Georges de La Tour in mostra a Milano fino al 27 settembre: la natura noir del Seicento francese

È la luce che vuole far la protagonista, vuole diventare un fantasma di scena, vuole parlarci: è la luce che si rivela. I colpi di luce staccano dalla composizione, si ergono in rilievo, strappano un pezzo di verità alla scena e lo rendono immortale, ma è solo un dettaglio, la punta di un diamante. Come i gioielli preziosi, alla fine, le tele di Georges de La Tour , si offrono prismatiche, caleidoscopiche, con gerarchie di luci al dettaglio nel mappare categorie sociali corrispondenti.

La luce ruba la natura del gesto e la svela al mondo; e il pittore francese illumina ogni dettaglio da gran detective dell’anima, della meschinità umana in scene di una cattiveria raccapricciante. I temi di fatto gotici dell’esposizione delle emozioni umane, sottolineano l’inevitabile tenebrosità scabra delle scene; e nel dare questa impostazione, l’artista mostra una compiaciuta soddisfazione nell’esporli di fronte a una luce viva, tridimensionale, e giudice.

Il percorso espositivo della mostra si snoda sui flashes del noir francese classico. È un’umanità giudicata dalla luce. Noi non possiamo farci più niente.

Quello che colpisce dell’allestimento è la provenienza dei prestiti: National Gallery of Art Washington D.C.; J. Paul Getty Museum, Los Angeles; Frick Collection, New York; San Francisco Fine Art Museum; Chrysler Museum, Norfolk e la National Art Gallery, Lviv. E la realtà museale che va in scena è quindi prettamente di ricerca; come di ricerca e indagine è l’impostazione del catalogo col colossale apparato di testi.

Quello di cui stiamo parlando è a conti fatti una mostra, una mostra di opere prevalentemente del de La Tour; una mostra che si tiene a Milano fino al 27 settembre 2020 – ma questa è una mostra particolare.

St. Joseph, the Carpenter

Doveva di fatto terminare il 7 giugno, ma il disastro COVID19 ne ha impedito il normale e regolare svolgimento e le date sono slittate tutte in avanti. Questa per cui è una mostra post lockdown che come tanti eventi altri nel mondo si svolge con determinate regole aggiuntive. E queste sono le norme del distanziamento sociale.

Innanzitutto, quindi, sono spariti tutti i servizi di biglietteria e tutto si svolge online non più on site. Per cui per prenotare l’ingresso, per prendere un biglietto, come nei più consumati musei per evitare la coda, ci si deve registrare su un sito, in questo caso su VivaTicket, e selezionare uno slot di tempo per l’ingresso, impostare un orario di entrata.

Fatto questo ci verrà consegnato o un biglietto elettronico con QR Code da far validare con lettura ottica tramite il telefono o un file da stampare e far validare sempre all’ingresso – ma in ogni caso la procedura è tutta online.

Poi si entra uno alla volta e si sta larghi. La sala contiene meno persone. Ma nel complesso la rappresentazione della streetlife del seicento francese, la stridente bagarre di sensazioni forti dovute al noir quotidiano che impazza su queste tele francesi, rimane un universo di emozioni borderline che non ha trovato ancora pace; e come profughi, ancora maledetti dalle stesse storie, i personaggi delle tele del de La Tour ancora si animano e vagano per le sale di Palazzo Reale in cerca della tridimensionalità di un piccolo raggio di luce per l’eternità.

Ci si deve arrendere a de La Tour. Primo mese di riapertura dell’era covid19 per la mostra a Milano, Palazzo Reale, dal titolo L’Europa della luce, sul pittore francese Georges de La Tour, in linea con Goya e Caravaggio, se non altro, ma con intuizioni e lampi già postmoderni.

Il mondo colorato di Marc Chagall in mostra a Sorrento

Il colore blu, le figure umane senza contorno che sembrano fluttuare all’interno di quel colore in un spazio sospeso fra il reale e il fiabesco, immagini poetiche e sognanti permeano la genialità artistica di Marc Chagall, il grande pittore franco-bielorusso più amato del XX secolo, ospite nelle 10 sale di Villa Fiorentino, la splendida dimora storica in corso Italia, sede della Fondazione Sorrento, nell’ambito di una mostra che si presenta ricca e travolgente con una vera sorpresa per i visitatori per il connubio sempre più stretto tra arte e tecnologia.

Intitolata “I colori dell’anima”, l’importante iniziativa espositiva è stata realizzata dalla Fondazione Sorrento fortemente voluta dal presidente Gianluigi Aponte e diretta da Gaetano Milano con il Comune guidato dal sindaco Giuseppe Cuomo ed in collaborazione con la Imago Art Gallery di Lugano.

Ben 120 lavori ripercorrono l’intera produzione artistica del maestro tra figure umane, animali, oggetti, paesaggi e sottili temi religiosi che si fondono nei capolavori pittorici e grafici in esposizione nel gioiello della costiera sorrentina, a seguito di un’accurata selezione destinata a raccontare uno dei maggiori artisti del secolo scorso, artefice di sé stesso nella creazione di uno stile personale e riconoscibile, il quale modus pingendi affonda le sue radici nella tradizione poetica e religiosa ebraica e russa per la scelta delle tematiche, attingendo, senza condizione, i modi e i colori delle avanguardie: il fauvismo, il cubismo e il surrealismo nel terreno fertile della stagione culturale del suo tempo.

“Le Coq Violet”, 1966-1972

Aprivo solamente le finestre della mia camera ed entravano l’aria color blu, l’amore e i fiori”, era solito affermare Marc Chagall (Vitebsk, 1887-  Saint Paul- de- Vence, Nizza, 1985), artista dall’essenza sensibile e romantica la cui poetica artistica fu espressione di una trascendentale visione onirica e illusoria realtà del tempo in cui visse: prima la rivoluzione russa alla quale egli prese parte attiva poi il primo conflitto mondiale quando egli, nel 1923, si trasferì a Parigi, dove, dopo aver raggiunto la notorietà a San Pietroburgo, il pittore realizzò per l’Opera di Parigi (1963-64) le opere monumentali della sua lunga carriera.

Una vera fuga o semplice evasione dalla realtà del paese natale di Chagall difesa con la fantasia in una dimensione che sembra appartenere a quella fase insita in ciascuno di noi: l’infanzia, felice dell’artista russo di origine ebraica nonostante le tristi condizioni in cui viveva sotto il dominio degli zar, la quale spesso ritorna nelle sue opere sotto la forma di energia e vitalità a caratterizare i lavori della sua attività che ebbe inizio a Pietroburgo per poi irrompere in una pittura in cui la solitudine si mescola ai dolci ricordi di un amore che non c’è più, la moglie Bella Rosenfeld, sua amatissima compagna di vita nonché musa.

 

Tra le opere in esposizione 20 capolavori assoluti più rappresentativi della maturità artistica di Chagall, opere realizzate mediante varie tecniche, dall’olio su tela alle gouache su carta, passando dai disegni a matita colorata fino agli inchiostri di china su masonite circoscrivono il culmine della sua parabola artistica segnata essenzialmente da opere come “La cruche aux fleurs” (1925), “Russian village” (1929), “Le Coq Violet” risalente al periodo 1966 – 1972, “L’homme rouge à la casquette” (1976) disposte nelle sale del primo piano di Villa Fiorentino. Al secondo piano, invece, il viaggio all’interno del mondo colorato di Marc Chagall continua con il potere della tecnologia nella sala multimediale appositamente realizzata attraverso la proiezione di alcune delle magnifiche vetrate che Chagall ha realizzato per le cattedrali di Metz (1959-1968) e Reims (1974). Come un gioco di prestigio, poi, il visitatore, infilando la mano nella cornice virtuale posta al centro della sala, vedrà le vetrate così proiettate sulle pareti andare in frantumi per poi apparire le vedute panoramiche della costiera sorrentina.

Nella splendida cornice di un luogo paradisiaco come Sorrento, dunque, in pieno centro storico, la Fondazione Sorrento in Villa Fiorentino accoglierà fino al 15 novembre prossimo “Marc Chagall – I colori dell’anima”, occasione estiva di un tuffo nel blu non solo del mare ma nel blu del mondo sensibile di Chagall per vivere attraverso i brillanti colori un momento di eterno come i personaggi che spuntano nelle opere di questo eccezionale ed emozionante artista navigatore profondo di emozioni.

Mostra “Marc Chagall- I colori dell’anima”

Villa Fiorentino, corso Italia, 53, Sorrento (Napoli)

Orari:

Dal 16 luglio al 31 agosto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22; dal 1° al 30 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21; dal 1° ottobre al 15 novembre dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.

Costi: biglietto intero € 5; biglietto ridotto di € 3 per gruppi superiori a 10 persone.

 

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