Cannes 2016: trionfa Ken Loach

Cannes 2016 è giunto alla sua conclusione all’insegna della vittoria del regista britannico Ken Loach con il suo I, Daniel Blake, pellicola che racconta di un falegname 60enne di Newcastle che non può più lavorare per problemi di salute ma che non può nemmeno usufruire del sussidio per colpa di una burocrazia ottusa. Il cammino dell’uomo verso un tentativo di giustizia sociale si lega a quello della giovane Katie, madre single di due bimbi con problemi di sopravvivenza.

Cannes 2016: vince il regista impegnato, Ken “Il rosso”

L’ottantenne regista, tra i più graffianti nel panorama cinematografico contemporaneo, già Palma d’oro a Cannes nel 2006 con Il vento che accarezza l’erba, non ha risparmiato parole pesanti durante la cerimonia di premiazioni conclusasi poche ore fa, davanti ad una platea in standing ovation: “Vinciamo questo premio con un film che mostra una realtà molto strana, cioè quella dei cittadini della quinta nazione più potente al mondo che soffre la fame, stremati da un’austerità dovuta a ideologie neoliberali. Queste ci porteranno alla catastrofe. Per fortuna ci sono milioni che ancora combattono, perché il pericolo della disperazione avvantaggia le destre estreme ma noi ci dobbiamo ricordare che abbiamo un messaggio importante da dare, ovvero che un altro mondo è ancora possibile e necessario”.

Probabilmente l’industria dello spettacolo a volte compie queste scelte per alleggerirsi la coscienza e apparire vicina ai problemi della gente comune, ma vittorie come quella di Ken Loach, maestro nel raccontare storie impegnate, piene di contraddizioni e di doppie vite, fanno bene al cinema e a noi stessi. I film di Loach attaccano la burocrazia del welfare (Ladybird Ladybird), le dittature (Terra e libertà e La canzone di Carla) e la politica becera (My name is Joe). Si tratta di storie di profonda fede umana più che di ideologia che il regista britannico, maestro nel genere storico-documentaristico, porta sul grande schermo con grande onestà intellettuale che gli sono costate anche l’ostilità in patria.

Cannes 2016: tutti i premi

Il Gran Prix è andato ancora una volta, dopo Mommy del 2014, al canadese Xavier Dolan con il suo Juste la fin du monde, ambiziosa pellicola di grande tensione emotiva. Ex aequo invece per il premio alla Miglior regia, che è andato al francese Olivier Assayas con il suo Personal Shopper e al romeno Cristian Mungiu per Bacalaureat. Il Premio della Giuria se lo è aggiudicato Andrea Arnold con il suo road movie American Honey.

All’iraniano The Salesman di Asghar Farhadi, già Oscar e Orso d’oro per Una separazione nel 2011sono stati assegnati ben due premi, quello alla miglior sceneggiatura e all’attore Shahab Hosseini.  Il premio per la miglior attrice protagonista è andato alla filippina Jaclyn Jose, protagonista di Ma’ Rosa di Brillante Mendoza

Cala dunque il sipario su Cannes 2016 e sul suo palmares variegato e non scontato.

 

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