Come una santa nuda esce a sei anni dalla scomparsa della sua autrice Alessandra Saugo, edito da Wojtek il 20 settembre 2023. Alessandra Saugo, con questo romanzo, plasma molto più di un testamento spirituale: ci lascia una voce narrante immersa in tutti gli intrecci di una vita irriducibile a un significato unitario (le figlie, il compagno, i “colleghi“ scrittori, lo psicoanalista, la malattia, i programmi tv, il supermercato-Eden); eppure quella voce è già distante, misteriosamente trascende. Una frammentata esperienza di vita e di scrittura viene così riversata nell’andamento urgente di uno scavo che non risparmia nessuno, preludio alla morte cui arrivare finalmente nudi e santi… ma non al modo dei santi.
Con le parole di Antonio Moresco: «Una voce femminile indomabile, intollerabile, inclassificabile, politicamente scorretta, scatenata, delicata, traumatizzata, comico-disperata, delirante, perturbante, urticante, unica».
Talmente unica e politicamente scorretta che quest’opera molto probabilmente, almeno nell’immediato, non avrà la visibilità che merita. Ardita e feroce, Alessandra Saugo è una voce critica a tutto campo, spigolosa e inascoltabili per molti scrittori e scrittrici di oggi e soprattutto per molti editori. Come una santa nuda non risparmia niente e nessuno, nemmeno la psicoanalisi; secondo l’autrice infatti lo psicoanalista è perennemente in contatto con l’idea di infinità dei mondi o canaletti, catapultato a scatti in eterogeni spruzzi psichici, come aveva già affermato nel libro Metapsicologia rosa.
La scrittura di Saugo è sperimentale come lo è ogni lingua che non si limiti a testimoniare ciò che è stato già razionalizzato e addomesticato, e si avventura in un territorio off limits di conoscenza. La sua è una voce delicata e dura al tempo stesso, piena di accostamenti spiazzanti, da scrittrice che si è dovuta inventare se no non avrebbe potuto dire e vedere quello che ha detto e visto.
Alessandra Saugo mostra anche il rovescio della medaglia anche nella parte femminile dell’umanità, ci fa vedere anche l’introiezione, perciò è crudele e impietosa non solo con i maschi ma anche con le femmine, di conseguenza è scomoda è guardata con sospetto, anzi come nemica dalle femministe di oggi, quelle che magari protestano contro Woody Allen perché quello del Festival del cinema di Venezia è una vetrina importante, dove non si può passare inosservate. Saugo è ribelle a 360 gradi, perché non semplifica, perché non è manichea, perché è coraggiosa.
Alessandra Saugo è nata il 14 gennaio 1972 a Valdagno (Vicenza) ed è scomparsa il 22 settembre 2017. Ha pubblicato Bella pugnalata (Effigie, 2010) e Metapsicologia rosa (Feltrinelli, 2017).