“Una donna per amico”: L’amore ai tempi di Battisti

Una Donna Per Amico
Una Donna Per Amico

A volte la parola pop assume contorni molto negativi. Diminutivo della parola “popular”, questo termine, specie in musica, definisce le canzonette banali, scontate e di facile consumo. Ma attenzione, scrivere un canzone pop di successo non è affatto facile. Lo sa bene il duo Battisti-Mogol che, per il numero di hit scritte in Italia è paragonabile al duo Lennon-McCartney, nel loro tredicesimo album, Una Donna Per Amico, riescono a sfornare canzoni di enorme effetto e contemporaneamente di gran classe. Mogol leviga le parole, le pesa, le misura, le sceglie con estrema cura per adattarle alle melodie estremamente raffinate che Lucio Battisti in quel momento propone. Siamo alla fine degli anni ’70, nel 1978 per l’esattezza, e le classifiche sono dominate dalla rabbia del punk e dall’effervescenza della disco-music. Battisti, sempre un passo avanti musicalmente parlando e non solo in Italia (uno dei primi esempi di musica disco è al celeberrima Ancora tu del 1976 mentre Stayn’ Alive dei Bee Gees è del 1977), fiuta l’aria che tira e butta giù note che, per l’Italia dell’epoca, sono un balzo nel futuro. Per sottolineare l’intenzione di “internazionalizzare” la propria musica, il buon Lucio vola a Londra per avvalersi di uno studio all’avanguardia, di strumentisti prestigiosi e dell’accurata produzione di Geoff Westley. Il risultato è a dir poco spettacolare. Otto canzoni incentrate sul rapporto uomo/donna che rappresentano un distillato dell’amore secondo Battisti.

“Quello che cerco è una specie di incrocio tra disco-music e melodia, che è molto difficile perché la melodia fa un po’ a pugni con il ritmo ribattuto. Quando ho fatto Ancora tu in Italia era dato come un disco perdente. Invece il risultato non è stato un brano disco, ma una canzone che aveva un certo ritmo. E Una Donna Per Amico non è neanche tanto disco-music, ma un pezzo con un ritmo martellante, imperativo” (Lucio BattistiRadio Svizzera Italiana).

Il lato A del disco è, a dir poco, incredibile. Sfido chiunque a non riconoscere di primo acchitto i seguenti brani: Prendila Così, Donna Selvaggia Donna, Aver Paura Di Innamorarsi Troppo, Perché No. Il lato B si apre esattamente come si è chiuso il lato A con la trascinante e arcinota Nessun Dolore e la magnifica title-track che, ovviamente, non ha bisogno di presentazioni. I brani più deboli sono proprio gli ultimi due: Maledetto Gatto e Al cinema che pur non avendo avuto il successo strepitoso dei precedenti, presentano interessanti innovazioni dal punto di vista melodico e musicale (come l’uso del synth e del vocoder). Mentre le note di Battisti toccano il cuore le parole di Mogol sfiorano l’anima. I testi delle canzoni contenute in quest’album sono diventate veri e propri “modi di dire”, “tormentoni”, patrimonio comune della lingua italiana che tutt’ora vengono spesso utilizzati per definire l’intricato caleidoscopio di emozioni che scaturiscono dall’incontro/scontro tra l’universo maschile e quello femminile. Il plauso di pubblico e critica fu immediato ed unanime.

L’album volò al primo posto in classifica rimanendoci per quattordici settimane consecutive. Le copie vendute furono quasi un milione. La popolarità di Una Donna Per Amico non accenna a diminuire. Negli anni numerosi artisti ne hanno omaggiato la bellezza riproponendo versioni, azzeccate o meno, dei brani in esso contenuti (Mina e Giorgia si sono cimentate con Nessun Dolore, Oxa, Vallesi, Delta V con Prendila Così). Si può affermare che l’esperimento battistiano di spingere “oltre” il cantautorato italiano si sia pienamente compiuto grazie alla riuscita di quest’opera. Una vena di malinconia, assolutamente retroattiva, pervade (si tratta di un giudizio estremamente personale) i microsolchi del disco. Una Donna Per Amico rappresenta il canto del cigno del duo Mogol-Battisti. Successivamente pubblicheranno un altro dignitosissimo album, Una Giornata Uggiosa, che pur contendo ottimi brani non ha certo l’appeal dei lavori fino ad allora pubblicati.; è solo una questione di tempo. Ormai sempre più distanti, umanamente e professionalmente, i due scioglieranno definitivamente il loro sodalizio nel 1980. Battisti si ritirerà in un isolamento volontario che frutterà dischi molto interrogativi ed ermetici, lontanissimi dal grande successo commerciale. Mogol diventerà il paroliere più richiesto d’Italia continuando a scrivere successi per artisti quali Cocciante, Celentano e Gianni Bella. Tuttavia entrambi non ripeteranno l’exploit eccezionale del periodo d’oro che li rese praticamente delle leggende viventi. L’apoteosi rimarrà questo mirabile album che sintetizza un percorso comune lungo quindici anni, aumentando il rimpianto per ciò che ancora poteva essere e purtroppo non è stato.

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