Al Dolby Theatre di Los Angeles è andata in scena la 95ª edizione dei premi Oscar, la nottata di premiazione più attesa dell'anno. Quest'anno c'è stato un film dominatore in assoluto, Everything Everywhere All at Once che si è aggiudicato ben 7 statuette su 11 candidature. Il film costruito su più livelli, intrattiene con il suo montaggio e le scene action esilaranti benché sia ridondante e incotrollato. Everything Everywhere All at Once mescola tutti le vite e i generi possibili: kung-fu, wuxia, mélò, fantasy, commedia. È un film di fantasmi che compaiono e spariscono. Tuttavia sembrava la storia di due amici vestita di echi che sembrano provenire da Brecht, Buzzati e Beckett, quella più meritevole della vittoria. Gli spiriti dell'isola è un film sull'amiciziae le sue contraddizioni, ma è anche un film che parla dell'attesa di qualcosa che forse non verrà mai.
Read More »Cannes 2021: vince il cyberpunk ‘Titane’ di Julia Ducournau
Era partito bene Cannes 2021, con "Annette" di Leos Carax, folle musical di passione e tormento, con Adam Driver e Marion Cotillard. Lui è un cabarettista, sempre di cattivo umore, che finge di strozzarsi con il microfono mentre è sul palco. E anche sul tappeto rosso era imbronciato.
Read More »Ricordando Romy Schneider. ‘L’importante è amare’
Il 29 maggio 1989, a soli 43 anni, moriva una delle più belle e talentuose attrici del mondo, l’austriaca, naturalizzata francese Romy Schneider, resa famosa dal ruolo dell’indimenticabile principessa Sissi dove appariva come una ragazza dolce e promettente. Ma con il passare degli anni Romy diventa più bella, il suo sguardo si fa magnetico, la sua recitazione intensa, il suo stile più raffinato grazie alla stilista Chanel che valorizza il suo corpo sinuoso.
Read More »Venezia 2020: vince prevedibilmente ‘Nomadland’ di Chloé Zhao, tra i film italiani si salva ‘Notturno’ di Rosi
Come era prevedibile , “Nomadland”, film pieno di cose giuste, come tanto va di moda adesso vince come miglior film Venezia2020. Una regista donna, Chloé Zhao, nata a Pechino con studi di cinema a New York. Un’attrice con il carisma di Frances McDormand. Gli americani che vivono nei camper, parcheggiandoli al ritmo dei lavori stagionali: perché sono poveri, e perché – suggerisce il film – sono gli eredi dei pionieri con i carri. Un Leone d’oro impeccabile, dal punto di vista della politica festivaliera.
Read More »Berlino 2020: vince l’iraniano ‘There is no Evil’, miglior attore Elio Germano nei panni del pittore Antonio Ligabue
Si è appena conclusa la 70esima edizione del Festival di Berlino condotta per la prima volta da Carlo Chatrian con il talentuoso attore italiano Luca Marinelli, quest’ultimo anche in giuria insieme a Jeremy Irons, Bérénice Bejo e Kenneth Lonergan per selezionare i migliori film fra i 18 in gara. L’Orso d’Oro è stato assegnato al film “There Is No Evil” dell’iraniano Mohammad Rasoulof anche se, come affermato fra la commozione generale da chi ha ritirato il premio al posto suo, il regista non è potuto essere presente alla cerimonia, poiché gli è stato impedito di lasciare il Paese.
Read More »‘La favorita’ di Lanthimos: un distillato di piacevole perfidia ancestrale candidato agli Oscar
I sentimenti umani più inestirpabili e ancestrali, la lotta per la sopravvivenza, il sesso e il potere, la cinica consapevolezza di un gioco al massacro che non è maschile o femminile bensì l’essenza ultima delle vite, delle società, del mondo. “La favorita” distilla un concentrato degli elementi basici di quella particolare forma d’arte che nonostante i collassi epocali continuiamo a definire “cinema”: una sceneggiatura dalla scintillante affilatura (tratta da una pièce di Deborah Davis scritta per la Bbc Radio e rielaborata da Tony McNamara), un’ambientazione in costume magistrale (grazie soprattutto alla sintonia tra il direttore della fotografia Robbie Ryan e la costumista Sandy Powell), tre protagoniste in stato di grazia e la regia del quarantacinquenne greco Lanthimos (“The Lobster”, “Il sacrificio del cervo sacro”) che riesce nell’impresa di mantenersi fedele alla vocazione per un cinema disturbante, feroce e provocatorio realizzando, invece, un film universale e accessibile, molto divertente ma di una piacevolezza striata di perfidia, autoriale eppure carico di candidature all’istituzionale pantomima degli Oscar.
Read More »Addio a Bernardo Bertolucci, apostolo retorico ed autarchico della Nouvelle Vague
Non è mai esistito un regista capace di riprodurre la profondità della vita e ripristinare la verità della Storia perché il cinema è l’arte suprema dell’inganno e della finzione, ma certo Bernardo Bertolucci è stato tra i pochissimi che ci sono andati vicini. E’ l’ora di rassegnarsi a una scomparsa che offusca lo sguardo, interrompe il flusso doloroso e insieme esaltante di un’autobiografia generazionale e rende più fragile la resistenza all’egemonia delle perniciose concezioni redentoristiche dell’arte, ma soprattutto è l’ora d’intraprendere una nuova, lunga e aspra battaglia contro chiunque sfodererà gli artigli per tramandare un identikit di comodo, il flash sbiadito di un artista impegnato come se ne vendono a bizzeffe al mercatino dell’usato ideologico.
Read More »‘L’uomo che uccise don Chisciotte’ di Terry Gilliam: la rivendicazione del primato della fantasia sulla realtà
Un film atteso 25 anni, realizzato tra molte difficoltà e che nella prima stesura, la quale si basava su un semplice viaggio indietro nel tempo da realizzarsi con un budget colossale, vedeva nel cast un giovane Johnny Depp, Jean Rochefort (scomparso lo scorso anno) e Vanessa Paradis, che rende onore allo spirito e al linguaggio della geniale e celeberrima opera di Cervantes, Don Chisciotte, il libro più giocondo e allo stesso tempo assennato che il lettore possa mai immaginare, come recita il prologo. Il regista visionario Terry Gilliam per il quale la follia, il grottesco e l'irrazionalità sono il sale della vita e la cifra dei suoi film (l'indimenticabile serie di esilaranti gag dei Monty Python, Brazil, La leggenda del re pescatore, Le avventure del Barone di Münchausen, L'esercito delle dodici scimmie, Paura e delirio a Las Vegas, Parnassus-L'uomo che voleva ingannare il diavolo), nel suo L'uomo che uccise Don Chisciotte, riflette sul senso della follia, dell'illusione, del credere fermamente alle propria immaginazione per sentirsi utili a questo mondo.
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