Torna a Firenze la seconda edizione di ‘Alluvionati Dentro’, non un semplice raduno ma un calvario

Dopo il successo dell’anno scorso torna a Firenze il raduno più amato, quello più in senso anafestico, quello con scappellamento a destra e fuochi fatui.. quest’anno con un sapore amaro (anzi aspro) vista la scomparsa di poche settimane fa dell’ultimo zingaro Gastone Moschin proprio nell’anniversario del 35° anno dall’uscita del secondo atto nelle sale.

Sabato 4 Novembre sarà una giornata all’insegna del divertimento e delle zingarate con un doveroso omaggio a Gastone Moschin a 2 mesi esatti dalla sua scomparsa con, auto con clacson sensibilissimi, il cane Birillo, un tour a piedi realizzato con la collaborazione delle guide fiorentine Tre Passi per Firenze che ci condurrà attraverso i luoghi che hanno fatto da scenario nelle storiche “zingarate”: dal cimitero di San Miniato al Monte al quartiere di San Niccolò con il mitico Bar Necchi dove in Via dei Renai alle ore 17.00 si terrà la cerimonia di scoprimento della lapide in ricordo della commedia Amici Miei promossa dall’Assessorato alla Toponomastica del Comune di Firenze. A rendere ancora più solenne la cerimonia sarà presente anche il Gonfalone della città e l’Assessore Andrea Vannucci.

Grande novità di quest’anno la Cena a Tema che si svolgerà presso i locali dello Yab in Piazza Strozzi con piatti tipici ispirati alle scene del film: dall’immancabile rinforzino all’insalata sovietica, dalla frittata con le patate allo sformato di maccheroni della Carmen, i fegatelli all’aretina del Ramaiolo.. e le patate a fiammifero, a fettine, a bombolotto.. per concludere con i cornetti del Sor Antonio il tutto accompagnato dalla degustazione dei vini Tapioco, Come Se Fosse e Antani dell’Azienda vinicola La Tognazza, e la presentazione ufficiale del nuovo vino “Il Conte Mascetti” che arriva a Firenze, luogo simbolo di Amici Miei per una serata speciale alla presenza di Gianmarco Tognazzi ed Alessandro Capria che ci accompagneranno a partire dalle ore 20.30 a scoprire la nuova etichetta che porta avanti la filosofia e lo stile di vita alternativo del mitico Ugo, grande appassionato di vino, di cucina e della campagna che ha messo in questo vino convivialità e amicizia nel mito della zingarata. L’evasione è il tema di questo vino prodotto proprio in Toscana, a Panzano in Chianti.

Al termine della cena proseguiremo la serata nella bellissima e storica location del Cinema Odeon con la proiezione prima del film L’ultima Zingarata ideata e prodotta da Francesco Conforti e dal regista Federico Micali e poi del mitico Amici Miei Atto II all’interno del quale sono presenti diverse scene che ricordano l’alluvione di Firenze del ’66 giorno proprio scelto per questo nostro evento.

Saranno presenti alla manifestazione alcuni degli attori che presero parte alle riprese del film: Enio Drovandi (il Vigile Pisano), Renato Cecchetto (Augusto Verdirame), Tommaso Bianco (Antonio il Fornaio), Lucio Patane’ (Lucianino Perozzi).

Un raduno da fargli pigliare un colpo a tutti.. E migliaia di persone, tutti a ridere, divertirsi in una giornata bella, libera, stupida, come quando s’era ragazzi. Chissà quando ne capiterà un’altra!
Per saperne di più sull’iniziativa, la campagna di crowdfunding e le modalità di partecipazione visitate il sito https://www.produzionidalbasso.com/project/raduno-amici-miei-alluvionati-dentro-atto-ii/ oppure potete scrivere a contemascetti1975@gmail.com o sulla pagina Facebook Conte Raffaello “Lello” Mascetti.

Sei battute di “Amici Miei”, capolavoro della commedia italiana, per ricordare l’attore Gastone Moschin

Firenze, 4 settembre 2017 – “Amici miei” è una commedia amarissima e divertente, un film cult entrato nella storia del cinema italiano, amatissimo ancora oggi, a tanti anni di distanza. Gastone Moschin, scomparso lo scorso 4 settembre in Umbria, dove viveva da diversi anni,  fu presente in tutti e tre i capitoli, nel ruolo dell’architetto, dalla contagiosa risatina Rambaldo Melandri. Per quanto tutte le battute del film siano da antologia (e vale la pena di ricordare che fra gli sceneggiatori c’erano  Leo Benvenuti e Piero De Bernardi), alcune di quelle fatte pronunciare al Melandri sono davvero rimaste nella memoria e nel parlato comune, basti pensare ad espressioni non-sense come Antani, Supercazzola, Supercazzola con scappellamento, Confaldina…

Come non ricordare, nell’atto primo, di Amici Miei, capolavoro della commedia italiana, diretto sia nel primo che nel secondo atto da Mario Monicelli, il Melandri ricoverato in ospedale insieme ai compagni di zingarate mentre ripete ossessivamente “Ho visto la Madonna, ho visto la Madonna!”. Aggiungendo: “E neanche vestita di bianco… con una pelliccina…”. Poi si scoprirà che di apparizione si tratta, ma non mariana, bensì molto terrena, della bellissima moglie del primario Sassaroli, interpretato da Adolfo Celi, che poi il Melandri porterà a casa con scarsi risultati. E quando, in preda a una crisi nervosa, gli amici lo faranno scappare da lei, portandolo alla stazione per la scena culto degli schiaffi ai viaggiatori, lui, rinfrancato, correrà con loro chiedendosi: “Ragazzi, come si sta bene tra noi, tra uomini! Ma perché non siamo nati tutti finocchi?”.

E nell’atto secondo è lui che Gastone Moschin pronuncia un’altra frase storica: “Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”. Sempre nell’atto secondo, è il Melandri che guarda la desolazione lasciata a Firenze dall’alluvione del ’66 e si chiede: “Ragazzi, ora che si fa?”. Al che il Perozzi gli risponde: “Lo sci d’acqua!”. Ma nell’atto secondo, il Melandri spopola quando decide di battezzarsi dopo essersi invaghito di Noemi Bernocchi, sorella del sacerdote che celebra il rito. Ma la stessa non si vorrà concedere fisicamente a Melandri, durante un incontro a casa di lei proprio mentre l’Arno allaga Firenze. E se l’architetto, fino a quel momento in preda a un fervore spirituale quantomeno ostentato, pensa soprattutto ai danni materiali che l’alluvione gli starà provocando “I miei incunaboli… i tromoncini del ‘500…”), lei vede l’alluvione come un gesto divino volto a preservare la sua castità. E per tutta risposta il Melandri getta la maschera e, prima di tuffarsi dalla finestra per raggiungere casa a nuoto (“Rambaldo, dove vai?!?”. “Vo a casa!”), dice a Noemi: “O brutta imbecille! E Dio, per far restar vergine una come te… affoga tutta Firenze?!?”.

Nel terzo capitolo di Amici Miei, diretto da Nanni Loy e sicuramente inferiore agli altri due soprattutto per incisività ed originalità, Gastone Moschin tiene banco nei panni del Melandri quando si innamora e vuole sposarsi con Amalia Pecci Bonetti, incontrata alla casa di riposo dove anche l’architetto (come ci ricorda Tognazzi nell’atto primo: “trombato, ma per pochi voti, all’assessorato ai lavori pubblici“) si è ritirato, salvo poi scoprire l’infedeltà dell’anziana amante. Appena la vede rimane incantato e chiede alla suora chi sia quella bellezza (un po’ stagionata): al che Rambaldo commenta, sognante: “Due cognomi… e gli occhi azzurri come la fata di Pinocchio”.

 

Fonte: La Nazione

 

 

 

 

 

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