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Céline nella biografia di Maurice Bardèche, curata da Andrea Lombardi

Celine

Non è un saggio per fanatici di Louis Ferdinand Cèline, la biografia sul grande scrittore francese di Maurice Bardèche, curata da Andrea Lombardi per la casa editrice Italia Storica da lui fondata. Bardèche secondo Lombardi è stato uno dei maggiori intellettuali francesi del Novecento. Un saggista, un critico d’arte che, insieme al cognato Robert Brasillach (di cui sposò la sorella Susanne) curò la prima enciclopedia sul cinema, fu poi molto impegnato politicamente nella destra radicale, partendo prima da delle posizioni monarchiche e poi rapidamente virando verso il fascismo. Si definiva proprio uno scrittore fascista, cosa che rivendicò sempre anche nel secondo dopoguerra.

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Andrea Lombardi: “Il mio intento è quello di far conoscere una visione più ampia e sfaccettata di Céline”

Andrea Lombardi, esperto Cèline

Andrea Lombardi, è tra i massimi studiosi di Céline, appassionato di storia e letteratura del Novecento, è curatore del primo sito italiano tutto dedicato a Louis-Ferdinand Céline ed è corrispondente per l’Italia della Société des Lecteurs de Céline. Tra le opere da lui curate ricordiamo Ernst Jünger nelle tempeste d’acciaio della Grande Guerra. Un compendio documentale e fotografico sull’esperienza di guerra del Tenente Ernst Jünger nel primo conflitto mondiale di Nils Fabiansson (Genova 2024), Grande ospizio occidentale di Eduard Limonov (prefazione di Alain de Benoist, Milano 2023), Profeti inascoltati del ‘900.

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‘Viaggio al termine della notte’, il capolavoro di Céline che ha meglio rappresentato il Novecento

Viaggio al termine della notte

Viaggio al termine della notte si è imposto come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il Novecento, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo», scrisse Bernanos quando nel 1932 il romanzo diventò un successo mondiale, suscitando entusiasmi e contrasti feroci. Lo «scandalo Céline», che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell’uomo così com’è. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento: è in realtà un’opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell’abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell’incubo.

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Céline: i manoscritti ritrovati scomparsi nel 1944

manoscritti ritrovati

Scomparsi nel 1944 con il saccheggio del suo appartamento in Rue Girardon a Montmartre da parte della Resistenza francese, riappaiono in circostanze straordinarie, consegnati all’avvocato specialista in editoria Emmanuel Pierrat dopo la morte della vedova di Céline Lucette Almansor nel 2019, i manoscritti inediti di Louis-Ferdinand Céline. Lo ha rivelato Jérôme Dupuis su “Le Monde” negli scorsi giorni, sconvolgendo il mondo céliniano, letterario e editoriale.  Tra di essi, come sempre affermato dal romanziere francese in diverse interviste e passi dei suoi libri del dopoguerra e ribadito da Lucette, il manoscritto di 600 fogli di Casse-Pipe, romanzo destinato nelle intenzioni dell’autore a costituire un trittico con i due capolavori Viaggio al termine della notte (1932) e Morte a credito (1936), del quale erano state pubblicate solo le poche pagine sino ad oggi note, un lungo romanzo inedito intitolato Londres, 1.000 fogli di Morte a credito, la Légende du Roi Krogold, e decine di altri scritti, documenti e fotografie inedite.

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‘Gilles’: il romanzo introspettivo di Pierre Drieu La Rochelle

Gilles romanzo

Un lettore avvezzo a etichette e condanne, che ha il terrore delle parole interdette e che ricerca nei romanzi la conferma della propria superiorità morale, non potrà mai scorgere tra le pallide pagine di Gilles, apocalittico romanzo pubblicato nel 1939 dall’eresiarca Pierre Drieu La Rochelle, nulla di buono, nulla di vero, nulla di suo.  Drieu incarna infatti integralmente l’antico, inattuale gusto della scrittura che sanguina – non Eco ma Nietzsche si sente ululare in sottofondo – e chi cercasse in questo cult dell’underground più aristocratico qualcosa da predicare, dei valori astratti da inculcare resterebbe fatalmente deluso.

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L’antisemitismo di Céline e la censura nel saggio di Stefano Lanuzza: ‘Céline, testimone d’Europa’

Céline

Con Céline, come afferma lo scrittore siciliano Stefano Lanuzza nel saggio Céline, testimone dell'Europa, opera imbastita come un dibattito in cui studiosi e lettori pongono domande all’autore su vita e opera di Louis-Ferdinand Céline, non si evoca uno scrittore facile, consolatorio, o di consumo, che ha bisogno di lettori forti che vanno liberandolo dalle panie di una iconografia ideologizzante da troppo tempo focalizzata su un antisemitismo che nell'opera céliniana rimane al margine. Diventa poi superfluo ripetere che i libri di Céline nascono con lo scopo di evitare l'entrata in guerra di una Francia militarmente inadeguata nella seconda guerra mondiale voluta da Hitler. Da ignoranti e false idee ogni lettore si potrà liberare cominciando ad affidarsi agli odisseici percorsi del capolavoro Viaggio al termine della notte, metafora della condizione degli uomini condannati ad andare, senza sosta, sempre avanti verso il loro destino, in fondo alla notte. Ma tutti i libri di Céline sarebbero da porre in relazione con il Voyage. Ma ci fosse oggi uno scrittore come Céline nel nostro Paese assillato dalla crisi, assopito nel consenso e in una restaurazione culturale che sta all'origine della letteratura di consumo e per passatempo: un paese affollato tra loro simili, ininfluenti e dediti a rincorrere i premi letterari. Ci fosse in Italia un Céline che viaggia sempre a proprio rischio e pericolo.

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‘Il dottor Semmelweis’ di Céline, perfetta metafora della classe dirigente italiana

Il dottor Semmelweis

L’importante è esagerare, dicono. L’importante è partecipare, davvero? La pena che i buoni devono scontare per l’indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi, sosteneva Socrate. E chi non ha ali non deve mettersi al di sopra di abissi, asseriva Nietzsche. Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene, affermava Diderot. Un incipit di tutto rispetto, non c’è che dire. Ma il proliferar di tale verbo filosofico e millenario dove ci porta? Negli occhi di Ignazio Filippo Semmelweis, protagonista de Il dottor Semmelweis di Louis-Ferninand Céline.

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