‘Resta quel che resta’, il romanzo corale dell’altoatesina Katia Tenti

“Resta quel che resta” di Katia Tenti, edito da Piemme, è un romanzo ambientato a Bolzano durante la Grande e post-guerra.

Che cosa significa la parola patria? Per alcuni qualcosa di sfumato e astratto. Per chi nasce in una terra di confine, invece, ha lo stesso peso del corpo, lo stesso colore del sangue. Tra questi, chi viveva in Südtirol nel 1925. Else Steiner e suo padre, in realtà, hanno dedicato tutta la propria vita alla musica, e non ci sono mai stati né tempo né spazio per il conflitto. La musica non ha lingua, in fondo, è universale. Quando però la giovane cantante viene allontanata dal teatro, per far posto a un’italiana, qualcosa si spezza per sempre. È Alfred Gasser, medico di successo, ad approfittare della solitudine della donna. Non è un matrimonio d’amore, ma potrebbero essere felici se la loro storia non si intrecciasse a quella di altre tre famiglie.

Il romanzo si apre con la prima parte negli anni del 1945 per poi terminare con la seconda parte negli anni Ottanta. Le famiglie dei protagonisti partecipano e assistono alla guerra, una guerra che sembra remota leggendo il romanzo. Katia Tenti fa riflettere il lettore sulla situazione odierna, perché sembra che la guerra sia finita e per sempre, invece, si percepisce ancora l’eco delle bombe. Le guerre esistono e possono essere anche invisibili. Ma non è la guerra, il tema di questo romanzo, semmai la scenografia, dove sul palco ci sono i protagonisti che la vivono, le famiglie. Il tema è l’integrazione tra italiani e tedeschi, e quest’ultimi, devono fare i conti con la perdita della propria identità culturale.

“A volte accade che sia un unico gesto al di fuori dell’usuale, un gesto che poi chiamiamo sbaglio, a cambiare per sempre il corso di una vita.”

Katia Tenti ha costruito abilmente un romanzo corale e su più livelli per mostrare la complessa realtà altoatesina e le varie psicologie dei personaggi: protagoniste sono cinque famiglie accomunati da “qualcosa”, i Galli e i Ceccarini, gli Egger, i Marchetti e i Ranieri. Queste famiglie diverse tra loro, portano con sé il disagio sociale e la ricerca di una dignità sul piano lavorativo e sociale: la famiglia Ranieri, che prova a migliorare la propria miseria, la famiglia Marchetti-Galli dal sangue marcio e dal temperamento violento che ha creduto nel fascismo per poi <<alzare gli occhi>> e guardare la realtà, che cela un segreto orribile; infine la famiglia Egger, che si mischia, per certi versi, con il germe del Male, ossia Sante Marchetti, che a sua volta si scontra con la lussuosa famiglia del dottore Alfred Gasser. La figura di Sante Marchetti è stilata come un perfetto fenomeno di devianza sociale della quale l’autrice si è a lungo occupata. In primo piano si ha lo sfondo di una campagna di italianizzazione in epoca fascista e in secondo piano la storia di queste famiglie che portano allo svelamento della verità sul rapimento delle gemelline.

I Marchetti assieme ai Galli e ai Ceccarini sono i Walsche che emigrano a Bolzano in cerca di fortuna. Poi, ci sono i tedeschi, gli Egger e la famiglia del medico Alfred Gasser, che cercano invece di lottare per far permanere la loro lingua e cultura tedesca, in un’epoca dove gli italiani sembrano di voler appropriarsi di tutto.

“Bolzano era due città, tutto era diviso, da una parte gli italiani, dall’altra i tedeschi, e agli italiani era destinato il lato meno appariscente”. (p.279)

Tedeschi e italiani sono agli antipodi non solo nei costumi ma anche nel sito delle loro case. I tedeschi abitano in un luogo pulito e appariscente segno della loro ricchezza, mentre gli italiani, annegano nella miseria, miseria si riassume nel “rito” del “bagno in comune”.

“Nerio aveva vissuto in una topaia senza bagno, ed erano in cinque: e ora che il cesso ce l’aveva c’era gente che lo invidiava. Cos’era il bagno se non una “cosa”? Bene, signora: vada lei a cagare per strada, tra le rotaie della ferrovia, come dovevano fare in molti. Erano i soldi a contare […]” (p.98)

Resta quel che resta, romanzo corale della scrittrice altoatesina Katia Tenti edito da Piemme, si apre con la storia di Max Egger, un bambino considerato disturbato ma intelligente più degli altri, questo non porta però a farsi amare da sua madre Lene, una tedesca proveniente da una famiglia nobiliare decaduta. In un contesto storico fragile , Max e le altre famiglie si incrociano a Bolzano. È Max il vero protagonista di questo romanzo, perché come in un “giallo”, si celano misteri e segreti. È lui il detentore del segreto che riguarda le figlie del dottore Alfred Gasser, e solo lui può svelarlo e portare un po’ di sollievo in quella famiglia e nelle altre famiglie.

Le famiglie dei Galli-Marchetti portano con sé l’odore del male, un male che si annida specialmente in Sante Marchetti. Tutta la sua infanzia fino all’età adulta reca nel proprio essere un sangue marcio: egli infatti distrugge tutto quello che tocca. I Galli e Ceccarini, invece sono italiani che emigrano a Bolzano in cerca di fortuna.

Nella prima famiglia si annida la violenza e la disonestà, al contrario dei Ceccarini, che tentano e riescono ad integrarsi in quel sito del tutto appariscente e lussuoso che è la fredda Bolzano. Integrazione e riappropriazione dell’identità: su questi due poli si intersecano la storia degli italiani che cercano di farsi accettare in una patria non loro e dove vengono visti come Walsche, e l’altra quella dai costumi colti e lussuosi, che cercano invece di non perdere la propria identità culturale tedesca.

Il peggio in una scenografia drammatica e tragica quanto orribile, si verifica negli anni della Grande guerra ed in particolar modo nella famiglia Gasser, la quale porta con sé il dolore della perdita, la perdita delle figlie che scompaiono improvvisamente senza lasciare tracce.

È la storia dei Ceccarini emigrati come i Galli-Marchetti a Bolzano in cerca di fortuna al Nord; degli Egger, del commerciante Erwin, che porta la “croce” del figlio affetto da una malattia misteriosa.

La ricerca della verità sulle gemelline mai dimenticate della famiglia Gasser; l’amore che porta a vedere in una prospettiva diversa il <<legame>> tra italiani e tedeschi come quello tra Kathrin Gasser e Gualtiero Marchetti (Valter), porta ad un lieto epilogo sancito da un atto di coraggio in un tempo dove i matrimoni misti non erano ben visti, specialmente con un Walsche e dall’amore sincero e genuino tra Max Egger e Linda Ceccarini.

 

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

 

Katia Tenti è nata e vive a Bolzano. Si laurea in sociologia a Trento e si è occupata dei fenomeni inerenti alla sua laurea come la devianza sociale, e ciò lo si può vedere nel romanzo, per quanto riguarda la figura di Sante Marchetti. I suoi romanzi sono ambientati in Alto Adige, sua terra di origine. Ha pubblicato per Marsilio Editore, Ovunque tu vada (2014) e Nessuno muore in sogno (2017), infine, per Piemme, ha pubblicato Resta quel che resta (2022)

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