Mariagrazia Spadaro Norella, autrice di Moti di inerzia: “La paura più grande dei miei personaggi è quella di fallire”

“Moti d’inerzia” è il nuovo libro dell’ architetto Mariagrazia Spadaro Norella, un viaggio narrativo attraverso la vita di artisti vari come attori, pittori, cantanti e circensi, intrappolati nei loro sogni e aspirazioni nella vibrante periferia di Roma. La domanda ineluttabile e drammatica che emerge dal libro,  “Ho davvero talento?

L’opera di Spadaro Norella offre un’analisi complessa dell’ambizione artistica, mostrando come l’arte possa essere sia una fonte di liberazione della propria creatività che di confinamento. Attraverso storie come quella di Bartolomeo in “Il ferro e la ruggine”, che riflette sul se gli artisti nascano o si facciano, Moti di inerzia tocca questioni di autenticità e auto-realizzazione.

Secondo l’autrice coloro i quali chiamiamo “artisti” sono essere umani come tutti, ma certamente con doti di sensibilità e fantasia più spiccate, la cui personalità sui generis trova terreno fertile nel mondo dell’arte.

 “Moti d’inerzia” è un flusso continuo di emozioni e riflessioni, dipingendo un ritratto nitido, senza retorica e senza compromessi della vita artistica, tra desiderio, paura di fallire e identità, lasciando il lettore con una domanda: “l’arte contribuisce davvero a formare in qualche modo la nostra identità?”

 

1 Quando nasce l’idea di scrivere “Moti di inerzia”?

Potrei dire che ho sempre scritto, fin da quando ho imparato a farlo, e sarebbe la verità: da bambina scrivevo su “quaderni segreti” chiusi da un lucchetto acquistato dal ferramenta (erano molto di moda negli anni ’70 e ’80) poi su quadernini dalla copertina rigorosamente nera e rigida. Ne ho circa un migliaio, ho sempre scritto “per me stessa”, a volte raccontando ciò che mi accadeva altre immaginando “futuri diversi, altre storie che avrei potuto o voluto vivere.

Ma c’è un momento esatto in cui ho desiderato scrivere proprio queste storie che sarebbero diventate un libro. Era l’8 marzo del 2016, avevo convinto alcune amiche ad andare ad ascoltare un mio compagno di classe delle elementari che si esibiva con il suo gruppo musicale in un locale seminterrato in zona Prenestina. Polizia fuori dal locale e musica country dentro. Durante il concerto il mio amico era venuto spesso a chiederci se ci piacesse il concerto, se la birra fosse buona… se l’hamburger cucinato bene … insomma, la sua felicità era palpabile. Lui, che la mattina lavora in una autoscuola e la sera vive per la sua passione: la musica. Rimasi colpita dal mondo fantastico in cui mi aveva fatta entrare: quello delle possibilità. Così cominciai a scrivere, quella sera stessa, ma in un altro modo, con il desiderio “di essere letta”, per avere anche io la mia possibilità: quella di essere riconosciuta come scrittrice.

 

2 Qual è la paura più grande paura che attanaglia la nostra società?

Non so, non sono in grado di affrontare un tema così ampio e complesso.

Però posso confessarle di avere moltissime paure. Esterne, come la guerra, l’esaurimento delle risorse, il finimondo climatico, e interne, prima fa tutte quella di non essere amata, perdere la salute, perdere il lavoro e non essere “all’altezza”.

La paura più grande dei miei personaggi è quella di fallire. Il fallimento sta lì, come un’ombra che silenziosa fa loro compagnia.

3 In che modo la scrittura può contribuire a cambiare la società ansiogena in cui viviamo?

Purtroppo, non sono Tolstoj e il mio libro non sarà annoverato fra quelli che “cambieranno il mondo”. Pur tuttavia ho vissuto la gioia di sentirmi ringraziare da alcuni di coloro che lo hanno letto e che hanno commentato: “le tue parole mi hanno fatto sentire meno solo”.

4 Gli artisti sono in genere più problematici e nevrotici delle persone “comuni”?

No, coloro i quali chiamiamo “artisti” sono essere umani come tutti, ma certamente con doti di sensibilità e fantasia più spiccate. Ho ascoltato di recente una intervista a Federico Fellini che con grande naturalezza affermava che l’artista “è uno che vive nel suo mondo e che a volte riesce a farci entrare un altro”. Ecco, io sono perfettamente d’accordo con lui.

Quando due anni fa sono andata a Palazzo Ducale a vedere la mostra di Anselm Kiefer sono entrata nel mondo dell’artista, ho vissuto il suo orrore di bambino durante la Seconda guerra mondiale e ho sentito addosso la puzza della polvere da sparo, quella dei cadaveri in putrefazione.

5 Cosa si aspetta da “Moti di inerzia”?

Che chi leggerà questo libro, oltre a “sentirsi meno solo”, possa sviluppare, come me che l’ho scritto, la stessa forma di pietas per i miei personaggi. Sono donne e uomini che rischiano la vita pur di esprimersi come artisti, pur di essere capiti o forse solo di essere amati. Non ultimo mi auguro che il film che sto scrivendo con Stefano Viali, tratto da uno dei capitoli del libro, possa trovare presto una produzione.

 

‘Moti d’inerzia’, di Mariagrazia Spadaro Norella. L’architettura dei personaggi

“Moti d’inerzia”, è il nuovo libro di Mariagrazia Spadaro Norella, costruito sulle infinite combinazioni dell’architettura e pubblicato da Edizioni Libreria Croce di Fabio Croce, in distribuzione da giugno 2024.

La forza di “Moti d’inerzia” risiede senza dubbio nella costruzione di personaggi autentici. Ognuno di essi, sviluppato con cura e profondità, risuona in armonia con gli altri, intrecciando storie di vita che si richiamano a vicenda. I personaggi sono infatti sapientemente miscelati, creando un racconto strategico ed emozionante.

Numerosi sono i temi che l’autrice, attraverso una narrazione coinvolgente e moderna, porta alla luce: dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini e incapacità di amare, allucinazioni e follia, fino ad arrivare all’abuso sessuale e all’ossessione per le proprie ambizioni. I sogni raccontati da Spadaro Norella svelano il lato oscuro e inedito della loro natura. I protagonisti di “Moti d’inerzia” sognano in grande, e proprio i loro sogni li conducono verso un baratro fatto di privazioni, slanci eccessivi e mortificazioni del corpo. Sono storie emozionanti, dove il sogno si dissolve, lasciando spazio alla disillusione.

L’opera offre profonde riflessioni sulla realizzazione personale e sulla difficile ricerca di un’identità artistica significativa. È un viaggio all’interno dei personaggi, capace di cogliere le loro più intime peculiarità, i loro sogni e i loro peccati. Un testo che, pagina dopo pagina, guida il lettore nelle vite di persone comuni, descritte con un linguaggio fluido e colloquiale.

Il titolo, “Moti d’inerzia”, è perfetto per rappresentare un mondo in cui l’inerzia e il movimento si mescolano, dove l’alternanza tra andare e tornare diventa l’unica via per vivere appieno. Mina, Paola, Simona, Bartolomeo, Pietro, Mattia, e molti altri personaggi apriranno le porte delle loro esistenze ai lettori più attenti, offrendo un’opera moderna che affronta con profondità numerosi temi di grande rilevanza.

I protagonisti di “Moti d’inerzia” – attori, pittori, cantanti, circensi – sono prigionieri dei loro stessi sogni artistici. Ognuno, intrappolato nella propria vita, è incapace di trovare il proprio posto nel mondo. Queste storie, tutte pervase da un’amara ironia e ambientate nelle periferie romane, raccontano di dipendenze, figli perduti e ritrovati, solitudini, incapacità di amare, allucinazioni e follia.

Info biografiche

Mariagrazia Spadaro Norella è nata a Roma nel 1966. Architetto appassionato, si è dedicata principalmente al recupero di aree degradate nelle città come Roma, Milano e Torino, restituendo questi spazi ai cittadini. Ha partecipato a concorsi internazionali di architettura, focalizzati sullo sviluppo di piazze e periferie, oltre che sulla realizzazione di musei e laboratori artistici in scuole ed edifici industriali dismessi. Attualmente si occupa della ristrutturazione di grandi uffici. Parallelamente alla sua professione, ha iniziato a scrivere: dapprima testi tecnici e di settore, poi racconti, culminati nella raccolta “Moti d’inerzia” negli ultimi quattro anni. Nel 2023, ha seguito il percorso di specializzazione “Narrativa/Romanzo Over 30” presso la Scuola Holden di Alessandro Baricco. Attualmente frequenta un corso di sceneggiatura presso la Scuola Tracce a Roma. Il suo sogno è trasformare uno dei racconti della raccolta in un film.

 

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