Premio Letterario Fondazione Uspidalet– Alessandria Cultura. Al via la prima edizione

Nasce la prima edizione del concorso letterario Premio Letterario Fondazione Uspidalet– Alessandria Cultura con l’obiettivo di indagare in profondità il mondo dell’adolescenza sia osservandolo con gli occhi degli adulti sia ascoltandolo attraverso la voce diretta dei ragazzi.  Analizzare il contrasto tra la “poesia” dei giovani, che si espongono alla vita in modo incosciente, spontaneo e fiducioso e la “prosa” della realtà molto spesso deludente e lontana dalle loro aspettative, servirà ad aiutarli a trovare il loro posto nel mondo. «Siamo fermamente convinti che l’adolescenza sia la stagione della vita più delicata e quindi sia importante incoraggiarne il dibattito e il dialogo» sostiene Bruno Lulani, Presidente della Fondazione Uspidalet.

La prima edizione del concorso letterario Premio Letterario Fondazione Uspidalet– Alessandria Cultura si fonda, quindi, sulla base di questa filosofia. Il Premio è aperto a opere (edite e inedite) che riguardano il mondo interiore ed esteriore dei giovani. I romanzi scritti dagli adulti (sezione narrativa) devono avere come protagonista uno o più giovani adolescenti, indagarne un ambito o un periodo circoscritto della vita, oppure tematizzarne l’evoluzione interiore, o il loro processo di sviluppo e di crescita.

Possono, quindi, partecipare romanzi di carattere psicologico, intimistico, di costume, pedagogico e di formazione, autobiografico o di genere fantastico. Lo stesso vale per la sezione Grafic Novel. I racconti scritti dagli alunni di scuole superiori, invece, (sezione Inedita) possono riguardare qualunque tema. In questa sezione, sono infatti gli stessi adolescenti che parlano ed è la loro visione di questo mondo che prende corpo negli elaborati. Il premio per i  vincitori delle sezioni Narrativa e Graphic novel è di 4.000 euro, mentre per la sezione Inediti è di 400 euro.

 

IL BANDO

Sul sito https://www.fondazioneuspidalet.it/premio-letterario/ è disponibile da martedì 21 dicembre il Bando completo della I Edizione del PREMIO LETTERARIO USPIDALET – ALESSANDRIA CULTURA l’appuntamento con libri e autori, opere inedite e edite, promosso dalla Fondazione Uspidalet, dalla Città di Alessandria e dalla Camera di Commercio di Asti e Alessandria.

Tutte le informazioni sulla giuria, il regolamento, i premi e i documenti scaricabili per partecipare al concorso li trovate quihttps://www.fondazioneuspidalet.it/premio-letterario/

La scadenza per partecipare alla prima edizione è il 15 aprile 2022.

 

La Fondazione

La Fondazione Uspidalet è una associazione filantropica nata nel 2009 ad Alessandria. Il suo scopo è aiutare gli ospedali della città a migliorare i livelli di qualità dei servizi sanitari offerti ai malati e ai loro famigliari con l’acquisto di macchinari e attrezzature all’avanguardia e attraverso l’umanizzazione degli ambienti.Come si evince dal nome con cui è conosciuta, la Fondazione è legata soprattutto all’Ospedale pediatrico Cesare Arrigo, noto anche come l’Ospedaletto, uno dei 13 poli pediatrici esistenti in Italia e struttura di eccellenza nel panorama nazionale.

È proprio dal contatto con i più giovani e con i loro problemi che dal 2019 la Fondazione ha deciso di ampliare il suo sguardo e rivolgerlo non solo alla salute fisica del cittadino, ma anche alla sua crescita interiore. Su questa base la Fondazione è diventata un attore sociale che promuove sviluppo in ambito culturale e sociale con lo scopo stimolare nei giovani un progresso morale. E di conseguenza La Fondazione si adopera anche nel promuovere la città di Alessandria sul territorio nazionale.

 

Al via la quarta edizione del Brianza Book Festival

Il 16 dicembre alle ore 21:00 presso Reggia di Monza sala Belvedere, partirà la quarta edizione del Brianza Book Festival. Il tema scelto è “IL PESO SPECIFICO DELLE PAROLE“. per dare spazio al contenuto e ai contenuti con una selezione di scrittori assolutamente all’altezza che con le parole, il linguaggio e la comunicazione ci sanno davvero fare.

Con Massimo Roscia e il suo Di grammatica non si muore (Sperling e Kupfer), uno scrittore in grado di trascinare fino al limite della comicità in un’esilarante discussione su tutti gli strafalcioni linguistici che siamo portati a commettere, anche involontariamente. Con Stefano Piedimonte e il suo L’innamoratore (Rizzoli), osannato anche da Roberto Saviano, ci addentriamo nelle vicende di Ivan Sciarrino, nato a Napoli nel millenovecentosettantanove, di professione innamoratore. È lui il protagonista dell’ultimo romanzo di Stefano Piedimonte, che viene pagato – 600 euro al giorno più le spese – per far innamorare le donne.  Un romanzo scritto con toni di colore e vivacità che escono dai margini della pagina.

Il Brianza Book Festival prosegue con Giuseppe Lupo con L’albero di stanze (Marsilio). I suoi libri sono intessuti di aria, di soffi, di geografie leggendarie, di invenzioni linguistiche e onomastiche, mai fini a se stesse, ma funzionali alla fantasticheria, a una sorta di sogno a occhi aperti che la narrazione si propone di realizzare. Praticamente un viaggio a occhi aperti; e con Marina Salucci con Di cristallo e di fiamma (Leucotea) che propone una storia da divorare che mescola sapientemente l’arte e il giallo.

Infine Errico Buonanno, scrittore (ultima pubblicazione Lotta di classe al terzo piano, Rizzoli) e conduttore radiofonico (in coppia con Pif) su Radio RAi 2 che vestirà i panni del “commentatore” d’eccezione. Una lingua affilata, irriverente e, soprattutto, ironica. Non sono esclusi interventi a sorpresa di ospiti d’eccezione. Al pubblico verranno distribuiti dolci artigianali in tema e all’esterno verrà presentata la nuova Audi A5. La serata è completamente gratuita e chi parteciperà avrà modo di vedere come si possa fare cultura con ironia, e diffondere letteratura col sorriso.

Addio al grande editore Livio Garzanti

La cultura italiana piange il grande editore Livio Garzanti, scomparso lo scorso 14 febbraio, a 93 anni, nella clinica milanese dove era ricoverato. L’editoria, per Garzanti, non era solo un affare ma un mezzo di conoscenza, che promuove valori. Un uomo ambizioso, solitario, pieno di passione, un artigiano-industriale, di quelli che oggi mancano tremendamente, ben lontano dalle becere logiche commerciali. Ma erano gli anni del dopoguerra, durante i quali gli editori andavano alla ricerca di talenti senza pregiudizi, considerando l’opera letteraria come uno strumento di elevazione sociale.

Il discorso è da estendere anche a noi lettori, sempre meno propensi a misurarci con opere importanti, che richiedono molta attenzione e tempo, e orientati piuttosto verso libri di facile lettura, non troppo lunghi, e che semplicemente ci “intrattengano”, senza farci riflettere troppo. Pensiamo alle opere pubblicate da Livio Garzanti: Il prete bello di Goffredo Parise del 1954 (tra i primi best seller italiani del dopoguerra), Ragazzi di vita, che ha segnato l’esordio di Pier Paolo Pasolini (con il quale Garzanti ebbe un rapporto non facile), nel 1955, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, di Carlo Emilio Gadda, scritto nel 1957, e Memoriale di Paolo Volponi del 1961.

Livio Garzanti ha ereditato dal padre Aldo la casa editrice sorta tra il 1936 e il ‘39 sulle ceneri delle edizioni Treves, storica e potente casa editrice di tradizione monarchica, costretta a chiudere i battenti a causa delle leggi razziali. Nel 1961 Livio diviene presidente della Garzanti e rimane in carica fino agli anni della crisi: nel 1995 infatti Utet ne rileva il 51% del capitale sociale, mentre il rimanente finisce in mano alle Messaggerie italiane, anche se il marchio rimane di proprietà dei Garzanti. Ma è proprio durante questi anni che la casa editrice vive i suoi anni migliori; Garzanti scopre Ferdinando Camon e nella celebre collana verde di Poesia, pubblica autori come Mario Luzi, Giorgio Caproni, Mario Soldati e Attilio Bertolucci.

A Livio Garzanti si devono, tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, i romanzi gialli, i cosiddetti hard-boiled tra cui il Ciclo di Angelica di Anne e Serge Golon e quello di 007, prodotti di alta divulgazione come le Storia della filosofia di Geymonat e della Letteratura di Natalino Sapegno ed Emilio Cecchi. Lui stesso è stato autore di alcune opere: La fiera navigante, L’amore freddo, Una città come Bisanzio, Amare Platone.

Livio Garzanti era laureato in filosofia ed è stato sposato da giovane con Orietta Sala, da cui ha avuto un figlio, Eduardo, in omaggio al grande De Filippo, in seguito con con la scrittrice Gina Lagorio, conosciuta ed infine, dopo la morte della consorte e dopo essersi ritirato a vita privata occupandosi di Platone, con Louise Michail.

 

“Io ci sto”, la libreria di tutti a Napoli

Le librerie che chiudono sono purtroppo uno delle tante tristi immagini che la crisi ha portato con sé e la città di Napoli non si sottrae a questo fenomeno che sa di sconfitta per la nostra immensa e preziosa cultura. Sembra proprio che dei libri non importa più di tanto ormai, eppure un libro può anche cambiare la vita, facendoci crescere culturalmente, spiritualmente, umanamente. E con buona pace degli e-book, il fascino di un libro cartaceo è immortale con quella gioiosa sensazione nell’annusare il profumo delle sue pagine.

Al Vomero, storico quartiere collinare di Napoli, molte librerie sono fallite, ma quasi sempre da un grande fallimento può nascere qualcosa di buono e di originale e quasi sempre la rinascita coincide con la ribellione, quella pacifica e civile dei vomeresi verso chi, in virtù di un’epoca ipertecnologica, dominata dai videogiochi, da facebook, da twitter, e da altri social network, ha ritenuto opportuno eliminare una delle sorgenti più belle che abbia una natura diversa da quella virtuale. Nasce così, nel cuore di Napoli, per volere dei cittadini che rifiutano l’idea di dover vivere nel loro quartiere senza librerie, la libreria di tutti, la libreria “Io ci sto”, a dimostrazione che se il popolo alza la voce, può ottenere ciò che vuole, soprattutto quando è un suo diritto.

I napoletani non sono solo un popolo ubriaco di calcio, come si potrebbe pensare, complice un’approssimativa immagine della città che spesso ci forniscono i media, quante volte sentiamo dire <<A Napoli si vive solo di calcio>>, <<A Napoli il calcio è tutto>>, sottintendendo come i napoletani affidino le loro speranze ed il loro riscatto ad una squadra di calcio. Ma Napoli è ben altro, la città che lo scrittore AngeloForgione ha acutamente definito baciata da Dio e stuprata dagli uomini (titolo di un suo libro), è la culla della civiltà europea, come ha indicato l‘UNESCO, fonte di una cultura trimillenaria immesa, che conserva tutta la sua identità, basti pensare che la secondo lingua parlata in Italia, dopo l’italiano naturalmente, è il dialetto napoletano. Qui sono nati Totò, Mastriani, Viviani, Filangieri, Basile, Bruno, Pergolesi, Mercadante, Cimarosa, Jannelli, Scarlatti, il teatro dei De Filippo, conosciuto, esportato ed amato in tutto il mondo; qui è ospitato il teatro più antico d’Europa, il San Carlo; il patrimonio artistico- archeologico e monumentale-ambientale, ne spiega l’attrattiva turistica, ancora molto viva.

I cittadini partenopei stanno onorando la loro storia con questo progetto, al quale, per il momento, hanno partecipato circa trecento persone, ideato da Ciro Sabatino, che a molti potrà sembrare folle, ma dà una spinta a credere nei sogni e na preservare l’amore per i libri. Per aderire basta poco: una quota associativa annua, e la voglia di continuare ad  aggirarsi tra gli scaffali per trovare il libro adatto ai propri gusti ed esigenze.

La libreria ad azionariato popolare è stata inaugurata lo scorso 21 luglio, in via Cimarosa 20, a pochi passi da Piazza Fuga, e l’evento, a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche  il presidente della municipalità Mario Coppeto, alcuni commercianti dell’Associazione Vomero Commercio & Cultura ed ex dipendenti di Fnac, librai ed editori, ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico.

Che il modello “Io ci sto” faccia tendenza anche in altre città? Lo si spera.

 

Rassegne letterarie: Salone del libro

Punto di partenza per scoprire le immense dimensioni della lettura e immancabile appuntamento periodico per i visitatori abituali, il Salone del libro è da intendersi come la naturale risposta alla necessità di condivisione, scoperta e riscoperta di prodotti e generi letterari d’ogni sorta, per ogni genere di pubblico e prospettiva. Presentazioni di libri, incontri con autori celebri o emergenti, letture e conferenze sono la ricetta di una tipologia d’evento che ha per molto tempo conosciuto le tenebre dell’anonimato e della frequentazione di nicchia e che solo dagli ultimi anni ’90 ha iniziato a sorgere imponentemente e moltiplicarsi, conducendoci ad attuali e celebri esempi come il Salone del libro di Parigi, la partenopea Galassia Gutenberg, la Buchmesse di Francoforte, più grande tra gli eventi Europei, ed il  secondo classificato per numero di Espositori, il nostrano Salone internazionale del libro con sede a Torino.

Un’espansione che è figlia dei propri risultati: gli avventori, visitatori ed espositori sono in crescita di anno in anno e, limitandoci all’esempio Torinese, osserviamo felicemente che il numero dei secondi esplode da un modesto 1.500 nel 2012 ad un torrenziale 7.500 nel  2013, anno che vanta anche la maggior partecipazione di visitatori dai propri albori : circa 330.000.

Quasi una fatalità, dato il tema dell’ultima edizione: “Dove osano le idee“. E quella del Salone del libro Internazionale è, senza dubbio, come disse il premio Nobel Josif BrodskijLuminosa, con un pizzico di follia“. Qualcosa di cui, in questi tempi, c’è bisogno più che mai per consentire a tutti di scoprire le sterminate emozioni della letteratura.

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