Mille giorni d’inverno, di Daniela Nardi

Mille giorni d’inverno (Lettere Animate, 2016) di Daniela Nardi, autrice campana della raccolta di racconti intitolata Carne Umana, è un romanzo breve che concentra in sole cento pagine frammenti di vita realmente vissuta durante una delle pagine più drammatiche della Storia italiana: la Seconda Guerra Mondiale. La forza di questo romanzo sta proprio nell’elemento autobiografico di base, tutto ciò che si legge è accaduto davvero e i personaggi non sono frutto di fantasia ma della memoria di chi è sopravvissuto.

Mille giorni d’inverno: una viaggio nella memoria storica

Protagonista degli eventi centrali della trama è Mari Serrano che il 4 Dicembre 1942, insieme alla sua famiglia, parte dalla città per sfuggire ai bombardamenti e trasferirsi in campagna, nella ‘casa dell’esilio’, presso Gaetano Valliani ed Elvira Serrano. Più che di un romanzo basato sulla narrazione cronologica degli eventi, Mille giorni d’inverno si mostra come un “quadro” che mette insieme immagini diverse, eppure legate tra loro con il filo sanguinario della guerra, con le sue tragedie e le sue privazioni. Mari, Luigi e Nico, fratelli, complici, amici, non appena arrivati a Valliani, nella valle del Sarno, non sanno ancora quanto la fame potrà piegarli e quante umiliazioni dovranno mandar giù per evitare di essere fucilati, come i loro amici e vicini di casa. Chi sarà il prossimo? Si chiedono continuamente. Nei primi tempi dell’ ‘esilio’ a Valliani la vita dei giovani sembra continuare, seppur lontana dalla normalità, almeno con qualche barlume di speranza.

L’arrivo di Ester Dagostino, migliore amica di Mari ed ebrea, porterà nuova luce nel gruppo, insieme all’incontro con i fratelli Salvo e Bruno, durante un martedì che potrebbe anche essere un giovedì, come scrive l’autrice. La vita trascorre lenta e ripetitiva fra le strade acciottolate di Valliani, fra i campi coltivati e la piccola chiesa al centro della piazza, mentre Mari legge Emma Bovary e condivide con la protagonista il disperato isolamento e il desiderio di riscatto. Fino a quando la minaccia tedesca non li colpisce da vicino, nella maniera più subdola possibile. È lo sguardo ammaliatore di Gunther Schroeder a infiltrarsi tra loro, prima accendendo le fantasie di Mari, invaghitasi di lui ma non corrisposta, poi violentando la ‘bella del paese’, Lucia Rena.

Un pericolo scampato per Mari, che fortunatamente era troppo gracile e anonima per lui, incapace di accendere la sua violenta passione malata. Anche quando la guerra sembra ormai finita, dopo l’ascolto della notizia dell’armistizio alla radio, i tedeschi continuano a mietere vittime, se possibile ancora più di prima non avendo più nulla da perdere. Provano a deportare tutti gli uomini abili a lavorare, compresi Luigi Serrano e il padre, uccidono Salvo e lo abbandonano in un campo, e perquisiscono acqua e cibo a tutte le famiglie. Solo chiudendosi in casa e fingendosi già morti, i Serrano riusciranno a superare i bombardamenti e a fuggire da Valliani, dopo l’arrivo degli americani, per poi tornare in città sul ‘treno del ritorno’. Mille giorni d’inverno è una cronaca dura eppure delicata della banalità del male, di come si insinua nella quotidianità e intacca anche le più piccole abitudini, scardinando tutto ciò che rende ‘umano’ un uomo; è un’ opera scritta in terza persona e col presente storico, in uno stile semplice ma diretto, anche se a tratti si sente la mancanza di quella profondità che il passato remoto da alla storia, collocandola in un tempo lontano e indefinito. Ne viene fuori un romanzo eternamente attuale, che ci riporta alla mente le domeniche trascorse a casa dei nonni, ad ascoltare i racconti di un’altra vita.

Exit mobile version