Il grande ritratto di Dino Buzzati trasporta il lettore, dietro la vicenda di colui che si pensa essere il protagonista (ma non lo è in quanto è difficile che nella narrativa di Dino Buzzati esista un protagonista-uomo o donna, essendo la sua umanità sempre vittima di qualcosa di molto più grande di essa), in una sorta di "sopramondo"" a metà tra fantascienza e un mondo sui generis, le cui dimensioni, da umane si trasformano e deformano, assumono proporzioni irreali, diventano incubo, ossessione e a volte pazzia.
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