Perversione dello scrittore ucraino Yuri Andrukhovyc (Del Veccio editore) è un libro su come gli ucraini dissero addio all’impero sovietico.
Lasciatevi trasportare in una Venezia vista con occhi diversi, immergetevi nella lingua e nei tanti e diversi stili, resi anche graficamente, utilizzati dall’autore per raccontare una storia misteriosa, una storia d’amore, una “buffonata” che solo durante il Carnevale è possibile. Pensate che il libro fu scritto nel ’95 a mano, e anche le particolari trovate sono state create dall’autore durante la stesura. Raccontarne la trama è complesso, per questo motivo potete leggere le interviste o recuperare le dirette degli eventi per scoprirne di più. Si è parlato tanto di autore da Nobel, io mi fiderei e inizierei a leggerlo a scatola chiusa!
«Perversione è una versione postmoderna di Morte a Venezia: ha una struttura complessa, un’abbondanza di temi, sottotrame ed elementi narrativi, e soprattutto una passione quasi barocca per il linguaggio.»
Berlin International Literature Festival
Quale è stato il destino di Stanislav Perfetsky, poeta, provocatore ed eroe della cultura underground ucraina. Le prove indicano il suicidio. Ma alcuni sussurrano di un omicidio. Alcuni fanno discretamente riferimento alla grande tradizione dell’Europa orientale del suicidio forzato. Potrebbe forse essere legato a una cerimonia del culto religioso in cui è incappato a Monaco o al lavoro come ballerino in uno strip club per donne anziane. Oppure niente di tutto questo.
Perversione ricostruisce gli ultimi giorni di Perfetsky usando un groviglio di indizi, documenti ufficiali, interviste registrate, appunti lasciati su pezzi di carta appallottolati. Perfetsky, la personificazione del superuomo artistico ucraino, ha usato la sua magistrale abilità musicale in una collaborazione con Elton John durante il soggiorno segreto della pop-star in Ucraina e per questo è diretto a Venezia per partecipare a un seminario per salvare il mondo dalla perdita di senso. Il suo viaggio lo trasforma in un novello Orfeo, un Orfeo ucraino che discende nella decadenza dell’Occidente barcamenandosi tra avventure surreali e gli argomenti non meno surreali del seminario a cui attende. Ma l’uomo/artista incede a testa alta verso il suo destino fedele al proprio ruolo e incurante dell’assurdità che lo circonda e che in qualche misura si trova ad incarnare.
L’Ucraina è nel mezzo di una tragedia, ma l’autore ritiene che la grande Letteratura sia possibile con un approccio nel contempo umoristico e tragico. In particolare, se parliamo di Letteratura di guerra ci sono esempi come Il buon soldato Sc’vèik di Jaroslav Hašek o molte pagine di Remarque che sono piuttosto divertenti. Andrukhovyc è al contempo serio e spiritoso e mostra come sia utile per l’Ucraina avere un distacco umoristico, senza il quale non sopravviveremmo.
Juri Andruchovič è nato nel 1960, a Ivano-Frankivs’k, Ucraina. È romanziere, poeta, saggista. Considerato autore di culto in tutta l’Europa centrale, è stato attivista del movimento democratico del Maidan e ha partecipato attivamente alla Rivoluzione Arancione. Nel 1985 ha co-fondato il gruppo poetico Bu-Ba-Bu (Burlasque-Parodia-Buffoneria) con Oleksandr Irvanets e Viktor Neborak. Fin dagli inizi della sua attività poetica e narrativa ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui i più recenti sono il Premio per la Pace Remarque nel 2005 e il Premio Hannah Arendt nel 2014. È membro della Deutsche Akademie fur Sprache un Dichtung, l’Accademia tedesca di lingua e letteratura.
Intervista sulla Librellula: https://www.iocistolibreria.it/intervista-a-yuri-andrukhovych-di-gigi-agnano/