“Yao”: il nuovo libro di Fiori Picco

Yao, uscito con Fiori d’Asia Editrice, è il nuovo libro della scrittrice Fiori Picco. Cina meridionale, province dello Yunnan, del Guangdong e del Guangxi. Zone montuose, campagne, città e metropoli: sono questi i luoghi coprotagonisti del romanzo.

Yao: Sinossi e contenuti

Yao- Copertina libro

Da un canto di epoca Ming…

“Il fiore d’osmanto non vive

senza l’ape operosa;

la camelia odorosa

non fiorisce

se non tra i boccioli e

le foglie dei sempreverdi;

la carpa argentata non lascia mai

i fondali del fiume,

e Tangmei parte con le lacrime agli occhi,

dicendo addio all’amato villaggio

e all’antica tribù dei Li”

 

 

Intonando queste strofe malinconiche una

ragazza lasciò per sempre la famiglia e andò

incontro ad un atroce destino. Oggi pochi conoscono la sua storia, ma in una zona particolare della Cina, in una Terra abitata dall’etnia Yang

Yang Sen racconta la sua storia. È un cinese di etnia Yao della tribù di Landian. Gli Yao vivono in piccole comunità nelle regioni montuose della Cina meridionale. Il Taoismo ha un ruolo importante nella loro vita, così come le antiche tradizioni, le cerimonie tribali e i rituali di iniziazione che sono rimasti immutati nel tempo. L’autrice ha raccolto le testimonianze degli Yao, dell’amico Yang Sen e di altri giovani che, come lui, sono l’emblema di un popolo migrante in patria, collocando temporalmente la storia nel 2004, con flashback nel passato e risalendo all’epoca Ming.

In questo modo Fiori Picco porta per mano i lettori e le lettrici tra usi, costumi, tradizioni e rituali di un popolo rimasto isolato e profondamente legato alla propria cultura, dà voce alla vita delle minoranze etniche cinesi nelle zone di confine e alle difficoltà che tanti giovani provenienti da zone povere e isolate devono affrontare quando migrano in città alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore. Affronta, inoltre, tematiche delicate come la disabilità, il riscatto sociale, l’amore per la famiglia e per la propria terra, il valore dell’amicizia.

Ho sempre desiderato scrivere una storia verità sul popolo Yao, in particolare sul rituale ‘Dujie’ – ha scritto l’autrice Fiori Picco. Tutti i giovani entro i diciott’anni devono affrontare quattro durissime prove per essere considerati uomini dalla comunità. Se un giovane non supera Dujie, sarà soggetto al disprezzo e all’esclusione dalla vita sociale. Chi si è arreso ha dovuto lasciare il suo villaggio e tentare fortuna in città.

Durante gli anni trascorsi in Cina, sono venuta a contatto con tanti ragazzi di varie etnie e provenienze; tutti sognavano una vita migliore, ma non sempre ce l’hanno fatta.

Yang Sen è stato premiato per il suo talento e per il suo impegno. Attraverso il suo personaggio ho voluto trasmettere un messaggio di speranza, di vicinanza al prossimo e alle persone meno fortunate.

Tutti i personaggi del mio libro hanno avuto un riscatto sociale e morale, rimediando agli errori passati e trovando la propria strada.

Yao è un romanzo positivo che avvicina il lettore a un mondo antico e particolare, tutto da scoprire, lontanissimo dalla vita frenetica e dalla modernità delle metropoli”.

Il romanzo è disponibile anche in lingua cinese, con il titolo di “Yaowang”. Il libro è stato recensito dal diciassettesimo depositario della cultura Dongba, professor Ahengdongta, rappresentante presso le Nazioni Unite e presidente dell’Antica Accademia Dongba a Lijiang (Yunnan): “In qualità di depositario e custode della cultura Dongba, e di rappresentante delle minoranze etniche cinesi, sono impressionato da quest’opera sugli Yao. Fiori ha svolto ricerche accurate e approfondite sulla nostra cultura nazionale, ha una vasta conoscenza del Taoismo, del Buddismo, della terminologia locale, dei proverbi e dei modi di dire delle nostre etnie. Si è impegnata molto nella ricerca, nello studio della storia e delle nostre antiche e misteriose leggende, e ciò dimostra un grande amore per la cultura cinese. Il suo libro incarna perfettamente il concetto di ‘Etnicità globale’”.

Nel 2017, la precedente edizione di “Yao” ha vinto il Premio d’Onore al V° Concorso Letterario Caterina Martinelli di Roma

 

 

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Santiago Ribeiro partecipa all’Esposizione Internazionale d’Arte del 21° secolo in Cina

Shanghai, Cina – Si terrà in diverse città della Cina una mostra internazionale per sostenere l’educazione dei bambini in Cina con artisti provenienti da più di venti paesi.
Le città dove si svolgerà la mostra saranno Pechino, Shanghai, Hangzhou, Nanchino, Shenzhen, Guangzhou, Chengdu, Chongqing, Changsha, Wuhan, Qingdao Xi’an Art.

Mostra internazionale d’arte sun rainbow, fondo di beneficenza per l’educazione

Con i fruttuosi risultati della riforma e dell’apertura della Cina, Il Paese asiatico è entrato in una nuova fase.
Pur ottenendo notevoli risultati in campo economico, anche il campo della cultura e dell’arte necessitano di ulteriore sviluppo in Cina. Attualmente il Paese si sta concentrando sul funzionamento e sulla gestione di opere d’arte internazionali di alta qualità, cooperando con eccezionali artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo e promuovendo la divulgazione delle discipline umanistiche e dell’arte nella società cinese e gli scambi culturali internazionali.Parte del reddito del fondo sarà donato ai bambini nelle aree svantaggiate per la loro istruzione.
L’artista surrealista portoghese Santiago Ribeiro è il mentore e il promotore della più grande mostra surrealista del mondo nel 21° secolo, Surrealism Now International, il suo lavoro è stato esposto a livello globale così come a Berlino, Mosca, New York, Dallas, Los Angeles, Mississippi, Indiana , Denver, Varsavia, Saint Nantes, Parigi, Londra, Vienna, Pechino, Firenze, Madrid, Granada, Barcellona, Lisbona, Belgrado, Montenegro, Romania, Giappone, Taiwan, Brasile, Minsk, Nuova Delhi, Jihlava (Repubblica Ceca ) e Caltagirone in Sicilia e diverse città in Portogallo. Times Square a New York, Stati Uniti, ha riportato molte volte informazioni sulla sua mostra e le sue opere sono state raccolte da collezionisti in molti paesi.
Le opere dell’artista portoghese (nato a Coimbra e ideatore del progetto Surrealism Now, realizzato con il supporto della Bissaya Barreto Foundation) paralizzano lo sguardo, cosicché gli elementi spesso considerati insignificanti, assumono un segreto e una valenza tutte loro, lasciando che la nostra mente compia ulteriori associazioni oniriche.Di fronte alle opere di Ribeiro, che sono attraversate da un linguaggio dove l’individuo e la materia oltrepassano la propria anatomia, scavando nei propri desideri e aprendo i cardini agli spazi di una morale assente, giocando con i nostri impulsi, sembra che si debba andare alla ricerca del fantasma del sonno.
In tal senso il surrealismo di Ribeiro mostra ciò che potrebbe essere se liberassimo totalmente il nostro subconscio; saremmo degli omini nudi e non vedenti che vanno a sbattere contro i paletti dell’immoralità e del masochismo. Tuttavia la nostra volontà, la nostra coscienza e la nostra libertà di scelta ci vengono in soccorso e ci rendono davvero liberi, essendo l’essere umano non solo un complesso biochimico.
Video in italiano tradotto in cinese da Jin Yaotong realizatto da Vincenzo Cali, Annalina Grasso, Maurizio Bianucci 

‘Giada Rossa-Una vita per la libertà’: il romanzo-denuncia di Fiori Picco

Giada Rossa – Una vita per la libertà, edito da Fiori d’Asia Editrice, è l’ultimo romanzo della scrittrice Fiori Picco.

Picco è nata a Brescia il 07 marzo 1977, è sinologa, scrittrice, traduttrice letteraria ed editrice. Dopo la laurea in Lingua e Letteratura Cinese conseguita presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, si è stabilita nella città cinese di Kunming, nella provincia dello Yunnan, dove ha vissuto otto anni insegnando presso il Dipartimento del Turismo della Yunnan Normal University e svolgendo ricerche di antropologia.

Durante gli anni di vita a Kunming ha iniziato a scrivere novelle e romanzi e dal 2007 è autrice SIAE.

Dal 2011 traduce romanzi di autori asiatici e di recente ha aperto Fiori d’Asia Editrice, una realtà editoriale multilingue specializzata in letteratura orientale.

Ha ricevuto diversi premi letterari, nazionali e internazionali, tra cui il Jacques Prévert 2010 per la narrativa, il Magnificat Libri, Arte e Cultura 2014 per racconti brevi, il Premio Standout Woman Award 2016 della Regione Lombardia, il Caterina Martinelli 2017, l’Argentario 2020.

Nel 2018, con scrittori di tutto il mondo, ha partecipato all’International Writing Program presso l’Accademia di Letteratura Lu Xun di Pechino, e al Congresso Internazionale degli Scrittori e dei Sinologi di Guiyang le è stato conferito il certificato di Friend of Chinese Literature.

Collabora con la China Writers’ Association e con la Japanese Writers’ Association

Giada Rossa – Una vita per la libertà: Sinossi

Giada Rossa- Copertina

Giada Rossa-Una vita per la libertà è uscito il 10 Aprile 2020. Il libro si è classificata superfinalista al Premio Città di Latina 2020 e finalista con merito al Premio Argentario 2020.

Avevo sei anni quando mi rapirono. Per sottrarmi alla mia famiglia
scelsero il modo più subdolo e meschino; il piano fu architettato da
due conoscenti di mia madre: persone intime, fidate, insospettabili. Fu
il primo episodio doloroso di una serie di avvenimenti drammatici che
mi segnarono profondamente nell’anima. I lividi che ancora oggi mi
porto dentro e le cicatrici visibili mi hanno consentito di diventare la
“Giada Rossa” del presente: una donna tenace e coraggiosa che ha visto
più volte la morte e che altrettante volte si è disperatamente aggrappata
alla vita. Non posso e non voglio cancellare le ferite, sarebbe assurdo
perché sono parte essenziale di me.

Ogni donna è preziosa come una giada, proprio come la protagonista di questa storia che, raccontando in prima persona, ripercorre tutte le fasi della sua vita travagliata: un’infanzia negata nelle campagne del Jiangxi, un’adolescenza segnata dalla violenza, il drammatico viaggio dalla Cina verso l’Europa, le difficoltà incontrate in Italia da clandestina.

Nonostante le avversità, ha sempre dimostrato un coraggio e una forza d’animo ammirevoli, si è ribellata alle ingiustizie, agli inganni e alle prevaricazioni, perseguendo il valore più importante: la libertà. La sua testimonianza vuole essere uno stimolo per tutte le donne che si trovano in situazioni simili e che si arrendono al loro destino.

Giada Rossa – Una vita per la libertà è un romanzo nato da un incontro avvenuto presso gli Spedali Civili di Brescia, dove ho svolto opera di mediazione culturale – ha spiegato l’autrice. È la storia vera e drammatica di una signora cinese che ho conosciuto e che ho assistito durante un intervento chirurgico. In ospedale mi ha raccontato tutta la sua vita, dall’infanzia trascorsa in Cina, fino al suo arrivo in Italia. Il suo carattere allegro, comunicativo e positivo mi ha subito colpita e ispirata.           Ho sentito il desiderio di scrivere questa storia per dare voce a tutte le persone che, come lei, hanno sofferto e sono state vittime di violenze, soprusi e discriminazioni.                                                                    Considero Giada Rossa un romanzo-verità e di denuncia, in quanto affronto tematiche forti, ricorrenti e attuali. Ho intervistato la protagonista per sei anni; il lavoro di approfondimento e di ricostruzione è stato lungo e costante. Pur parlando la stessa lingua, ovvero il cinese, la signora aveva una capacità di esposizione semplice, ma è stata collaborativa e desiderosa di raccontare le sue emozioni, che io ho reso mie. I sei anni sono serviti a recuperare dalla memoria tutti i fatti e le relative sensazioni. Di mio c’è la rielaborazione dettagliata con l’inserimento delle ambientazioni e dell’analisi psicologica dei personaggi”.

In un arco temporale che dal 1970 arriva ai giorni nostri, la storia narrata da Fiori Picco avvicina il lettore a temi delicati e meritevoli di una riflessione: dall’infanzia negata alla violenza domestica, dall’immigrazione clandestina al traffico di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione, dall’integralismo religioso al Buddismo e il Karma, dal concetto di matrimonio in Cina al riscatto sociale.

 

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La guerra commerciale-digitale tra Pechino e Washington: Huawei fuori dalla partnership con Google

Non c’è tregua, la guerra commerciale tra Washington e Pechino è inarrestabile. Così anche Huawei è finita nella lista nera statunitense: il colosso cinese, con le sue settanta affiliate, rappresenterebbe infatti un rischio per la sicurezza nazionale degli Usa.

Una sorta di azienda canaglia dietro cui si potrebbero nascondere, a detta della Casa Bianca, attività di spionaggio del governo cinese – tuttavia sempre negate da Huawei. Ed è quindi per difendere la gloriosa bandiera a stelle e strisce che l’intrepido Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per vietare alle aziende statunitensi di acquistare prodotti dalle aziende canaglia – tra cui figura Huawei –, colpevoli di attentare alla sicurezza nazionale Usa. È questo, secondo il portavoce del ministero del Commercio cinese Gao Feng, un abuso del concetto di sicurezza nazionale, piegato a fini propagandistici per promuovere il protezionismo commerciale.

Con questa drastica decisione – per la cui operatività occorrerà tuttavia attendere almeno 120 giorni –, Huawei si vedrà impossibilitata a comprare tecnologie di aziende americane senza autorizzazione governativa.

Questo è però solo l’ultimo passo nella messa all’indice dell’azienda cinese da parte degli Stati Uniti: già vi era stato infatti il bando di Huawei per quanto riguarda la realizzazione del 5G sul suolo americano. Poi la Casa Bianca aveva invitato anche gli altri Paesi alla proscrizione di Huawei, ma con scarsi risultati: solo Giappone, Nuova Zelanda, Australia e Taiwan hanno seguito l’esempio statunitense, mentre Canada, Norvegia, Svezia, Polonia, Repubblica Ceca, India e Vietnam sono ancora in fase decisionale.

I paesi europei – ad esclusione di quelli già citati – hanno invece preso, più o meno nettamente, le distanze dall’invito di Donald Trump. Per essi Huawei è un operatore di primo piano nei test per il 5G e nelle tecnologie precedenti ed è ormai consolidato il rapporto con gli operatori, convinti che bandire l’azienda cinese comporterebbe dannosi ritardi ed esborsi.

Ma se i Paesi europei hanno disatteso le speranze di Trump, a rispondere prontamente all’appello ci ha pensato Google, con un’azione che andrà a coinvolgere inevitabilmente anche il mercato europeo. Come riportato da Reuters, Google ha infatti deciso di interrompere ogni rapporto commerciale con l’azienda cinese: un’azione forte e dall’enorme portata, a cui si sono adeguate anche le aziende statunitensi produttrici di chip e microchip, come Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom, che hanno tagliato le forniture destinate al colosso tecnologico cinese.

Un terremoto pronto a sconvolgere gli equilibri all’interno del mercato degli smartphone: tagliata fuori dalla partnership con Google, Huawei si troverà presto a doverne affrontare le difficoltose conseguenze. I suoi device già in commercio, come sappiamo da Il Sole 24 Ore, non riceveranno più gli aggiornamenti di Android e delle app di Google e diventeranno col tempo dispositivi dai software obsoleti, meno performanti e più esposti a rischi.

Ancor peggiore la situazione per gli smartphone non ancora in commercio, per i quali Huawei non avrà più alcuna licenza e sui quali potrebbe installare solo la versione open source di Android, quindi priva del pacchetto delle Google Apps: Huawei risulterebbe così degradata ad un trattamento simile a quello dei marchi minori, con probabili conseguenze negative sul suo prestigio agli occhi dei consumatori.

Come risposta alle crescenti pressioni esercitate dagli Usa, il colosso cinese sta già da tempo lavorando alla creazione di un proprio sistema operativo; non si può escludere che questo possa essere pronto a rimpiazzare efficacemente Android, di fatto riducendo i danni apportati dalla fine della partnership con Google. A Shenzen, inoltre, si iniziano già a produrre chip e conduttori per evitarne l’importazione dagli Usa.

Se dunque la mossa di Google va a minare l’espansione di Huawei al di fuori dei confini cinesi, il colosso di Shenzen non rimane a guardare: quella tra Washington e Pechino è ormai una guerra digitale, economica e geopolitica in continua evoluzione, sempre sul filo dell’alta tensione.

 

Alessandra Vio

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