Gianrico Carofiglio: il caos è la norma

gianrico carofiglio
Gianrico Carofiglio

Gianrico Carofiglio nasce a Bari il 30 Maggio del 1961. Dopo essere stato magistrato nel 1986, entra a far parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Nel 2008 si candida al Senato con il Partito Democratico e viene eletto senatore.

Durante questi anni, che vedono anche il suo esordio come scrittore, vince alcuni premi come il Premio Bancarella (nel 2005) grazie a Il passato è una terra straniera (da cui verrà tratto un film con la regia di Daniele Vicari e  la partecipazione dell’attore Elio Germano) ed il Premio Tropea (nel 2008).  Nel 2007  viene eletto in Germania “il miglior noir internazionale dell’anno”. Nello stesso anno, viene pubblicato Cacciatori nelle tenebre per Rizzoli, con disegni ed illustrazioni ad opera del fratello dell’autore. Carofiglio  figura anche tra  i finalisti del Premio Strega, nel 2011, con il  romanzo Il silenzio dell’onda. Il 21 Ottobre di quest’anno è uscito il suo ultimo lavoro Il bordo vertiginoso delle cose,  tratto da una poesia di Robert Browning, caratterizzato da toni insolitamente malinconici.

La scrittura di Carofiglio è scorrevole, a tratti nervosa, lo stile è asciutto ed elegante,  di grande impatto emotivo; raccontare la psicologia dei personaggi per lui è fondamentale senza cadere, come spesso accade, in piccole e banali  storie private che tanto vanno di moda e soddisfano il mercato editoriale. La dialettica tra ordine e caos, follia e sanità è molto presente nei suoi  romanzi (specialmente in Il passato è una terra straniera e in Testimone inconsapevole) ed è proprio l’atto della scrittura a mettere armonia in questo caos che è la norma,  soprattutto ai fini del racconto noir e Carofiglio è uno dei pochissimi in Italia a trattare questo genere in maniera degna e avvincente, e senza enfasi retorica quando si affrontano tematiche inerenti alla giustizia a lui care.

Gli piace giocare con l’ambiguità dei personaggi, con i loro equilibri instabili, la monotonia della vita quotidiana, sui loro lati oscuri che però affascinano e decretano l’alta qualità di un romanzo che di certo non è da inserirsi nella narrativa commerciale.

In un’intervista rilasciata per La Stampa, a proposito del suo ultimo romanzo, Carofiglio spiega quanto siano stati e siano tutt’ora importanti per lui gli incipit , che ricopiava e trascriveva sin da bambino, quasi come  fosse un esercizio di stile (Thomas Mann e Dostoevskij erano gli autori che amava di più). Secondo lo scrittore barese, è l’incipit a determinare una buona o cattiva lettura, poiché egli stesso sostiene che la chiave, volendo, è già tutta nell’inizio. I suoi incipit sono quindi una prefazione, una “preparazione alla lettura” (cita come esempio John Fante, nella ristampa di Aspetta primavera, Bandini).

Il protagonista del Il bordo vertiginoso delle cose, Enrico,  è combattuto tra il ricordo dell’adolescenza, dura ed acerba per chi subiva continuamente una violenza prima psicologica e poi fisica, ed il disagio nel dover vivere il presente tenendo conto anche e soprattutto di questo, in una condizione che lo rimanda più volte a quel passato così ostile. Per questo stesso motivo, Enrico ritorna a Bari, la sua città, insomma all’ incipit della sua vita. Ed è proprio da questi presupposti che parte per la stesura del suo ultimissimo romanzo, ancora in via di pubblicazione, La sorte del bufalo.


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