Alessandro Zannini: “L’amante di Cristo”

Si è ispirato alla figura di Monsignor Raffaele Nogaro, lo scrittore e giornalista campano Alessandro Zannini (“Sera e dintorni”, “Storia della fanteria”, “Sulle ali di un gabbiano”, “Il pozzo di Sichem”) per il suo romanzo “L’amante di Cristo” il quale ripercorre la vita e alcuni episodi realmente accaduti anche attraverso personaggi che richiamano alla memoria  figure verosimili come don Peppino Diana, don Puglisi e don Ciotti e che hanno conosciuto  Monsignor Nogaro.

Il volume  è stato presentato lunedì 5 maggio nel salone parrocchiale della Chiesa del Buon Pastore, in piazza Matteotti a Caserta,città natale dello scrittore. Nel romanzo troviamo il cardinale Hòffemberg, la piccola Ilaria, il ras politico Giuseppe Palmieri,e l’indimenticabile don Luigi, sacerdote assassinato dalla camorra. Al centro delle storia ovviamente c’è Nogaro e la sua testimonianza di impegno,il suo modo di vivere il messaggio evangelico, il suo essere sempre in prima linea,  aiutando chi soffre, stando vicino ai più deboli e agli emarginati.  Semplice e battagliero Nogaro rappresenta una figura trasgressiva per il nostro tempo, come tutti quegli uomini di Dio che lottano ogni giorno, rischiando anche la loro vita in nome nel Vangelo, appoggiando le battaglie civili..

Dal romanzo emerge  un forte  messaggio di speranza veicolato dalla celebrata e carismatica figura di Nogaro, nonché una profonda riflessione su alcuni aspetti del Vangelo e sul significato di essere cristiani che inducono inevitabilmente anche noi a porci degli interrogativi. “Conviene” essere cristiani o ciò comporta soffrire di più nel porci continuamente dei dubbi e delle domande alle quali, di fronte alle sofferenze della vita e al male presente nel mondo,  non sappiamo dare risposta? La fede può bastare a colmare le nostre angoscie e i nostri drammi?Di grande interesse risultano anche le pagine dedicati ad espetti di scottante  e spinosa attualità come quello relativo al tragico fenomeno dell’immigrazione.

Realtà e fantasia si alternano ne “L’amante di Cristo” il quale contribuisce a darci una visione più chiara della Chiesa e soprattutto di quella che auspicava Monsignor Nogaro, che non sembra essere così lontana da quella che desidera Papa Francesco. La forza morale del protagonista non può esserci estranea, sia che siamo credenti o meno, così come l’impegno civile; tra accurate descrizioni, attenzione per i gesti dei personaggi, il difficile rapporto con le autorità ecclesiastiche.

L’autore dà spazio anche a pagine divertenti e leggere come quelle che vedono protagonista la piccola Iliaria e i suoi teneri interrogativi riguardo Dio e a cosa vuol dire concretamente essere suoi figli tra le mille difficoltà che si incontrano nel quotidiano, in primis quel “comandamento” difficilissimo se non impossibile da rispettare e mettere in pratica, “ama il tuo nemico” che va al di là di un semplice attegiamento o predisposizione sentimentale.

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