Il concetto di bello, il politicamente corretto, la funzione dei media sono i temi principali contenuti nell’incandescente saggio di Antonello Cresti e Roberto Michelangelo Giordi, “Il bello, la musica, e il potere”, pubblicato quest’ anno da Mariù edizioni. I due autori indagano dialogando tra loro, senza lesina provocazioni e sarcasmo, sul rapporto tra arte e potere in Occidente. Il mondo globalizzato ha davvero perduto la percezione del bello? Qual è il rapporto tra la bellezza e il potere e in che modo l’Occidente vive oggi il suo rapporto con le Arti e con la Musica in primo luogo? La riflessione portata avanti da Cresti e Giordi, si snoda attraverso l’analisi storica dell’esperienza estetica occidentale per arrivare a toccare le problematiche della realtà in cui viviamo. Il disinteresse verso la bellezza è infatti allo stesso tempo causa ed effetto della crisi di valori della nostra società, e solo recuperando e valorizzando le nostre vituperate identità profonde potremo traghettarci fuori dal non senso, verso la luce di una nuova, antica, umanità.
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