Laura Riboldi, Vice Direttore della Fondazione Pirelli: ‘Celebriamo l’umanesimo industriale’

La Fondazione Pirelli nasce nel 2008 per volere della famiglia Pirelli con l’intento di conservare il patrimonio storico dell’azienda, dalla sua fondazione, nel 1872, ad oggi. Ubicata a Milano, nel cuore del quartiere Bicocca, la sua sede è all’interno dell’Headquarters  dell’azienda. Dodici anni di lavoro, 17 membri, tra Consiglio di Amministrazione e staff, per raccontare una storia lunga 148 anni. La Fondazione promuove, in concerto con altre istruzioni culturali, svariate iniziative: progetti editoriali, mostre, eventi, percorsi e visite guidate con lo scopo di valorizzare le attività del Gruppo Pirelli.

Un fiore all’occhiello è senza dubbio l’Archivio Storico, che custodisce oltre 3,5 kilometri tra documenti, fotografie, audiovisivi, disegni, manifesti, pubblicazioni e riveste che ripercorrono tutta la storia dell’azienda dai suoi primi passi. Un ricco e straordinario scrigno di memoria ma al contempo un luogo da cui partire per tramandare l’eredità storica aziendale alle generazioni future. Un testamento visivo, dalla forte potenza comunicativa, che si arricchisce, sempre più, di nuovi materiali grazie ad un lavoro zelante di catalogazione e digitalizzazione. Tutto ciò che l’archivio contiene è stato dichiarato di interesse storico dal Ministero dei Beni Culturali. Il patrimonio archivistico consta anche di significative opere tra cui lo scatto di Luca Comerio L’uscita delle maestranze Pirelli dallo stabilimento di via Ponte Seveso (1905): la fotografia ritrae migliaia di lavoratori all’uscita dal primo stabilimento Pirelli di via Ponte Seveso, che verrà distrutto dai bombardamenti nel corso della seconda guerra mondiale e sulle cui macerie nel 1960 è stato eretto il grattacielo Pirelli. L’immagine è una delle testimonianze fotografiche più significative dell’Archivio Storico aziendale, un ritratto collettivo simbolo dello sviluppo e della solidità dell’azienda.

Scatto di Luca Comerio, L’uscita dalle maestranze Pirelli dallo stabilimento di via Ponte Seveso, 1905

Unita ad essa la raccolta completa di Pirelli. Rivista d’informazione e di tecnica, pubblicata dal 1948 al 1972, sfogliabile on line sul sito della fondazione.

A sinistra la copertina del primo numero della rivista, uscita 1948;
A destra quella dell’ultimo numero, uscita nel 1972

 

Per finire il mosaico del dipinto La Ricerca Scientifica (1961) di Renato Guttuso, collocato oggi nella sala consultazioni della Fondazione. L’opera ritrae studiosi in camice bianco in un attento lavoro di ricerca.

La Ricerca Scientifica di Renato Guttuso, 1961

Proprio su questo baluardo la Fondazione basa il suo lavoro: le due biblioteche, una Tecnico-Scientifica Pirelli e l’altra della Fondazione stessa, ne sono l’espressione massima,un ambiente fruttuoso di analisi e di studio.

Oltre a Storia, Memoria e Ricerca, a far parte del linguaggio della Fondazione è anche la parola cultura: attraverso Fondazione Pirelli Educational la Fondazione mette in campo interessanti percorsi formativi e didattici gratuiti rivolti agli studenti, della scuola primaria fino agli universitari e ai docenti per accorciare le distanze e diffondere ai più i valori fondanti della cultura d’impresa Pirelli.

 

Con il Vice Direttore della Fondazione Pirelli, Laura Riboldi, intrapendiamo un viaggio all’interno della Fondazione

 

 

La Fondazione propone svariati progetti editoriali, in cosa consistono e perché sono stati messi in campo?

La Fondazione Pirelli è nata 12 anni fa per “custodire la memoria dell’azienda”. Trova infatti collocazione nella sua sede il ricco patrimonio storico-artistico di Pirelli, un archivio di oltre tre chilometri e mezzo di materiali, tra disegni, manifesti, riviste, fotografie, audiovisivi, carte societarie che documentano l’evoluzione di un’azienda, tra i maggiori produttori mondiali di pneumatici, nata quasi 150 anni fa. Mantenere viva la storia di un’impresa significa aiutarla a costruire il futuro. È con questa consapevolezza che ogni anno vengono ideate e promosse molteplici iniziative culturali tra le quali mostre ed esposizioni, seminari, attività didattiche, visite guidate, oltre ai progetti editoriali pensati e curati fino a oggi.

 

Proprio tra questi ne figura uno, Umanesimo Industriale. Che cos’è e cosa significa umanesimo industriale?

Umanesimo Industriale. Antologia di pensieri, parole, immagini e innovazioni

Umanesimo Industriale. Antologia di pensieri, parole, immagini e innovazioni(ed. Mondadori) è il nostro più recente progetto editoriale: un volume che ripercorre la storia della Rivista Pirelli attraverso i grandi autori che sulle sue pagine hanno animato, per oltre vent’anni a partire dal 1948, il dibattito socio-culturale su tematiche molto trasversali, complesse, ma ancora estremamente attuali. Dagli articoli sullo sport, commentati ad esempio da grandi firme come quella di Gianni Brera, a quelli sulla mobilità di massa affrontati da Dante Giacosa. Il cambiamento dei costumi e dei consumi raccontati da Corrado Augias e Albe Steiner, politica ed economia da Gianni Agnelli e Leopoldo Pirelli, le innovazioni della scienza e della tecnologia da Umberto Veronesi. Antonio Cederna e Gino Valle invece sulla tutela dell’ambiente, architettura e design affidati a Gillo Dorfles e Gio Ponti. E ancora arte e letteratura lasciati alle firme, tra gli altri, di Paolo Grassi, Morando Morandini e Ignazio Silone.

Possiamo dire che questo libro rappresenta la celebrazione del legame tra cultura e impresa che la Pirelli ha voluto stringere fin dalla sua nascita: saperi scientifici e conoscenze umanistiche che si fondono per dare origine, appunto, a quello che possiamo definire “umanesimo industriale”. Non è stata un’operazione culturale amarcord, ma pensata per poter discutere dell’attualità di Pirelli e di come, ancora oggi, fare cultura e fare impresa siano la sintesi di uno stesso paradigma.

 

Allestite anche delle mostre. Cosa esponete?

I locali della Fondazione Pirelli, che si trova nell’Headquarters dell’azienda a Milano nel quartiere Bicocca, accolgono al piano terra l’archivio storico aziendale oltre alla biblioteca tecnico-scientifica del Gruppo costituita da circa 17.000 volumi e alla biblioteca della Fondazione Pirelli.Al primo piano, dove è collocata anche un’ampia sala di consultazione, gli spazi ospitano percorsi espositivi temporanei, rinnovati due volte l’anno, che valorizzano fondi inediti dell’archivio o che approfondiscono tematiche d’attualità, quali ad esempio la sostenibilità,cui nel 2016 è stata dedicata un’importante mostra. Attualmente è allestito il percorso dal titolo “La pubblicità con la P maiuscola” che indaga l’evoluzione della storia della comunicazione visiva di Pirelli dagli anni Settanta ai primi anni Duemila. In questo momento particolare per la vita di tutti noi, abbiamo voluto essere vicini al nostro pubblico, potenziando gli strumenti digitali di divulgazione del patrimonio storico. Abbiamo ad esempio recentemente lanciato il tour virtuale #fondazionepirelliexperience, navigabile dal sito https://experience.fondazionepirelli.org/it/, che permette di muoversi all’interno della Fondazione e di fare un’esperienza immersiva di visita. Uno strumento molto apprezzato anche dalle scuole e dalle università alle quali rivolgiamo la nostra offerta didattica, orientata, anche in questo caso, al digitale.

 

La Fondazione organizza eventi e percorsi guidati di grafica, arte, musica, cinema, spettacolo e comunicazione. Come si fa a combinare tutti questi elementi e fonderli con l’attività dell’impresa Pirelli con l’unico obiettivo di fare cultura?

Per sua natura, la cultura d’impresa è “politecnica” e inclusiva. È cioè in grado di riunire in un unico approccio integrato diverse manifestazioni della cultura. Proprio il superamento, avvenuto nella seconda metà del Novecento, del solco storico tra cultura classico-umanistica e cultura tecnico-scientifica, permette oggi una visione unica e coerente: tanto la grafica quanto la musica, il cinema, l’arte moderna sono parte della vita dell’impresa nel suo rapporto con la comunità esterna ed interna.

Le collaborazioni di cui vi avvalete sono internazionali. Quali sono e quanto sono importanti?

Nelle sue attività di valorizzazione del patrimonio aziendale, la Fondazione Pirelli si avvale della collaborazione di altri enti e istituzioni culturali, anche di respiro internazionale. Penso soprattutto ai rapporti, storicamente consolidati, con musei come il MoMA di New York, che da decenni ospita opere in un modo o nell’altro legate al mondo Pirelli. Penso alle grandi reti internazionali degli archivi d’impresa, oppure alla fitta attività di dialogo con le università e le comunità accademiche di tutto il mondo, in questo sostenuta anche dalla internazionalità di base del Gruppo Pirelli presente oggi in 12 paesi nel mondo con 19 impianti produttivi.

Chi sono gli utenti della Biblioteca della Fondazione Pirelli?

La Fondazione conserva e gestisce il patrimonio librario aziendale. Dal 2010 accoglie una biblioteca tecnico-scientifica costituita da oltre 16.000 volumi sulla tecnologia della gomma e dei cavi dall’Ottocento fino ai nostri giorni e da riviste tecniche straniere di cui Pirelli detiene le uniche copie presenti in Italia. È stata creata dall’azienda per i suoi ricercatori e ingegneri e oggi è consultata da centinaia di studiosi. Il patrimonio librario è composto inoltre da circa 2.000 libri sulla storia dell’azienda, storia economica, comunicazione d’impresa, arte, architettura e urbanistica, design, sport. Pirelli è da sempre molto attiva anche nella diffusione della lettura nei luoghi di lavoro, seguendo una tradizione che l’ha vista aprire la prima biblioteca aziendale già nel 1928. Oggi sono attive tre biblioteche aziendali rivolte a tutti i dipendenti, nell’Headquarters di Milano e negli stabilimenti di Bollate e Settimo Torinese. Hanno molto successo e contano una media di 300 prestiti al mese.

 

Attraverso Fondazione Pirelli Educational, la Fondazione offre attività didattiche rivolte a scuole ed università. Com’è l’approccio con uno studente della scuola primaria, secondaria di I e II grado e con il mondo dell’università?

La Fondazione opera in campo formativo dal 2013 con percorsi didattici e creativi gratuiti. Lo scopo principale di questo programma formativo è quello di far conoscere anche ai più giovani il mondo della produzione e del lavoro, avvicinandoli ai valori su cui si fonda la nostra cultura d’impresa. L’approccio adottato è multidisciplinare: la storia e la tecnologia del pneumatico, l’evoluzione della grafica pubblicitaria, la robotica e la trasformazione digitale del mondo dell’industria, il lavoro e i processi produttivi all’interno di una fabbrica, la sostenibilità, e ancora la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, il cinema e la fotografia sono solo alcuni degli argomenti del programma educativo, rinnovato ogni anno scolastico. Le attività, che si rivolgono annualmente a oltre 3.000 studenti, vedono in alcuni casi la partecipazione di esperti dell’azienda e l’utilizzo di nuove tecnologie per agevolare l’apprendimento dei contenuti.

 

La Fondazione opera la cosiddetta Cultura impresa attraverso blog, approfondimenti e recensione libri. Cos’è per voi la cultura d’impresa e perché avete scelto di realizzarla proprio attraverso questi strumenti?

È ancora una volta una scelta di approccio multidisciplinare alla cultura d’impresa. L’utilizzo dei canali web di comunicazione risponde proprio alla vocazione della Fondazione Pirelli a un dialogo non univoco con tutti gli stakeholders. Significa capire la complessità del mondo e di conseguenza adottare stili e linguaggi diversi, pur nella logica di un sistema unico e coerente di valori condivisi.

 

 

 

 

 

 

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