21/03 : giornata mondiale della poesia

giornata mondiale della poesiaLa Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo dell’anno seguente. La scelta della data non è certo casuale, scegliere di celebrare la poesia nel giorno della primavera le riconosce simbolicamente un ruolo di rinascita, quale percorso fondamentale per la promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace, così recita  l’atto dell’UNESCO. Negli anni si è lavorato per realizzare una giornata dedicata all’incontro non solo delle diverse culture poetiche ma anche tra le diverse forme della creatività per poter affrontare le sfide che la comunicazione e le culture mondiali, quelle più forti e quelle meno conosciute, attraversano.

In tutte le maggiori città italiane si sono tenute manifestazioni organizzate per la giornata della poesia, in particolare a Roma, Firenze e Napoli si sono tenuti reading di poesia, spettacoli di musica, fotografia e poesia, recital di poesie d’autore, presentazioni di libri e maratone di poesie. Le manifestazioni si sono svolte nel luoghi più diversi, proprio a significare che la poesia può e deve entrare dappertutto; caffè letterari, associazioni, circoli, piazze, sale di convegni, auditorium, e addirittura musei, ogni luogo è diventato un itinerario di pensiero.

La poesia è il luogo fondante della memoria è l’eredità di tutte le culture, attraverso la poesia si conserva la memoria atavica dell’uomo e del mondo. Un filo rosso unisce la letteratura poetica di tutti i tempi e di tutte le civiltà; un’arte alata, un Pegaso che conduce al di sopra delle cose. La poesia è la simbolizzazione delle emozioni più autentiche e vere dell’uomo, scrigno di paure, affetti, memorie, luogo di esorcismi e riti magici.

Dedicare una giornata alla poesia testimonia l’importanza della poesia stessa, ma ci suggerisce anche che è un’arte da preservare e da custodire e da proteggere istituendo una giornata che la ricordi. E forse allora, come direbbe il poeta maledetto Baudlaire, è la poesia un albatro che sta con gli uragani e ride degli arcieri ma che è esule in terra e con le sue ali da gigante non riesce a camminare.

Chiediamoci non che posto occupa la poesia oggi, quale sia il suo significato e perché dovremmo studiarla e amarla, ma piuottosto in che modo possiamo far avvicinare sempre di più i giovani a questa straordinaria forma di comunicazione che ci fa scoprire la realtà e venire a contatto con la parte più profonda e sensibilie di noi. E perché considerarla non un qualcosa di vetusto, che non è di moda, a differenza della musica, ad esempio.Ma la musica stessa, è poesia!Anche in una società ipertecnologica e scientifica  come la nostra, ha sempre senso celebrare la poesia, perché essa è immortale. Semmai il vero problema è il dilagare della letteratura commerciale che ha reso la poesia una lettura per pochi.

Le parole però riguardano tutti, ogni giorno.

<<Non leggiamo e scriviamo poesie perché è divertente. Leggiamo e scriviamo poesie perché apparteniamo alla razza umana. E la razza umana è piena di passione. La medicina, il diritto, l’economia e l’ingegneria sono nobili occupazioni, necessarie alla sopravvivenza. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, queste sono le cose per cui vale davvero la pena vivere.>> (Dal film “L’attimo fuggente”)

Monica Florio:”La rivincita di Tommy”

L’autrice Monica Florio

Monica Florio nasce a Napoli nel 1969. Conosciuta come pubblicista, articolista e giornalista di successo scrive di arte, cultura, cinema per Le Cronache di NapoliIl DenaroL’Avanti ed altre importanti testate. La Rivincita di Tommy, uscito quest’anno, viene pubblicato dalla casa editrice Medusa , con illustrazioni di Maurella Maio.

Il protagonista è un tredicenne omosessuale che vive a Napoli con la sua famiglia. Famiglia simile a tante altre famiglie italiane dove il dialogo tra genitori e figli è pari a zero, inesistente e la realtà che si vive soffocante. Tommy ci viene descritto come un adolescente dai tratti femminei, quasi efebici, dai lineamenti disegnati. Timido ed introverso, come si puo’ immaginare possa esserlo un ragazzino di quest’età e, per giunta, ‘omosessuale’ agli occhi di coloro che popolano la sua esistenza. Diversi sono gli episodi che ci raccontano la sua personalità, la sua quotidianità. Sono tanti i dubbi sul perché il suo orientamento sessuale debba alimentare così tanti problemi e così tanto astio. Tommy, infatti, viene continuamente denigrato, preso in giro ed emarginato dal resto della classe, da quelli che dovrebbero essere i suoi “compagni di vita” in un periodo così delicato come  quello della crescita. Diego e Luca sono i suoi più grandi nemici. Il bullismo, nei suoi confronti, diventa qualcosa di visibile ogni giorno che passa, il disagio sempre più ingombrante. E la scuola, paradossalmente, non ha nessun ruolo, nessuna funzione. Resta impassibile, reagisce con il silenzio. Non educa ma lascia correre, accetta come prevedibili comportamenti ormai sempre più frequenti e preoccupanti. Una storia che si ripete. Il dramma di un singolo, sembra contenere quelli di tutti e chi osserva non si pone mai troppe domande.

Via d’uscita a questa condizione, sarà la sana passione per i fumetti e per lo sport, si iscrive infatti a kick-boxing. Lo sport lo aiuterà a liberarsi dalle angosce, ad acquisire una maggiore capacità di controllo di se stesso, è proprio mettendosi in discussione che Tommy riuscirà a sentirsi quasi invincibile, dopo un lungo lavoro su se stesso. Lungo è il percorso di chi è stato sempre abituato a vedersi fuori dal coro, poco uguale agli altri, diverso al punto tale da essere considerato sbagliato . In questo, lo aiuteranno due persone, che saranno fondamentali, conosciute proprio nella palestra da lui frequentata : Stella che vive i suoi stessi drammi, anche se per ragioni diverse, e Gabriele che ha la saggezza di chi è più grande di lui e che lo sprona a credere nelle sue forze, nel fatto che possa esserci una ripresa, un nuovo inizio, una vita come quella che desidera lui. I suoi due nuovi amici lo guardano con occhi diversi. Gli stessi con cui lo guarda il fratellino Lorenzo, che vede in lui un modello da seguire, una persona tenace e forte, nonostante tutto, che non si nasconde, che lotta. Lorenzo e Stella vogliono conoscere la sua storia, chi lui è, realmente, al di là dei lineamenti sottili, di un bel viso angelico, degli atteggiamenti insoliti, insomma,  vogliono conoscere Tommy, oltre ogni involucro.

Il bullismo, che sia omofobia, mobbing o violenza psicologica è ancora un’arma nelle mani della morale (cattolica e laica) con cui la società si difende ogni volta che si tratta di reclamare diritti. La rivincita di Tommy ci spiega come non esista un tempo ben preciso in cui decidere di combattere ma percorsi da seguire affidandoci a ciò che ci dice il nostro istinto, la nostra natura, che resta nostra, a prescindere da tutto. Non bisogna mai arrendersi!

Da far leggere nelle scuole.

Salvio Esposito: “La galleria delle armi”

“La morte era tra noi. Il guardarla, il non nasconderla con paura nel profondo dell’anima, ce la rendeva finalmente per ciò che era, un evento come un altro, talmente semplice da divenire banale”.

Salvio Esposito

Salvio Esposito, psicologo napoletano, riporta a galla il disastro ferroviario avvenuto il 3 Marzo 1944 a Balvano, paesino al confine tra Basilicata e Campania.

“Per me infatti il viaggio da Napoli a Balvano dura da tutta una vita.”  Il dottore Miele Domenico, il dottor Pino, torna indietro con la mente in quel viaggio che non ha avuto voce, mai , perché …questo mondo non da spazio a chi chiede giustizia in dialetto.” Perché questo mondo è abituato a cancellare, sotterrare. Ma il dolore non lo sotterri, come quei  600 corpi ammassati in una fossa comune. In una Napoli del dopoguerra che nulla ha a che vedere con la liberazione, nulla ha in comune con quella speranza che appartiene al cuore di chi cerca di vivere ancora una volta la bellezza e la magia di quella città che il mondo non comprenderà, mai. L’immagine dei sobborghi partenopei costretti a mostrare solo la propria parte peggiore, l’immagine di “vite strappate alla vita”, l’immagine di vite costrette a sopravvivere in un luogo che, ormai, non è più tuo.

“Non era una liberazione, ma una sottomissione a cui la città fu in seguito costretta: sfruttamento della popolazione e malattie veneree: sembravano meglio i tedeschi che gli americani.” Ciò che restava, dopo la Liberazione, erano altri uomini, altri stranieri pronti a comandare su una terra che padroni non ne accetta. E così il contrabbando, quei tentativi e sforzi forse inutili di sopravvivere, con un sorriso malinconico e beffardo.

Ma Pino risale su quel treno, percorrendo quello stesso tratto che, quel maledetto giorno, gli aveva portato via la speranza di una vita priva di quell’insonnia che l’avrebbe accompagnato per sempre. Uno sguardo a quel momento in cui il solo pensiero era legato all’immagine di bestie ammassate sul treno della “disperazione”, della “morte”, un altro treno degli orrori. Ma questa volta è diverso. Pino non è più solo. E tutto continua, in una lettura travolgente, fino a quella pace ritrovata, a quella scelta di percorrere la strada in senso contrario, verso una luce che riporta alla vita, perché non è mai troppo tardi per ricominciare, perché non è mai troppo tardi per restare insieme “…tutto il tempo che vorremo. Tutto il tempo che vorremo”.

Salvio Esposito partendo da una difficile storia d’amore narra di un fatto di cronaca tenuto sotto silenzio per troppo tempo, a 68 anni dalla tragedia ferroviaria con piglio verista e profonda attenzione per i sentimenti e i sogni del suo amato popolo.

“La galleria delle armi” è edito da Marotta&Cafiero.

Pino Ciccarelli: “Magari in un’altra vita”

L’autore Pino Ciccarelli

“Ogni musica che non dipinge nulla non è che rumore.” Jean Baptiste le Rond d’Alembert, “Enciclopedia”, 1751.

“Perchè è questo ciò che fa la musica, dipinge la nostra anima, la nostra vita, ...magari in un’altra vita.”

Bob Dylan, Edith Piaf, Nicola Di Bari, Chicago, Bee Gees, Marcella, Elton John, Gabriella Ferri, Nuovi Angeli… Ogni pagina è musica, ogni parola è arte, pura poesia, un dipinto che segna l’anima.

Giovedì, 12 dicembre, Pino Ciccarelli, sassofonista napoletano, ha presentato presso la libreria Marotta&Calfiero store, il suo primo romanzo. Pagine e pagine che, vorresti, non finissero mai. Parole e musica.

Giuliano e Riccardo iniziano così la loro amicizia. Ciò che li lega è qualcosa che non puoi spiegare, perchè la musica, i ricordi, l’anima che vibra, non puoi spiegarla. Non puoi darle un senso reale. Lei vola, la musica e, con lei, anche le parole di questo splendido libro.

L’autore ripercorre così, attraverso un’amicizia che strappa e regala lacrime e sorrisi, la bellezza di un’epoca che, mai, potremo rivivere, non nel concreto almeno. La forza di quel mondo, di quegli anni, gli anni ’70, che rinascono nella memoria attraverso una canzone, una melodia, quella melodia mai dimenticata. Perchè quegli anni erano così. Ci batteva il cuore, allora. In quel tempo finito che lascia un segno indelebile nei cuori di chi li ha vissuti, amati, ancora una volta, mai dimenticati.

Amore, amicizia, odio, forza, coraggio, passione, desiderio di andare oltre, di strapparla con i morsi e con i denti questa vita, quella vita, che, molto spesso, non lascia scampo. Ma solo un breve ricordo. I ricordi di una vita.

La musica vive in ogni parola scritta dall’autore. Rende, ogni istante che vive nella mente, indistruttibile. La musica è anche questo. Indistruttibile. Una forza inaudita, inspiegabile, come un’onda che si infrange sugli scogli in una giornata di fine estate. La parole scorrono veloci, ci trascinano in un mondo che è stato ed è ancora il nostro. Ne abbiamo ancora di ricordi di estati passate alla ricerca di un sorriso, quello della ragazzina che ci fa battere il cuore, di scommesse fatte con gli amici dopo una partita di calcetto, di momenti e sguardi rubati al destino. Un destino beffardo, maligno. Un destino bastardo.

E poi ancora, i sogni proibiti, i desideri, la vita che scorre, la voglia di fermarla, o forse di correrle dietro, perchè il tempo va, inesorabile. Un’estate diventa una vita intera. Un ricordo, resta un macigno che non si alleggerisce mai, nemmeno dopo 32 anni. I ricordi, belli o brutti, restano dentro e la musica, la nostra musica, li riporta a galla e non lascia scampo.

Riccardo ama la musica, Riccardo ama la vita, e ama Tecla. Ma questa vita sembra troppo poco per lui, per quella chitarra che continua a suonare nonostante tutto, nonostante il tempo, il dolore, i brutti ricordi, il sangue che scorre.

Giuliano è li, guarda, osserva la vita che continua a muoversi, che vorrebbe rendere sua. In un corpo non ancora maturo e con la mete che aspetta un futuro che non tarda ad arrivare e a colpire, come quel pugno allo stomaco.

E i litigi, la fine di un’estate come la fine di un’amore. Le persone sbagliate, le decisioni da rimpiangere, da ricordare in eterno in quella Napoli anni ’70 che lascia un vuoto, una lacrima che bagna il viso.

In un linguaggio semplice e diretto, Pino Ciccarelli ci porta con lui. Non ha bisogno, però, di prenderci per mano, per accompagnarci in questo mondo, tra queste parole. La musica, la sua musica, lo farà per lui. Ci porterà accanto a Giuliano, alla sua voglia di imparare, di amare, di essere, di vivere, di non lasciare andare. E ancora, accanto a Riccardo, un “ragazzino” che resterà dentro di noi, alla fine di queste immense pagine, come un Jim Morrison, un Jimi Hendrix, a cui forse, questa vita, andava ancora troppo stretta. Non lo so, non lo sapremo mai.

E così, nella periferia cittadina, osserviamo, ascoltiamo, restiamo accanto a loro. Ai nostri protagonisti, quelli che diventano amici, che diventano compagni di giochi e scherzi, di una vita intera. Una vita che non aspetta, una vita che non torna indietro.

“Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro.” Bob Dylan.

Ma tutto questo accadrà “Magari… magari in un’altra vita.”

Exit mobile version