‘Moti d’inerzia’, di Mariagrazia Spadaro Norella. L’architettura dei personaggi

“Moti d’inerzia”, è il nuovo libro di Mariagrazia Spadaro Norella, costruito sulle infinite combinazioni dell’architettura e pubblicato da Edizioni Libreria Croce di Fabio Croce, in distribuzione da giugno 2024.

La forza di “Moti d’inerzia” risiede senza dubbio nella costruzione di personaggi autentici. Ognuno di essi, sviluppato con cura e profondità, risuona in armonia con gli altri, intrecciando storie di vita che si richiamano a vicenda. I personaggi sono infatti sapientemente miscelati, creando un racconto strategico ed emozionante.

Numerosi sono i temi che l’autrice, attraverso una narrazione coinvolgente e moderna, porta alla luce: dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini e incapacità di amare, allucinazioni e follia, fino ad arrivare all’abuso sessuale e all’ossessione per le proprie ambizioni. I sogni raccontati da Spadaro Norella svelano il lato oscuro e inedito della loro natura. I protagonisti di “Moti d’inerzia” sognano in grande, e proprio i loro sogni li conducono verso un baratro fatto di privazioni, slanci eccessivi e mortificazioni del corpo. Sono storie emozionanti, dove il sogno si dissolve, lasciando spazio alla disillusione.

L’opera offre profonde riflessioni sulla realizzazione personale e sulla difficile ricerca di un’identità artistica significativa. È un viaggio all’interno dei personaggi, capace di cogliere le loro più intime peculiarità, i loro sogni e i loro peccati. Un testo che, pagina dopo pagina, guida il lettore nelle vite di persone comuni, descritte con un linguaggio fluido e colloquiale.

Il titolo, “Moti d’inerzia”, è perfetto per rappresentare un mondo in cui l’inerzia e il movimento si mescolano, dove l’alternanza tra andare e tornare diventa l’unica via per vivere appieno. Mina, Paola, Simona, Bartolomeo, Pietro, Mattia, e molti altri personaggi apriranno le porte delle loro esistenze ai lettori più attenti, offrendo un’opera moderna che affronta con profondità numerosi temi di grande rilevanza.

I protagonisti di “Moti d’inerzia” – attori, pittori, cantanti, circensi – sono prigionieri dei loro stessi sogni artistici. Ognuno, intrappolato nella propria vita, è incapace di trovare il proprio posto nel mondo. Queste storie, tutte pervase da un’amara ironia e ambientate nelle periferie romane, raccontano di dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini, incapacità di amare, allucinazioni e follia.

Info biografiche

Mariagrazia Spadaro Norella è nata a Roma nel 1966. Architetto appassionato, si è dedicata principalmente al recupero di aree degradate nelle città come Roma, Milano e Torino, restituendo questi spazi ai cittadini. Ha partecipato a concorsi internazionali di architettura, focalizzati sullo sviluppo di piazze e periferie, oltre che sulla realizzazione di musei e laboratori artistici in scuole ed edifici industriali dismessi. Attualmente si occupa della ristrutturazione di grandi uffici. Parallelamente alla sua professione, ha iniziato a scrivere: dapprima testi tecnici e di settore, poi racconti, culminati nella raccolta “Moti d’inerzia” negli ultimi quattro anni. Nel 2023, ha seguito il percorso di specializzazione “Narrativa/Romanzo Over 30” presso la Scuola Holden di Alessandro Baricco. Attualmente frequenta un corso di sceneggiatura presso la Scuola Tracce a Roma. Il suo sogno è trasformare uno dei racconti della raccolta in un film.

 

Nuvola di Fuksas: la nostra eredità e l’era del “fuffazoico”

Inaugurato lo scorso 29 ottobre, il nuovo Centro Congressi Roma Eur, meglio noto come Nuvola di Fuksas, ha dato vita ad un vespaio di polemiche sui costi delle opere pubbliche e sulla utilità di una struttura che è costata circa 240 milioni di euro (soldi anche nostri) e otto anni di lavoro. L’opera, che si sviluppa su una superficie di 55.000 mq, è sintetizzabile – come racconta il sito ufficiale dello studio di progettazione – in tre immagini: la Teca, la Nuvola e la “lama” dell’Hotel. E pensare che nei dintorni c’è il meraviglioso palazzo dei congressi che poteva essere recuperato e valorizzato.

Un caso fortuito e cinico ha voluto che il giorno successivo all’inaugurazione il Centro Italia fosse colpito da una terribile nuova scossa di terremoto che ha distrutto parte del nostro inestimabile patrimonio artistico lasciando migliaia di persone senza una casa. Così, mentre i romani e gli addetti ai lavori polemizzavano sulla Nuvola di Fuksas e sul post inaugurazione, il 30 ottobre crollava la Basilica di San Benedetto di Norcia insieme a tanti monumenti e ad interi piccoli centri.

I due fatti, in queste ore confuse e piene di dolore segnate dalla distruzione e dalla costruzione, ci spingono a riflettere su quale sarà la nostra eredità per il futuro. Se da un lato è nostro dovere preservare ed intervenire per mettere in sicurezza il patrimonio artistico esistente, dall’altro abbiamo il compito di dare forma al nostro vivere contemporaneo.

Mentre sul primo punto siamo tutti perfettamente d’accordo, i dubbi e le incertezze si concentrano sulla seconda missione che ci attende. Siamo sicuri che opere come la Nuvola rappresentino realmente il nuovo millennio o, invece, non sono altro che “fuffa” e, ancora, spetta allo spazio pubblico e alla sua ridefinizione il compito di raccontare il nostro presente ai posteri? La questione non è affatto banale e riguarda da vicino non solo la storia dell’arte, ma anche l’identità e il futuro del nostro mondo globalizzato.

Se analizziamo da vicino la Nuvola di Fuksas osserveremo sicuramente una grande opera della modernità con tecnologie costruttive e materiali all’avanguardia, ma la sua collocazione è indipendente dal contesto. Roma, New York, Madrid, Parigi, Londra, Mosca, solo per citare alcune città, avrebbero potuto ospitare indifferentemente la struttura che è espressione di un’arte apolide o forse sarebbe più corretto definire, correndo il rischio di essere cinici, non arte.

Che il sopravvalutato architetto abbia involontariamente rappresentato simbolicamente ciò che sono diventate le istituzioni italiane e come viene spesso sprecato il denaro pubblico in Italia, tanto denaro finito in una “nuvola” che a differenza di una vera nuvola è senza grazia e fuori contesto, occupando uno spazio infinitamente maggiore rispetto a quello utilizzabile di 8.000 posti? La storia dell’architettura contemporanea può essere scritta sulle pareti di una struttura concepita per fini utilitaristici?

La Nuvola di Fuksas, che si inserisce nella corrente artistica internazionale denominata decostruttivismo, di cui fanno parte le più gettonate archistar del mondo, come Gehry, Zaha Hadid, Calatrava, tutte unite dal motto “Famolo strano !”, è una occasione preziosa per discutere sulla sostenibilità ambientale ed economica, e pensare dove vogliamo e possiamo andare, affinché gli archeologi di domani non trovino tra le macerie del duemila solo plastica ed elementi che facciano identificare la nostra epoca come il “fuffazoico”.

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