Olimpiadi: quando l’etica della sconfitta determina un vincitore

Gli occhi dei telespettatori in questo caldo mese di agosto sono tutti concentrati sulle Olimpiadi che, ogni quattro anni, aiutano a lenire la sensazione di sedentarietà tipica del nostro mondo sviluppato. Il medagliere, con l’immancabile corollario di entusiasmo in caso di vittoria e di delusione se il verdetto è una sconfitta, diventa l’argomento cardine delle chiacchiere da bar e con gli amici.

Il giudizio sulle prestazioni sportive delle Olimpiadi in corso, espresso per lo più da esperti improvvisati, è legato alle aspettative che si nutrono nei confronti di un atleta o una squadra. L’emblema, suo malgrado, delle delusioni sportive è diventata la nuotatrice Federica Pellegrini entrata in vasca medaglia d’oro ed uscita con al collo una medaglia di legno.

Ma se durante questa prima parte dei giochi estivi Federica Pellegrini, che è e rimane una campionessa che ha portato ad altissimi livelli il nuoto italiano, non avesse perso, come avrebbe fatto Emma McKeon ad aggiudicarsi il bronzo? La domanda può apparire superflua se il soggetto sconfitto non si chiamasse Federica Pellegrini, ma se sostituiamo il suo nome con quello di Andrea Murez, ultima tra le ultime, la prospettiva assume dei contorni diversi. Nello sport c’è chi corre per vincere e chi invece non ha alcuna possibilità di raggiungere quel traguardo. Eppure, la preparazione delle due categorie di atleti è la stessa consudore, lacrime, sorrisi, sofferenze e tanto lavoro quotidiano che si concretizzano per sicuri sconfitti nel futuro oblio.

Perché il mito dello sport possa diventare tale è necessaria la presenza di una schiera di sconfitti. Il meccanismo che si innesca tra vincitori e vinti ricorda molto da vicino quello raccontato da Hegel nel rapporto tra servo e padrone. Nel racconto hegeliano il signoresi pone al di sopra dell’uomo che è divenuto suo servo ma, essendo questi essenziale con i suoi servigi per la sopravvivenza del signore, riesce a ribaltare la subordinazione.

Proviamo ad immaginare se tutti coloro che non hanno alcuna possibilità di ottenere una vittoria si ritirassero, se, ad esempio, nel campionato di calcio tutte le squadre che non sono all’altezza della Juventus (e del suo potere) dovessero rifiutarsi di giocare, cosa accadrebbe?

Certamente i più forti restano superiori, ma rispetto a chi? Quale diventa il termine di paragone per determinare la forza? I perdenti, nello sport come nella vita, consentono ai vincitori di primeggiare e di ottenere riconoscimenti che senza la loro presenza non otterrebbero mai.

Ma siamo poi sicuri che l’obiettivo di tutto possa essere soltanto la vittoria?

Olimpiadi 2016- Rio de Janeiro: crocevia di aggregazione ludica e sociale

Olimpiadi 2016 al via. A partire da ieri 5 agosto fino al 20 agosto 2016, Rio de Janeiro per la prima volta, sarà la cornice di uno degli avvenimenti sportivi più importanti : la 31ma edizione dei giochi olimpici estivi. Si è aperto il sipario sull’opening show, confezionato ad hoc dall’architetto italiano Mario Balich in collaborazione con una società produttrice di cerimonie; è stato lo stadio <<Maracanà>> ad aprire le porte all’evento suggestivo. Alle 19:30, Il Cristo redentore sopra al Tempio del calcio, si è tinto dei colori brasiliani e lo spettacolo ha avuto inizio: un trionfo di colori, canti, balli e gioia. Si è cominciato con un tuffo nel passato:  sono state ripercorse le tappe salienti della storia brasiliana, dallo Stanziamento degli Indisos nelle capanne, all’arrivo degli schiavi africani e di Cristoforo Colombo, fino alle prime urbanizzazioni e al decollo  nei cieli del leggendario 14bis per omaggiare Alberto Santos Dumos, il primo aviatore che, nel 1906 fece decollare e poi volare un aereo senza spinte. Il programma ha previsto poi la sfilata delle Nazioni partecipanti con i corrispettivi portabandiera: la Grecia, come patria delle Olimpiadi ha aperto il passaggio, l’Italia ha sfilato come 101ma Nazione. A condurci in questa meravigliosa avventura,  è stata la nuotatrice Federica Pellegrini, che proprio nel giorno del suo ventottesimo compleanno, ha avuto l’onorevole compito di condurre e issare il nostro vessillo, in queste che  presumibilmente, saranno le sue ultime olimpiadi.

Federica Pellegrini è stata la prima nuotatrice italiana ad aver vinto una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, e ad aver conquistato quattro titoli mondiali e sette ori negli Europei. Si è proceduto con l’ingresso in campo di tutte la altre nazioni, che come un tavolozza di colori, sono andati a ad ultimare un quadro già meraviglioso e molto suggestivo. Non è mancata l’emozione quando a sfilare sono stati i rifugiati sotto la bandiera della Cio. Infine l’ingresso della teda, la fiamma olimpica, e l’accensione del braciere da parte del tedoforo Vandarlei Cordero Lima, il maratoneta che ad Atene 2004, a causa dell’aggressione di un  predicatore irlandese, perse preziosi secondi che gli costarono la medaglia. Una cerimonia inaugurale accattivante, dunque dove attraverso la Gambarre, l’arte di arrangiarsi con poco, è stato messo su uno spettacolo all’altezza dell’evento. Uno show fatto di colori, musica e gioie ma anche di sostenibilità nei confronti del mondo e della natura: immancabile l’omaggio alla Foresta Amazzonica. Per sensibilizzare a questo tema così importante, ogni atleta durante la sfilata ha portato con sé, una cartuccia contenente un seme, che sarà piantato a conclusione delle Olimpiadi.

Olimpiadi 2016: gli azzurri in gara e il caso Russia

Gli atleti partecipanti alle Olimpiadi 2016, si sfideranno nei 26 sport tradizionali, più  il rugby e il golf, che sono stati introdotti nel 2016 come parte integrante dei Giochi. I medesimi impianti dal 7 al 18 settembre saranno teatro della 15ma edizione delle Paralimpiadi, dove saranno in competizione oltre 4.300 atleti provenienti da 176 Paesi del mondo. Anche per questa categoria, vi sono novità sportive all’orizzonte: introduzione della canoa e del Triatlon. In un Brasile in delirio, si incroceranno i sogni  degli atleti che, con vigore e sportività si contenderanno le medaglie olimpiche, dando vita ad uno strabiliante spettacolo di risonanza mondiale. Ognuno nel mondo resterà costantemente in contatto con i proprio beniamini: i fortunati, direttamente dagli spalti degli impianti, altri invece attraverso varie emittenti. Il numero degli atleti che formano l’Italia team sono 297, tra cui 155 uomini e 142 donne. Grandi aspettative si prospettano per la squadra azzurra, che punta alla vittoria di 28 medaglie, eguagliando il successo riscosso a Londra nel 2012, anche se il presidente del Coni, Giovanni Malagò ha dichiarato: Se arriviamo a 25 facciamo il nostro”. Molte speranze sono riposte in vasca per la Pellegrini, che dopo aver assolto il suo compito di portabandiera, vestirà i panni dell’atleta, sfidando le avversarie fino all’ultima bracciata, così come Gregorio Paltrinieri, che sogna la vittoria nei 1500 stile libero. Tanto ci si aspetta anche da Tania Cagnotto nei tuffi. Si auspicano risultati  rilevanti per il Settebello, il Setterosa e le Farfalle azzurre della ginnastica ritmica.

Non mancano segnali positivi nemmeno nell’atletica leggera con Meucci e Giorgi, nella box dove  Clemente Russo ,Valentino Manfredonia e Irma Testa, assicurano battaglia sul ring, nella scherma con Rossella Fiamingo, che sarà la prima italiana a calcare la pedana. Non mancheranno pronostici nelle discipline del  tiro a segno, del tiro con l’arco, del tiro a volo. Riflettori puntati anche sul vincitore del Giro d’Italia Vincenzo Nibali e sullo schermidore Aldo Montano, che sogna l’oro nella gara individuale. Il motto delle Olimpiadi recita “l’importante non è vincere ma partecipare”, tuttavia  guardare il cielo di Rio dal gradino più alto del podio, sarà un’esperienza sensazionale. Ma se i suddetti atleti si preparano a combattere per entrare nella storia delle olimpiadi, c’è qualcuno che attende ancora il pass per poter partecipare, come Alex Schwazer: l’atleta, infatti è stato trovato positivo ad un controllo antidoping lo scorso gennaio, dove si è riscontrato una modesta quantità di Testosterone. Dopo 20 controlli antidoping e dopo l’ultimo test risultato negativo, il marciatore dovrà comunque attendere la sentenza del Tas. La  questione doping è stata, quasi sempre, purtroppo, corollario degli eventi sportivi: anche in queste Olimpiadi 2016 la macchia nera del doping ha inquinato il candore del fair play. Ancor aperto è il controverso caso della Russia, dove si parla di “doping di stato”: la Commissione di inchiesta dell’Agenzia Mondiale antidoping (Wada) accusa la Federazione russa dell’atletica, di aver dopato i propri atleti con la complicità del Ministero dello Sport. Un caso agghiacciante dunque: pare che sotto la questione doping si nasconda un  mondo occulto, un giro illecito di tangenti e un ferrato boicottaggio dei controlli. E tra le grida di un complotto politico, o un semplice errore  umano nell’effettuare i controlli, aleggia il silenzio del Comitato Olimpico, che prende tempo, rinviando la decisone.

Ma noi auspichiamo che le Olimpiadi 2016 “siano, una competizione internazionale sana e in buona salute, un gioco tra i paesi, che rappresenti il meglio di ognuno di noi e una cooperazione mondiale come affermò lo scrittore americano John Williams. Tutto il mondo infatti si unirà per seguire le gare. In questo periodo di conflitti e di disgregazione, dove la violenza e i soprusi la fanno da padroni, è più che mai necessario un momento di aggregazione e di interculturalità vera, non ipocrita e fasulla tanto per fare i buonisti. Difficilmente riusciremo a liberarci da questo regime di terrore che attanaglia le nostre vite con sempre più forza, ma almeno in queste occasioni sarebbe bene prendere esempio proprio dalla cultura brasiliana che con la loro anima festaiola e gioviale riesce con un sorriso a dimenticarsi almeno per qualche ora dei problemi e delle difficoltà. Le Olimpiadi 2016 che tutti chiediamo di vedere: un mondo di sport ma anche di legalità, giustizia e fratellanza.

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