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Eloisa e Abelardo

Eloisa e Abelardo. Una nuova traduzione fa cadere ancora una volta, i luoghi comuni oscurantisti sul Medioevo

Etienne Gilson, filosofo e storico della filosofia francese di ispirazione cattolica, considerato con Jacques Maritain e Réginald Garrigou-Lagrange fra i massimi esponenti del neotomismo, nel saggio Eloisa e Abelardo (tradotto nuovamente da Editoriale Jouvence nel 2023), mette in luce il fascino dei due amanti, anticipatori di noi uomini moderni, restituendo la loro forte e originale fede nei valori e ideali della civiltà cristiana medievale.

Abelardo, il grande filosofo del XII secolo, desta scandalo seducendo la sua allieva, Eloisa, già celebre al mondo per la sua cultura e la sua intelligenza nonostante abbia solo 16 anni. In seguito ad un matrimonio riparatore tenuto segreto, Abelardo verrà colpito dallo zio della giovane con una punizione crudele (l’evirazione), in conseguenza della quale prenderà gli ordini monacali assieme a Eloisa, continuando ad amarla in modo sublime e forte.

Eloisa e Abelardo

L’unica fonte di cui disponiamo per conoscere le origini della storia tra Abelardo ed Eloisa è Abelardo stesso, ma nonostante ciò nulla ci induce a dubitare dei fatti narrati. Quando conosce Eloisa, il bretone Abelardo ha già alle sue spalle una storia tumultuosa: egli era un giovane intento al conquistare il posto che gli spetta, scontrandosi anche con le vecchie autorità. Dopo aver sconfitto tutti i suoi rivali, Abelardo è maestro e padrone delle scuole di Parigi, dove insegna filosofia e teologia.

Abelardo si fa presentare allo zio di Eloisa da amici e va in pensione da lui, approfittando anche dell’avarizia di Fulberto. In seguito, approfittando della vanità di quest’ultimo, si fa affidare l’educazione di Eloisa.

Per quanto riguarda il punto di vista di Eloisa, non c’è nessun elemento che faccia supporre che abbia opposto resistenza, tanto che anche lei negli anni successivi dirà di essere stata soggiogata da “quel maestro pieno di gloria”.

Eloisa e Abelardo: contro i luoghi comuni sul Medioevo

Gilson sottolinea un passaggio importante di una lettera di Eloisa indirizzata ad Abelardo, dopo aver letto la sua Historia calamitatum mearum, dove il filosofo raccontava nel dettaglio quanto accaduto fra loro, dichiarando un amore totale.: «Mai, Dio lo sa, ho cercato in te niente altro che te. Non desideravo i legami del matrimonio né mi ripromettevo vantaggi, e ho bramato non la soddisfazione delle mie volontà o delle mie voluttà, ma, e ben lo sai, delle tue. Senza dubbio il nome di sposa sembra più sacro e più forte, ma io ho sempre preferito quello di amante o, perdonami se lo dico, quello di concubina e di prostituta. Perché più mi umiliavo per te, più speravo di trovare grazia presso di te e, umiliandomi così, speravo di non ferire in nulla lo splendore della tua gloria».

L’autore aggiunge: «Abelardo dissimula il suo matrimonio, per poter essere ancora creduto un Seneca o un san Gerolamo; Eloisa offre il concubinato per permettergli di ridiventarlo; la tragicità del dramma sta nella sincerità perfetta con cui l’uno e l’altra si recitano la commedia della santità».

Gilson approfitta dell’analisi dell’epistolario tra Abelardo ed Eloisa, per smentire i pregiudizi sul Medioevo di Jacob Burkhardt, che ha posto in contraddizione Medioevo e Rinascimento, quest’ultimo ritenuto «il primo a scoprire e mostrare in piena luce l’uomo nella sua interezza».

Lo storico francese infatti afferma: «Un uomo senza individualità, incapace di analisi, senza gusto: ecco dunque l’uomo come lo ha fatto il cristianesimo? Se, per fare un Rinascimento, sono necessarie delle individualità sviluppate al più alto grado, le nostre due non saranno sufficienti?». Abelardo ed Eloisa rappresentano uno «scoglio fatale per le tesi di Burckhardt».

Secondo la maggior parte degli studiosi infatti, è solo con il Rinascimento che inizia a sorgere un profondo senso dell’individualismo. Buckhardt ha sempre sostenuto che individualità potenti potevano nascere solo nei comuni italiani del ‘300: si tratta di personalità la cui vita era talmente intensa da dover scrivere autobiografie. Al contrario, il Medioevo sarebbe privo di qualsiasi individualità e la ragione viene ritrovata nel cristianesimo, colpevole di livellare gli uomini.

Tuttavia se paragonassimo il Rinascimento degli accademici con ciò che emerge dal carteggio tra Abelardo ed Eloisa la situazione appare sotto un’altra luce: i due amanti non sono infatti due individualità sviluppate nel più altro grado? Un altro tratto dell’uomo rinascimentale secondo gli accademici è la capacità di descrivere liberamente la vita morale, ma se confrontiamo la Vita nova di Dante con il carteggio messo a punto da Gilson, ci rendiamo conto che la descrizione dell’uomo morale si afferma con maggiore semplicità e scevra di artificio con Abelardo ed Eloisa. I due si analizzano e si osservano come solo due coscienze cristiane in preda alla passione possono fare.

L’epistolario tra Abelardo ed Eloisa è il testo più adatto per comprendere la complessità di questo problema e, se Abelardo rappresenta uno scoglio pericoloso per la tesi di Burckhardt, Eloisa ne rappresenta un altro ancora peggiore, sia per l’ardore appassionato con cui si analizza, sia per le idee che esprime e per il loro contenuto. Il principale tema, oltre alle questioni amorose tra lei e Abelardo, riguarda la Regola: Eloisa afferma che i monasteri femminili non hanno una regola se non quella di san Benedetto, che è, tuttavia, scritta per conventi maschili, come si evince da alcuni suoi passi.

Trascinata dalla logica del suo sistema, Eloisa arriverà a toccare tutti quei punti critici che saranno poi analizzati nel XVI secolo, primo fra tutto il tema della carnalità: essa non è né buona né cattiva secondo la letterata.

La lezione di Gilson sarebbe dunque che Abelardo ed Eloisa siano da considerarsi come i primi moderni? Non possiamo dirlo con certezza, tuttavia, un passo in avanti sarebbe riuscire, al momento di rinchiudere il Medioevo o il Rinascimento in una rigida definizione, di ricordarci di questi due straordinari francesi. Prima di trovare una definizione per il Medioevo, dovremmo trovarne una soprattutto per la badessa Eloisa.

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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