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Cannes 2024: ‘Anora’ vince la Palma d’oro. Se questo è il nuovo cinema americano

Anora

La Palma d’oro 2024 va al Sean Baker di Anora, narratore indy dell’America diseredata con una speciale attenzione per gli hustlers, gli spiantati che campano di espedienti, e per i lavoratori del sesso in particolare. Li considera, uomini e donne, il nuovo proletariato. Il suo film-troppo lungo- sembra all’inizio una replica di Pretty Woman, con una Cenerentola lap dancer che lo svitato rampollo di un oligarca sposa per gioco. Ma poi diventa una scorribanda mozzafiato con bodyguards e genitori nababbi impegnati a ricacciare Cenerentola nel fango da cui è venuta. Solo i perdenti possono darsi, tra loro, comprensione e conforto, e questo avverrà. E' il più bel film del concorso? Naturalmente no. 

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Festival del cinema di Venezia 2023: vince il divertente e furbissimo ‘Poor things!’ di Lanthimos

Lanthimos

Sarà stata davvero una gioia per Damien Chazelle, presidente della giura di Venezia 2023, proclamare Povere creature del regista greco Yorgos Lanthimos, il film vincitore del Festival del Cinema di Venezia 2023. Già perché la protagonista di questa surreale e gotica pellicola è Emma Stone, interprete di La la land (7 premi Oscar nel 2016), proprio di Chazelle.  Malizia (ma non tanta) a parte, era previdibile che vincesse un film che ha per protagonista una "Barbie" punk, la versione femminile di Frankenstein, simbolo di emancipazione femminile. Emancipazione che naturalmente passa per la libertà sessuale.

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Oscars 2023. Vince ‘Everything Everywhere All At Once’, ma meritava ‘Gli spiriti dell’isola’. Questione di conscience washing

Oscars 2023

Al Dolby Theatre di Los Angeles è andata in scena la 95ª edizione dei premi Oscar, la nottata di premiazione più attesa dell'anno. Quest'anno c'è stato un film dominatore in assoluto, Everything Everywhere All at Once che si è aggiudicato ben 7 statuette su 11 candidature. Il film costruito su più livelli, intrattiene con il suo montaggio e le scene action esilaranti benché sia ridondante e incotrollato. Everything Everywhere All at Once mescola tutti le vite e i generi possibili: kung-fu, wuxia, mélò, fantasy, commedia. È un film di fantasmi che compaiono e spariscono. Tuttavia sembrava la storia di due amici vestita di echi che sembrano provenire da Brecht, Buzzati e Beckett, quella più meritevole della vittoria. Gli spiriti dell'isola è un film sull'amiciziae le sue contraddizioni, ma è anche un film che parla dell'attesa di qualcosa che forse non verrà mai.

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Ricordando Romy Schneider. ‘L’importante è amare’

Romy Schneider

Il 29 maggio 1989, a soli 43 anni, moriva una delle più belle e talentuose attrici del mondo, l’austriaca, naturalizzata francese Romy Schneider, resa famosa dal ruolo dell’indimenticabile principessa Sissi dove appariva come una ragazza dolce e promettente. Ma con il passare degli anni Romy diventa più bella, il suo sguardo si fa magnetico, la sua recitazione intensa, il suo stile più raffinato grazie alla stilista Chanel che valorizza il suo corpo sinuoso.

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Venezia 2020: vince prevedibilmente ‘Nomadland’ di Chloé Zhao, tra i film italiani si salva ‘Notturno’ di Rosi

Venezia 2020

Come era prevedibile , “Nomadland”, film pieno di cose giuste, come tanto va di moda adesso vince come miglior film Venezia2020. Una regista donna, Chloé Zhao, nata a Pechino con studi di cinema a New York. Un’attrice con il carisma di Frances McDormand. Gli americani che vivono nei camper, parcheggiandoli al ritmo dei lavori stagionali: perché sono poveri, e perché – suggerisce il film – sono gli eredi dei pionieri con i carri. Un Leone d’oro impeccabile, dal punto di vista della politica festivaliera.

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Berlino 2020: vince l’iraniano ‘There is no Evil’, miglior attore Elio Germano nei panni del pittore Antonio Ligabue

Berlino 2020

Si è appena conclusa la 70esima edizione del Festival di Berlino condotta per la prima volta da Carlo Chatrian con il talentuoso attore italiano Luca Marinelli, quest’ultimo anche in giuria insieme a Jeremy Irons, Bérénice Bejo e Kenneth Lonergan per selezionare i migliori film fra i 18 in gara. L’Orso d’Oro è stato assegnato al film “There Is No Evil” dell’iraniano Mohammad Rasoulof anche se, come affermato fra la commozione generale da chi ha ritirato il premio al posto suo, il regista non è potuto essere presente alla cerimonia, poiché gli è stato impedito di lasciare il Paese.

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‘La favorita’ di Lanthimos: un distillato di piacevole perfidia ancestrale candidato agli Oscar

lanthimos

I sentimenti umani più inestirpabili e ancestrali, la lotta per la sopravvivenza, il sesso e il potere, la cinica consapevolezza di un gioco al massacro che non è maschile o femminile bensì l’essenza ultima delle vite, delle società, del mondo. “La favorita” distilla un concentrato degli elementi basici di quella particolare forma d’arte che nonostante i collassi epocali continuiamo a definire “cinema”: una sceneggiatura dalla scintillante affilatura (tratta da una pièce di Deborah Davis scritta per la Bbc Radio e rielaborata da Tony McNamara), un’ambientazione in costume magistrale (grazie soprattutto alla sintonia tra il direttore della fotografia Robbie Ryan e la costumista Sandy Powell), tre protagoniste in stato di grazia e la regia del quarantacinquenne greco Lanthimos (“The Lobster”, “Il sacrificio del cervo sacro”) che riesce nell’impresa di mantenersi fedele alla vocazione per un cinema disturbante, feroce e provocatorio realizzando, invece, un film universale e accessibile, molto divertente ma di una piacevolezza striata di perfidia, autoriale eppure carico di candidature all’istituzionale pantomima degli Oscar.

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