L’avventura inutile di Alfredo Pistocchi, di Alessandro di Giuseppe

L’avventura inutile di Alfredo Pistocchi (Eretica Edizioni -2016) è il nuovo romanzo dello scrittore abruzzese Alessandro Di Giuseppe, classe 1991, già autore di Metastasi.

Alfredo Pistocchi è l’unico grande protagonista di questo libro, assieme alla temutissima voce della sua coscienza che puntualmente gli ricorda quali sono i suoi limiti, le sue pretese e fino a che punto l’istinto possa vincere sulla razionalità, ammesso che ognuno di noi abbia una ratio soggiacente che ci guidi nelle scelte. Nell’Italia in cui viviamo oggi Alfredo Pistocchi potrebbe essere un pensionato qualunque che tira pugni contro la realtà, che non si rassegna ai nuovi standard che la sua età gli impone e che conduce il tramonto della sua esistenza nell’infantile bisogno di possedere dei piacevoli ricordi, da andare a riprendere con forza lì dove risiedono, ormai sigillati nel cassetto di un’ arrugginita memoria. Ma l’Alfredo Pistocchi del romanzo in questo gioco a ritroso smarrisce la strada e nella ricerca di qualcun’altro non fa altro che cercare se stesso, per poi tornare al punto di partenza: la sua vita così com’è.

L’avventura inutile di Alfredo Pistocchi: trama e contenuti

Come forse ogni uomo di settantaquattro anni senza più nulla da perdere, Alfredo decide di dare una sferzata alla sua quotidianità, un’impennata alle sue emozioni, sconvolgendo l’ordinario: compra un computer, si munisce di sacrosanta pazienza e trova il modo di ricostruire cronologicamente, inizialmente in maniera inconscia, il percorso che lo ha condotto esattamente dove si trova adesso, ormai solo e alle prese con un mondo sconosciuto a chi vive quella che sembrerebbe una crisi della terza età. Ed è digitando alcuni nomi sulla tastiera che comincia la sua corsa nel passato o meglio “rincorsa” vera e propria. Un atto, questo, banale ma rivoluzionario. Alfredo vuole riprendersi Beatrice, la donna con la quale molti anni prima aveva tradito la moglie Linda in una camera d’albergo durante un incontro di lavoro. Linda, la donna ”ufficiale” della sua vita,  morta devastata da un terribile cancro. Beatrice, colei che da qualche parte del mondo è sicuro lo aspetti. Teramo, la città dove ha trascorso la maggior parte della sua vita e, specularmente, Pisa, la sua piccola Itaca.

Tuttavia Beatrice è solo un pretesto, la scusa, la motivazione valida, la giustificazione, il rimpianto. La donna che inseguirà come una chimera è solo questo, l’utopica speranza che ci sia un colpevole diverso da se stesso,  la spiegazione a tutto, la testimonianza concreta della sua innocenza.

Ma quanto concreta? Che volto ha davvero Beatrice e quale ruolo gioca nell’animo triste ed invecchiato di un pensionato che fa i capricci?

Leggendo lo snodarsi dell’azione de L’avventura inutile di Alfredo Pistocchi, si ha la sensazione che il protagonista sia un uomo molto abile nel dissimulare, un uomo che non vuole accettare l’avanzare dei giorni ma che, prima di ogni altra cosa, avverte sempre di più il senso di colpa per gli errori commessi, senso di colpa che pesa come un macigno e una spada di Damocle sulla testa. Alfredo è un uomo fragile, che nonostante tutto ha la fortuna di riflettere sul suo passato, elaborare e chiedere scusa, a modo suo, per le sue mancanze ma che ancora non metabolizza. Un nostalgico pensionato che si riduce e si ridimensiona alla fine del romanzo, tornando ad essere  semplicemente se stesso.

Che invece Alfredo Pistocchi sia la proiezione di noi tutti,  quando stanchi ed adulti, siamo spaventati dalla resa dei conti?

L’avventura inutile di Alfredo Pistocchi è un romanzo scorrevole, che segue un ordine lineare sia nella costruzione del pensiero, sia nella sintassi. Apprezzabile è anche la componente psicologica che emerge ogni volta che la trama si ferma per fornire spunti di riflessione su temi come la solitudine, la depressione e la malattia, tutte espressioni di un male di vivere che fa covare rancore, corrode l’anima e che soprattutto non conosce date sul calendario.

Exit mobile version