verso” del 2006, raccolta che trasuda energia e vitalità da ogni parola, nonostante si soffermi sull’osservazione del quotidiano che potrebbe, alla lunga, risultare ripetitivo e noioso.  Assonanze, giochi di parole, libera successione di sillabe, sono atte ad emozionare il lettore, inducendolo a comprendere profondamente la necessità della poesia, conducendolo, come in un sogno, nel viaggio all’interno del senso del verso.

Emblematica a tal proposito la lirica “Il colore della vita” dedicata alla sua Pisa, dove realtà e fantasia si fondono:

Questa è la Pisa / in cui vivere noi stessi

paradiso cercato e mai dimesso

di torri svettanti, merli e di cipressi

 

madreperlacea perla a misura d’uomo

d’aria tersa e del più dolce abbandono

scissa dal caotico e dal sovrasuono

 

Pisa di piazze bianche / merletti su coperta

le mura impiastricciate di ricordi

 

Questa è la Pisa / di processioni al Duomo

vie crucis di lumini e di lampioni,

di Santi ladri e baci sulla pelle

altari e contraltari di certezze

 

Pisa filtrata di pino / lago e fiume

scoscesa di sovrumane splendide radure

con tal tranquillità di movimento

che l’occhio più sa gustarne il monumento

 

La Pisa del già visto e mai veduto

vive ora di marmo già scolpito!

 

Maggiore tensione e festosità si avverte leggendo le poesie della raccolta “Chiedo i cerchi”dove è evidente l’influenza di poeti come Luzi e Montale. Un “classicismo moderno”quindi , scevro da retorica e autocompiacimento, ma intriso di ironia tagliente e ricerca di nuovi stimoli, di crescendi affascinandi come dimostra il seguente passo:

Deliziosi alcuni suoi esiti, affidati alla tregua di un avvio non più, non mai agro ma in crescendo dolce: “Quell’imperfezione in più / ti rende perfetto / ai miei occhi / l’indecisione del tuo gesto / quel tuo astrarti / in te stesso / dal contesto”…

Commovente poi la lirica dedicata al padre “Ai più sereni cieli”:

Ora che più manchi/ più non manchi

e la tua memoria a quest’ora

s’intride di luce

 

Anche qui, tra la folla/ intossicata di vita

vocii richiami applausi

mi tieni compagnia

 

Più presente di quando/ al mattino

ti alzavi già stanco e soffermavi

la mente/ prima d’iniziare il giorno

 

Chissà com’è ora il tuo giorno

che non sia un’andata senza ritorno

un sonno privo di risveglio

 

Qui nell’aria una strana dolcezza

e non è certo tutto quel che resta

e mentre la calma acqua del Fiume continua a incorniciare Pisa

ho in me il tuo abbraccio/ astratto, ma non per questo meno caldo

 

Sei tu che più non soffri/ caro

o il ricordo di te/ a rifiorirmi dentro

senza addio?

 

Ora che ti so quieto/ adagiato sulla parte di me

che t’appartiene

ritorno bambina, fresca e fragile

a scrivere “padre mio, ti voglio bene”.

 

Il ricordo del padre fa ritornare la poetessa ad una dimensione di innocenza, attraverso la memoria, quando era bambina e gli scriveva parole d’affetto; ora che è adulta però pone delle domande ma non le interessa avere delle risposte,è serena perché sa che ora suo padre è “quieto”e le basta aver varcato quella soglia che la separava da suo padre.

C’è spazio anche per studi storici, il saggio in cinque capitoli sul folklore campano“I gigli di Nola” ne sono un validissimo esempio.

La scrittura stesse sembra muoversi a ritmo di festa, che l’assorbe, cosi vivace e scorrevole, ritraendo perfettamente, sebbene non sia nolana, lo spirito oggettivo e soggettivo delle festa, e la fusione si  elementi cristiani e pagani.

La raccolta “Amalgama”del 2010 raggiunge vette di raffinatezza come poche: armonia linguistica, autenticità, sapienti metafore, umanità rendono la malinconia e la nostalgia del vissuto limpida e fulgente:

BEN ALTRA CONTROVERSIA

Risparmia il verso che corre controvento

riscopri il senso che nutra di risveglio

il giusto pane, lievito / impastamento

per non rischiare cadute di non senso

falsi richiami a miti desueti

ferri lisi che non tessono divieti

freno che non unto si consumi

Tieni a ricordo il tempo del tuo gioco

di calcio, vicoli, urla e di risate

Tingi d’inchiostro il tuo accorato coro

e non ti curar di loro

ma vivi in ben altra controversia

per cinger tempie del più verde alloro.

 

Ciò che maggiormente colpisce di questa straordinaria e sensibile autrice contemporanea è la sua produttività, il suo modo di essere poeta, cosi  coinvolgente, contagioso, nuovo.

 

Per conoscere meglio l’autrice , visitate il sito www.valeriaserofilli.it

Pubblicato da

Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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