“Emma” di D. Mc Grath: frivolezze e pregiudizi

“Forse sono le nostre imperfezioni a renderci così perfetti l’una per l’altro.”

Ogni stagione cinematografica è attraversata irrimediabilmente da un momento in cui si avverte la necessità di riportare sullo schermo i grandi classici della letteratura, questo impulso viene avvertito dai registi di tutto il mondo all’incirca ogni decennio. Jane Austen è senza dubbio una delle autrici più titolate nelle locandine hollywoodiane e tra le sceneggiature televisive del vecchio e del nuovo continente.

Il 1996 ha visto nascere una delle versioni più famose di sempre di Emma, con Douglas McGrath alla regia che ha ambientato la storia nella tradizionale epoca regency, dopo aver scartato l’idea iniziale di rivisitare la storia ai giorni nostri. Emma Woodhouse, interpretata da Gwyneth Paltrow, è una giovane donna nubile e ricca, frivola e ben integrata nella comunità di Highbury, la cui unica occupazione, oltre il prendersi cura dell’anziano padre, è combinare matrimoni fra i conoscenti del piccolo microcosmo di quell’angolo di Surrey. Dopo aver organizzato le nozze della sua governante con un gentiluomo della zona, Mr Weston, decide di prendere sotto la propria ala la giovane Harriet Smith, interpretata da Toni Collette, e innalzarla dalla sua posizione sociale incerta, essendo illegittima, facendola sposare con il reverendo, Mr Elton.

Emma è l’unica delle eroine della Austen a non destare immediata simpatia, ella infatti appare snob e viziata, profondamente disinteressata al matrimonio, essendo ricca a differenza di Elizabeth Bennet e delle altre figure femminili nate dalla penna della Austen. L’allegria e la frivolezza sono le caratteristiche che la contraddistinguono e Gwineth Paltrow sembra incarnare alla perfezione quella strana combinazione di ingenuità e calcolo che portano lo spettatore a non riuscire a biasimare le sue azioni per più di un paio di sequenze, fino al cambiamento finale in cui si avverte una maturazione nel personaggio, che impara a mettersi in discussione e a cambiare il proprio punto di vista. Emma non è naturalmente il film che l’ha resa nota come attrice, ma di certo ha rappresentato un buon trampolino di lancio per le sue successive interpretazioni più conosciute, come quelle in Sliding Doors e Shakespeare in love. Al suo fianco figura anche Jeremy Northam nel ruolo di Mr Knightley, un gentiluomo amico di famiglia nonché suo cognato, di sedici anni più vecchio di lei e molto più saggio, il suo migliore amico e confidente nonché suo più aspro critico. Ben preso però il suo rapporto con Emma cambierà trasformandosi in un legame più profondo.

Jeremy Northan mostra tutto il fascino pacato che Mr Knightley deve avere, il gentiluomo d’altri tempi che rimane spesso sullo sfondo, non abituato a troneggiare sulla scena, ma che è sempre presente nella vita della protagonista, il pilastro a cui affidarsi, che emana sicurezza e protezione. Nel suo modo di recitare da eterno bravo ragazzo, Northam porta molto di sé nei suoi personaggi, come anche in Possession-Una storia romantica (2002), dove recita ancora insieme alla Paltrow, e interpreta un timido poeta che cerca di nascondere un’insana passione per una donna che non è sua moglie, e ne I Tudors, dove interpreta il saggio e impeccabile Thomas More. Emma risulta una divertente commedia degli equivoci in cui senza molte pretese (la satira di costume è alquanto vaga), anche se la protagonista non riesce a convincere appieno come le altre eroine austeniane, la leggerezza delle situazioni spesso imbarazzanti strappa il sorriso e conquista il favore del pubblico. Si avverte la mancanza di una storia d’amore convincente, ma la falla è rimarginata dai molti intrecci fra gli eterogenei personaggi della comunità di Highbury. Emma ha vinto nel 1997 il Premio Oscar per la migliore colonna sonora, assegnato a Rachel Portman ed è stato nominato, nello stesso anno, anche nella sezione Migliori costumi.

Exit mobile version