Boris Pasternak e il suo dottor Zivago, romanzo poetico moderno

Quando pubblica Il dottor Zivago, l’opera che lo ha reso celebre in tutto il mondo, Boris Pasternak (1890-1960) ha già alle spalle una lunga attività di scrittore che lo ha portato a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1958, ma che fu costretto a rifiutare dalle autorità del suo paese. Nato a Mosca da una famiglia di artisti (padre pittore e madre pianista), l’attività poetica di Pasternak, il quale si dedica anche all studio della filosofia e alla musica, avviata nel 1914 con i versi del Gemello nella nuvole, era poi proseguita con numerose raccolte (Oltre le barriere, Sorella mia la vita, Temi e variazioni, Sui treni mattinali, e con due ampi poemi storici: L’anno 1905 e Il luogotenente Schmidt, entrambi del 1927, cui si era affiancata la raccolta di poesie Il salvacondotto del 1931.

Ma è con Il dottor Zivago che Pasternak ottiene il successo, scegliendo il genere del romanzo, con l’obiettivo di comporre un grande affresco della Russia e dell’Unione Sovietica dei primi decenni del Novecento. Il protagonista, il medico Jurij Zivago, passa attraverso le vicende più significative del suo paese (la prima guerra mondiale, la rivoluzione, la guerra tra i comunisti rivoluzionari e le truppe fedeli allo zar), ma il suo punto di vista non è quello dell’eroe combattente a lungo celebrato dalla letteratura sovietica. Lasciata infatti Mosca nei giorni difficili che seguono l’entusiasmo della rivoluzione, Zivago si trasferisce con la famiglia in un paesino sugli Urali, dove è più coinvolto dall’amore per una giovane donna, Lara, che dagli avvenimenti storici. La lotta in corso, tuttavia, lo stravolge: catturato da una banda partigiana, deve abbandonare tutto. Al suo ritorno non troverà più la famiglia, trasferitasi all’estero, e anche il rinnovato amore per Lara, sarà di breve durata. Tornato sol a Mosca, Zivago crea una nuova famiglia, dalla quale fuggirà, morendo ancora giovane, in totale solitudine.

Pur intrecciando la storia del suo paese con la storia d’amore di Zivago, Pasternak non è tanto interessato ad esprimere un giudizio sugli avvenimenti storici (e neppure una condanna della rivoluzione sovietica), quanto a mostrare il significato di una vita individuale dentro i travolgimenti della storia e le difficoltà di vivere in una dimensione privata e in una dimensione pubblica. A tal proposito è significativo ciò che afferma lo stesso Zivago:

<<L’epoca nn tiene conto di me, mi impone ciò che vuole. Permettete dunque anche a me di ignorare i fatt>>.

Alla sua uscita Il dottor Zivago venne letto soprattutto in chiave politica, suscitando accese polemiche da parte dei critici marxisti, e diventò presto un’occasione di scontro tra i fautori e i detrattori dell’intera esperienza politica dell’Unione Sovietica. l’estraneità di Zivago alle vicende politiche, che suna come una condanna della stessa storia umana e dell’impegn a cambiarla, e ancora di più la visione spirituale della vita che circola in tutto il libro suscitano ancora oggi discussioni. In realtà la grandezza del romanzo di Pasternak non va cercata el suo significato ideologico, come ha sottolineato nel 1958 Franco Fortini, il quale pur riconoscendo gli squilibri strutturali della narrazione, che parte in un modo e si sviluppa in un altro, ha definito Il dottor Zivago “un libro vivente, con passaggi di grandissimo respiro, con almeno un personaggio indimenticabile: quello di Lara. Un libro che non rientra o rientra malamente, nelle categorie tradizionali o in quelle dell’avanguardismo di ieri e di oggi, e dunque un libro che non si cessa di rileggere per sorprenderne il segreto difficile”.

Questo segreto può essere ricondotto al lirismo delle descrizioni dagli echi cechoviani e alla struttura tragico-drammatica di alcune situazioni del romanzo, che per alcuni rappresentano un difetto. Al di là delle polemiche, che hanno coinvolto perlopiù la critica letteraria italiana, occorre individuare nel Dottor Zivago una grande narrazione che, pur scavando nella vita degli uomini e nel rapporto con il tempo, come nei romanzi ottocenteschi, non ne segue fedelmente il modello. Pasternak infatti persegue piuttosto l’ideale di un grande ‘poema in prosa’, nel quale le scene vengono accostate e spesso accavallate l’una all’altra, con un procedimento più poetico che narrativo. Senza dubbio Il dottor Zivago è l’espressione simbolica della vita di Pasternak.

 

 

“Il Dottor Zivago” e “La noia” a confronto

Il celebre romanzo Il Dottor Zivago (1957) di Boris Pasternak ci dà l’occasione di cogliere alcuni connotati sintomatici del romanzo moderno, in quanto in primis non sente affatto il bisogno di garantire che c’è qualcosa o qualcuno che conduce la fatalità. In questo romanzo si può dire che si assistiamo ad una serie di “atti gratuiti” come dice Giacomo Debenedetti, compiuti non tanto dai personaggi, quanto piuttosto dal romanziere, il quale produce scene, dialoghi, situazioni che a lui magari sembrano necessari, ma che si producono al di fuori di ogni plausibile logica e concatenamento.

Le combinazioni de “Il Dottor Zivago”

Ne Il Dottor Zivago, Pasternak non può dirci che ha forzato le normali probabilità della vita. che ha costretto ad avverarsi le combinazioni più aleatorie, perché voleva farci assistere ad una scena d’amore, ad un dibattito tra i rappresentanti di due diverse concezioni rivoluzionarie, oppure descriverci poeticamente un paesaggio cittadino, una foresta popolata di partigiani. All’autore russo l’idea di un arbitrio narrativo attuato per ragioni di comodo appare cinica e minerebbe la credibilità dei suoi personaggi e della sua storia. Egli non è in grado di darci un perché di quegli spostamenti e coincidenze, ma i romanziere tradizionali ci dicono perché determinati passaggi vanno tralasciati, perché non sono materia degna di racconto. Pasternak, anche se lo sapesse, vuole mostrarci che non gli importa di saperlo, dandoci meravigliose pagine lirico-paesistiche senza però la traiettoria di chi l’attraversa, perché questa sfugge al calcolo e ricostruirla attraverso congetture sarebbe un lavoro superfluo, che non compete a Pasternak.

“La noia” di Alberto Moravia

Prendiamo ora un altro esempio di romanzo moderno: La noia (1960) di Alberto Moravia, dove l’autore, a più riprese, enuncia in generale e quasi in astratto, una posizione, un atteggiamento dei protagonisti in una certa fase della loro vicenda, dopodiché si limita a spiegare quell’enunciato con degli esempi e dichiarando che prende dei fatti, tutti equivalenti, che valgono a far vedere in concreto ciò che accadeva nella situazione indicata. In questo senso, il protagonista, il pittore che non dipinge più, è già da un paio di mesi in rapporto con Cecilia, una ragazza di diciassette anni, per amore della quale è morto l’anziano pittore Balestrieri. Dopo aver descritto in forma saggistica , il comportamento, soprattutto quello erotico, della ragazza, la sua strana indifferenza, o meglio nullità psicologica, Moravia si chiede: “Come aveva fatto, dunque, Balestrieri ad innamorarsi perdutamente di Cecilia? O meglio, che cosa era avvenuto tra di loro perché questo carattere insignificante di Cecilia diventasse, forse appunto perché tale, un motivo di passione?”

Il protagonista, sorpreso che la droga Cecilia rivelatasi funesta per il povero Balestrieri, non abbia effetto su di lui e interroga la ragazza senza sapere lui stesso esattamente cosa vuole sapere da lei. Moravia ci ha detto quello che è un “esempio”, un altro romanziere ci avrebbe messo in condizione di credere che il fatto particolare da lui narrato è il fatto per eccellenza che riassume la situazione; il Moravia della Noia porta un esempio tanto per spiegarsi, per lui il fatto è una semplice verifica tra tutte quelle che il romanziere ha a sua disposizione.

Gli aspetti colti ne Il Dottor Zivago e ne La noia sono tra loro differenti: Moravia, prendendo qualche fatto come esempio di una situazione, non privilegia questo fatto; Pasternak invece, nella sua persuasione di prolungare la linea della narrativa tradizionale, privilegia i fatti che racconta. ma per quanto narri fatti privilegiati, lo scrittore russo non è in grado di garantirci che nel frattempo, non si siano prodotti altri fatti, che, sebbene ignorati, potrebbero essere altrettanto significativi. La differenza da Moravia è che Paternak, tanto per fissare le idee su un caso preciso, ha tutta l’aria di puntare il dito su una delle innumerevoli conflagrazioni di atomi, per usare un’espressione della fisica, che avvengono in una data fase di attività di un materiale radioattivo. Tutte e due però compiono volta per volta il prelievo di un caso, da una media statistica che autorizza a ritenere che, in una determinata situazione, sia probabile, il verificarsi di un determinato evento.

 

 

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