‘Tanta roba di me’, l’esordio poetico di Martin Palmadessa

 “Tanta roba di me”, editato dalla Aletti nella Collana “I Diamanti”, è l’esordio poetico di Martin Palmadessa, con l’introduzione di Sante Serra e prefazione del professore Hafez Haidar, intellettuale libanese candidato al Premio Nobel per la Pace, tra i maggiori traduttori di Gibran.

L’autore Martin Palmadessa

Tanta roba di me: contenuti e stile

Dopo un’intera esistenza dedita all’arte, coltivando la passione per la letteratura, la poesia, la musica, tanto da dedicare il tempo libero alla scrittura di ben dodici libri non ancora editati e di un diario di oltre 3500 pagine, Martin, di Bologna, classe 1971, ha deciso di uscire allo scoperto con “Tanta roba di me”. L’emblematico nome della raccolta è stato scelto durante un tragitto in macchina con la madre, che ha commentato: «Il titolo è forte». Così come lo sono i componimenti del volume, appassionati e trascinanti, con una penna che graffia e insieme accarezza.

La pubblicazione aggiunge un nuovo tassello all’esistenza di Palmadessa, costellata di esperienze appaganti a livello sociale. È stato Consigliere di Presidenza della Pro Loco di Dozza e nei Consigli di Amministrazione di diverse aziende, creando e dirigendo diverse società commerciali.

L’influenza di Tagore

«Al lettore dovrebbe arrivare uno tsunami, questo è il concetto – ammette con chiarezza, parlando del libro -. Il mio intento non è certo quello di lasciare una piccola traccia nei cuori della gente. Io voglio aprirci un’autostrada».

Ognuna delle 52 poesie della raccolta è contraddistinta da una scrittura persuasiva, che stupisce. «Ha il tratto ruvido, espressivo e diretto di chi non ha peli sulla lingua, in particolare quando si interroga e parla di sé stesso», è il giudizio di Serra.

Entusiasta è anche Haidar, che esprime parole di grande encomio per la cifra artistica dell’opera. «I versi di Martin penetrano nell’anima del lettore e ci regalano i benevoli frutti del cuore, alla stessa stregua dei versi del poeta Tagore».

Non è un paragone eccessivo. Già dalle prime pagine del libro, si comprende che Palmadessa rientra nella categoria dei Poeti che hanno qualcosa da dire, di quelli che parlando di sé stessi arrivano a parlare a una moltitudine. Dall’alto della sua esperienza, Haidar ne ha riconosciuto la voce, tra le tante che gravitano indistinte nel mondo poetico.

Una raccolta ambiziosa

Tanta roba di me è un’opera ambiziosa che parla di cieli immensi, dell’assoluto, della profondità della nostra anima e dei nostri sentimenti, ricercando la bellezza della vita che va accettata in ogni suo aspetto, dimostrando che ogni poesia si presta alla più svariata combinazione di parole, fluida e precisa, ritmata.

Interrogandosi su se stesso, l’autore coinvolge nelle sue riflessioni temi importanti, basilari, degno di essere cantati nel modo più nobile, alla Dante, insomma, aggiungendo qualche tassello in più alla teosofia o quantomeno ribadendone le sue istanze e contenuti, sotto la guida dell’ottimismo.

 

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