Il Laboratorio di Restauro Alberto Guarino, della Biblioteca Nazionale di Napoli, fu istituito nel 1977 come uno dei complessi staccati dell’ “Istituto di Patologi del Libro di Roma”.
Il laboratorio è intitolato ad Alberto Guarino, primo direttore del centro di restauro napoletano, colui che più di tutti si è adoperato affinché nella città partenopea fosse intrapreso un progetto per il ripristino degli scritti conservati negli archivi della biblioteca. Ad oggi è uno dei più importanti laboratori di restauro d’Europa. Volumi e Documenti appartenenti alla Biblioteca Nazionale di Napoli vengono qui difesi dall’usura del tempo.
Gli artigiani del libro si adoperano affinché questi scritti non vengano perduti. Il loro lavoro è richiesto sia in Italia che all’estero, anche per programmi di restauro di altre biblioteche e collezioni private. Durante gli anni di attività qui hanno avuto nuova vita molti dei manoscritti e documenti storici nazionali risalenti al periodo Borbonico e al Regno d’Italia.
Il laboratorio è addetto alla salvaguardia delle opere napoletane del poeta e scrittore Giacomo Leopardi e di tanti altri celebri scrittori nazionali e internazionali che hanno regalato a Napoli i loro lavori. Purtroppo negli ultimi anni i finanziamenti ministeriali per progetti e per il personale competente sono diminuiti notevolmente e la struttura si sostiene per lo più con i lavori commissionati da privati con le visite guidate di scolaresche. I dipendenti addetti lamentano una poca collaborazione con le università, le quali potrebbero incentivare progetti e garantire il ricambio generazionale di personale.
Proprio la mancanza di addetti qualificati potrebbe essere motivo che causerebbe la chiusura della struttura per la fine dell’anno 2020. Neanche il Ministero per i beni e le attività culturali ha lavorato affinché il laboratorio di restauro della Biblioteca Nazionale non chiuda: il MIBAC ad oggi non ha indetto alcun concorso per garantire nuovi artigiani che si occupino dei libri qui custoditi.
#raccontiinpillole