Il nome di Corrado Alvaro non compare molto spesso nei manuali scolastici e nei libri di testo e la sua notorietà è legata al suo capolavoro Gente in Aspromonte, in cui mette inaugura il cosiddetto "tema calabrese" che poi risulterà ricorrente nella sua produzione. Probabilmente ad Alvaro la cultura italiana ha preferito la tradizione della narrativa di ispirazione regionale e meridionale di Verga, Capuana, De Roberto, e Pirandello, trascurando però una differenza sostanziale: alla società meridionale vista, dagli questi citati, come qualcosa di immutabile e senza speranza, dove nulla possono né la storia né gli uomini, Alvaro contrappone, forse in maniera troppo elementare (fatto questo che ha potuto giocare a sfavore di Alvaro sull'opinione e sui giudizi della critica), un mondo arcaico tragico, fatto di ignoranza, superstizione e povertà e che però non è immutabile, ma è un mondo in trasformazione che può essere giudicato soltanto con gli occhi della memoria.
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