Salone Internazionale del libro di Torino 2022: Al via la 34esima edizione

Comincia oggi la 34esima edizione del Salone Internazionale del libro di Torino 2022. Dopo esattamente sette mesi dall’edizione autunnale la magia del Salone ritorna. Parte oggi fino al 23 maggio la sua 34esima edizione. Lingotto Fiere, come di consueto, apre le porte all’appuntamento culturale ed editoriale più importante al mondo.

Cuori Selvaggi è il titolo della XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro. Il manifesto, curato dall’illustratore e autore italiano Emiliano Ponzi, raffigura due ragazzi che corrono liberi verso l’orizzonte, verso una città appena sveglia, o appena addormentata. In un periodo storico così turbolento ed incerto il futuro è nelle mani dei cuori selvaggi che con coraggio saranno capaci di proiettarsi oltre, alla ricerca di nuovi orizzonti.

Da sempre il Salone è un ponte tra le culture, un luogo dove dialogare e confrontarsi. Ed è proprio questo il clima in cui dobbiamo esplorare i nostri cuori alla ricerca della parte più luminosa e pura.

A partecipare saranno 893 editori. Numerosi saranno gli appuntamenti, le conversazioni, gli spettacoli, le letture e i concerti che si terranno nei 3 padiglioni e nell’Oval. Proprio qui, oltre al Palco live in cui artisti e scrittori si esibiranno, è presente un grande bosco realizzato da Aboca Edizioni. Un anfiteatro naturale fatto di alberi e piante pensato per immergersi nel verde e partecipare a presentazioni e dibattiti con autori e autrici impegnati, attraverso le loro opere e la loro esperienza, sui temi ambientali. Nella zona opposta del padiglione c’è lo stand del Torino Pride

Un’altra novità di quest’anno è La Casa della Pace è uno spazio inedito dedicato al dialogo e all’informazione su iniziative di solidarietà sull’emergenza ucraina e al racconto di esperienze di ONG, reti solidali, soggetti del terzo settore e istituzioni. In programma: una libreria a cura del Consorzio di librerie indipendenti COLTI, una campagna di crowdfunding promossa da FEP (Federation of European Publishers) e Ukrainian Book Institute per la stampa di libri per bambini ucraini, una raccolta di libri per il progetto “Lettura 2030”. Inoltre saranno raccolti alla Casa della Pace libri in lingua ucraina, russa e inglese e silent book da distribuire ai cittadini e alle famiglie con bambine e bambini in fuga dalla guerra.

Sono aumentati gli spazi gestiti dalle Regioni la gran parte concentrate all’Oval intorno allo stand del Friuli Venezia Giulia, regione ospite dove ci sarà anche un ampio spazio per la poesia.

Il Salone non dimentica neanche i più piccoli ai quali è dedicato un vasto programma con laboratori, incontri e spettacoli.

Dopo il taglio del nastro con i ministri della Cultura Dario Franceschini e dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il Salone si apre ufficialmente con due lectio magistralis: I non-umani possono parlare? di Amitav Ghosh, lo scrittore e antropologo indiano sui temi ambientali e la crisi climatica, in collaborazione con Neri Pozza, e con Maria Falcone che inaugura il Bookstock, lo spazio dedicato ai ragazzi ricordando, a trent’anni dalla strage di Capaci, il fratello Giovanni a cui ha dedicato il libro L’eredità di un giudice (Mondadori), scritto con Lara Sirignano.

Altri anniversari saranno celebrati al Salone: Cento anni dalla nascita Beppe Fenoglio che sarà ricordato con la lettura di Una questione privata all’interno del progetto il Ballatoio, un’iniziativa che unisce attorno alla lettura gli abitanti di un condominio di periferia; Elsa Morante, a novant’anni dalla sua nascita grazie alla lectio di Dacia Maraini e infine Pier Paolo Pasolini di cui ricorre il centenario dalla nascita.

Un grande ritorno sono Voltapagina e Pagine in corsia. Il primo è un progetto di impegno civile e sociale alla sua 13esima edizione, scrittrici e scrittori saranno nelle carceri del Piemonte per condividere i loro libri nei giorni del Salone: quest’anno tocca a JonathanBazzi, Fabio Bacà, Giorgio Fontana, Vincenzo Latronico, Sasha Naspini,Andrea Donaera, Manuela Valenti. Il secondo è un’iniziativa che prevede l’organizzazione di letture ad alta voce, quest’anno in due ospedali, a cura volontari del Servizio Civile Universale.

Tra gli appuntamenti attesi ci sono: «Alessandro – un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande», uno spettacolo speciale in ricordo dello scrittore e giornalista tarantino impegnato nella difesa dei diritti dei migranti e nelle battaglie a favore degli ultimi della Terra; ‘Collezione di attimi… con Marco nel cuore’, un incontro, una festa e un tributo a Marco Mathieu ed infine la docu-fiction ‘Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo’, che esplora la vicenda umana e professionale di uno dei più importanti pionieri dell’industria editoriale italiana.

Il Salone OFF resta l’iniziativa privilegiata per portare i libri e la cultura al di fuori dai padiglioni Lingotto, dalle periferie alle Biblioteche, librerie, teatri, ex fabbriche, locali, strade e piazze, case del quartiere, ospedali, parchi e giardini, carceri, fino alle stazioni della metro.

Gli ospiti della 34esima edizione del Salone

La lista dei protagonisti della cultura nazionale ed internazionale che parteciperanno al Salone è molto lunga. Sono attesi grandi nomi: personaggi provenienti dal panorama editoriale ma anche cinematografico, musicale, sportivo, giornalistico e politico.

Per  la Kermesse internazionale: Jokha Alharthi al Mausoleo della Bela Rosin, Jennifer Egan ad Ivrea, Cal Flyn alla Libreria del Golem, Alain Friedman a Chieri, Amitav Ghosh a Settimo Torinese e a Novara, il regista Werner Herzog al Castello di Rivoli e al Museo Nazionale del Cinema, Anilda Ibrahimi al Polo del ‘900, Tom Kuka al Centro Interculturale, Jean-Claude Mourlevat all’Alliance Française, Andrés Neuman alla libreria Bodoni, il cardinale Dieudonné Nzapalainga sarà al Sermig Arsenale della Pace, Frank Rose alla Scuola Holden.

Per l’Italia: Carmine Abate, Viola Ardone, Francesca Barra e Silvia Galeazzi, Hervé Barmasse, Luca Bianchini, Ginevra Bompiani, Annalisa Camilli e Fabio Geda, Massimo Carlotto, Marco Cazzato, l’ex miss Italia Cristina Chiabotto, Andrea Cortellessa, Erri De Luca, Luigi de Magistris, Viola di Grado, Simone Filippetti, Tiziano Fratus, Elio Germano e Folco Terzani, Oskar Giammarinaro (Statuto), Viola Graziosi, Gad Lerner, Antonio Manzini, Andrea Marcolongo, Lorenzo Marone, Fabio Marzano, Roberto Mercadini, Roberto Mussapi, Francesco Pacifico, Francesco Pannofino, Antonio Pascale, Marco Peano e Carlotta Vagnoli, Telmo Pievani, Veronica Pivetti, Domenico Quirico, Veronica Raimo, Sara Rattaro, Simone Regazzoni, Matteo Saudino, Daniele Scaglione, Antonio Scurati, Enrica Tesio, Davide Toffolo, Luca Trapanese, Paolo Verri. Alessandro Barbero, Mario Martone, Alberto Angela e Jovanotti

Un calendario ricchissimo di appuntamenti in un villaggio culturale ridimensionato per regalare agli appassionati un’avventura del tutto inedita nel mondo dei libri. Parole d’ordine per questa 34esima edizione sono sostenibilità, pace, inclusività e diritti. Un arcobaleno coloratissimo si staglia nei cieli di Torino- Ancora una volta il Salone del Libro di Torino promette grande successo.

 

https://www.salonelibro.it/visita/biglietti.html

 

 

 

 

 

 

 

‘Una questione privata’, il romanzo epico di Fenoglio

Nel novecento italiano pochi autori hanno saputo portare lo stendardo del genere epico. Il mito di Ulisse, deformato ed attualizzato da Stefano D’Arrigo può essere un esempio. Ma più di tutti ha saputo plasmare l’epica, nel novecento italiano, Beppe Fenoglio.

Fenoglio, scrittore isolato e partigiano azzurro delle langhe, col viso da rude cowboy e la devozione alla cultura inglese, ha lasciato in eredità opere degne della migliore tradizione dell’epopea italiana. Opere postume, tra cui si erge, per maturità e capacità espressiva Una questione privata.

L’opera ruota attorno alle peregrinazioni del partigiano Milton (alter ego dell’autore) e alla sua ricerca travagliata. Ricerca di un amico, di un prigioniero e soprattutto di risposte.

Milton è un giovane di alba, città natia dell’autore, con la passione sconfinata per la letteratura inglese, che si fa lingua mentale ricorrente in piccola parte dei pensieri e dei frammenti dell’opera. Legato a Giorgio Clerici, giovane aitante e di buona famiglia, tramite lui conoscerà Fulvia, una giovane sfollata di Torino, vero motore indiretto dell’intreccio del romanzo.

Di Fulvia Milton si invaghirà subito, parlando con lei per ore, auspicando, oltre una sua personale timidezza, una vicinanza che si fa sempre più sentita, soprattutto dopo la partenza di lei durante gli anni finali della guerra.

Un amore il suo non ricambiato, destinato a deluderlo. Delusione che inizia sin dalle prime pagine, quando Milton entrato nella vecchia casa semidisabitata di Fulvia ne incontra la governante. La quale confida al giovane delle simpatie della ragazza per l’amico Clerici. Incontro che risveglia Milton dal suo amore perduto e lo porta alla ricerca del suo amico/rivale.

Una ricerca che lo farà perdere nello scenario nebbioso e incantato delle Langhe. Giorgio, infatti viene sequestrato dai repubblichini, per poterlo liberare il protagonista andrà alla ricerca di un miliziano fascista per effettuare lo scambio. Da qui la ricerca matta e disperata, arturiana quasi, di un ostaggio da scambiare.

Nelle peregrinazioni di Milton, la ragione personale è il pretesto e nucleo di una discesa nel mondo storico. La storia è lo scenario delle peripezie del partigiano azzurro, ma anche il coro di questa narrazione. Le vicende di Milton permettono di raccontare la resistenza in maniera unica e innovativa. Lo stesso Calvino dirà dell’opera di Fenoglio:

“Una questione privata […] è costruito con la geometrica tensione d’un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l’Orlando furioso, e nello stesso tempo c’è la Resistenza proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione e la furia. […]”

Milton è infatti un personaggio che rappresenta l’alter-ego dell’autore, ma, al contrario di Johnny dei romanzi precedenti, riesce a trasformarsi in un personaggio concettuale e vitale.

C’è l’esperienza autobiografica di Fenoglio, c’è la passione per la lingua e la cultura inglese, la delusione autobiografica sentimentale, ma il protagonista esce da questa maschera, diventando un simbolo dell’animo umano.

Se Johnny sembra un soldato puritano di Cromwell, ideologicamente saldo antifascista, simbolo di una condizione universale, l’altro è l’umanizzazione di questo personaggio, che cede ai propri sentimenti, alla propria follia amorosa. Johnny è l’Orlando della Chanson de Roland, Milton è l’Orlando furioso.

Ma dietro alla sua furia il mondo che si trascina dietro si anima, scenario si, ma parlante. Nei personaggi secondari vengono tracciate storie universali. Dalla vecchia della cascina che ospita Milton, orfana dei propri figli, che quasi è contenta della loro fine poiché:

“Stanno bene i miei poveri due figli, come stanno bene sottoterra, al riparo degli uomini”.

Alla resa di partigiani sia comprensivi ed integerrimi, sia svogliati ed opportunisti. Ambigui di quella ambiguità di cui sono capaci solo i personaggi veri, non le caricature senza macchia e paura. Dalla giovane staffetta fucilata giovane dalla Rsi per ripicca, all’aiuto dei civili ostili all’occupazione nazista. Mostrando anche il lato più dignitoso degli avversari.

Non mostri ma uomini. Ricchi di dignità e senso dell’onore. Non supportandone però l’ideologia deplorevole. Nonostante le accuse infondate rivoltegli di aver raccontato la resistenza vista dall’altra parte. La grande virtù di una questione privata è intrecciare la vicenda personale e quella collettiva.

L’autore immerge il suo Milton in uno scenario avventuroso ed epico. Trasformando l’esperienza della guerra civile in un momento assoluto e reale. Come del resto Ariosto, trasformando la guerra tra cristiani e saraceni in uno dei grandi palcoscenici dell’animo umano. Mostrando uomini oppressi e trascinati dalla violenza della guerra, in lotta contro l’assurdo (visione ereditata dall’esistenzialismo francese):

“Questa guerra non la si può fare che così. E poi non siamo noi che comandiamo a lei, ma è lei che comanda a noi”.

I personaggi di Una questione privata si muovono in contesti storici ben definiti che assumono un carattere eterno. Il momento in cui Milton in fuga dall’orda repubblichina non è diverso dalla furia dell’Orlando nel bosco:

“Fulvia non dovevi farmi questo. Tu non potevi sapere cosa stava davanti a me. Tu non devi sapere niente solo che io ti amo. Io invece debbo sapere solo, se io ho la tua anima”.

Milton è l’uomo sopraffatto dai sentimenti che insegue il suo amore non ricambiato. Abbandonando i campi di battaglia:

“Non poteva piú vivere senza sapere e, soprattutto, non poteva morire senza sapere.”

La grandezza dell’opera sta nel saper mescolare Ariosto con i partigiani, la letteratura inglese (in questo caso soprattutto i romanzi delle sorelle Bronte, tra tutte cime tempestose) e l’esistenzialismo.

Temi che possono armonizzarsi grazie alla lingua e allo stile dell’autore. Fenoglio nonostante i goffi tentativi di assimilazione al neorealismo e agli intellettuali engagement(tentativo questo postumo) è un irregolare della letteratura italiana. La sua lingua non risente degli obbrobri retorici del fascismo, né di quel fare dilettantistico di tanti autori neorealisti con la pretesa di confondere cronaca e letteratura.

 

Francesco Subiaco

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