“L’elogio del caos”, il romanzo d’esordio di Francesca Biasone

L’elogio del caos, edito da bookabook, è l’opera prima di Francesca Biasone. Classe 1980, laureata  in Lettere classiche e in Farmacia. Attualmente vive a Termoli, in Molise, dove svolge la professione di farmacista. Con  il romanzo L’elogio del caos, la scrittrice molisana, Francesca Biasone debutta nel panorama editoriale.

L’elogio del caos: Sinossi

Copertina

20 novembre 2001
Quel martedì lo trascorsi quasi tutto in biblioteca a condurre le ricerche per il seminario di epigrafia latina. La biblioteca aveva la capacità di isolare i miei pensieri: era una vecchia stanza debolmente illuminata e arredata con un unico grande tavolo in legno e decine di armadi verdi, grigi e marroni a custodire inestimabili libri di antichità greche e romane. Alle diciotto l’edificio avrebbe chiuso: il rotondo orologio a muro segnava le diciassette e cinquantacinque minuti. Mi alzai, richiusi i libri e li riposi sulle mensole in rigoroso ordine alfabetico. Allontanandomi da quella stanza e dai suoi volumi depositari di storia e vita millenaria, mi riappropriavo dei miei pensieri e delle mie piccole e mortali vicissitudini,
nella cieca certezza che stessi per compiere una delle azioni più difficili della mia esistenza. La mano infilata nella tasca del giaccone nascondeva il telefonino tenuto stretto, come in una morsa, quasi a voler fermare il tempo, a voler bloccare l’angoscia per la chiamata che dovevo compiere… che avevo deciso di compiere, perché altrimenti non avrei conosciuto più pace. Devi chiamare, devi farlo, è l’unico modo per capire, per sapere, per andare avanti con la tua vita. Questo è quello che mi ripetevo da quasi due giorni, senza tregua. Come se fosse davvero così.

Mentre scrive al tavolino di un bar, una donna alza lo sguardo e riconosce un uomo. Sono passati quasi sedici anni da quella notte, ma l’incontro la scaraventa in una dimensione di dolore indelebile. Flavia riporta la mente all’autunno del 2001, quando è una studentessa di Lettere. Iniziano così il ricordo e la narrazione di una stagione di vita unica, intensa, con le certezze che franano nel momento in cui la ragazza conosce l’amore. Ed è attraverso quell’amore che le si rivelano la gioia e allo stesso tempo il terrore di perderla. Mentre la memoria si dipana restituendole ciò che è accaduto quando aveva ventuno anni, la protagonista sviscera il passato, comprendendolo più a fondo e mostrando l’incompiutezza della sua esistenza attraverso una colpa: l’incapacità di accogliere l’amore.

Sullo sfondo una Roma antica e contemporanea, magnifica e caotica, che avvolge il divenire degli eventi diventandone parte essa stessa.

“Nel corso della vita, incontrando e scoprendo le molteplici vite che in vari modi, in maniera diretta o indiretta hanno incrociato la mia, mi sono accorta di una costante, di un elemento che torna sempre – ha dichiarato l’autrice. In molte esistenze alberga un momento di rottura, un luogo in cui qualcosa di importante è andato perduto. Questo accade per molti motivi, accade per vanità, per pigrizia, per leggerezza, per stordimento, per distrazione, accade per paura e per mancanza di coraggio. Nel momento in cui un’occasione preziosa sfuma, essa diventa un rimpianto, io ho voluto raccontare quel momento… perché la gioia, a volte, è un abito scintillante che non si sa indossare, mentre ci si sente a proprio agio in abiti anonimi, lisi, dentro i quali è possibile nascondersi, non rivelando al mondo la sostanza del proprio esistere e dei propri desideri”.

L’elogio del caos – ha affermato la casa editrice – è un libro che è stato scelto con cura, due volte. La prima dai nostri editor, che danno un giudizio professionale sulla qualità dell’opera; la seconda dai lettori, su bookabook, che hanno sostenuto il libro pre-ordinandolo dopo aver letto l’anteprima e diventandone, in questo modo, gli editori morali”.

 

https://bookabook.it/libri/lelogio-del-caos/

 

‘Cosa rimane’ di Rita Pacilio: l’esordio narrativo della poetessa beneventana

Cosa rimane, edito da Augh Edizioni, segna l’esordio narrativo della poetessa e scrittrice Rita Pacilio.

Rita Pacilio, classe 1963, è una poetessa, scrittrice, sociologa, mediatrice familiare beneventana. Si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di saggistica, di letteratura per l’infanzia e di vocal jazz.

Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e coordina il Festival della Poesia nella Cortesia di San Giorgio del Sannio. Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra, Quel grido raggrumato, Il suono per obbedienza, Prima di andare, Al polso porto catene, La venatura della viola. Per la prosa poetica: Non camminare scalzo, L’amore casomai. Per la saggistica: Pretesti danteschi per riflettere di sociologia. . Pubblicazioni di letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi, Cantami una filastrocca, La favola dell’Abete, La vecchina brutta e cattiva.

Cosa rimane: Sinossi

Il romanzo Cosa rimane è uscito lo scorso Aprile per la collana Frecce.

“… avresti dovuto vedermi davanti allo specchio… io e la tua voce nelle cuffiette… come mi toccavo. Come oltre a dirtelo, lo
facevo…”.
Lorena legge. Occhi sbalorditi. Un concentrato di emozioni le danno un bruciore alla nuca. Sta lì, muta e seduta nella sua
poltrona da cui il collo spunta esile come il gambo di un fiore dal vaso. Fa risalire velocemente il cursore sulla “x” e richiude la mail salvata nella cartella “Tua per sempre”.

Duecentoventicinque sottocartelle, con duemilanovecentosessantasei file: la vita di Clara in un file zippato. Sente nello stomaco una voce che vuole risalire fino alla gola. Non esce nessuna parola. Al lato delle labbra si apre un solco scuro, una semplice compostezza come quella che portano sul viso le donne di altre generazioni. Si alza di scatto. Fa cadere la maglia dallo schienale. Non la raccoglie. Con la mano sinistra abbassa in fretta lo schermo del portatile: Ma perché non me lo hai detto? La vista si incolla al vuoto della parete di fronte. Si ammucchiano i pensieri in cui Clara appare un piccolo sole, immobile e dorato, in bilico tra l’oscurità e il chiarore dell’alba. Clara, la sua amica. Clara malata, così fragile, così triste. Clara, l’amante di una donna.

Lorena è una donna abituata a fare i conti con i sentimenti eterni: l’amore, la rinuncia, la paura, l’umiliazione, la vergogna, la privazione. L’incontro con Clara dà inizio a un’analisi degli avvenimenti del suo passato, che ora rilegge illuminati da una nuova coscienza. Clara, in punto di morte, le affida la sua borsa, in cui c’è una pennetta USB e un grande segreto. Entrano in scena personaggi come Luca D., l’uomo ombroso conosciuto in rete, gli amici del Centro di ascolto, Mirna, padre Alfonso e Luca, il senzatetto in fuga da un fallimento familiare che la saluterà con una lettera.

Lettera che sembra l’ultimo tassello di una storia di migliaia di missive, di scritti, di testimonianze d’amore che ora Lorena riconosce come ipotetici sviluppi del resoconto della propria vita. Sarà un video di Clara a metterla di fronte a una decisione molto importante: una caccia al coraggio per dare valore alle sue storie passate, al suo presente che, nonostante tutto, continua a essere carico di sorprese e colpi di scena.

Tradotta nel corso della sua carriera letteraria in greco, romeno, francese, arabo, inglese, spagnolo, catalano, georgiano e napoletano, con questa storia ambientata tra il Nord e il Sud dell’Italia negli ultimi anni Duemila, ma con rimandi storici che vanno dagli anni Cinquanta ai Novanta, l’autrice attraverso la protagonista Lorena e i personaggi collaterali affronta tematiche fondamentali quali l’inclusione, la diversità e l’incontro virtuale, toccando sentimenti forti in cui riconosciamo nitidamente l’amore, la rinuncia, la paura, l’umiliazione, la vergogna e la privazione.

“Ci sono voluti anni di poesia e memoria, sentimenti e incontri per fare l’esperienza del romanzo – ha dichiarato la scrittrice Rita Pacilio. Potrei definire Cosa rimane un osservatorio sulla storia, ma anche sulla contemporaneità. Vicende umane e destini che aderiscono a ferite aperte intrise di metafore malinconiche e al tempo stesso fiduciose. Fede, pathos e speranza animano la coscienza della protagonista, Lorena, che è la spia luminosa intorno a cui ruotano significati simbolici, personaggi e avventure”.

 

http://www.aughedizioni.it/prodotto/cosa-rimane/

 

‘Direzione la vita’, il primo capitolo della saga di L. L. Words

Direzione la vita è un romanzo dai risvolti introspettivi di L.L. Words, autopubblicato nel 2020 (YouCanPrint) e curato dalla sceneggiatrice televisiva Claudia Bellana.
Questa la sinossi del romanzo. Può nascere l’amore da una tragedia?
Alexander C. King è reduce da un brutto incidente d’auto che lo ha costretto sulla sedia a rotelle; oltre all’uso delle gambe, sembra aver perso anche la voglia di vivere.
I migliori medici di New York hanno provato l’impossibile con lui, senza purtroppo ottenere alcun miglioramento: le ferite più gravi, infatti, A.C. le ha nell’anima. Per non parlare del senso di colpa che lo tormenta e tiene sveglio ogni notte, rendendo ancora più difficile il suo recupero. Solo l’infermiere Robert Johnston e il Primario del “Green”, Daniel Zayn, credono che lui possa ancora farcela.
Attraverso improbabili letture ad alta voce, scontri più o meno accesi e attacchi alle difese che A.C. ha eretto, riusciranno a tenere a galla il giovane, almeno fino all’arrivo di Ty. Il dottor Tyler Jones che per A.C. è l’ultima spiaggia.
Con un dono che per lui è una maledizione, Ty è un fisioterapista diverso dagli altri, anticonformista ed imprevedibile: il migliore nel suo campo.

Ma basteranno la passione per il suo lavoro, l’amore per la musica anni ’80 e la costante presenza di Stone, il bastardino che ha adottato, per strappare A.C. dall’inferno in cui è precipitato?

Ma soprattutto… A.C. si farà aiutare?

Direzione la vita è il primo capitolo di un saga che promette bene, in virtù della costruzione e caratterizzazione dei personaggi, le cui sofferenze non possono lasciare indifferente il lettore e che fungono da viatico per la vita, appunto. Una vicenda dal retrogusto amaro che non risparmia momenti ostici nella lettura e qualche perplessità riguardante la trama, rischiando di scivolare nella retorica.

L’immagine scelta per la copertina ritrae New York, dove è ambientata la storia, durante una notte tempestosa che richiama esattamente le dinamiche l’incidente che vedrà coinvolto A.C. King, il protagonista principale.

La scrittura è sempre stata il punto di partenza dell’autrice, la quale per molti anni è stata una lettrice compulsiva del genere romance-dark-fantasy, infatti i suoi scrittori preferiti sono Charlie Cochet e T.J. Klune.

Per il personaggio di Alexander, L.L. Words ha letto testi medici e intervistato fisioterapisti che l’hanno aiutata della descrizione della riabilitazione di A.C.

 

Direzione la vita: un estratto

 

Prima che potessi aprire bocca di nuovo, mi voltò le spalle: «Spero ti piaccia…» disse, facendomi corrugare la fronte… Di che diavolo stava parlando? Ma la voce potente di Tina Turner con “The Best” arrivò alle mie orecchie; chiusi gli occhi e mi passai le mani sulla faccia: ancora la sua dannata musica anni ‘80!

«Avevamo fatto un patto…»

«… Che tu hai frantumato contro il muro…» sottolineò, riferendosi al mio Apple ridotto in mille pezzi. «E dalla mia playlist non uscirà mai nulla di quella robaccia che ascolti…» Rise, incrociando il mio sguardo arrabbiato. «Comunque, se può consolarti, penso che la musica sia fondamentale per motivare il paziente…»

«Oltre che una spina nel fianco, adesso sei anche filosofo?!» Con una piccola alzata di spalle, si era limitato a guardarmi in silenzio, come se riflettesse sulle mie parole. «Beh?»

«Sai che la musicoterapia può aiutare persone che soffrono di depressione? In un recente studio, condotto su trenta persone anziane, è emerso che…»

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