Joris-Karl Huysmans: dall’abisso alla fede cattolica

Joris-Karl Huysmans nasce a Parigi nel 1848; di origine fiamminga, è funzionario presso il Ministero degli interni dal 1868, si dedica alla letteratura sotto l’influenza di Zola: al naturalismo infatti si possono ricondurre i suoi primi romanzi, Marta, storia di una fanciulla, La sorelle Vatard e il racconto Zaino in spalla, che Zola raccoglie nelle Serate di Médan, antologia di scrittori naturalisti da lui stesso curata.

Gli esordi di Huysmans

Già nel romanzo successivo, Alla deriva, si manifesta un primo distacco dai temi e dai toni naturalistici, che verrà definitivamente sancito da Controcorrente, libro simbolo del Decadentismo.

Dopo anni di inquietudini spirituali, Huysmans, isolatosi per qualche tempo in un monastero, si converte alla fede cattolica. Tale scelta di vita è accompagnata da nuove opere narrative: Laggiù, In cammino, La cattedrale, L’oblato. Lo scrittore muore a Parigi nel 1907.

Il romanzo-manifesto del decadentismo, Controcorrente ha per protagonista un giovane proveniente da una famiglia aristocratica decaduta per i numerosi matrimoni consanguinei e le tare tramandate con l’ereditarietà. Jean Des Essenties, “esile giovanotto di trent’anni, anemico e nervoso, dalle gote scavate, gli occhi di un azzurro freddo di acciaio”, ha passato la sua adolescenza leggendo e fantasticando.

Controcorrente: trama e contenuti

Perduti i genitori a soli diciassette anni, una volta uscito dal collegio cattolico dove è stato educato, incomincia a vivere esperienze diverse, tra ambienti di nobili, letterati, giovani gaudenti, senza mai trovare appagamento alla proprie inquietudini. Sempre più annoiato del mondo e della vita, il giovane decide di vendere il castello di famiglia, di lasciare Parigi senza dir nulla a nessuno e di ritirarsi in una casa isolata nella regione di Fonteney-aux-Roses.

Predisposta la nuova casa secondo i raffinati gusti che aveva in gioventù, Des Esseintes si circonda di fiori, essenze profumate, mobili pregiati, tappezzerie, quadri, piante inconsuete, per soddisfare in continuazione il piacere di godere delle sensazioni provocate dalla bellezza.

Le sue giornate sono riempite dalle letture degli autori cari: prima di tutto gli scrittori delle età di decadenza quali Petronio e Apuleio, poi molti scrittori di pagine religiose e mistiche, infine qualche contemporaneo come Flaubert, Zola e soprattutto i poeti nuovi quali Baudelaire e Verlaine.

Il fascino della decadenza

L’isolamento, il continuo riandare al passato, la sostituzione di condizioni artificiali a quelle naturali, provocano in lui una grave nevrosi, per curare la quale deve abbandonare il suo rifugio e ritornare a Parigi. All’atto della partenza invoca la fede religiosa per recuperare una speranza di vita ormai del tutto perduta.

Controcorrente riassume nei caratteri del protagonista i tratti di molti intellettuali che eleggono la bellezza a loro guida: una bellezza da ritrovare negli oggetti e da ricercare nei libri da leggere, in nome di una distinzione evidente da tutto ciò che appartiene al mondo della maggioranza. Il rifiuto della civiltà contemporanea in nome dell’amore per le epoche di decadenza non va tuttavia confuso con un ritorno ad un passato idealizzato.

Intellettuali e decadentismo

Nella cultura del decadentismo si rivela l’impossibilità di una “naturalezza” di comportamenti: con la scoperta che non esiste più una naturale armonia, nonché la possibilità di una letteratura capace di rispecchiare e conoscere la realtà, resta solo l’artificiosità, come quella delle macchine di Des Esseintes, che possono procurare le sensazioni naturali senza che la natura sia più necessaria e come quella in cui si rifugia Baudelaire.

L’intellettuale di fine Ottocento non riesce a far proprio il passaggio alla modernità per quanto riguarda le trasformazioni sociali e le prime manifestazioni di una società che oggi chiamiamo “società di massa”.

Le descrizioni di Huysmans

Huysmans prova un’amara voluttà nell’analizzare, descrivere e rappresentare tutto ciò che per lui è oggetto di disgusto o d’orrore: l’abbrutimento del popolo, la meschinità della vita piccolo-borghese, il regresso della vita spirituale combattuta da un piatto e arrogante illuminismo, la brutalità dell’industrialismo e della plutocrazia, la mancanza di senso estetico nelle classi dirigenti: è la reazione estetizzante al naturalismo resa attraverso l’ansia debordante del protagonista che cerca di oltrepassare, come il suo autore, la conoscenza comune.

La conversione

Dagli abissi dello spirito, Huysmans risale e vede la luce della fede cattolica e scrive La Cattedrale, romanzo denso di conati di conversione a un cattolicesimo ch’è stato giudicato ora mistico, ora estetizzante; non si tratta di un «libro condensato»; non è nemmeno una proposta antologica. È molto di più e di diverso. È un disvelamento.

In queste pagine di Joris-Karl Huysmans, c’è la “nostra” storia, la storia del nostro essere europei e occidentali, la storia delle nostre radici autentiche e di quelle immaginarie, che magari sono ancora più forti e profonde delle prime.

L’antieroe esteta abbraccia la croce e afferma: “L’arte è l’unica cosa pulita sulla terra, a parte la santità”.

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